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Autore: AvevoSolo14Anni    28/11/2010    2 recensioni
E' passato un'altro anno, è finalmente estate e Camp Rock sta per riaprire! A Camp Star rimangono ormai ben pochi campers, mentre il nostro camp preferito è fiorente e in continua espansione. Ci sono tanti nuovi iscritti, come per esempio Melanie, una ragazza molto timida che ama suonare la chitarra e che ha una voce dolcissima, anche se non ne è esattamente consapevole. Melanie è da subito spaventata da tutto il viavai che c'è a Camp Rock, ma grazie a qualcuno riuscirà ad aprirsi e a far crescere il suo talento...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L’Idea

Un giorno. Ventiquattro lunghe ore. Come è possibile che non mi sia venuta nemmeno un’idea sensata in tutto questo tempo?
Eppure è così. Sono una frana, un disastro totale. Forse sono stupida. Il mio cervello non collabora, ogni volta che provo a ragionare per trovare una soluzione a questo casino, lui si distrae nei modi più assurdi.
Poco fa ero intenta a riflettere e fissavo la coperta che mi avvolgeva. Pensavo a qualcosa che piacesse a Jason… però tutti quei ricami casuali sulla coperta somigliavano tanto a un grosso coniglio, o forse qualche altro animaletto…
Questo per fare un esempio. Forse tutti quei giorni in casa da sola mi avevano per sempre rincitrullita, dato che già lo ero in parte.
Mi resta solo una scelta: chiamare Nate. Peccato che non lo possa chiamare sul serio. Diamine.
Devo uscire? Sul serio? Non c’è qualche altra alternativa? Forse potrei scavarmi un passaggio sotterraneo. Certo, mi basterebbe giusto qualche decennio.
Di malavoglia mi alzo in piedi – dopo quel lungo periodo di quasi totale inattività le mie gambe sono molli – e mi vesto con lentezza.
Sono le tre del pomeriggio, dove posso trovare Nate? Spero non sia a fare lezione.
Esco cautamente – come se ci sia qualcuno pronto ad uccidermi – e mi dirigo verso la mensa. Con un po’ di fortuna, potrebbe essere lì a preparare la sua prossima lezione.
Dio, ti prego, non farmi incontrare Jason. Ti prego, ti prego, ti prego.
Sono fortunata: nessuno incrocia il mio cammino.
Arrivata alla mensa, la buona sorte mi ha già abbandonata. Non c’è nessuno nella grande stanza silenziosa.
Non mi do per vinta e continuo a cercarlo qua e là.
Incontro Alex insieme ad altri due ragazzi mentre mi dirigo verso il palco principale e cerco di non incrociare i loro sguardi, ma con la coda dell’occhio vedo che mi guardano incuriositi: probabilmente tutti sanno quello che è successo. Accelero il passo, rossa in viso.
Quando arrivo a destinazione tiro un sospiro di sollievo: Nate è seduto sul palco, da solo con la sua chitarra, e scarabocchia qualcosa su un foglio con una matita molto corta.
Mi avvicino e lui alza il viso dai suoi appunti.
“Melanie” mi dice, a mo’ di saluto.
“Ciao, Nate” rispondo, titubante.
Forse non dovrei chiedergli aiuto. Forse per una volta nella vita dovrei riuscire a cavarmela da sola. Ma non ne sono in grado, come sempre.
“Mi volevi dire qualcosa?” domanda dopo qualche attimo di silenzio.
Mi schiarisco la voce. “Non riesco a trovare una soluzione. Ho pensato e ripensato, ma non mi viene in mente nulla” spiego, poi esito. “Potresti aiutarmi?” chiedo infine, lanciandogli uno sguardo timido.
Lui sorride comprensivo – e qualcosa nella sua espressione mi dice che sapeva già che sarei andata a cercare il suo aiuto. “Certo.”
Poggia la chitarra e mette da parte carta e matita, poi assume uno sguardo pensieroso.
“Allora, andiamo per ipotesi” dice, con espressione molto seria.
Annuisco, restandolo a guardare in silenzio.
“La prima cosa che viene da pensare sarebbe parlargli, ma non penso ti darebbe ascolto, proprio come non ha ascoltato nemmeno Shane” dice, continuando a riflettere.
“È arrabbiato con Shane?” chiedo, interrompendo i suoi ragionamenti.
Mi fissa e alza le sopracciglia, come a dire “che domanda scema”.
Non voglio che sia arrabbiato con Shane. È suo fratello, devono fare pace. Diventa sempre più essenziale trovare una soluzione, una soluzione a tutto.
“Forse dovresti sorprenderlo” dice, dopo un minuto di silenzio.
“Sorprenderlo?” chiedo, fissandolo con uno sguardo interrogativo.
Annuisce, tornando a guardarmi negli occhi.
“Come?” domando ancora.
