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Autore: Miss Simy Pattinson    15/11/2010    1 recensioni
Robert Pattinson e Kristen Stewart... star di uno dei fenomeni degli ultimi anni... e se durante le riprese del film si innamorassero? Se vi ho incuriosito, leggete!
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kristen Stewart, Robert Pattinson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Love Story - 22
Love Story
Capitolo 22
Ti presento i miei
Pov Kristen


L’aereo decollò senza nemmeno darci il tempo di scendere. Ormai era fatta. Eravamo diretti a Londra e io non avevo nemmeno uno straccio di vestito dietro. Ero partita senza pensare. Non avevo niente con me, a parte il cellulare e il portafogli. Non avevo avuto il tempo di fare i bagagli. Dovevo raggiungere Rob prima che fosse troppo tardi.
Correre incontro a Rob era stata la scelta migliore che potessi fare. Se lo avessi perso per la mia stupidità non me lo sarei mai perdonata.
E abbracciata a lui mi godevo il tramonto dall’oblò. Le sue mani scorrevano lente sul mio viso mentre con gli occhi fissava i miei con un’intensità quasi insopportabile.
Non mi ero affatto pentita di essere partita così, certo al ritorno avrei dovuto sopportare l’ira di mia madre, ma non ci pensavo per molto, distratta com’ero dalle labbra di Rob che percorrevano ogni centimetro del mio collo per poi risalire alle labbra che immediatamente trovava pronte e frementi di desiderio.
Ancora non sapevo come avessi fatto a resistere dal saltargli addosso, sarà stato che eravamo in un luogo pubblico e che non volevo dare spettacolo, ma penso che la mia persuasione a contenermi sia stata la voce di Rob, la sua sexy e irresistibile voce che mi aveva sussurrato all’orecchio: «Dopo, amore… quando saremo solo io e te…», allora lì avevo ceduto quasi immediatamente, persa com’ero in quell’oceano splendente dei suoi occhi. Ancora non riuscivo a capire come facesse ad essere così convincente. Era colpa del ruolo di Edward, aveva imparato un po’ troppo dal più sexy vampiro del mondo. Oppure ero io che non appena mi sfiorava con lo sguardo mi faceva andare in tilt in cervello. Aveva un terribile ascendente su di me.

Quando mi addormentai non me ne resi nemmeno conto, stavo in una posizione fin troppo comoda con la testa accoccolata al petto del mio angelo, e sprofondai quasi subito nel mondo dei sogni più beati.

«Amore… Kris, svegliati, siamo arrivati», un angelo mi sussurrò all’orecchio e io pensai di essere ancora nel mondo dei sogni. Invece, no era tutto vero. L’amore della mia vita era di nuovo con me. Eravamo più innamorati che mai e felici per l’arrivo del nostro piccolo.
Mi stiracchiai le braccia per bene e Rob ridacchiò osservandomi.
«Cosa c’è?», chiesi con aria interrogativa.
«I… I tuoi capelli sono orrendi!», sghignazzò divertito e poi si abbandonò ad una sonora risata.
Io mi sporsi la testa, irritata, e mi osservai allo specchietto.
Di sicuro non era un bello spettacolo. Ciocche di ogni lunghezza e dimensione se ne andavano ognuno per i fatti propri, dando un volume assurdo ai miei capelli. Se mi fossi messa la matita nera agli occhi avrei potuto passare benissimo per la sorella maggiore di Bill Kaulitz. Orrore!
Rob sempre continuando a ridere tirò fuori una spazzola dal suo beauty case e me la porse.
Io iniziai a districarmi i nodi, ma erano così intricati che ci mancava poco e avrei sbattuto la testa sul seggiolino di fronte a me.
Rob mi prese la spazzola dalle mani, mi fece appoggiare la schiena sul suo petto e molto delicatamente iniziò a pettinarmi i capelli.
Direi che era molto più bravo di me, sarebbe diventato il mio parrucchiere personale.

«A cosa pensi?», mi chiese mentre tentava di districare un nodo grosso quando una noce di cocco.
«Sono nervosa… ma non so spiegarmi perché», dissi facendo spallucce.
«C’entra forse il fatto che stai per conoscere i miei genitori?», disse trattenendo a stento una risata.
«Quello è senz’altro il motivo scatenante. Sai a volte penso che con la mia timidezza, fare l’attrice non sia il lavoro giusto per me. Ma poi ricordo i vantaggi di fare questo lavoro e ci ripenso subito. Ma quasi costantemente penso che sia tutta una questione di fato, o destino come lo vuoi chiamare. Fa tutto parte di un disegno prestabilito, che certo può essere cambiato in base alle scelte del singolo individuo», quel giorno mi sentivo una psicologa con due lauree e un dottorato. Mi scappò un risolino acuto che fece voltare i passeggeri che mi lanciarono occhiate irritate, mentre l’aereo atterrava veloce sulla pista.
«Uhm… e quali sarebbero i vantaggi dell’essere attori, secondo te?», mi provocò Rob e sentii dietro di me che stava a stento trattenendo una risata storica.
«Uhm… direi senza dubbio il conoscere nuove persone. Sì decisamente! Poi il poter viaggiare in giro per il mondo, e poter vedere tante cose nuove, conoscere tanta gente… uhm e poi certi incontri per me sono stati memorabili…»
«Mmm… ad esempio?», Rob smise di pettinarmi i capelli e mi fece voltare per guardarmi negli occhi.
«Direi che il migliore di tutti sia stato quando ti ho conosciuto. Quell’incontro non si batte. Decisamente la serata migliore della mia vita», dissi e poi si avventò sulle mie labbra…


