Nuovamente, una storia che pochi leggeranno e nessuno commenterà. Chiaro. Ma in questo caso non mi interessa; i Three Days Grace sono da anni un punto fisso nella mia vita, hanno cominciato ad aver successo davvero l’anno in cui sono nata, qualcosa significherà. Semplicemente, scrivo su di loro perché amo scrivere su di loro. E ammiro incredibilmente Adam Gontier per essere uscito dalla sua dipendenza. Nonostante non c’è una minima possibilità che legga queste righe, anche scritte piuttosto male, se mai potessi parlare con lui lo ringrazierei per i suoi testi, che oltre alla sua voce stupenda hanno accompagnato tanti momenti difficili della mia vita.
V.
New
life
Ricominciare
è difficile
ma
non impossibile.
Un forte
vento autunnale soffiava e il cielo prometteva pioggia abbondante. Un giovane
uomo sedeva sul marciapiede basso, la piccola valigia abbandonata ai suoi piedi
e una sigaretta tra le labbra – non aveva ancora smesso di fumare -
.
Si
sistemò per l’ennesima volta la lunga frangia corvina che gli solleticava il
naso e posò gli occhi azzurri e vuoti sul grigio edificio davanti a lui. Gli
pareva quasi di sentire la sua chitarra vibrare contro la gamba da dentro la
custodia.
-
Adam.
Una mano
si posò sulla sua spalla stringendo con una nota confortante, ma Adam non se ne
curò. Brad sospirò, sedendosi accanto a lui. Barry, l’ultimo acquisto del
gruppo, lo seguiva come un’ombra silenziosa, ed il cantante accoglieva quel
silenzio come una manna dal cielo. Ma Barry lo conosceva da poco, non poteva
sperare nell’indifferenza dei restanti membri, quasi come due fratelli per
lui.
- Sai
che è necessario – sussurrò Brad alzano gli occhi al cielo. Il cantante diede un
ultimo tiro prima di schiacciare il mozzicone di sigaretta con la scarpa
nera.
- Lo so.
Voglio farlo.
Sentire
la sua voce roca dopo tanti giorni di mutismo fece nascere un sorriso sul volto
dell’altro uomo.
-
Andiamo, allora?
La terza
voce proveniva dalle sue spalle e diede ad Adam un’ulteriore forza per annuire
ed alzarsi. I pochi metri di strada che lo separavano dal edificio grigio e
spento sembravano eterni tanta era la paura di entrare in quel posto. Erano
quasi arrivati alle porte quando queste si aprirono e lasciarono spazio ad una
giovane sorridente con un camice bianco.
- Il
signor Gontier? – Adam annuì – La stavamo aspettando. Mi
segua.
Quando
l’infermiera scomparve alla loro vista, i suoi tre compagni si voltarono verso
di lui.
-
Pronto?
Lui donò
loro uno dei suoi sorrisi – rari, da quando aveva cominciato a distruggersi – e
li abbracciò uno per uno.
- Quando
uscirai vogliamo un album fatto e finito,
chiaro?
- Per
forza, sennò cosa suonano i Three Days Grace? Dopo un anno fuori dalle scene
vorranno tutti un’entrata col botto.
Adam
stava per rispondere quando l’infermiera spuntò dal
portone.
- Che
fa, non viene? – scherzò.
Adam si
voltò verso i compagni.
- Grazie
ragazzi. Venite a trovarmi.
-
Contaci!
-
Sicuro.
-
Tranquillo Gont, non ti libererai di noi così
facilmente.
Prese un
grande respiro prima di oltrepassare il
portone.
-
Benvenuto nel nostro centro di
riabilitazione…
L’inizio di una nuova vita.
Dedico questo scritto a qualunque anima sostenga
questo gruppo. Loro forse non lo sapranno mai, ma se sono arrivati a questo
punto è anche grazie a voi. A noi.