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Autore: biondich    14/11/2010    1 recensioni
Wesley scambiò un’occhiata veloce con Angel e capì che era decisamente affar loro.
 “Fra le sette vittime c’era un Osservatore . Questo ci riguarda eccome, non credi?”- proseguì il vampiro dopo l’inopportuna interruzione. Il gruppo rimase in ascolto.
 “E se c’è un Osservatore, in genere, c’è anche la sua cacciatrice …”- ragionò Fred.
“Che potrebbe essere in pericolo. Forse chi ha ucciso l’Osservatore ora le da la caccia.”- disse Gunn .
 “Precisamente. Dobbiamo trovarla ed assicurarci che non le accada nulla. Poi ci occuperemo di trovare il responsabile degli omicidi”- asserì Angelus con determinazione.
cross-over Angel/Buffy
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Angel, Spike
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente il dodicesimo capitolo!

Mi dispiace per il clamoroso ritardo nella pubblicazione, ora che ci penso, non aggiorno da almeno due settimane!:O

 Perdonate la mia deplorevole condotta.

Bene!In questo capitolo,facciamo un salto temporale di circa due mesi dalla missione di recupero in Italia.

 Molto di quello che accade nella quinta stagione si è già verificato.

Incubi e visioni tormentano i poveri personaggi, nuove paure, nuovi pericoli incombono.

 Passo ai ringraziamenti:

 wta87: devo davvero ringraziarti! Sono davvero contenta di vedere che questa storia seguiti a piacerti!:D

 Hai ragione,l'ultimo capitolo lascia un po' a desiderare, rispetto agli altri, ma avevo bisogno di una sorta di "scioglimento" prima di poter proseguire con la storia.

Nonostante io abbia previsto risvolti non particolarmente positivi, almeno per qualche personaggio, Angel e Buffy avranno modo di rincontrarsi più avanti e di chiarire ;)

 Spero che anche questo nuovo capitolo ti piaccia!

 

 Buona lettura a tutti,

Francesca

 

 Erano passati due mesi, dal ritorno a Los Angeles.

 La squadra di Angel vantava un nuovo membro,ma le cose sembravano continuare a peggiorare.

La Wolfram & Hart era sempre due passi davanti ad Angel, cosa che demoralizzava il vampiro.

Ma nulla era stato paragonabile alla improvvisa scomparsa di Fred ed alla conseguente apparizione di Illyria

Winnifred Burkle era stata trasformata in un guscio che racchiudeva in sé l’essenza di una dea antica e potente.

 Ora quella creatura, così somigliante alla dolce scienziata, vagava per i corridoi della Wolfram & Hart, troppo debole per scatenare la sua ira, troppo influenzata dalla vecchia proprietaria di quel corpo, confinata in un luogo troppo piccolo, così diverso dal suo, circondata da orribili esseri umani che la indisponevano e non le portavano il rispetto che meritava.

 Feccia che camminava sulla terra,al suo stesso livello.

 Disgustoso.

 E lei non poteva fare nulla,per tornare nella sua dimensione, nulla per far ritorno al luogo nel quale era sovrana indiscussa.

 Decise di apprendere.

Conoscere.

 Aveva visto la squadra di Angel tentare di ucciderla, riconfinarla nella sua dimensione, cercare di riportare indietro quella Winnifred Burkle cui tanto tenevano.

 Inutile.

Di Fred restavano solamente pochi ricordi, impressi a fuoco nella mente della dea, pronti a bruciare, ogni qual volta lo desiderassero, per torturarla.

Sentimenti invadevano il suo cuore ed Illyria non riusciva a concepirli, non avendone mai provati.

Ogni giorno, apprendeva nuove informazioni.

 Il perché avvertisse un gran desiderio di restare accanto a Wesley.

Il perché provasse simpatia nei confronti di Spike.

Il perché nutrisse una fiducia incondizionata in Angel.

 Amore, amicizia, fedeltà, tutti valori di cui fino ad allora non era stata a conoscenza.

 Erano questi, dunque, gli umani?

Creature che si facevano governare dai sentimenti, esseri primitivi guidati dall’istinto.

 E lei? Stava diventando come loro? Vulnerabile, debole?

Inconcepibile.

Inammissibile. Non lo avrebbe tollerato.

 Illyria accettò di collaborare con la squadra di Angel, sentendosi legata ad ogni membro.

 Ma detestava quei legami.

Wesley decise di farle da guida in quel mondo, forse per compassione, forse perché era così simile a Fred.

