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Autore: Lady Of The Flowers    26/10/2010    8 recensioni
Sei la mia persona speciale.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dominic Howard, Matthew Bellamy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera!
Eccomi qui, con una shot dal punto di vista di Dom.
E’ triste, vi avviso. Beh, adesso vi lascio alla lettura.



Wrong.

 
Sbagliato.

Si, sbagliato è la parola giusta.
La penna d’inchiostro nero scorre veloce su quella pagina bianca di diario.
Un diario vecchio e rovinato, che puzza anche un po’, se devo dire la verità.
L’ho trovato in un cassetto del comò in camera dei miei genitori. Penso sia di mia madre, la calligrafia delle prime pagine sembra la sua. Ci sono scritti degli orari e alcuni nomi, probabilmente sono appuntamenti. Un nome è cerchiato e ha di fianco un cuore. Quando l’ho visto prima mi è venuto quasi da svenire. La vista si è annebbiata e il cuore ha smesso di battere per qualche secondo, ne sono sicuro.
Dio, mia madre innamorata? Innamorata di qualcuno che non era mio padre? Non riesco neanche a concepire un cosa del genere. Mia madre è sua, è sua e di nessun altro. Anche adesso che… Insomma lo sarà per sempre e basta.
So che questo è uno stupido diario di quarant’anni fa, di quando lei era un’adolescente, ma potrebbe riaccadere no? Non vedo perché non potrebbe provare ad amare di nuovo. E infatti, infatti…Cristo, mi viene da piangere. Non voglio, non voglio farlo. Non posso farmi vedere così da loro. Mamma, Emma, non ve lo meritavate questo. Non me lo meritavo neanche io, veramente.
Perché? Perché hai lasciato che tutto questo accadesse? Papà non se lo meritava, no!
Morirei io al posto suo, se solo potessi tornare indietro. Lui era lì per me, era felice, perché l’hai ucciso? Perché me l’hai portato via così?
 

Sbagliato.

Ancora sbagliato. E potrei andare avanti a scriverlo, a ripeterlo all’infinito.
Sbagliato! Sbagliato! E’ sbagliata la mia vita.
Quella penna ormai sembra aver preso vita, non è più la mia mano a guidarla. Scrive e riscrive quella parola senza fermarsi, calcando sempre di più, quasi perforando la pagina spessa di quel diario.

Mi manchi, mi manchi papà. 

