Serie TV > Altro
Segui la storia  |       
Autore: Val    23/11/2005    0 recensioni
Questa Fanfic è ispirata ad "Highlander" la serie TV, e in particolare al personaggio di Methos, l'immortale più antico (ha al suo attivo appena 5000 anni di vita tra malefatte e dolcezza). Un incubo che ritorna e un Immortale che forse ha trovato il modo di sconfiggere la morte anche dopo la decapitazione. E ormai Methos sa che quell'uomo è il suo peggior nemico... ...io ci provo ad inserirla... ;< ;)
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 1

Il personaggio femminile anche qui è una pellerossa, è un po' come se avessi in mente un'attrice a cui cucio intorno dei personaggi...chiedo scusa se sono un po' monotona.
Invece, lì dove parlo di Osservatori, mi riferisco alla società segreta, di cui Joe Dawson fà parte, che registra da tempo i movimenti, i duelli e la vita di ciascun Immortale senza mai interferire nella sua esistenza.





Capitolo 2


- Odio le giacche...non le ho mai potute soffrire...- brontolò Methos muovendo nervosamente la testa e le spalle.
- Signor Pierson...- disse con sussiego l'addetto all'ingresso degli ospiti restituendogli l'invito.
Methos lo ringraziò a mezza bocca: persino il suo pseudonimo lo irritava quella sera.
- Sei bellissimo in smoking!- lo incoraggiò Duncan.
- E' vero Methos, sei davvero molto elegante...- convenne Dawson.
Quello invece sbuffò.
- Questi colli sono impossibili!- protestò passandosi il dito nel colletto della camicia - io amavo la mia toga romana, adoravo il mio saio francescano e odio le serate mondane aggiunte a queste ridicole pretese nell'abbigliamento...-
- Ma hai visto quante donne non ti staccano gli occhi di dosso? - chiese Duncan porgendogli un bicchiere con dello champagne.
- E che donne!- rincarò Joe.
Methos li guardò con fastidio.
- Guardano Mac Leod e lo sapete benissimo entrambi...non insultate la mia intelligenza...- disse.
- Chissà se Emma è già qui?- si chiese Duncan cercando l'amica tra la folla.
Methos bevve un sorso di champagne e indicò alle spalle dei due amici.
- Là c'è un assembramento di giornalisti sospetto...- disse dopo aver deglutito.
Duncan annuì e si avvicinò al gruppo.
Infatti trovò Emma.
L'anziana donna, quando lo vide, si illuminò in viso e gli andò incontro a braccia aperte.
- Mio Dio...Duncan Mac Leod...- sussurrò abbracciandolo.
- Ciao Emma! - salutò lui.
- Non speravo davvero di trovarti ieri sera, non ero sicura che fossi a Parigi - disse.
Duncan sorrise.
- Hai avuto fortuna...e io non sarei mancato per niente al mondo!- rispose.
Si abbracciarono di nuovo.
- Come stai?- domandò lui.
- Invecchio, Duncan...come è giusto che sia per me...sono alla soglia degli ottanta sai? - rispose mettendo una punta di orgoglio autoironico sull'ultima frase.
Mac Leod sorrise.
- Te li porti benissimo, credi Emma...sei una sorpresa - commentò lui.
- A proposito! Ho un'altra sorpresa per te! - annunciò Emma prendendolo sottobraccio - non indovinerai mai chi arriverà qui stasera...- disse.
Duncan la portò verso Methos e Joe.
- Joe Dawson, Adam Pierson...questa è Emma - li presentò.
I due le strinsero la mano.
- Joe e Adam sono miei buoni amici e tuoi grandi ammiratori...ho pensato bene di portarteli...- disse Duncan.
- Hai fatto benissimo!- rispose lei.
- Ma chi è che dovrebbe arrivare?- chiese poi Mac Leod guardandosi intorno incuriosito.
Emma sorrise tra sé.
- Una mia preziosissima collaboratrice nonché soggetto ricorrente nelle foto che saranno pubblicate per la prossima esposizione in questa galleria...- disse.
- E la conosco?- chiese lui.
Mentre Emma annuiva, Duncan e Methos avvertirono chiaramente l'arrivo di un immortale.
Emma notando la reazione di Methos rimase colpita.
- Anche lei è forse...-
- Sì, signora, molto più di quanto non si direbbe...- rispose lui guardandosi intorno.
