Storie originali > Avventura
Ricorda la storia  |      
Autore: tYTy    15/11/2010    1 recensioni
Questa storia è (era) un mio tema.
Parla di cinque ragazzi che devono compiere una misteriosa missione in America Latina.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Erano cinque Questa l'ho iniziata come fanfiction, poi ci hanno dato da fare un tema a casa con una traccia che si addiceva alla storia, così l'ho finita come tema. Beh, almeno sono sicura che la grammatica è giusta... XD
Sarei felice se mi diceste cosa ne pensate di questa ff, è la prima originale che mi viene decente (a proposito, questa è la sezione giusta?).


Erano cinque, ragazzi e ragazze tra i quindici e i vent'anni, selezionati secondo criteri severissimi. Ognuno di loro era speciale, unico. Certo, tutti siamo unici e speciali, però loro lo erano ancora di più.
La loro missione doveva essere quasi impossibile per i normali esseri umani, per questo erano stati scelti. Quale essa fosse era top secret: non c'era alcun indizio.
Arthur, Kerrie e Iosif erano i nomi dei giovani presenti ora sull'aereo diretto in Perù.
L'americano Arthur era un genio. Possedeva il Q.I. più alto mai registrato in un diciannovenne, aveva finito l'università più importante del mondo all'età di dodici anni ed era già diventato uno scienziato di fama mondiale.
Kerrie, una bionda australiana, aveva imparato a leggere e capire le antiche lingue dell'America Latina ancor prima di iniziare le elementari, avendo spesso accompagnato suo padre, famoso esploratore, in molti viaggi. Ora, a diciassette anni, era la più grande esperta dei popoli Maya e Inca.
Iosif invece era un ragazzo alto e magrissimo, non particolarmente sapiente né intelligente, ma agilissimo. A quindici anni era l'acrobata più acclamato e famoso di tutti i circhi esistenti al mondo.
Essi erano accompagnati da una quindicenne italiana per metà di nome Sara, che avrebbe fatto loro da interprete (conosceva la lingua del luogo e la parlava perfettamente) e da un gigante giapponese piuttosto somigliante ad un armadio e esperto di arti marziali, ma soprattutto di armi da fuoco, di nome Masao, la loro guardia del corpo.
Arrivati in Perù, i ragazzi vennero accolti da un uomo e una donna vestiti di nero dall'accento inglese.
Silenziosamente vennero condotti su un furgone per essere trasportati nella parte più fitta della giungla. Giunti a un accampamento con sole tre tende verdi disposte a cerchio, venne spiegato loro in cosa consisteva la missione: trovare la tomba di un sovrano appartenente a una civiltà semi-sconosciuta.
Recentemente era stata ritrovata quella che sembrava una mappa con le indicazioni per arrivare al sepolcro ma, essendo scritta in una lingua sconosciuta, non era stato possibile decifrarla.
«Perché allora sono stato chiamato anche io?» chiese Iosif «non conosco nessuna lingua di queste parti e non ho un'intelligenza sovrumana,» continuò indicando i cervelloni del gruppo.
«Dal poco che siamo riusciti a capire da alcuni scritti in lingue a noi note, la tomba è protetta da trabocchetti ai quali solo un grande acrobata può sopravvivere.» gli rispose la donna inglese.
Diede poi a Kerrie, Sara e Arthur delle foto di alcune tavole in pietra, spiegando che era loro compito decifrarle.
Passò una settimana, ma nessuno di loro riuscì a venire a capo di quella strana lingua. Finalmente un giorno all'italiana venne un'idea. Pur non essendo esperta di lingue antiche, si ricordò che il punto in cui erano accampati (molto vicino allo scavo archeologico nel quale erano state ritrovate le tavole) era un luogo dove transitavano moltissime genti di altrettante nazionalità e popolazioni differenti che dovevano comunicare in fretta e in modo che tutti capissero: quella lingua doveva essere un misto di molte lingue e dialetti diversi.
Questa intuizione si rivelò esatta. Toccò poi a Kerrie scoprire che alcune parole erano esse stesse una mescolanza ed altre erano abbreviate. Arthur capì invece che le tavole erano scritte in parte in codice, ciò voleva dire che alcune parole non dovevano essere lette con in loro significato letterale, ma andavano interpretate.
Ben presto ogni cosa venne decifrata del tutto e l'intera compagnia si trasferì con tende e attrezzatura nel punto in cui si supponeva essere la tomba.
Lì trovarono una popolazione indigena, all'inizio molto ospitale e accogliente, che poi però divenne ostile e diffidente quando seppe della missione.
«Non potete violare la tomba del re, noi siamo discendenti delle sue guardie del corpo e siamo qui per scacciare i cercatori di tesori. Il sepolcro non è difeso solo da noi, ma anche da incantesimi e spiriti maligni: solo l'erede legittimo del re può entrare senza essere ucciso».
Nessuno li ascoltò, pensarono a sciocche superstizioni popolari. Solo Sara s'impaurì e cercò di convincere gli altri a tornare indietro, purtroppo per tutti non vi riuscì.
In breve tempo trovarono la tomba.
Kerrie e Iosif entrarono per esplorarla. Passò il tempo, ma nessuno dei due fece ritorno.
Una notte il corpo di Kerrie venne ritrovato: era cotto a puntino, disteso su una roccia ancora calda somigliante a una tavola, contornata da frutta e verdura.
«Cuochi cannibali a guardia di una tomba! Questa non l'avevo mai sentita,» ridacchiò Arthur. Gli altri lo guardarono inorriditi.
«Perché fate quelle facce? Ah, ho capito, vi dispiace sprecare 'sto banchetto. Se volete la potete mangiare, io non mi opporrò.»
Senza ombra di dubbio lui era il più inquietante della compagnia.
«Avevano ragione gli indigeni, qui è maledetto! Io me ne vado,» urlò il giapponese appena si riscosse. Salì sul camion e fuggì con i due inglesi che ci stavano dormendo dentro. Sara e Arthur erano rimasti soli.
«Pazienza, vorrà dire che mi servirò della mia super intelligenza per tornare a casa,» commentò il pomposo americano. Presuntuosamente andò nella tomba per cercare il colpevole dell'omicidio.
Il giorno dopo Sara lo trovò squartato davanti alla sua tenda; si mise a urlare e, senza pensarci, entrò nella tomba.
In quel luogo incontrò tanti bambini con la faccia truccata in modo bizzarro con vernici coloratissime che le dissero: «Noi siamo gli spiriti messi a guardia della tomba dal re in persona, abbiamo aspettato per secoli che arrivasse un degno erede pronto a succedere, servire e onorare il nostro caro sovrano defunto. Ora, finalmente, l'abbiamo trovato!»
Detto questo la trasportarono in un palazzo meraviglioso e le dissero che in realtà i suoi compagni erano tornati a casa loro sani e salvi (sapevano che quella ragazza non avrebbe mai accettato di diventare la regina di un popolo di assassini). Lei così restò a vivere nel palazzo e governò gli spiritelli molto saggiamente, insegnando loro le buone maniere, la gentilezza e la bontà, fino al giorno della sua morte.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Avventura / Vai alla pagina dell'autore: tYTy