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Autore: Oducchan    15/11/2005    3 recensioni
storia dell'improbabile figlia di Magneto e ... di una donna di cui preferirei nonn dire il nome, almeno x il momento, e del suo rapporto con gli x-men e in particolare con wolvie. è la mia prima ff, spero vi piaccia
Genere: Azione, Generale, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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THE PERFECTION- il mutante perfetto

Per prima cosa, grazie a coloro che hanno letto e recensito, ovvero buffy1991 (mia adorata), _Elentari_(grazie grazie grazie) e Katyele (grazissime!). poi, grazie a coloro che hanno letto e che non hanno recensito (vedete di farlo ora). Ora vi auguro buona lettura…

 

 

THE PERFECTION- il mutante perfetto

Capitolo primo- una ragazza, un attentato e un jet

 

Canada, strada innevata in un luogo imprecisato

 

La ragazza camminava lungo la strada coperta di ghiaccio, fango e neve, quando un’auto la sorpassò schizzando e inchiodò davanti a lei slittando leggermente. Sospirando, la riconobbe, e quando il finestrino si abbassò, attaccò: - senti, Harry, ti ho già detto che tra noi è finita quindi smettila di..-

-Calma, Helen, non sono qui per fare pace con te, davvero.

-E allora cosa vuoi?-

- beh, ecco.. Pensavo di darti uno strappo, almeno fino al prossimo paese. Non credo che da queste parti passi molta gente, e la strada è lunga -

-ok..- con un altro sospiro, Helen aprì la portiera e salì sull’auto mentre Harry si accendeva una sigaretta. L’infastidiva che l’avesse seguita: avevano litigato giusto un paio d’ore prima, lei se n’era andata dal locale dove alloggiavano stizzita e si era incamminata lungo la strada verso casa, con la ferma intenzione di non vederlo mai più. Ormai lo aveva capito: non lo amava più, se mai lo avesse amato. Lei cercava ancora il “suo” uomo, l’uomo del sogno… cercò di scacciare il pensiero, ma siccome non ci riuscì, si lasciò inondare dalla sua tristezza. Tempo prima, quando aveva circa quattordici anni, aveva fatto un sogno strano e bellissimo: una sua versione molto più cresciuta, tra le braccia di un uomo non tanto alto, muscoloso, occhi castani, capelli neri acconciati in modo anomalo…. E lei lo guardavo, leggendo in quegli occhi splendidi la libertà, la sua indole selvaggia e selvatica, che le era sembrata così simile alla propria.. e allo stesso tempo così diversa. E mentre stava lì a farsi cullare dalle sue braccia… si era svegliata nel dormitorio dell’orfanotrofio, con Sally, sua vicina di letto, che russava beatamente, e Mary, sua dirimpettaia, che si agitava irrequieta nel letto. Quel sogno l’aveva perseguitata per anni, e quegli occhi le avevano dilaniato il cuore per mesi e mesi.

Avvertendo una leggera puzza di fumo che andava via via affermandosi, fulminò Harry con lo sguardo: -Getta immediatamente quella sigaretta o scendo da questa lurida carcassa e non mi vedrai più per il resto della tua vita!- gli intimò. Lui sbuffò, ma fece scivolare il mozzicone oltre il finestrino, per poi mettere in moto e avviare la macchina.

Helen lo fissò. Sebbene avesse cercato solo ragazzi simili a quello che aveva sognato, Harry era totalmente diverso: biondo, occhi azzurri un po’ slavati, alto e allampanato. Come diavolo aveva fatto quella sottospecie di giraffa ad attirare la sua attenzione? Non l’aveva mai neanche sfiorato… poi si convinse di aver cercato di consolarsi per la morte di Kevin tra le braccia dei primi venuti. Kevin…quanto le mancava. Lui sì che l’aveva amato… il suo corpo sfracellato sul marciapiede le tornò in mente, così ricacciò indietro le lacrime che volevano uscirle dagli occhi, giusto in tempo per vedere il grosso tronco d’albero che stava precipitando davanti a loro. –Attento!- gridò, e Harry sterzò bruscamente, inchiodando malamente l’auto mentre l’albero si schiantava al suolo, a pochi centimetri da loro.