Le parole cambiano.
Le lacrime ritornano, gli occhi bruciano, mi pungono come se avessi degli spilli dentro.
Ti rivorrei, qui.
Qui con me, dove dovresti essere.
Perché mi manchi, mi manchi da morire.
E vorrei che questo strazio finisse.
Vorrei poter spegnere il cervello per un momento, un momento soltanto.
Vorrei poter non sentire più, vorrei diventare sordo per non sentire più quel devastante pianto. Quei singhiozzi che mi fanno impazzire. Si, mamma, mi fanno impazzire.
Vorrei che qualcuno mi salvasse da tutto questo, ma credo durerà ancora a lungo questo turbinio di tristezza, paure e rabbia.
Si, la rabbia mi invade.
Vorrei spaccare tutto a volte, vorrei prendermi a calci da solo, se potessi.
Ogni tanto mi ritrovo anche a strapparmi i capelli.
Dio mio, ma quanto tempo è che vado avanti così?
Una settimana? Due? Un mese?
Non me lo ricordo neanche più. So solo che le giornate sono diventate monotone.
So solo che ogni giorno provo le stesse sensazioni come se qualcuno avesse fermato il tempo, come se qualcuno con un incantesimo mi facesse rivivere sempre quel dannato giorno. Giuro che se scoprissi che è davvero così, che davvero qualcuno mi ha maledetto, mi suiciderei, senza neanche pensarci un attimo. Non potrei continuare a vivere in questo modo, torturandomi.
Forse avrei bisogno di parlare con qualcuno.
…Già, parlare. Saranno due settimane che non apro bocca.
Ce l’avrò ancora la voce? O se ne sarà andata con lui? Beh, se fosse così saprei che sta bene, la mia voce. Sarebbe con te, papà.
Mi schiarisco la gola, scandisco una parola.
C’è.
C’è ancora la mia voce.
Bene, posso parlare. Devo parlare. Voglio, forse.
Ma con chi?
Con mamma, non ci penso neanche. Sarebbe solamente una cosa straziante, lei scoppierebbe a piangere e io dovrei rintanarmi qui, nella mia vecchia camera, di nuovo.
Con Emma, no. Non so perché. Non mi va e basta.
Oddio, Chris e Matt.
Quanto tempo sarà che non li vedo o non li sento? Dal funerale, probabilmente.
Mi hanno chiamato, sono venuti qui, è ovvio. Non sono dei cattivi amici, anzi al contrario sono perfetti. Sono io che sono sbagliato. Non li ho voluti vedere, ma come non ho voluto vedere né sentire qualsiasi altra persona.
Chris, non penso di chiamarlo. Sicuramente è con i suoi bambini e non vorrei rovinargli la giornata. Meglio di no.
Matt, forse potrei chiamare lui.
Matthew è una di quelle persone che si possono incontrare raramente, che per riuscire a conoscerle devi aver un pò di fortuna. Ecco, quel giorno al parco, devo avere avuto una fortuna enorme, e poi pensare che è stato lui a venire da me. Matt è una persona speciale, è quella persona che puoi definire migliore amico, quella persona che porterai nel cuore per sempre qualsiasi cosa accadrà. 
Alla fine chiamo lui, ho voglia di sentire la sua voce.
Prendo il cellulare, rimasto spento da…da quando è morto.
Lo accendo e aspetto qualche minuto.
Una miriade di messaggi compaiono sullo schermo.
La maggior parte di Matt. Tutti simili.
“Come stai?” “Voglio vederti.” “Ti prego fatti sentire.”
Circa una ventina di messaggi così.
Eccomi, Matt. Adesso mi faccio sentire.
Compongo il suo numero, che so a memoria per mia fortuna o sfortuna.
Il telefono squilla.
“Pronto!” Urli affannato dall’altra parte del telefono.
“Matt…” Dico con un filo di voce. Alla fine devo anche riabituarmi ad usarla.
“Dom, Dom! Come stai?” Chiedi premuroso.
“Diciamo che sto.”
Sospiri profondamente. “Mi è mancata la tua voce.” Dici.
“La tua molto di più.” Rispondo. “Scusami se non ti ho voluto vedere, ma…”
“Zitto, Dom. Non c’è bisogno che mi spieghi niente.” Replichi comprensivo.
Rimaniamo in silenzio per un po’, solo i nostri respiri coordinati.
“Matt, io sono stanco.” Esordisco.
“Lo so…”
“Io voglio che tutto questo finisca, adesso.” Sussurro trattenendo un singhiozzo.
“L’unico che può farlo finire sei tu.” Dici sicuro.
“Come, Matt? Come?”
“Potresti, come prima cosa, provare a uscire da quella casa. Fai due passi, Dom. Respira…”
Ho bisogno di te.” Riesco a risponderti, soffocando un altro singhiozzo.
“Sono qui, lo sai. Lo sai che non ti lascerò mai, vero?” Mormori. “E’ così stupido parlare al telefono...”
“Usciamo.” Propongo senza neanche pensarci.
Voglio vederti, voglio un tuo abbraccio, una tua carezza.
“Usciamo.” Rispondi. “Fra un quarto d’ora sono lì. Se potessi sarei già da te, adesso, Dom.”
“Grazie.”
“Mi sei mancato.” Sussurri con un filo di voce.
“Tu mi manchi ancora.” Rispondo prima che la conversazione si chiuda.
Neanche un minuto e sento il telefono vibrare.
Un messaggio.
Un messaggio di Matt.
“Hopelessly I’ll give you everything
But I won’t give you up
I won’t let you down
And I won’t leave you falling
If the moment ever comes

Si, Matt, non mi lascerai mai.
Sei la mia persona speciale.
Tu mi salverai, lo so.  

 

   
 
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