Fanfic su artisti musicali > Escape the Fate
Segui la storia  |       
Autore: virgily    24/11/2010    1 recensioni
-c-cosa?- sussurro’ sollevandosi di scatto, fulminandolo con lo sguardo.
-oops, credo che dovevo parlartene con piu’ calma vero?-
-p-papa’? c-che significa?-
-bhe si, ecco... insomma. Dio volevo trovare un modo piu’ carino per dirtelo. Ma riflettendoci non c’e’ un modo piu’ delicato per dirtelo...- comincio’ il suo genitore cominciando a balbuzziare a raffica senza neanche prendere fiato
-cosa? Papa’ dimmi che cazzo sta succedendo!-
-Rose viene a vivere qui-
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ronnie Radke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 

Stavano tornando a casa, erano le otto meno venti e i due passeggiavano a passo moderato per le viuzze poco trafficate del loro quartiere.  Ronnie con le mani in tasca e le braccia tese, mettendo bene in evidenza le vene bluastre e Verdi delle sue braccia; la ragazza invece stava con lo sguardo basso, a strofinarsi continuamente le mani gelide, a rimuginare:

“-e’ cosi’ bello qui...- sussurro’ sbadigliando appena, poggiandosi una mano sul viso

-beh, credo che allora non sara’ difficile per te abituartici...- ridacchio’ socchiudendo appena gli occhi. Con la mano sinistra accarezzo’ la soffice erba verde, che formava una sorta di cuscinetto naturala, che accoglieva il suo corpo pigramente stanco e spossato. Giocherello’ con qualche suo filo, finquando le sue dita non toccarono qualcosa di piu’ caldo e “organico”. Ci mise qualche minuto per capire di cosa si trattasse, e lo comprese soltanto quando senti’ una lieve risatina sgusciare fuori dal sorriso sottile e nobile della castana al suo fianco. Giocarono a sfiorarsi appena l’un l’altra le loro dita, intrecciandole, toccandole e solleticandole; quando con prodezza e fervore la mano tatuata del piu’ grande non l’afferro’ completamente nella sua. Facendole diventare una cosa sola. Per indecifrabili istanti rimasero immobile, a fissare il cielo tinteggiato dei colori dell’ocra e dell’azzurro. Lulla volto’ il capo verso la sua destra, quel tanto che bastava per fissare il suo profilo: docilmente in uno stato di profondo dormi veglia, con un sorriso sereno e perfettamente adagiato sulla sua bocca da favola maligna e proibita”

Era cosi’ bello stare al suo fianco e tenersi per mano, anche quello era un momento da “Polaroid”. Ma si era prefissata che non appena avrebbe varcato la soglia di casa, si sarebbe precipitata a scrivere tutto sul suo quaderno. A descrivere in ogni minimo particolare la merea indescrivibile di brividi e fervori che ancora sentiva sulla sua pelle.

-siamo tornati!- all’unisono i ragazzi ridacchiarono quando entrarono: li ritrovarono stesi sul divano in una posizione alle loro menti ancora sconosciuta e praticamente impossibile, anche per un praticante esparto del Kamasutra, grazie a dio tuttavia essi erano vestiti; percio’ l’impatto psicologico fu meno “scioccante” del previsto

-eh... No ma, noi... Ecco- comiciarono ambedue i loro genitori, macchiandosi il viso di un rosso porpora. I piu’ giovani si fissarono negli occhi, con complicita’... quella  che fini ad allora gli era sempre mancata

-si si, non fa nulla. Noi andiamo in camera.- comincio’ il moretto salendo i primi tre gradini della scalinata rivestita in moquette rossa, prima vi voltarsi e invitare con una sola occhiata la castana a seguirlo

-chiamateci voi quando avete finite okay?- domando’ quest’ultima prima di salire di corsa i gradini assieme al moretto; soffocando a malapena una profonda. Entro’ in camera e dopo essersi chiusa la porta alle spalle Lulla comincio’ a spulciare all’interno del suo scatolone adorato, alla ricerca del diario. Comincio’ a spulciarlo da cima a fondo; tra i vestiti, le candele profumate e i libri: nulla. Si sollevo’ dal massacre che aveva appena compiuto nella sua porzione di camera, e grattandosi la testa osservo’ tutto intorno stranita;

-R-Ronnie?- domando’ osservandolo steso sul suo letto ad’osservare il soffitto candido

-si?- domando’ voltandosi appena per poterla osservare accovaciata al terreno con i capelli aggrovigliati, dopotutto aver ficcato interamente la testa nella scatola evva comportato le sue conseguenze

-hai percaso visto un cuadernino viola...- alla sua affermazione il suo sangue raggelo’ nelle vene, e le sue guance impallidirono, come un lenzuolo... come un corpo privo di vita

-i-io? No, p-perche’?-

-ah. Okey. No niente sarebbe il mio diario. E’ la cosa a cui tengo di piu’. Vabe’. Se lo trovi me lo dici vero?- domando’ con una tenerezza nel modo di esporsi e della voce, che quasi si senti’ morire quando lo spigolo di carta comincio’ a infastidirgli il capo

