Disclaimer:questa storia è stata scritta con
l’unico scopo di divertire.Non vuole assolutamente mancare di rispetto ad
Orlando Bloom,attore che stimo ed apprezzo moltissimo. Naturalmente la vicenda
narrata è frutto della mia fantasia.
Dedica:a tutte voi,ragazze!Per aver
permesso che nascesse questo piccolo circolo di scrittrici! ^_^
Spero
che gradiate anche questo primo capitolo di questa mia nuova storia sul nostro caro
OB…Buona lettura!
§Galadriel§
“Galeotto fu il copione…”
Sfogliava distrattamente le pagine di quel copione da diversi minuti,in silenzio,stravaccato su quel divano dove,sedutagli accanto,aspettavo che proferisse finalmente parola.
“…E
sentiamo,per quando dovresti imparare questa parte?”
Sul suo viso si dipinse un’espressione perplessa ed incredula al tempo stesso,che lasciava trasparire la sua completa sfiducia nelle mie palesemente scarse capacità d’attrice.La cosa mi infastidì non poco,perché pur essendo consapevole dei miei limiti non potevo ammettere che lui mi considerasse un’incapace.
“Per questo giovedì,ma se hai intenzione di
continuare ad essere così
insopportabilmente scettico posso anche
fare a meno del tuo aiuto!”
Ero infuriata. L’idea di dover recitare davanti ad
un pubblico non mi entusiasmava per niente,soprattutto a causa dell’inevitabile
aiuto da parte di Orlando che un impegno di questo tipo richiedeva.
“Cominciamo con il mantenere la calma,non è certo
colpa mia se ti trovi in questa situazione…”
Trattenetti a stento una risatina isterica.Non era
colpa sua?!Come al solito non si rendeva conto di nulla.Come al solito trattava
ogni cosa con una leggerezza disarmante. E come al solito non prendeva
seriamente quello che mi riguardava.
Pur non essendone consapevole,Orlando era l’unico
responsabile di quell’assurda situazione.Ed era anche il solo che potesse
aiutarmi ad uscirne con un minimo di dignità.
Perché se avevo deciso di iscrivermi a quel
maledettissimo corso di recitazione dipendeva esclusivamente da lui:dai suoi
disarmanti occhi scuri,dal suo sorriso luminoso ed ironico,dal suo volto
innocente e malizioso al tempo stesso,dal suo essere così
com’era,insomma;perfetto pur nelle sue mille imperfezioni.
Caratteristica che sul mio timido ego esercitava un
fascino talmente magnetico da non riuscire a rivelare nemmeno in parte l’amore
smisurato che nutrivo nei suoi confronti ormai da tempo immemorabile.
Sì,perché di amore si trattava.Senza alcun dubbio.
L’unico problema era la mia assoluta incapacità nell’anche solo provare a
rivelargliene l’esistenza.
A quel punto la strada della recitazione mi era
sembrata un ottimo espediente per tentare di lavorare sull’insicurezza che mi
bloccava.
Mai però avrei immaginato che sarei stata
sorteggiata per recitare la parte di protagonista nella rappresentazione di
fine corso che si sarebbe tenuta di lì a due settimane.
Il suo aiuto quindi mi era indispensabile.Ma quel
suo atteggiamento da “so-tutto-io”di certo non mi faceva sentire a mio
agio.Anche perché ero conscia delle mie carenti possibilità recitative.
“Vuoi aiutarmi sì o no?”accantonai per un attimo il
mio nervosismo assumendo un’aria sufficientemente persuasiva mentre le mie
palpebre sbattevano a ripetizione implorando un suo “sì” che ponesse fine a
quell’umiliante performance da completa idiota.
Le mie suppliche sortirono l’effetto sperato,perché
vidi gli angoli della sua bocca sollevarsi in un sorriso maliziosamente
lusingato.
“Così va meglio,adesso posso anche pensare di
prendere in considerazione l’idea di aiutarti…”disse dandomi un leggero
colpetto sulla fronte.
“Ma grazie,vostra altezza…”sbuffai al limite
dell’esasperazione.
Era evidente che provava una certa soddisfazione nel
farmi pesare il fatto di avergli chiesto aiuto.Era un altro modo per
pavoneggiarsi e coltivare il suo spiccato egocentrismo d’attore.
Se avessi avuto un minimo di buon senso avrei dovuto
lasciarlo perdere seduta stante,ma ovviamente parliamo di un’ipotesi remota ed
irrealizzabile.
L’amore mi rendeva cieca e capace di sopportare
anche questo genere di difetti che chiunque altro avrebbe trovato
intollerabili.
“Allora,innanzitutto hai dato una letta alle
caratteristiche generali del tuo personaggio?”
La sua domanda mi riportò alla triste realtà del suo
disordinato salotto di giovane attore single.
“Veramente no…avrei dovuto?”
Orlando si prese la testa tra le mani assumendo
un’espressione sconsolata.
“Avrei dovuto immaginarlo…questa è una partita persa
in partenza…”
Gli sfilai il copione di mano e mi alzai di scatto
dal divano.Questo era davvero troppo.
“Grazie per l’aiuto.Ci vediamo.” Mormorai con tono
gelido dirigendomi verso la porta.