Si mordicchia un labbro e fissa il palco vuoto.
“Con qualcosa che non si aspetta da te. O qualcosa che gli piace” dice, sempre serio e pensieroso.
“O magari entrambe le cose.”
Era così ovvio! Come avevo potuto non pensarci prima?!
Forse erano state le parole di Nate. Qualcosa che da me non si aspetterebbe mai. Qualcosa che ama. Qualcosa che entrambi amiamo. Forse l’unica cosa che abbiamo in comune.
Forse era stato il luogo stesso in cui ci trovavamo a suggerirmelo.
Forse era stato il grosso cartello di legno sopra al palco con scritto “3 giorni alla Final Jam” a collegare i pezzi del puzzle nella mia mente.
Diamine, sono proprio una stupida. Era tutto così chiaro, così naturale! Seriamente, come era potuta sfuggirmi una così semplice soluzione?
Certo, non è detto che questo risolverà tutto. Ma vale la pena provare.
Nate mi sta fissando, incuriosito dal sorrisetto diabolico che mi è spuntato sulle labbra. Da tanto tempo non sorrido, e questo non conta veramente. Non mi sento felice.
“Hai avuto un’idea?” chiede, guardandomi.
“Sì” rispondo, e senza dirgli nulla parto a razzo verso il mio bungalow.
Non mi volto più indietro e di conseguenza mi accorgo che mi ha seguita solo quando, entrata nella piccola abitazione, quasi non gli chiudo la porta in faccia.
Lascio aperto e vado verso il letto. Nate entra e si chiude la porta alle spalle.
Prendo la mia solita tracolla, che da giorni è accasciata sul pavimento, e ne estraggo dei fogli.
Gli spartiti con la nostra canzone.
Leggo le note e le suono nella mia mente, cercando di trovare un testo adatto.
Nate si siede accanto a me e resta a fissarmi in silenzio.
Passano i minuti e non ricavo niente di niente.
No, non è nemmeno questo quello che la canzone voleva comunicarmi. Non era nata per un testo malinconico, esprimeva allegria. Era stata scritta in momenti così felici che rovinarla con un testo deprimente sarebbe stato un delitto. No, non era adatta a quello che avevo in mente.
“Allora?” chiede Nate, vedendomi sospirare e riporre i fogli al loro posto.
“Niente” rispondo, guardando tristemente la stanza.
“Vuoi scrivergli una canzone” deduce.
“E cantarla alla Final Jam” spiego.
Annuisce, d’accordo con la mia idea.
“È la canzone che avete scritto insieme?” dice, ammiccando verso la tracolla dove avevo cacciato i fogli stropicciati.
“Sì, ma non va bene. Non è adatta.”
“Quindi?”
“Devo cominciare tutto da capo. Mi metto subito al lavoro” dico, determinata.
Mi alzo e vado verso il piccolo tavolo che sta contro una delle pareti della stanza – quella opposta ai letti – e prendo uno degli spartiti bianchi che ci sono sparpagliati sopra. Non sono miei, ma non penso che la legittima proprietaria si arrabbierà per questo.
“Ti lascio sola a scrivere, così sei più concentrata” mormora Nate alle mie spalle. “Fammi sapere quando la finirai.”
Annuisco senza voltarmi e sento la porta aprirsi per poi richiudersi.
Devo concentrarmi.
Allora, questa canzone deve essere su Jason. Su quello che sento per lui e su quello che provo adesso.
Non è difficile capire cosa sento, il dolore riaffiora non appena lo penso.
Sì, c’è tanto dolore. Tantissima tristezza e tantissimo senso di colpa.
Poi, lasciando da parte tutto, mi concentro semplicemente su di lui.
Il suo volto sorridente si dipinge da solo nella mia mente, e un angolo della mia bocca si tira leggermente su. Come mi fa sentire solamente il pensarlo?
Il mio cuore accelera come a volermi suggerire la risposta, e senza neanche accorgermene la mia mano che impugna la matita vola sul foglio bianco segnando note e parole che mi erano del tutto nuove.
 
Intercettare Nate di sera è più difficile, soprattutto coglierlo in un momento in cui è solo.
Mi avvio verso la mensa quando ormai la cena dovrebbe essere agli sgoccioli, e mi apposto dietro ad un cespuglio poco lontano.
Dieci minuti dopo ne escono tanti ragazzi, tra cui le mie compagne di stanza. Tutti si dirigono verso il falò, mentre Nate prende un’altra direzione dicendo a Shane che li avrebbe raggiunti subito. I miei occhi cercano automaticamente il viso che muoio dalla voglia di rivedere, ma Jason non c’è.
Capisco dove sta andando Nate quando vedo che ha tra le mani un grosso panino avvolto in un tovagliolo: la cena per Jason, probabilmente. Perché non usciva? Fino a quel punto lo avevo ferito, tanto da renderlo triste come me? Non poteva essere…
Sgattaiolo via da dietro il cespuglio e raggiungo Nate silenziosamente.
