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Autore: space_oddity    27/10/2010    6 recensioni
"Avevamo dodici anni quando io, Mary Anne Longbottom e Lilian Cooper, le mie migliori amiche, abbiamo scoperto come nascono i bambini.
Ok, ok, ne avevamo quattordici.".
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Grazie a tutti quelli che leggono, seguono e recensiscono questa storia:) E grazie a Candidalametta, la mia fantastica beta che trova anche il tempo di recensirmi:)
Mi scuso per il capitolo che è un po' corto e per non poter rispondere alle recensioni, sto postando il capitolo tipo in dieci minuti:(
Buona lettura!


Là dove non batte il sole - La fuga





Io e Mary Anne indietreggiamo impercettibilmente.
Onestamente, credo che uno debba avere un gran fegato a fronteggiare Elise in questo momento.
E' come vedere quello sguardo inquietante di Lily al quadrato.
E'.. Terrificante. Dico sul serio.

".. Così irresponsabile! Come hai potuto? Non avrei mai immaginato che facessi una cosa del genere! Sono così delusa..".
E Lily.. Beh, Lily è anche peggio. Credo.
".. Tu? IO dovrei poter avere fiducia in te! Ho dovuto sapere tutto da un diario! Ma ti rendi conto? Un diario! E in ogni caso se Chastity non avesse conosciuto James e non mi avesse portata lì ancora non l'avrei visto!".

Elise mi lancia uno sguardo fiammeggiante e sento lo stomaco stringersi per la paura.
Istintivamente indietreggio ancora e cerco il braccio di Mary Anne.
"Questo è del tutto irrilevante! Se finora non ti ho mai fatto incontrare Tom ci sono dei motivi validi, non credi? Dio, se solo l'avessi saputo mi sarei trasferita sicuramente molto più lontano da Pittsburgh!".
Un momento.
"Come, scusa?!"- replica Lily sconvolta, con un filo di voce.
"Hai capito benissimo!"- ribatte Elise, fuori di sè -"Cosa avrei dovuto dirti secondo te?! 'Oh, tesoro, papà abita a dieci fermate di treno da qui. Ma noi non andremo mai a trovarlo, quindi mettiti l'anima in pace, ok?'. Che diavolo avrei dovuto dirti, eh?".
.. No, un momento.
Lily la guarda, incredula:"Tu sapevi?! Lo sapevi? Da quanto tempo lui abita a Pittsburgh? Sapevi anche che ha riaperto il negozio? Che altro sai?!"- la aggredisce, gesticolando furiosamente.
"Non ha mai riaperto nessuno, stupido negozio! E' lì, dove è sempre stato!"- replica Elise, con gli occhi lucidi.
Lily si copre la faccia con le mani.
"Lily.."- sospira Elise, toccandole una spalla.
Lily si divincola e la guarda con uno sguardo indescrivibile. Odio, rabbia e gelido distacco, tutto insieme.
"E' sempre stato lì. Lui è sempre stato lì."- mormora, come parlando a sè stessa.
Elise tenta di nuovo di avvicinarsi, ma Lily indietreggia, scuotendo la testa.
"Non. Toccarmi.".
Indietreggia ancora. Alza lo sguardo, gelido.
"Me ne vado. Io me ne vado.".
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(17 ore dopo)

Ci può dare quattro.. No, cinque biglietti per Cleveland, per favore?"- chiede Lily cortesemente all'addetto dietro lo sportello di vetro.
Non riesco a credere a quello che sto facendo.
Oddio, lo sto facendo davvero.

Il mio primo tentativo per scappare di casa è stato a quattro anni e mezzo.
Ho preso un maglioncino e una scatola di biscotti, sono andata fino alla fermata dell'autobus più vicina a casa e mi sono seduta lì.
L'idea di base era buona, niente da dire.
Ma, dal momento che c'era una specie di sciopero, la stazione era chiusa e non passava nemmeno un'autobus.
I miei mi hanno ritrovata in circa tre ore, durante le quali mi sono spazzolata tutti i biscotti.

Tentativo numero due: avevo otto anni. Ho riempito uno zainetto di vasetti di yogurt e cracker, sono andata a piedi fino ad un fienile semi-abbandonato e ho deciso di fermarmi lì per la notte.
Purtroppo, i cracker si sono sbriciolati completamente e gli yogurt fuori dal frigorifero sono andati a male, quindi quando ho cominciato a sentire i morsi della fame me ne sono tornata a casa.
La mia indipendenza è durata circa cinque ore e mezza.