30 minuti dopo…


«Bentornata a casa, passerotto», disse Rob aprendo la porta del suo appartamento a Soho, un quartiere di Londra.
«Uhm, è bello tornare a casa…», mi voltai di scatto verso di lui, che prontamente mollò il suo trolley e mi strinse a se. Le nostre labbra si unirono in un bacio per nulla casto e che ci fece precipitare nella frenesia più totale.
Eravamo stati lontani per troppo tempo e il desiderio represso era esploso come una bomba all’idrogeno in quell’appartamento che portava ancora i segni della nostra recente visita. Una valanga di ricordi mi assalii e io mi strinsi ancora più forte a lui assaporando il sapore della sua lingua sulla mia e del suo alito fresco ed invitante al sapore di menta forte.
Mi trascinò in salotto, prendendomi saldamente in braccio e poi mi adagiò delicatamente sul divano. Da quando gli avevo detto di essere in attesa di un figlio nostro cercava di non farmi fare nessuno sforzo. Era quasi maniacale. Se non mi fossi impuntata, avrebbe benissimo fatto a modo suo portandomi in braccio dall’aereo fino al taxi e poi sulla soglia di casa.
Lui era sopra di me, si teneva con una mano per non pesarmi addosso e con l’altra mi accarezzava i capelli. Io avevo le dita attorcigliate ai suoi capelli. Dentro di me un desiderio quasi impellente.
La sua mano scese alla mia maglietta e la sollevò abbastanza da permettergli di baciarmi sensualmente il ventre ancora piatto.
Io mi alzai e mi sfilai via la maglia. Lui tolse la sua e ritornammo a baciarci, felici di esserci ritrovati.
A volte mi capitava di pensare a come sarebbe stata la mia vita se non avessi conosciuto Rob. Se non avessi accettato il ruolo di Bella Swan. Ma come spesso mi accadeva quando avevo di questi pensieri, un brivido di freddo mi attraversò la schiena e scossi la testa per scacciare via quel pensiero.
Rob si fermò un attimo per osservarmi, io aiutandomi con la mano riavvicinai il suo volto al mio e dissi: «Ti amo, amore mio» e poi tornai a premere le mie labbra contro le sue.
Eravamo di nuovo uniti. Il breve periodo di lontananza mi aveva fatto capire quanto Rob fosse importante per me e ormai era un dato di fatto, non potevo più vivere senza di lui.
Ci lasciammo trasportare dal nostro grande amore incontenibile e ci amammo al ritmo dei nostri respiri spezzati e dai nostri battiti frenetici che scandivano ogni secondo del nostro amore ritrovato…



Poco prima del tramonto…

Ero nel panico. La cena dai genitori di Rob si avvicinava. Lui era appena uscito a prendermi qualcosa da indossare dal momento che non avevo niente con me.
Ero nervosa. Se si trattava di recitare una scena di azione ero come una leonessa ma se si parlava di conoscere i genitori del futuro padre di mio figlio diventavo un indifeso gattino che ha bisogno di protezione.
Era una paura irrazionale, sapevo benissimo che i genitori di Rob erano due persone molto aperte e simpatiche, proprio come il figlio, ma non riuscivo a controllarmi.

Rob tornò un quarto d’ora dopo con un abitino blu di seta lungo a ginocchio con un paio di scarpe coordinate di paillettes argentate e un sacchetto di cosmetici per il trucco.
Rob era proprio il mio salvatore.
Lo baciai in segno di ringraziamento e quasi non gli saltai di nuovo addosso. Il bacio stava diventando un po’ troppo spinto.
Rob con delicatezza sciolse l’abbraccio ridacchiando e io corsi in camera per vestirmi e truccarmi.
Rob mi seguì a ruota per essere certo che non mi cogliessero i primi segni della nausea pre-gravidanza e mi aiutò ad entrare nel vestito anche se gli avevo detto cento volte non fosse assolutamente necessario.
Appena pronta mi prese per mano, dopo avermi detto almeno venti volte «Sei meravigliosa» e «Il blu dona molto alla tua splendida carnagione» e ci avviammo in macchina. Destinazione casa Pattinson.

Casa Pattinson era un’enorme villetta con un immenso giardino.
Il giardino curato nei minimi dettagli e tempestato di rose e fiori profumati di ogni tipo. E ogni singolo lineamento della casa era illuminato da lucine gialle che la rendevano ancora più bella.
Era la casa dei sogni…


Casa Pattinson

Arrivati davanti l’immensa porta in legno massello scuro, mi preparai al grande incontro.
«Sei pronta?», mi chiese Rob sussurrandomi all’orecchio.
Io voltai la testa verso di lui e nonostante il nervosismo, che ero sicura avvertì anche lui, gli sorrisi.
Afferrai la sua mano e dissi decisa: «Andiamo!».
Rob mi sorrise e suonò il campanello…


Continua…

   
 
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