Su un campo fiorito di spuma
Yunalesca non dormiva. I suoi sogni nascevano a occhi aperti, immobile sulle più remote rovine settentrionali erose dalle onde i cui spruzzi lambivano i suoi piedi nudi. I morti non soffrono il freddo. Affrontava il mare e s'illudeva di vedere innalzarsi in lontananza le luci accoglienti della sua città, ben oltre il margine dell'orizzonte ma rivelate ai suoi occhi per diritto di nascita.
I morti non piangono. Delle gocce di acqua salmastra la colpirono in viso.
Nei suoi sogni attraversava il mare. Era sempre notte, in quei pensieri, e la Zanarkand di suo padre era il faro che guidava i suoi piedi, che non avrebbero ceduto nel cercare un appoggio sulla pianura infinita d'acqua che le separava. Avrebbe camminato a lungo sul bagliore fioco delle meduse, sui fiori incostanti di spuma, su un nero che diveniva una cosa sola col cielo al di sopra, fino a trovare una riva calda e luminosa, piena di vita.
La città si sarebbe richiusa come una bolla alle sue spalle, l'avrebbe accolta e protetta, riempita di suoni e colori e ricordi e compagnia. In una parola, le avrebbe donato la sua pace: meritata, dopo mille anni.
La massa scura oltre gli edifici sarebbe rimasta certezza sommessa che la terraferma esisteva e non le era preclusa.
Ma anche nei suoi sogni sapeva che se avesse messo piede sull'acqua, e se questa l'avesse sorretta ubbidendo al suo comando di evocatrice, non sarebbe mai più tornata alle ossa e alla polvere di Spira. Quindi restava, appoggiandosi alle catene che si era costruita che erano fatte di promesse a suo padre, a Zaon, ai suoi sudditi che ancora sognavano in vetta. E le anime sperdute che raggiungevano Zanarkand avevano ancora bisogno di una guida che illuminasse la loro speranza. Sarebbe rimasta il loro faro, la loro promessa lontana al confine del mondo (non oltre).
Da ragazza, Yunalesca si era applicata negli studi dell'evocazione e dello spirito, aveva praticato come legare le anime degli uomini alla pietra e a sé i loro cuori. Ora, tutto quello che sentiva di conoscere era la nostalgia.
@ intro: da noialtri, pare che solo i tedeschi abbiano sviluppato una simile parola (ne siamo sorpresi?) e sbatterla così a muzzo in un discorso avrebbe stonato un sacco, spero di averlo dissimulato con l'Al Bhed. I cui parlanti, beninteso, sono effettivamente gli unici dopo gli antichi zanarkandesi ad essere stati sbattuti fuori da casa loro.
@ d!Zanarkand fisicamente presente su una mappa e raggiungibile a piedi (sempre che uno sappia camminare sull'acqua): qui! Se non fosse fisicamente presente su una mappa, peraltro, non si vedrebbe il senso di Sin che impedisce alla civiltà l'espansione territoriale per evitare che d!Zanarkand venga scoperta. Duh! E, Ultimania dixit, i vivi non potevano realmente camminarci in mezzo ma qualunque pyreform (termine generico per Unsent, fiend, Fayth) sì. Ergo.
Sono un po' di corsa per rispondere alle recensioni (e alle mail! Scusate tutte! >_<) ma sappiate che amovi con trasporto! A momenti più calmi...