Temeva che potesse trattarsi di Cassandra.
Anche Duncan in verità, ma poi, tra la folla, vide qualcuno che conosceva e si tranquillizzò moltissimo.
- Tutto a posto...è un'amica - disse in tono affettuoso.
Tra la gente, si fece avanti una ragazza.
Una bellissima pellerossa, alta, dal portamento aggraziato e felino e le forme esili di un airone.
Quando vide Emma sorrise e si affrettò verso di loro.
Salutò l'amica che le era andata incontro poi vide Duncan, poi Joe...sorrise ancora...infine, mentre prendeva la mano a Mac Leod, vide Methos.
Anche lui la guardò e rimase come stordito.
- Duncan...che bello vederti!- disse lei abbracciando forte Mac Leod.
- Megan!- esclamò lui - non me lo sarei mai aspettato!-
- E' lei la mia collaboratrice - spiegò Emma - sapevo che ti avrebbe fatto piacere...-
Megan sorrise e si rivolse a Dawson.
- Ciao Joe...- salutò dolcemente.
- Meg...sei sempre più bella...- commentò lui.
- Come stai?- chiese lei prendendogli il viso tra le mani.
- Al solito...zoppico agilmente tra locale, osservatori, duelli di Mac Leod e una vita privata assolutamente solitaria...- rispose scherzosamente Joe.
- Ma dove hanno gli occhi le donne?- commentò lei baciandolo sulle labbra.
Alla fine si rivolse a Methos, che era rimasto in disparte fino a quel momento.
- Megan questo è...- iniziò Mac Leod.
Lei lo fermò.
- Ci conosciamo da molti anni...- disse sorridendo.
Lei e Methos si guardavano.
- Davvero?- chiese Duncan.
Methos annuì senza guardarlo.
Joe ed Emma si rivolsero uno sguardo.
- Vieni Mac, andiamo a vedere un po' di foto...- disse Dawson prendendolo e portandoselo via.
- Ma tu lo sapevi?- chiese Duncan.
Joe annuì.
- E tu?- domandò ad Emma.
- Megan mi ha parlato di Methos, certo...- disse, poi ci ripensò - perché quello è Methos vero?- chiese.
Dawson confermò.
Methos e Megan sorrisero dell'incredulità di Duncan.
Lei prese un bicchiere di champagne.
Lui la guardava, così affusolata, avvolta in un abito scuro, semplice e raffinato, lungo fino al ginocchio, senza scollature, un'unica apertura all'altezza dell'anca su cui spiccava un'applicazione di metallo traforata in due o tre punti che lasciava scoperta la pelle.
I lunghi capelli neri erano raccolti dietro la schiena, ma si vedeva chiaramente che erano molto lunghi, lucenti e liscissimi come sempre.
Il collo allungato usciva dall'abito, alla base dei capelli si intravedeva un piccolo tatuaggio geometrico.
Una delle tracce delle sue origini mohawk.
- Ti trovo molto bene...- disse lui.
Lei lo guardò.
- Anche tu hai un aspetto niente male...sempre troppo magro, però…- rispose.
Guardò Duncan.
- Non credevo vi conosceste...- commentò.
- Neanche io credevo che tu lo conoscessi, ma...- ribatté Methos.
Lei lo guardò di nuovo.
I suoi occhi erano profondi, felpati e di un colore scuro e caldo.
- Ma?- chiese.
- Era tanto che non mi capitava di essere così contento di incontrare una datata amicizia di Mac...- concluse lui.
Lei sorrise.
- Non pensavo di rivederti...- disse.
- Perché?- domandò Methos.
- Pensavo che uno di noi sarebbe morto prima...- rispose Megan senza troppi preamboli.
Methos sorrise.
- Vuol dire che ti ho insegnato bene a combattere - osservò.
Lei annuì.
- Non mi dispiace essermi sbagliata - sussurrò passandogli lentamente una mano tra i capelli. Fu un gesto spontaneo per lei, quanto inaspettato per lui, eppure quella piccola, confidenziale carezza, servì a dare a entrambi un brivido di cui non ricordavano l'intensità.
Rimasero un istante fermi, poi lei sorrise.
- Così ora fai la modella?- domandò lui.
Megan disse di sì.