“Nate” dico, a bassa voce – non so perché.
“Ciao” dice volandosi, sorpreso di vedermi.
“Volevo farti sentire la canzone” sussurro.
“L’hai già finita?” domanda stupito, in tono normale.
Annuisco.
“Okay andiamo” fa un passo, ma subito si blocca e fissa il pacchetto che regge tra le mani.
“Ci vediamo nel mio bungalow” dico precedendolo.
Annuisce e si incammina a passo svelto verso dove si nasconde il fratello.
Quasi corro in casa, trovando subito confortante il fatto di essere di nuovo protetta da quelle quattro pareti legnose.
Tredici minuti dopo sento bussare alla porta.
“Entra” dico.
Nate scivola nel bungalow e richiude velocemente la porta, come se avesse fretta. Giusto, deve andare al falò.
Si siede vicino a me sul letto, e io impugno la mia fedele Melody.
Mi resta a guardare, aspettando che io inizi a suonare.
Mi prende una certa ansia.
“Ti avverto che non so se so cantare o no. Nessuno mi ha mai sentita cantare. Mai” premetto, nervosa.
Si limita a farmi un leggero sorriso d’incoraggiamento.
Certo di cacciare via l’imbarazzo e accarezzo le corde della chitarra con dolcezza, senza produrre nessun suono. Solo per sentirle, perché sembrerà strano ma loro mi confortano.
Tutti di Melody mi conforta: il peso a cui ormai sono abituata, il color legno chiaro con sfumature più scure che ho subito apprezzato, le corde sempre così intonate. È un po’ come se fosse la mia migliore amica: spesso mi sono ritrovata a parlarle, solo a volte attraverso la musica.
Prendo un bel respiro per calmarmi ulteriormente e inizio a suonare.
Insieme alla musica parte la mia voce, cantando le parole che so a memoria.
Difficile, impossibile, non piangere. Cerco di trattenermi, ma sento alcune lacrime rigarmi il viso.
Mi stupisco di quanto bene quella canzone descriva ciò che sento. Mai mi sono espressa così bene.
Pochi minuti dopo arrivo alla fine del brano, e le ultime note riecheggiano nella stanza altrimenti silenziosa.
Non sono riuscita a guardare Nate nemmeno per un attimo ma ora alzo lo sguardo su di lui.
Se non fossi ancora scossa dai ricordi e il dolore portati dalla canzone, forse riderei della sua espressione. È così sconvolta da risultare comica.
Aspetto in silenzio che esprima un parere e dia un giudizio alla mia prima canzone completa, e non so come interpretare quel silenzio.
“Incredibile” mormora dopo chissà quanto tempo.
“Cioè?” chiedo, rischiando di impazzire per l’ansia.
“È… perfetta” balbetta, stupito. Sembra sincero. “Sei una cantante bravissima, non ne avevo idea.”
Sento le mie guance arrossire, e mi auguro di tutto cuore che ciò che dice sia vero. “Grazie” sussurro. “Allora pensi possa andare bene? Pensi che gli piacerà?”
Sorride, e finalmente l’espressione scioccata scompare dal suo volto. “Non può essere altrimenti” dice, sicuro di sé.   




Ebbene sì, sono ancora viva xD Mi dispiace tanto per voi u.u
Scusate il ritardo ma è un periodo un po' incasinato, e non mi sentivo granchè ispirata xD
Comunque, ecco qui finalmente il capitolo 17. Come vi è sembrato? Spero almeno decente. Non garantisco sulla grammatica, dato che l'ho scritto per la maggior parte tra mezzanotte e mezza e l'una e mezza xD Capitemi u.u (L'ispirazione mi viene nei momenti meno opportuni -.-)
Haunted__: ahahah! Sono contenta ti sia piaciuto :) Grazie :) P.S. Ma che fine hai fatto??? T.T
ElyCecy: spero che il capitolo sia stato all'altezza delle tue aspettative :) Shane aveva sbagliato, però si sa che è un po' fuori xD E comunque è molto preoccupato per il fratellone u.u Nate ha aiutato a far capire a Melanie cosa deve fare, grazie al cielo... Serve sempre il parere di uno intelligente u.u Spero recensirai anche questo capitolo ;)
KrissyJaymes: scusa tu il ritardo xD comunque dai povero Shane deve pensare anche un po' a sistemare con Mitchie, no? Ovviamente Nate ha risolto tutto proprio come ti aspettavi :D Grazie per i complimenti, troppo gentile *___*
Detto questo mi scuso ancora per avervi fatto aspettare... E che dire, a presto u.u Non penso che il prossimo capitolo tarderà troppo ad arrivare :) A poi :D
  
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