Toc toc.
<< Avanti. >>
<< Albus. >>.
<< Aberforth, che piacere rivederti. Dimmi pure. >>.
<< Ho fatto ciò che mi hai chiesto di fare. Ho delle novità. >>.
<< Bene, bene >> esclamo entusiasto. << Dimmi tutto >>.
<< Oggi era per le vie di Hogsmeade, vendeva gli oggetti di Potter. Ho comprato questo, mi ha incuriosito. >> mio fratello mi porge un pacchetto. << Abbiamo chiuso subito l'affare, aveva visto il ragazzo. Potter, salutandolo, si è accorto che stava vendendo i cimeli di Black. Lo ha aggredito ma quel vigliacco è scappato. Dovresti convocarlo e fargli cambiare comportamento, così non va. >>
<< Certo, chiamerò Mundugus e... >>
<< No, Albus, parlavo di Potter. Ha gridato ai quattro venti il nome di Black, il nome dell'Ordine e ha citato più volte il Quartier Generale. >>
<< Gliene parlerò. Ma vediamo cos'è questo... >>
Per rispetto di mio fratello non ho aperto il pacco mentre parlava, ma già al tatto lo riconosco...
<< Come immaginavo >> dico piatto. << Uno specchio gemello. >>
<< Uno specchio gemello? >> esclama mio fratello stupito.
<< Si Aberforth e scommetto che il gemello è stato regalato a Harry da Sirius. Ora si pone un problema però... >>
<< Ovvero? >>
<< Aberforth... >> inizio serio. << Sono vecchio, tu lo sai. Sai inoltre che tra poco morirò. Quindi ti prego di tenere lo specchio . Perché Harry, prima o poi, ritroverà lo specchio gemello, e avrà bisogno di aiuto. Allora ti chiedo di dargli una mano. Tieni con te lo specchio, fratello mio. >>
<< E perché dovrei dargli una mano, Albus? >>
<< Ti chiedo questo favore, fratello. Presto me ne andrò e... >>
<< Te ne andrai? Abbandonerai quel ragazzo al suo destino come Ariana, eh? E naturalmente la responsabilità la scarichi su tuo fratello, quello stupido, con l'ossessione per le capre, il tutto perché Albus Percival Wulfric Brian Silente è troppo grande per prendersi cura della sorellina malata e, ora, di uno stupido ragazzo di sedici anni che organizza associazioni illegali e che nell'immediato futuro avrà bisogno d'aiuto! No, Albus... ho fatto quest'errore molti anni fa, con Ariana. All'inizio comprendevo perché non volevi stare con lei, quando mamma era ancora viva. Ma sappi che non ti perdonerò mai quando hai fatto entrare Grindelwald in casa nostra e... e... >> ad Aberforth mancano le parole.
<< Non me lo perdonerò mai neanche io, Aberforth. Ero uno stupido ragazzo, accecato dal potere e affascinato da colui che condivideva le mie idee. Mi ero innamorato di Gellert, ma è stato un'errore. Non l'avrei mai dovuto far entrare in casa. Ma è diverso con Harry. Non lo abbandono perché ho deciso così, ma perché è il mio destino. Lo sto istruendo affinché possa compiere la missione a cui è predestinato. Ma sarà sempre un ragazzo giovane, e necessiterà il tuo aiuto. Ti chiedo di aiutarlo solo se te lo chiederà. Non farlo per me, fratello. Fallo per Harry. E fallo per Ariana, di sicuro lei l'avrebbe aiutato. >>
I miei occhi si stanno inumidendo, quando parlo di Ariana succede sempre. Anche gli occhi di Aberforth sono lucidi.
<< Lo farò. >> dice esitante.
<< Ho la tua parola, Aberforth? >>
<< Si, hai la mia parola. Farò come avrebbe fatto Ariana. >> una lacrima riga il volto di mio fratello a quel nome. << Bene, ora vado. >> si avvia velocemente verso la porta. Esce dal mio studio. Sento i suoi passi echeggiare nei corridoi del castello.
<< Grazie, Aberforth. Te ne sarò grato per sempre. >> mormoro a una stanza vuota.