- Per qualche tempo andrà bene...ufficialmente ho pur sempre ventitré anni e comunque non ne dimostrerò mai più di trenta…quindi in teoria per altri cinque o sei posso contare su questo -
- Oculata autogestione dell'immortalità...approvo- commentò lui portandosi il bicchiere alle labbra.
Lei sorrise.
- Hai visto le foto?- chiese lei.
Lui scosse la testa.
- Sai fino a pochi minuti fa mi interessavano molto di più...- le disse.
- Vieni con me...usciamo un po’- sussurrò lei.
Lo portò verso la chiesa di Saint Merry e si sedette sulla scalinata, le gambe avvolte in stivali scamosciati.
Lui appoggiò i gomiti sul gradino successivo a quello su cui sedeva.
- Passi molto tempo in Francia vero?- gli domandò lei.
- Come lo sai?- chiese lui di rimando.
Megan sorrise stringendosi le ginocchia al petto.
- Joe a volte mi parla di te...- rispose.
- Te ne parla lui...o glielo chiedi tu?-
Lei rise di nuovo.
- Touché, monsieur Pierson...- sghignazzò – o hai cambiato pseudonimo nel frattempo?-
Allora sorrise anche Methos.
- Anche io ti ho tenuta d'occhio, fino a qualche tempo fa...ma non potevo arrischiarmi a cercarti, gli Osservatori erano diventati un po'...imprevedibili e io c'ero dentro fino al collo -disse.
- Sì, Joe me ne ha parlato, so che ti spacciavi per Adam Pierson, l'Osservatore di Methos...ci sentiamo spesso al telefono sai?- rispose Megan.
Si fermò un attimo prima di dire la frase successiva.
- So anche di Alexa...- aggiunse più mestamente.
Lui si indurì un po'.
- E' stata fortunata, nella sua disgrazia...- disse lei.
- Davvero? Non mi era sembrato…- borbottò lui.
- Ha avuto te vicino...non è cosa da poco...io lo so bene...-
- Eppure hai sempre preferito scappare da me...- obiettò lui.
- Tu non mi hai mai detto la verità su di te...ho avuto paura - ribatté lei.
Furono due frasi dette con sofferenza da parte di entrambi.
Methos sbuffò.
- La verità...- disse - è una cosa strana, imprevedibile...paradossalmente può risultare anche più ingannevole di una bugia...ognuno è libero di accettarla, distorcerla, negarla, velarla, guardarne costantemente l'altro lato, positivo o negativo che sia....-
Megan si mise a ridere a sospirò.
- Oh mio Dio! Ecco i tuoi discorsi labirintici! Ti confesso che comincio a temerli più di questa terribile e minacciosissima verità - disse.
- Ho esagerato? Ma sì, forse hai ragione...comincio a ragionare quasi fossi un plurimillenario...non sono più giovane come quando avevo otto-novecento anni...-
Megan continuava a ridere, ma quel momento di allegria venne bruscamente interrotto da un altro immortale.
Lo sentirono avvicinarsi, ma non più di tanto.
Methos d'istinto si voltò verso la piazza temendo Cassandra.
Invece vide di peggio: Kronos.
Tarchiato, i capelli neri, un sorriso freddo dipinto sul volto, quasi come non fosse suo.
Si spostò sotto un lampione rivolgendo lo sguardo a Methos...poi il bagliore della luce lo coprì.
Methos però continuò a percepirlo ghignare e beffarsi del suo sgomento.
Alla fine lo vide andarsene.
Un silenzio assordante e grave lo avvolgeva.
Solo la voce di Megan lo riscosse pochi secondi dopo.
- Si allontana...ha rinunciato...- disse lei.
Methos scosse la testa incredulo.
Megan lo guardò.
Era atterrito, pallido e sperduto.
- Methos...se n'è andato - gli disse prendendogli il viso tra le mani - calmati, sembra tu abbia visto un fantasma...-
- E forse l'ho visto - bisbigliò lui.
- Ehi tu, cominci a credere ai fantasmi dopo più di cinquemila anni?- scherzò lei accarezzandogli la fronte.
Methos le prese le mani, le strinse mentre lei tornava seria, guardò di nuovo la piazza ormai deserta in cui l’unico suono che rompeva il silenzio era quello dei giochi d’acqua della fontana.
- Noi esistiamo no?- si limitò a dire.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Altro / Vai alla pagina dell'autore: Val