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Autore: _Syn    09/11/2010    6 recensioni
Scritta per la community 1frase - 50 Frasi Suzaku/Euphemia
#30 – Malinconia
Ricordarsi di una sensazione non è come provarla, e quando Suzaku fu colpito dalla malinconia – un secondo solo, fuori dal mondo – allora seppe che poteva ancora sentire, e la amò ancora di più.
#32 – Mano
Le aveva stretto la mano fino alla fine e anche dopo, cercando di illudersi che la sua pelle diventava fredda solo perché era il proprio corpo a rubarle calore.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Kururugi Suzaku
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Note di Alexiel: Uhm. Non ci sono molte cose da dire: sono 50 frasi Suzaku/Euphemia, angst - alcune meno angst - e ho amato scriverle. Spero che voi amerete leggerle - o che almeno vi risultino vagamente gradevoli - e... be', grazie a tutti quelli che spenderanno qualche minuto del loro tempo per sorbirsi i miei deliri disperatamente angst. 

E so che a voi non importa, ma la fanfiction è dedicata alla mia migliore amica, per il suo compleanno. <3

PS: Il titolo della canzone è un verso di questa canzone (che vi consiglio di ascoltare durante la lettura): Dante's Prayer - Loreena McKennit

When the dawn seemed forever lost you showed me your love in the light of the stars

[Suzaku/Euphemia]



#01 – Angelo


Gli angeli cadono dal cielo quando perdono la grazia; Euphemia era caduta tra le sue braccia, dall’alto, facendo sì che la grazia fosse lui a trovarla.


#02 – Sorriso


Quando lui le aveva sorriso, Euphemia seppe che un’emozione così non l’avrebbe mai più provata.


#03 – Felicità


Per Euphemia la felicità sarebbe stata potersi fermare a guardare quegli occhi verdi, contare i secondi che la separavano dalla fine e scoprire che c’era l’eternità davanti a loro.

#04 – Pericolo


Suzaku non sapeva quasi nulla di lei, eppure quel giorno non aveva esitato un istante prima di mettere in pericolo la propria vita per salvare quella di Euphie.


#05 – Confusione


Dopo un istante di confusione, il dito intrappolato tra le fauci del gatto che Euphie teneva in braccio, Suzaku cacciò un gridolino ben poco virile e poi pensò che sarebbe stato bello che il dolore potesse essere così, ogni giorno: poi pensò alla guerra.


#06 – Mondo


Il mondo di Euphie aveva avuto l’aspetto di un giardino senza fine, pieno di innocenza, e Suzaku avvertiva sempre una stretta al cuore quando osservava, nei ricordi, le sue mani sporche di sangue.


#07 – Finestra


Non aveva mai smesso di soffrire totalmente da quando Euphie era morta e la guerra era finita: la finestra dalla quale lei era caduta, incrociando le loro vite, era sempre il posto in cui finiva, di notte, quando non riusciva a dormire perché la maschera di Zero gli toglieva il respiro.


#08 – Spazio


Era uno spazio infinito quello in cui correva – era sicuramente un sogno – e ovunque si girasse Euphie vedeva bianco, e ancora bianco, come se quel non-colore volesse inghiottirla: e poi due gemme verdi, capaci di scolorare ogni emozione negativa per trasformarla in una cascata di amore.


#09 – Vista


Quando Arthur uscì dal suo campo visivo, per andare a cacciare qualcosa fuori dalla finestra, Suzaku rivolse lo sguardo a Nunnally e notò quanto stesse cominciando a crescere, somigliando sempre più a Euphie: solo un brivido e un sospiro dopo Suzaku si rese conto che un ricordo non sarebbe mai bastato.


#10 – Pace


Il sogno di Euphie era la pace, un mondo in cui potessero vivere senza guerra e senza uccidere; non avrebbe mai perdonato Zero per aver fatto morire Euphie con un’arma tra le mani, sporca di un sangue non suo: anche se significava distruggere il sogno di Euphie “Perdonami... perdonami...”


#11 – Sbaglio


Quel perdonami avrebbe potuto risuonare fino al cielo, fino a raggiungere Euphie, ma tra i mille sbagli dell’umanità non sarebbe mai bastato: Suzaku non poteva urlare perdono per tutti e Euphie non poteva morire di nuovo, sopraffatta dal dolore.


#12 – Occhio


L’occhio di Zero gli impediva di morire, eppure quello stesso occhio aveva ucciso Euphie: Suzaku si chiese perché una crudeltà simile dovesse divorargli il cuore senza tuttavia farlo morire.

#13 - Mare


Quella mattina il mare aveva il colore degli occhi di Euphie e lo abbracciava in tutta la sua immensità: solo per un attimo fece scattare la visiera della maschera e lo guardò, in silenzio, e il calore di Euphemia lo invase come un’onda.