L’ex Osservatore era disgustato dalla sola presenza di Illyria eppure, non poteva fare a meno di correggerla, di insegnarle a convivere con la sua nuova esistenza.

Non poteva fare a meno di lei. Non voleva che se ne andasse.

 Con Illyria, sarebbe scomparsa anche l’ultima traccia di Fred e Wesley non poteva permetterlo.

Accusò Gunn di essere il responsabile involontario della morte di Fred e lo punì duramente, accoltellandolo.

Wesley però, lo lasciò in vita, facendo sì che il ragazzo vivesse il resto della sua vita, segnato “letteralmente” dalla morte della ragazza.

 Angel era rimasto profondamente turbato dalla scomparsa della sua amica.

 L’aveva portata a Los Angeles per salvarla ed ora era morta.

 Si sentiva in parte colpevole. Eppure non lo era affatto.

Purtroppo, non riusciva a sfogare completamente il suo dolore per la perdita, troppo occupato a pianificare la disfatta della Wolfram & Hart.

Un ultimo, disperato, gesto.

Per la squadra.

Per il mondo intero.

Per Fred.

 Ma per riuscire nel suo intento, avrebbe dovuto fare un nuovo, grande sacrificio.

 La fiducia della sua squadra, dei suoi amici.

Spike rinchiuse il dolore per il lutto in un angolo del suo cuore freddo e secolare.

 Accolse con disprezzo la comparsa di Illyria.

Clarck rimase inquieta di fronte alla scomparsa di Winnifred.

In fondo, la scienziata aveva vissuto una storia simile a quella della Cacciarice: aveva ospitato all’interno del suo corpo l’essenza di un demone che, come un parassita, aveva finito con il sopraffarla.

 L’unica differenza era che Clarck continuava a resistere all’Ikvàaz.

 Ma per quanto ancora sarebbe riuscita a contrastarlo?

 Da quando era tornata a L.A, Clarck si era posta frequentemente quell’interrogativo.

L’unica cosa che le dava sicurezza era l’amore di Spike. Sia lei che il bel vampiro si erano resi conto che la loro relazione non era unicamente fisica, ma andava ben oltre. Spike infondeva una singolare sicurezza in Clarck, la semi-demone aveva un’influenza particolarmente positiva sul vampiro.

Lorne mascherò dietro ad un viso sorridente, un grandissimo dispiacere. Parte della sua positivà svanì con la giovane scienziata.

 Dopo due settimane dal triste avvenimento, nuove preoccupazioni occuparono le menti della squadra. Il sacrificio di Gunn, per ripagare al suo sbaglio, gli shift temporali di Illyria e lo strano atteggiamento di Angel avevano creato una certa confusione nel gruppo.

 Il vampiro moro sbuffò, seduto alla sua scrivania. Tamburellò con le dita sulla superficie del tavolo, a tempo.

 Era tardi.

 Decise di riposare qualche ora. Chiuse la porta dell’ufficio dietro di sé, quando uscì, e si ritirò nella sua camera.

 Adagiò la testa sul cuscino, distrattamente, chiuse gli occhi. Si impose di dormire. Erano due settimane, che non ci riusciva. Era esausto.

 Si addormentò.

 Il suo sonno fu, però, agitato. Angel si rigirò più e più volte nel letto, i muscoli contratti, il viso teso.

 Stava sognando.

 “Buffy?” Angel si ritrovò nell’appartamento della Cacciatrice, a Roma.

Osservò il suo viso luminoso, i grandi occhi verdi, scintillare, rivolti verso i suoi. La ragazza gli sorrise.

 Il vampiro tirò un sospiro di sollievo, era esattamente dove desiderava essere. Con lei.

 “Angel”- disse lei dolcemente, con un bellissimo sorriso sulle labbra rosee.

 Il vampiro le cinse i fianchi con le forti braccia, la strinse a sé. Sentì il suo profumo, i suoi setosi capelli biondi a contatto con la sua pelle, il respiro regolare sul suo petto. Era tutto assolutamente perfetto.

 “Ti amo”. Il moro lo disse spontaneamente, assorto, avvolto fra i suoi pensieri, immaginando un futuro in cui di momenti come quello ce ne sarebbero stati miliardi.

 Buffy lo allontanò.

 Angel la guardò confuso.

 Il viso della Cacciatrice fu solcato da lacrime, che le riempirono gli occhi. La ragazza corrugò la fronte, trattenne un singhiozzo.

“Buffy, che succede?”

