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Autore: Oducchan    06/11/2005    5 recensioni
storia dell'improbabile figlia di Magneto e ... di una donna di cui preferirei nonn dire il nome, almeno x il momento, e del suo rapporto con gli x-men e in particolare con wolvie. è la mia prima ff, spero vi piaccia
Genere: Azione, Generale, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prefazione: i personaggi ke nn conoscete li ho inseriti io e sono frutto della mia pazza mente

Prefazione: i personaggi che non conoscete li ho inseriti io e sono frutto della mia pazza mente. La storia è ambientata approssimativamente dopo il terzo film, del quale, non essendo ancora uscito, non conosco la trama. Quindi non stupitevi se vedrete inseriti personaggi che nel secondo film non ci sono o stabilite relazioni che in X2 non sono neanche accennate. Vi prego inoltre di ricordare il vero nome di Magneto. Buona lettura.

 

 

THE PERFECTION - il mutante perfetto

Antefatto

New York, 5 anni prima

Kevin! Kevin!- lo cerca dappertutto, ma non lo trova. – Kevin, dove sei?-. Urla, lo deve trovare a tutti i costi, o non lo vedrà mai più. Il suo appartamento è così silenzioso e buio, lei ha paura ad entrarci, di quel che potrebbe trovare, di trovarlo già morto. Ma lui non c’è. Sale le scale di corsa, disperatamente, pregando di trovarlo sul tetto e poterlo salvare. E infatti è lì. Gli occhi azzurri sbarrati, i capelli castani spettinati, sta lì sul bordo del tetto, nell’unico punto in cui manca il corrimano, immobile come una statua. La sta guardando, coi suoi occhi una volta così belli e ora privi di una qualsiasi espressione, occhi gelidi di ghiaccio. Sussurra, la voce roca: -Helen -. Lei cerca di avvicinarsi, ma lui la blocca, ansima – Helen, non avvicinarti, non….- rantolo strozzato – Helen, ti amo-. Lei tiene le mani sul volto, a fermare le lacrime, non vuole vedere quel che accadrà, ormai è troppo tardi, ma non può farlo. Deve guardare. –oh, Kevin, anch’io. Tanto- solo questo riesce ad articolare, prima che lui si lasci andare, cada all’indietro…nel vuoto. –keviiiin! Noooooooooooooooo!- lei si precipita a guardare, ma l’unica cosa che può vedere, ormai, è una forma indistinta che giace contorta sul marciapiede, e l’unica cosa che può fare è piangere in ginocchio sul punto dove poco prima stava il suo amato, fino a quando il buio che la sovrasta non domanda una piccola parte della sua esistenza.

 

Alkali Lake, 24 anni prima

Il pianto di un bambino piuttosto piccolo si levò dalle viscere della diga.

-Shhhhhh, piccolina, non urlare così-

-sei sicura di aver fatto la cosa giusta, Judith?-

L’interpellata alzò lo sguardo dalla bambina che stringeva tra le braccia alla donna che aveva di fronte.

-Tu che ne dici, Mystica? Avrei dovuto lasciarla a lui?-

L’altra donna aveva la pelle di una tinta bluastra, piena di squame e scaglie, i capelli rosso fiamma lunghi fino le spalle e gli occhi gialli simili a quelli di un rettile. Emise un sospiro

-dopotutto, non lo so. Io ho abbandonato mio figlio…

-cosa che non ti perdonerò mai-

-…. Ma l’ ho fatto perché non lo volevo con me, non per proteggerlo-

Judith sospirò a sua volta. Ma come diavolo aveva fatto a cadere nella trappola di Erik ? Si era fatta incantare dal suo modo di fare, aveva accettato di entrare nella sua “banda”, aveva fatto di tutto per lui… salvo poi rendersi conto di quanto fosse crudele dopo la nascita della bambina. Si passò una mano nei corti capelli neri, gli occhi castano chiaro pensosi, e se li gettò all’indietro. Osservò la bimba. Ora che si era calmata, si guardava attorno coi suoi begli occhi azzurri… occhi di un azzurro indefinito, così chiari e allo stesso tempo così scuri.. per non parlare poi dei capelli, neri come la pece, lisci e morbidi, con quei riflessi argento scuro.. una favola. Sembrava proprio una principessa. La sua principessa.

-E ti senti sicura, qui?- Mistique la fissava ancora con un’aria un po’ pensosa e dubbiosa

-non lo so. Se tu non apri bocca con nessuno, e mio fratello non mi odia così tanto, potrei rimanere qui per un bel po’-

-per quanto mi riguarda, puoi star certa che non parlo con nessuno. Anche se hai lasciato la fratellanza, siamo amiche da così tanto tempo che non ti tradirò mai. Figurati che nemmeno Sabretooth o Toad sanno dove sei! Per tuo fratello, invece…-

Judith fece una smorfia.-Quando eravamo molto giovani, avevamo un patto, ci saremmo aiutati a vicenda, sempre, in qualsiasi situazione. Ma poi…

-Ma poi ha scoperto che eri un mutante, e ti ha preso in odio.Un bell’affronto - concluse l’altra.