-certamente piccola...- rispose sorridendogli amorevolmente. “piccola” okay Lullaby ufficialmente odiava quell soprannome, ma ditto dal suo Ronnie anche il veleno assumeva un gustoso sapore dolce e avvolgente. Lascio’ andare dunque la testa contro il materasso, continuando a guardare... a guardarLO. Era cosi’ maledettamente bello, dolce... sembrava cosi’ premuroso con lei. Sbuffando Ronald si levo’ dal suo gaciglio e sbadigliando sommessamene si avvio’ contro la porta, cogliendo la sua attenzione

-vado a farmi una doccia... torno tra poco-  fu tutto quello che senti’ fuori uscire dalla sua bocca, prima che la sua bella chioma corvine spari’ dietro la porta lignea scura. Effettivamente Ronald ne aveva proprio bisogno: una bella doccia bollente per mandare al diavolo i brutti pensieri; come il fatto del “diario preso in prestito e nascosto sotto il cuscino”.

Lasciando la porta semi aperta comincio’ a denudarsi e velocemente si rinchiuse nella cabina a porta scorrevole opacizzata. L’acqua a trentasette gradi era il suo piu’ amato rimedio, dopo la droga, per rilassare non solo i muscoli ma anche il suo spirit irrequieto e focoso. Diede un respire profondo, viaggiando a ritrovo, quando stringeva la sua mano nella sua, quando la teneva stretta al suo corpo senza violarla, ma limitandosi soltanto del cullarla nelle sue possenti braccia, incantandola con il battito del suo cuore. Eh si, Ronnie era rimasto letteralmente “stregato” dalla sua mezza gitana. Passo’ le mani tra i capelli, assaporo’ il sapore sciapo delle goccie di acqua che sinfiltrarono nelle sue labbra, si lascio’ trasortare da un brivido caldo che gli sconbussolo’ tutta la spina vertebrale. Senti’ un cigolio della porta, dei passettini leggeri, e l’acqua del lavello aprirsi.  Comincio’ a sentire freddo, forse per la corrente d’aria proveniente dalla porta, o forse per l’acqua diventata ormai gelida.

-chi e’ lo stronzo che ha aperto l’acqua?- domando’ sarcastico; scherzetti del genere poteva aspettarseli da una sola persona: suo padre.

-Oddio scusami Ron! Mi sono macchiata d’inchiostro la maglia e volevo sciaquarla!-  quella vocetta tanto timida quanto angelicamente eccitante quasi gli fece venire un colpo

-oh. Lulla non preoccuparti- prese un respire profondo e torno’ alla sua caparbia volgarita’, alla sua sensual tentazione... Beh perche’ era anche per il suo grande e invitante difetto che lei lo “sognava”

-non e’ che mi passeresti l’accappatoio rosso?-

-o-okey- sussurro’ la castana sentendosi mancare... cosa doveva fare lei?! Era rimasta in reggiseno nel disperato tentative di “smacchiamento”; e come se non bastasse doeva passare al suo fratellastro-super-sexy l’accappatoio. Afferrato il panno color porpora allora aprii un lieve spiraglio, e giovando a favolre della condensa che ne fuoriusci’ riusci’ a donargli il suo asciugamano senza che lei vedesse qualcosa di troppo piccante e invitante per il suo spirit ancora inerme.

-certo potevi aprire anche un po di piu’. Io non mi scandalizzo mica!- ridacchio’ aprendo definitivamente la porta della cabinetta, lasciando che uno spesso strato di nebiolina Bianca e umidiccia comincio’ ad’appannare gli specchi; rendendo lo scenario tipico da partita di calcio presieduta da una banda imbufalita di hooligans. L’affermazione spavalda e audace del moro la fece vampare, ma questa volta Lulla non avrebbe lasciato correre... no stavolta aveva una “piacevole risposta bollente” anche lei:

-no grazie. Non avrei sopportato la visione delle tue “macerie” dinuovo-

Le labbra di Radke immediatamente si spalancarono in una grande “O” ; prima di cominciare a stuzzicarsi divertito e anche un po sorpreso: la sua gnappetta era quasi riuscita a zittirlo; quasi pero’!

-macerie? ah davvero’?- domando’ giungendole alle spalle, cogliendola di sorpresa mentre continuava a sperdere color bluastro per tut oil lavello. Poggio’ le sue possenti manu sulle spalle gracili e morbid della ragazza, le accarezzo’ appena. Disegnando una sinuosa e vellutata lina invisibile suelle sue braccia prima di giungere si suoi bellissimi fianchi: vista con soltanto l’intimo addosso era totalmente diversa; semplicemente splendid

-strano. Visto che mi sembrava che stessi sbavando...- affermo’ sfiorandogli una guancia col naso, prima di lasciarle un lieve bacio, suadente e piccante, sul collo.  

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Escape the Fate / Vai alla pagina dell'autore: virgily