Non
ci credete, lo so…nemmeno io! STO AGGIORNANDO!!!! Miracolo!
Non
saprei da dove cominciare con le scuse quindi mi limito a
sperare nella vostra clemenza e ad aspettare vostre recensioni. Vi
abbraccio
tutti.
Chichilina
25 giugno
Chiederti
“scusa” è forse un ulteriore
segno di pazzia?
Non dirmelo, ti prego.
Sono passati due
giorni. Ieri non ti
ho scritto, Caro Diario, e dentro di me ne sento il rimorso come se tu
potessi
aver sentito la mia
mancanza…non
quella di Usagi, si intende.
Ieri non ho
potuto. Nel teatrino che è
questa mia vita, non ne ho avuto il tempo.
Mi accorgo solo
ora di non averti mai
detto il mio vero nome, quello che è vero per me
soltanto…vuoi saperlo?
Forse non
è ancora il momento per
concedermi di nuovo il mio nome. Anche solo scriverlo sulle tue pagine
potrebbe
scalfire le mie resistenze, quei paletti invisibili che ho messo a
protezione
del mio cuore. Non voglio dovermi interrogare ancora sulle emozioni che
continuo a provare.
No, ieri non ho
avuto tempo per te,
amico silenzioso. Ieri ero una fidanzata modello in abiti firmati e con
profumi
meravigliosi ad aromatizzarmi la pelle.
Lui mi ha voluta
con se e io non ho
saputo, non ho potuto dirgli di no.
Era il suo
momento e mi voleva al suo
fianco, o meglio, voleva la sua fidanzata al suo fianco.
E’ un
dottore bravissimo, credimi.
Tutti lo stimano e non è affatto difficile capirne il
motivo. Si è guadagnato
questo premio. Non ho mai conosciuto un dottore più
carismatico di lui. Non
solo è molto competente ma è anche, e
soprattutto, una persona meravigliosa, di
quelle che ti auguri di avere vicino durante la sofferenza del corpo e
anche
nell’ultima ora che il destino ti ha concesso.
La sua gentilezza
apre il cuore a
nuove possibilità e i suoi sorrisi ti portano verso la pace.
Mamoru,
Mamoru…anche il suo nome è
dolce. Tutto in lui sa di un bacio appena ricevuto.
Ieri è
stato un giorno indimenticabile.
Trovarmi in un posto sconosciuto tra gente sconosciuta mi è
stato di aiuto.
C’era
solo lui, il cui viso
apparteneva già ai miei ricordi, e per un momento, un
bellissimo momento, ho
smesso di sentirmi un’impostore, una ladra della vita altrui,
e ho creduto
davvero di trovarmi con il mio
Mamoru
ad una festa nei panni di me stessa.
Per un istante
durato qualche ora ho
provato su questa nuova pelle la sensazione di essere finalmente un
tutt’uno
con l’anima che sento ancora di avere. Ero io che finalmente
ero riuscita ad
avere di più che una notte di passione dall’uomo
che amo, ero io che finalmente
rispondevo ad uno sguardo desiderato per anni.
Ero felice.
E poi, fine
facilmente immaginabile,
un riflesso mi ha ricordato la mia condizione.
La madreperla del
mio anello riflette
bene la luce artificiale delle lampade.
No, non ero io.
Era Usagi ad avere per
se Mamoru. Io ero solo quella che si trovava nel corpo di Usagi e che
disgraziatamente condivideva con lei anche l’amore per un
uomo.
Lui non se ne
è accorto. Nemmeno ieri.
Ha creduto io abbia bevuto troppi drink. Pensarci adesso mi mette i
brividi.
Chissà cosa avrebbe potuto pensare delle mie parole se non
le avesse attribuite
all’alcol?! Gli ho detto “avrei tanto voluto che tu
fossi stato così dolce
anche prima, quando mi prendevi senza chiedere il permesso”.
Ti rendi conto?
No, non ero
ubriaca…ero solo troppo
fragile dopo l’ennesimo bacio carico di dolcezza.
La luna era
così bella da quel
terrazzo e i suoi occhi così sinceri che…
Quelle frasi
scritte nel cuore sono
arrivate alla mia bocca senza che me ne rendessi nemmeno conto.
Eppure lui non ha
battuto ciglio.
Mi ha sorriso e
mi ha stretta forte a
se, sussurrandomi che era ora di tornare a casa perché avevo
bevuto troppo.
Continuo
a chiedermi cosa dovrei
provare. Se è stato il destino a darmi questa nuova vita
forse dovrei
concedermi la possibilità di godere dell’amore che
sto ricevendo. Formulo
questo pensiero in continuazione sperando prima o poi di convincermi.
Eppure…la
colpa di tutto questo è solo mia, e del mio stupido
desiderio di una vita
diversa.