I tentativi tre, quattro e cinque sono altrettanto deludenti, quindi non mi era rimasta molta speranza e nemmeno tanta voglia di riprovarci.
Ma quando ce ne siamo andate lasciando Elise sulla porta di casa e Lily ci ha chiesto:".. Venite con me?", con uno sguardo da capretto seviziato.. Non ce l'ho fatta a dirle di no.
"Ehi, credi che dovremmo prendere qualcosa da leggere? E' lungo il viaggio?"- chiede Mary Anne, sfogliando distrattamente delle riviste di gossip.
No, nemmeno lei ce l'ha fatta.
"Mah, io penso che mi farò un sonnellino, non dovrebbe durare più di tre ore. Ma se vuoi prendile pure, per sicurezza."- replica James, passandosi una mano sul viso assonnato.
Ok. Suppongo che ora vi starete chiedendo chi è il quarto.
Dunque. Dopo aver detto di sì a Lily, siamo andate a casa mia a prendere soldi, vestiti e, soprattutto, a chiamare James. Ma, mentre io e Mary Anne eravamo impegnate a preparare le borse Lily ha chiamato Simon, gli ha raccontato quello che è successo e gli ha chiesto se conosceva qualche posto dove andare. Lui ha detto di sì e così.. Eccoci qui, diretti a Cleveland.
Purtroppo quando Lily ha finalmente riattaccato non c'era più tempo di rispiegare di nuovo tutta la storia, quindi a James ho semplicemente detto:"Non posso spiegarti niente, ma verresti con me in un posto?".
Lui ha preso un treno per Austintown, dove siamo adesso. Fra poco passerà la coincidenza che ci porterà a Cleveland. Questo è tutto.
Non voglio pensare razionalmente a quello che sto facendo, perchè sono sicura che impazzirei.
Dio mio, l'unica cosa che so di Cleveland è che ci stiamo andando e che il biglietto per andarci costa quattro dollari e venticinque centesimi.
"A Cleveland abitano i miei cugini, Rick e Abby. Non ti preoccupare! La conosco come le mie tasche."- replica Simon, con un sorriso rassicurante.
Oh, grandioso. Ho pensato ad alta voce.
"Ti capisco, è davvero seccante. Capita spesso anche a me e la cosa peggiore è che non me ne rendo conto."- risponde Simon, trattenendo educatamente una risata.
Mi tappo la bocca con una mano, arrossendo all'istante.
Accidenti.
James mi stringe con un braccio e, nonostante tutto, mi rilasso. Per la prima volta, da ore, mi sento davvero bene.
Sono in paradiso.
"Addirittura? Oh, così mi fai arrossire."- replica James, con un sorriso ironico.
Mi mordo il labbro maledicendo la mia linguaccia.
"Scusa."- mormoro, afflitta.
"Figurati. Di cosa vuoi scusarti? Del fatto che continui a lasciar uscire dalla bocca tutto quello che pensi senza filtrare nulla? Di avermi chiamato ad un'ora assolutamente impoponibile per farmi una richiesta assolutamente assurda? Di avermi reso complice di una fuga collettiva di adolescenti? Di avermi trascinato qui quasi contro la mia volontà? Ma andiamo."- replica James con tono ironico.
Mi accoccolo sul suo petto in silenzio, ridacchiando fra me e me.
Questo ragazzo ha davvero un certo non so che. Forse ne è valsa la pena, dopotutto. Forse.
"Però. Mi lusinghi."- sussurra James, in tono estremamente divertito, stringendomi con un braccio.

.. Oh, accidenti.
Saliamo sul treno, entriamo in uno scompartimento pressochè deserto e ci sistemiamo in sedili vicini. Mary Anne si immerge nella lettura di "Hello!", Lily e Simon fanno le parole crociate insieme e James cerca una posizione più o meno comoda per dormire.
Io sento improvvisamente tutta la stanchezza del giorno precedente e crollo addormentata sul sedile rivestito in poliestere azzurrino pensando in che diavolo di guaio mi sono cacciata.





Spero vi sia piaciuto, al prossimo!
  
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