“Va’ via, Angel”. Buffy sbottò improvvisamente, con la voce spezzata da sussulti dovuti al piangere.

Il vampiro la guardò, addolorato. Stava accadendo esattamente quello che temeva. Il suo rifiuto.

 “Buffy …”

“Vattene, ho detto”.

 “Ti prego …”- disse Angel con tono supplichevole. Le sfiorò delicatamente la mano, con le dita.

La Cacciatrice la ritrasse, indietreggiando.

 Quell’atteggiamento era insensato. Perché si comportava così?

“Stammi lontano. Esci dalla mia vita, maledizione!”- gridò lei scoppiando nuovamente in lacrime.

 Angel deglutì, nervosamente.

 “No…”- pensò fra sé. Non era possibile, non era giusto. Perché?

“Buffy ascolta …”- tentò di ragionare con lei.

 “Io non ti amo! Sei un mostro, come potrei amarti?”- gli ringhiò contro la ragazza.

 Si stava riferendo ad Angelus? O proprio a lui?

 Le dure parole della Cacciatrice arrivarono dritte al cuore di Angel, trafiggendolo come il più affilato dei paletti.

 Angel desiderò con tutto sé stesso, trasformarsi in polvere, svanire. Non aveva la forza di assistere a quella scena.

 Si svegliò di soprassalto, urlando.

 Maledettissimi incubi, lo tormentavano, giocando con la sua mente.

 Gli illustravano, ogni volta, una delle sue maggiori paure.

Sentendosi debole, sorseggiò un po’ di zero positivo, bevendo a piccoli sorsi.

 Si calmò.

 Con le mani tremanti, si rimise a letto, certo che non sarebbe riuscito a chiudere occhio.

 Quella notte, il sonno fu disturbato anche per qualcun altro.

Clarck si svegliò di soprassalto, sussultando.

Osservò Spike, dormire accanto a lei placidamente. La ragazza si accoccolò fra le sue forti braccia, cercando di riprendere sonno.

Aveva avuto un incubo, ma non ricordava cosa avesse sognato.

 “Svegliati.”

 La Cacciatrice aprì nuovamente gli occhi, allarmata.

 Scandagliò la camera da letto minuziosamente, in cerca di intrusi. Non c’era nessun altro a parte lei e Spike.

 Forse era stata la sua immaginazione.

 “Clarck

 Okay, ora, però, era sveglia.

“Chi c’è!”- sussurrò per non svegliare il vampiro. Nessuna risposta.

 Oh, grandioso, era diventata matta. Davvero fantastico, pensò sarcasticamente.

Si alzò, svogliatamente. Ben poco vestita, con indosso una maglietta di Spike, si incamminò lungo il corridoio.

Aveva bisogno di prendere aria e schiarirsi le idee.

Finalmente.”

 La ragazza sussultò, la schiena fu attraversata da una scossa di brividi. Affinò i sensi, rimase in allerta, muovendo rapidamente le pupille per analizzare ogni singola zona del corridoio.

 Continuò a camminare.

Avvertì uno spostamento d’aria dietro di sé e si voltò di scatto. Nulla.

 Nuovamente si girò. Fu costretta ad indietreggiare e non riuscì a soffocare un gridolino.

Sbarrò i grandi occhi grigi, corrugò le sottili sopracciglia in un’espressione di terrore.

Fu questione di un secondo.

Ci incontriamo

 Davanti a lei si stagliò la figura di una donna, raccapricciante, dalla pelle decomposta, putrida, grigia e morta. Due grandi occhi inespressivi la fissarono, mentre un ghigno deformava il volto. Lunghi capelli biondi scendevano lungo le spalle della figura alta e dal fisico slanciato.

 Scomparve.

 Clarck indietreggiò, colta di sorpresa. Urtò contro un superficie fredda, si voltò e sussultò nuovamente.

 “Piccola, ti senti bene?”- le domandò Spike, accigliato. Era andato a cercarla, non trovandola accanto a sé.

 Clarck tirò un sospiro di sollievo, poggiò la testa sul torace del vampiro, lasciandosi abbracciare.

 “Benissimo. Scusami, non ti avevo visto”- rispose lei cercando di controllare il tono della voce. Le sue mani tremavano.

 “Torniamo a dormire, è meglio”- aggiunse la ragazza,nascondendo al vampiro l’inquietante incontro che aveva appena fatto.

 Benchè fosse turbata, Clarck riuscì, però, a riaddormentarsi.

   
 
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