#14 - Folla


Quando era stata rincorsa dalla folla impazzita degli studenti della Ashford e Suzaku l’aveva salvata, sollevandola con quella mano meccanica, Euphie sentì di non essersi mai sentita così in alto, così vicina al cielo.

#15 - Gabbiano


Osservando un gabbiano, Suzaku pensò che esso viveva sulla terra, sul mare e nell’aria, come se avesse tre vite; anche lui ne aveva tre: una su una terra da ricostruire, come Zero, come speranza; una come Suzaku Kururugi, sul mare, come ricordo nostalgico; l’ultima vita la trascorreva nell’aria, dove la voce di Euphie risuonava e gli dava la forza di vivere le altre due.

#16 – Sogno


Un sogno non è fatto per rimanere in un angolo del cuore, ma esiste per trovare i cuori che battono all’unisono, capaci di realizzarli: Suzaku lo sentiva ancora il cuore di Euphie mentre ricostruiva il mondo e ridava vita ai sogni.



#17 – Libertà


Euphie desiderava solo la libertà, pensava Suzaku quando qualche volta la guardava, e mentre lei sorrideva e si aggirava per le strade, camuffata come sempre, promise a se stesso che avrebbe servito la principessa anche per questo.

#18 – Gelato


Quando Euphie lo invitò a palazzo semplicemente per mangiare un gelato, Suzaku sembrò spogliato di ogni peso, come per magia, e l’unica cosa che si disse fu: spero di non macchiarmi la maglietta.

#19 – Controllo


Era vitale, come Cavaliere della principessa Euphemia, mantenere il controllo, anche quando l’unica cosa che avrebbe voluto fare era stringerla a sé e sentire le sue labbra distendersi in un sorriso sulla pelle.



#20 – Pesce


Certe volte, quando pensava a lei, Arthur lo guardava come per dire: hai proprio una faccia da pesce lesso, Cavaliere innamorato.

#21 – Sole


Quel giorno, qualche settimana dopo la morte della principessa, Suzaku pianse perché il sole non l’avrebbe più illuminata.



#22 – Brezza


Il vento smetteva di trasportare il suono e l’odore della disperazione quando loro, soli, si rifugiavano in cima a quella collinetta: era come sparire nella brezza e non morire mai.



#23 – Costa


I contorni della costa tagliavano il cielo delicatamente, impedendogli di vedere oltre; Euphie faceva lo stesso quando lo guardava, sorrideva delicatamente, e poi gli chiedeva di restare con lei: come poteva essere sicuro di essere all’altezza di quella promessa quando la sentiva esplodere nel cuore in quel modo, troppo forte da sopraffarlo?



#24 – Città


La città era piena di colori e voci prima che Suzaku intravedesse una chioma rosa, in mezzo alla folla; dopo, immerso nell’amara illusione, tutto si spense.



#25 – Casa


Sarebbe stato bello, se Euphie fosse stata solo una semplice Britanna o una Giapponese, andare a casa sua e chiedere rispettosamente alla sua famiglia di frequentarla – e lei sarebbe stata felice, anche se l’avrebbe deputato un gesto all’antica, forse.



#26 – Bugia


Voleva solo scivolare tra le braccia di Gino, così insistenti e invadenti, per soffocare nelle bugie un istante, solo uno, e accettare finalmente il fatto che lei non sarebbe tornata mai più.



#27 – Telefono


Suzaku si chiese se il signor Lloyd avesse inventato un telefono che raggiungesse il segnale fino in paradiso.



#28 – Orizzonte


All’orizzonte, sulla linea azzurra del mare, i gabbiani accompagnavano il tramonto del sole:

Cosa c’è oltre l’orizzonte, Suzaku?”

Suzaku restò in silenzio: solo altra guerra, solo altra infelicità; e la strinse forte a sé.



#29 – Stile


Arthur si stiracchiò sul davanzale della finestra, osservando il suo padrone: aveva un certo stile, quell’umano, mentre cercava di stirarsi addosso la divisa per non fare brutta figura davanti alla dolce ragazza che l’aveva curato.



#30 – Malinconia


Ricordarsi di una sensazione non è come provarla, e quando Suzaku fu colpito dalla malinconia – un secondo solo, fuori dal mondo – allora seppe che poteva ancora sentire, e la amò ancora di più.


#31 – Bacio


Le loro labbra si erano solo sfiorate: il mondo girava ancora, il sole non esplodeva e il mare non sprofondava nella terra; ma l’orizzonte dei loro sogni non era mai stato così vicino.



#32 – Mano


Le aveva stretto la mano fino alla fine e anche dopo, cercando di illudersi che la sua pelle diventava fredda solo perché era il proprio corpo a rubarle calore.



#33 – Caduta


Se lui fosse caduto, Euphie sorridendo gli avrebbe ricordato che per ogni caduta c’è la forza che ci aiuta a rimetterci in piedi, oppure una mano gentile che ci sorregge.



