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Autore: Morrigan    17/11/2005    2 recensioni
'Prima di trovare il tuo principe azzurro, devi baciare molti rospi.' [Legge di Murphy]
Genere: Romantico, Triste, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Clark Kent
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Like her father

Like her father

 

 

Non c'era molto da dire. La giornata era finita come doveva finire. Con Clark indispettito e Sarah che si era chiusa in camera.

C'era una cosa che proprio non sopportava in quella ragazza. Il suo modo di contraddirlo. Quel suo sorridere compiaciuto...

Insomma era sua figlia, possibile che non riuscisse a trovare niente di piacevole in lei? Beh...forse si.

Forse quel modo di esporgli le cose come sono in realtà. Con chiarezza. Senza giri di parole e false verità.

Ma possibile che era l'unica cosa che apprezzava in lei?

Si alzò dal letto e aprì le finestre della sua stanza. L'aria gelata della notte lo fece rabbrividere.

Aveva bisogno di qualcosa di caldo, forse cosi sarebbe riuscito a prendere sonno.

Scese le scale senza fare rumore, non voleva correre il rischio di svegliare qualcuno. E cosa più importante, non aveva molta voglia di parlare con nessuno di loro.

Purtroppo per lui, la cucina era già occupata.

"Non riesci a dormire?" lo sorprese una voce nella penombra della cucina.

"No...è che sono qui da sole 24 ore eppure sono cosi stanco di tutta questa situazione...

Non è colpa vostra, veramente...ma non riesco...insomma questo non è il mio mondo...e non so se ci tornerò mai. E questa cosa, scusa se è poco, ma non mi fa dormire."

"Ci tornerai a casa, credimi."

"Sarah..."

"Mmh?"

"Io non ti piaccio, non è vero?"

"No." La ragazza si alzò e poggiò la tazza appena usata dentro il lavandino. "Ti sbagli."

"E allora perchè sei cosi scontrosa con me. Perchè hai sempre quest'aria di una che devi insegnarmi qualcosa..."

"E questo che credi?"

"Beh si...altrimenti perchè mi avresti detto di Lana?"

"Io non voglio insegnarti niente Clark. Sono l'ultima persona sulla faccia della terra che può andare in giro a dispensare pillole di saggezza.

Non lo so...forse una parte di me spera che dicendoti queste cose il tuo futuro possa essere diverso."

"Intendi il nostro futuro, non è vero?"

"Già..." rispose la ragazza con un groppo alla gola.

 

 

------------o------------o-----------

 

 

Clark prese la giacca e uscì fuori sulla veranda, seguito da Sarah. Si sedettero uno a fianco all'altra sugli scalini di fronte alla porta.

Il sole ormai stava sorgendo, e la possibilità di tornare a letto non sfiorava la mente di nessuno dei due.

Sarah si soffermò a guardarlo. Aveva lo sguardo triste di chi sa che non potrà più vedere le persone che ama. Chissà se suo padre pensando a loro aveva lo stesso sguardo. Forse c'era qualche ruga in più, ma la tristezza di quegli occhi lucidi poteva essere la stessa.

"Io so che restare qui a chiacchierare con me non alletterebbe nessuno, però potresti essere più loquace no?" gli chiese con lo sguardo semiserio.

Clark abbozzò un sorriso.

"Scusami..."

"Non devi scusarti...vedrai, riusciremo a risolvere anche questa."

"Anche?"

"Beh si, io e la mamma ne abbiamo passate di peggiori in giro per il mondo durante le sue inchieste, come minimo questa si prospetta una passeggiata!"

Clark osservò le linee del suo volto. Stava mentendo spudoratamente, ma le riusciva bene. E in certo senso era riuscito a calmarlo. Anche se non del tutto.

"Il problema è che dovrei capire che ci faccio qui...come ci sono arrivato...ma non ricordo nulla...."

"Cos'è l'ultima cosa che ricordi?"

"Ricordo che ero nella residenza dei Luthor e stavo litigando con Lana..."

"Ahhhh ma allora è un vizio! Non nominare il nome del diavolo davanti a me! Potremo trovarle un altro nome, sai?"

Clark rise di gusto. In fin dei conti non era male assecondarla quando faceva cosi. "Avevo una zia una volta, si chiama Alma..."

"Quella che fumava i sigari cubani??"

Clark si stupì, più che altro, per la naturalezza con cui gli aveva risposto. Ma lei era sua figlia. Lei conosceva la sua famiglia.

"Si proprio lei" annuì sorridendo.

"Bene, e Alma sia!" urlò la ragazza.

I due scoppiarono a ridere, poi il silenzio scese fra di loro.

"Non riesco a capire, è tutto cosi strano, mi sembra che tutto vada troppo veloce per me. Ho perso anche i miei poteri arrivando qui e non so perchè...vorrei iniziare a capire qualcosa di più di voi, di me, di quello che sono diventato...di chi è mia figlia..."

"Beh tanto per cominciare.... forse la domanda che ti fai è sbagliata. Forse la domanda giusta non è perchè non ho più i miei poteri? ma, come mai mia figlia è riuscita ad ascoltare il battito di una persona, come solo io riesco a fare?" gli rispose Sarah con uno dei suoi soliti sorrisi compiaciuti.

Quel sorriso, che presto lui avrebbe imparato ad amare.

 

 

  
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