-Accidenti, proprio ora doveva capitare? Cavolo! Tutto a posto, Helen? Stai bene?-

-S-sì- “stai calma. Calma.” Si disse. Ma il senso d’angoscia e il terrore senza limiti che cominciavano a pervaderla non le lasciavano tregua. Il respiro le si era fatto affannoso, le mani le tremavano all’inverosimile e quando Harry le annunciò: -scendo a vedere se riusciamo a passare. Tu resta qui-, si sentì svenire. Che le stava succedendo? Oh no. Oh no, no e no. Non lì e non in quel momento. Sapeva quel che stava per succedere, il solito flash di memoria che arrivava come una frusta in momenti come quello glielo aveva rammentato. Avrebbe voluto poter fermare Harry, ma le forze le mancavano, così si accontentò di guardarlo costeggiare la macchina, arrampicarsi sul tronco, e poi… poi fu come se un fulmine si fosse abbattuto su di lui. Helen lo vide con terrore accasciarsi al suolo come un sacco vuoto, senza vita. Se in quel momento, come tutte le altre volte, fosse svenuta, probabilmente nulla di ciò che sarebbe successo sarebbe successo, lei non avrebbe cambiato il corso di nessuna vita altrui, e la sua esistenza sarebbe finita di lì a poco in modo poco doloroso. Ma il destino, quando gli si dà una mano, è davvero molto capriccioso. Ed Helen non svenne. Rimase sveglia, e così vide i due esseri che scesero dal tronco e si chinarono sul corpo di quello che fino a pochi attimi prima era stato Harry. Uno aveva la pelle coperta di quelle che a prima vista sembravano squame blu, e i capelli rosso fiamma. Aveva le forme di una donna. L’altro, guardandolo meglio, sembrava un ragazzino di circa vent’anni. Aveva i capelli castani, e in una mano teneva un accendino, mentre nell’altra teneva una grossa palla di fuoco. Helen rimase a guardarli attonita per qualche istante, poi spalancò la portiera e si precipitò fuori, correndo lungo la strada e lasciando indietro tutto il suo coraggio. Capì che i due si erano accorti della sua fuga quando vide una sfera infuocata sfrecciarle a fianco. Cominciava già a dire le sue ultime preghiere, quando un vento fortissimo la fece inciampare e ruzzolare a terra. Stette per un attimo raggomitolata a terra, poi si voltò alzandosi sulle ginocchia e rimase a bocca aperta dallo stupore: sulla strada era atterrato un grosso jet, di forme mai viste, dal quale erano scesi due ragazze e un ragazzo, che lottavano con i due tipi. Indossavano tutti e tre delle uniformi di pelle nera, sulle quali riecheggiava più volte una X. Il ragazzo aveva una sorta di maschera sugli occhi, dalla quale usciva un raggio rosso che spazzava via tutto quel che incontrava. La donna più vicina indossava anche un ampio mantello argenteo, aveva una carnagione scura, lunghi capelli bianchi che le svolazzavano scompigliati e gli occhi senza pupille e iride, bianchi come i capelli. Attorno a lei si addensavano nubi scure minacciose, dalle quali più volte scaturì un fulmine. Il vento proveniva dalla sua direzione, e Helen fu certa che era lei a produrlo.

La terza ragazza aveva i capelli rosso fuochi lunghi fino alle spalle, e quando i loro occhi s’incontrarono, Helen sentì allontanarsi un po’ l’angoscia che l’opprimeva. Avrebbe voluto guardare più a lungo quei begli occhi verdi, ma la vista le si offusco e lei ricadde a terra. Fece in tempo a sentire una voce che gridava: - Scott! È lei! -, prima che tutto fosse risucchiato dal buio. 

 

 

 

Avete notato che ho mantenuto le uniformi del film? I fan accaniti non me ne vogliano, ma le uniformi del fumetto (che peraltro adoro) risulavano un po’ complicate da descrivere e leggermente “fuori dalle regole”.

Non so quanti di voi l’abbiano notato, ma nell’angolino qua sotto se una scritta che dice “Vuoi inserire una recensione?”. Vedete di cliccare lì col mouse e di lasciarne una. Thank you. Alla prossima

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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