#34 – Volo


Mentre spiccava il volo, allontanandosi dalla terra con il Lancelot, Suzaku sapeva che non sarebbe mai andato abbastanza veloce né abbastanza in alto per sfuggire all’odio e al folle dolore che, come un veleno che non ha antidoto, crescevano inesorabili dentro di lui.


#36 – Gravità


Neanche se la gravità fosse raddoppiata, triplicata, centuplicata, quei sentimenti oscuri sarebbero riusciti a cadere giù, sprofondando nelle viscere della terra, per donargli pace.



#35 – Felino


Euphie viveva anche nelle piccole cose, quelle che a qualcun altro potevano passare inosservate, come alzare lo sguardo e vedere Arthur con una zampetta ferita:

Fai finta che sia lei a curarti, eh?” e si rendeva conto solo alla fine che quella frase era rivolta solo a se stesso.


#37 – Fantasma


Con Gino certe volte riusciva anche a ridere, ma quando stendeva troppo le labbra era come se la pelle si lacerasse e da essa, invece del sangue, fuoriuscissero fantasmi di lacrime passate.


#38 – Lotta


Quando qualcuno lotta per il mondo c’è sempre un punto in cui capisce di lottare anche per qualcosa di più... piccolo: può sembrare egoismo, ma essere in grado di trovare una luce così brillante in un mondo così grande significa solo essere forti e saper amare.



#39 – Motore


Il motore del Lancelot era azionato grazie al grado di compatibilità del pilota; era un po’ come quando guardava Euphie e, se i suoi occhi comunicavano felicità, allora significava che il suo cuore era in sintonia con il proprio.


#40 – Tornado


A Suzaku piaceva immaginare, anche se non le aveva mai chiesto nulla, che Euphemia da bambina fosse come un tornado capace di sconvolgere i luoghi in cui passava, ma senza distruggerli; da adolescente, il tornado si era trasformato in una danza aggraziata che, in ogni caso, gli aveva sconvolto la vita.


#41 – Vecchiaia


Suzaku Kururugi era invecchiato e Zero era scomparso da un po’, lasciandosi alle spalle un mondo più giusto; sulla tomba di Euphie, finalmente, poté lasciar cadere la maschera e raccontarle una giornata vissuta unicamente da Suzaku.

#42 – Domani


E ci sarebbe tornato il giorno dopo, perché da lassù lui poteva sentirla sorridere e guardarlo teneramente a ogni parola: in quei momenti, Euphie sapeva che era finalmente giunto il momento di mantenere la promessa.


#43 – Sangue


Non c’era più sangue, non c’era più guerra, e anche se era troppo tardi per la scuola, per gli amici, Suzaku poteva ancora raccontarle di quante cose fosse possibile scoprire senza aprire un libro.


#49 – Solitudine


Suzaku aveva scelto la solitudine quando aveva indossato la maschera di Zero, ma sembrava che la solitudine non avesse scelto lui, perché i sorrisi che riceveva da Kallen, da Gino – sembrava aver capito più di quanto avrebbe dovuto – gli dicevano sempre che non era solo, mai, proprio come quando Euphemia l’aveva trovato.


#50 – Cecità


Avrebbe dovuto rimanere cieco di fronte a loro, ma il presente, pur essendo l’estensione logica e consequenziale del passato, aveva colori diversi e a Euphemia sarebbe piaciuti tantissimo.



#44 – Paradiso


Forse lei era in Paradiso, forse in un mondo di pace e bellezza, ma ovunque quel luogo fosse Suzaku continuava a guardare il cielo, steso su una distesa infinita di erba verde, quando le parlava, perché sarebbe stato sempre quello il loro paradiso.


#45 – Volontà


La volontà di morire non era mai totalmente scomparsa, ma Suzaku non aveva mai più tentato di morire; non solo per la promessa o per il Geass: alla fine Suzaku aveva ritrovato se stesso.


#47 – Rosa


Cornelia portava sempre una rosa a Euphie, curandosi di eliminare ogni spina; Suzaku lo sapeva perché una volta l’aveva vista e, da quel giorno, le rose che trovava sulla tomba di Euphie erano sempre due.


#48 – Voce


Non avrebbe potuto ringraziarla, o dirle “prego” direttamente – temeva quasi di spezzare il mondo – ma aveva quasi avuto la sensazione che, per una volta, Cornelia Li Britannia, come sua sorella, avesse deciso di non aspettarsi nulla, perché il silenzio aveva la voce più forte e dolce che potesse esserci.



#46 – Reale


Non aveva mai pensato come sarebbe stato morire – lui aveva desiderato la morte e basta – ma quando il momento si avvicinò, reale questa volta, Suzaku smise di guardare il cielo e chiuse gli occhi, scoprendo che finalmente poteva abbracciarlo completamente dentro di sé, insieme a lei.





  
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