 -già- altra smorfia – Credi che il grande generale William Stryker, sopravvissuto alla guerra in Vietnam, decorato al valor militare, possa tradire un patto fatto con la sua adorata sorellina?-

Mystica sorrise – Ho sentito dire che ultimamente suo figlio si comporta in maniera strana-

-Già, il piccolo, dolce Jason. A quanto pare riesce a controllare mentalmente le persone, o almeno così dice Will –

Mystica s’irrigidì impercettibilmente, e i suoi occhi brillarono per un attimo. – É… mutante?- sussurrò agitata.

-Non lo so con certezza, ma è molto, molto probabile. D'altronde, ha già 15 anni.. e a quanto sembra lo vuole mandare di corsa da Xavier- le rispose in un soffio Judith.

-Da Xavier?!?-

-da Erik non lo manda di certo, specie dopo quel che è successo… eppoi lo specialista di casi strani è Charles, no? Anke se Will non vuole che impari a usare i suoi poteri, ma farlo tornare normale. Una scemenza, dice lui, per uno del calibro di Xavi-

-Ma è impossibile! Neppure Charles lo può aiutare! È pura pazzia!-

-Lo so benissimo, mia cara, e ho la netta impressione ke da questa storia verrà fuori un pasticcio in grande stile. E la cosa mi fa star male-

-Tornando a te, quanto tempo hai intenzione di stare qui?-

-il meno possibile. Con questa storia del figlio, ultimamente è parecchio strano, continua a blaterare di esperimenti con quel metallo strano, l’adamantio, e che “cambierà il mondo, e distruggerà la nostra sporca razza.” Per questo gli serve il metallo, per realizzare le sue “macchine da guerra”.-

-macchine da guerra?-

 Judith la fissò dritta negli occhi – dice di aver selezionato un po’ di ragazzi, e di averne scelti due, un ragazzo e una ragazza. Piuttosto giovani, a prima vista. E ha attrezzato un laboratorio giù nel seminterrato. Ha intenzione di inserire con un operazione quello stramaledetto metallo nelle loro ossa, mist! Semplicemente orrendo. Quando inizierà, voglio essere lontana anni luce da qui- rabbrividì.

-non dovresti angustiarti per qualcosa ke non ti interessa, Jud. Hai già abbastanza preoccupazioni -

-hai tremendamente ragione. Sarà x questo ke mi preoccupo enormemente x tutto?- strinse + forte la bambina –Ho paura-

Mystica si sedette accanto a lei e le circondò le spalle con un braccio. Judith si appoggiò a lei, accarezzando i capelli neri della bambina. –Piccola Helen – sussurrò.

-Mist, promettimi che qualsiasi cosa mi succeda, gliela darai- estrasse una busta e gliela tese. L’altra l’afferrò. –Prometto-

 

 Chicago, 22 anni prima

 

-No, Erik, ti prego! Non farlo! Nooooooooooo!-. La donna fece per avventarsi contro l’uomo, ma fu travolta come tutto il resto dall’esplosione.

La bambina fu proiettata all’indietro e fu subito travolta dalle macerie

 

-Sapete chi erano, sergente?-

-No, comandante, non ne abbiamo idea. La casa era intestata a una donna morta anni fa-

La sirena fischiava alle spalle del comandante; avrebbe voluto farla spegnere, ma non trovava la forza per farlo. Continuava a fissare inorridito la scena davanti ai suoi occhi: un’intera casa sventrata da una violenta e innaturale esplosione, insieme a tutti i suoi abitanti. Inaudito.

-Comandante! Comandante!-

Un giovanotto con un occhio bendato emerse dal cumulo di polvere e macerie.

-Che succede, Fury?-

- C’ è una sopravvissuta, una bambina di circa tre anni.. l’ hanno portata all’ospedale, è molto grave-

- Altro?-

-No, signore. Sono tutti morti-

 

 Ospedale di Chicago, il giorno dopo

 

- credete che si riprenderà, dottore?-

- non lo so, infermiera. Ma se è sopravvissuta a quell’esplosione, credo proprio che ce la farà. Ora andiamo-

Mentre il dottore usciva, la donna continuò a fissare l’esserino che giaceva sul lettino. I suoi occhi ebbero un guizzo giallastro, mentre si chinava sulla piccola ferita. – Questo è per te, piccola. Cerca di farcela- lasciò cadere una piccola busta, poi uscì silenziosamente e scomparve nel buio.

 

 

 

 

 

P.S. velocissimo: le date di quest’antefatto si riferiscono agli anni prima dell’inizio della vicenda del primo capitolo. Quindi, per conoscere la sua età al momento dei fatti narrati qui sopra, dovete togliere a 25 prima 5, poi 24 e infine 22. Recensiiiiiiteeeeeeeeeee!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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