Purtroppo o per fortuna,Orlando fu così pronto a
bloccarmi da eliminare ogni mio proposito di fuga da quell’appartamento,la cui
aria diveniva sempre meno respirabile per entrambi.
“D’accordo,d’accordo,forse abbiamo cominciato con il
piede sbagliato…”
“Abbiamo?!Direi piuttosto “hai”…”
“E va bene.HO sbagliato io…”disse ridendo mentre con
le mani indicava il divano dove eravamo stati fino a poco prima.
Lo guardai rassegnata e mi sedetti nuovamente su
quei morbidi cuscini blu,aspettando che lui facesse altrettanto.
“Cominciamo dal principio.Tu dovresti
interpretare la provocante e disinibita ragazza di un gangster della Chicago
degli anni ’30…fin qui pensi di esserci?”
Lo fulminai con lo sguardo mettendogli il broncio.
“Non sono certo così idiota…”
“Bene,questo è già un piccolo traguardo.Appurato
questo,potremmo lavorare sulle caratteristiche del tuo personaggio.Sei
d’accordo?”
Annuii cercando di nascondere il nervosismo che
cominciava a riaffiorare in me.
“Bene…mostrami la tua idea di “provocante e
disinibita”,allora…”
I suoi occhi nocciola erano puntati su di me in
attesa di una qualche mia reazione.
Supplicai le mie gambe di sorreggermi una volta che
mi fossi alzata da quel divano,da cui all’improvviso mi risultava difficile
allontanarmi.
Feci qualche passo verso il centro del
salotto,sollevando leggermente il viso per vedere che genere di espressione
regnasse sul suo volto.
I suoi vispi occhi nocciola continuavano a fissarmi
in silenzio,aspettando pazientemente che io adempiessi alla richiesta
fuoriuscita poco prima dalle sue labbra sottili.
Nel vederlo così serioso non potei impedire che un
evidente rossore s’impadronisse delle mie gote.
“Fantastico…se questa è la tua idea di provocante
siamo a cavallo…”mi disse ridendo portandosi una mano alla testa per poi
scompigliarsi leggermente i capelli.
Quel suo atteggiamento disfattista mi riempì di
rabbia.
“Le tue costanti critiche certo non mi sono
d’aiuto…”sibilai imbronciata.
“Vorresti dirmi che pensi di essere in grado di
recitare una simile parte?”
“E va bene…avevo ripromesso a me stessa che sarei
riuscita a mantenere la calma,ma mi rendo conto che avendo a che fare con te è
impossibile…”
“Se tu ti mostrassi più disponibile forse
riusciresti a calarti nella parte senza arrossire…”
Certo.Dalla sua prospettiva di spettatore e giudice
assolutamente ignaro dei miei sentimenti era facile parlare.Il problema è che
mi riusciva piuttosto difficile calarmi nei panni di una conturbante ed
espansiva “gangster girl” d’altri tempi con i suoi penetranti occhi scuri
puntati addosso.
Ma ovviamente ritenei che fosse meglio tenere queste
considerazioni per me.Tanto ormai,segreto più segreto meno,non faceva
particolare differenza.
“D’accordo…mi arrendo…hai qualche brillante
suggerimento da darmi?”mormorai sconsolata ad occhi bassi.La situazione si
stava facendo sempre più frustrante.
D’un tratto,ebbi l’impressione di percepire un
improvviso bagliore che schiarì per un attimo le sue pupille brune.
Sollevò un angolo della bocca in un malizioso mezzo
sorriso,mentre un’espressione furbescamente ambigua si faceva strada sul suo
bel volto.
Lasciò cadere sui morbidi cuscini quello stesso
copione che fino a qualche attimo prima aveva tenuto saldamente in una mano,per
poi cominciare ad aggirare lentamente il divano,lo sguardo fisso su di
me,mentre le sue dita scorrevano sulla setosa fodera del sofà.
Avevo detto che la situazione si stava facendo
frustrante?Beh,questo suo repentino cambiamento d’atteggiamento la rese
addirittura soffocante.
I muscoli delle mie gambe sembravano essere caduti
in un irrecuperabile torpore che le rendeva incapaci di qualunque movimento.
Non riuscivo a capacitarmi di cosa diavolo stesse accadendo in quella
maledettissima stanza.
Gli occhi di Orlando mi attraevano come due potenti
calamite,e non riuscivo a distogliere lo sguardo dalla sua avvenente
persona,che ormai si stagliava davanti a me in tutto il suo fascino
ammaliatore.
Sentii le sue mani avvolgermi in vita,mentre,con
fare lascivo avvicinava le sue labbra alle mie.
Non potei impedire al mio cuore di sussultare nel
mio petto,mentre un brivido caldo percorreva il mio corpo,inerme fra le sue
braccia.
“E’ tanto grave se rimandiamo le lezioni di
recitazione a dopo?”sussurrò appena.
La musica che empieva i miei timpani rendeva le sue
parole appena percettibili,e come se non bastasse le mie labbra sembravano non
rispondere al comando di emettere un suono che avesse un minimo di senso
compiuto.
Situazione soffocante?Dovetti ricredermi ancora una
volta. A questo punto l’unico aggettivo adeguato che comparve nella mia mente
annebbiata fu invitante.Pericolosamente invitante,direi.
Ogni suo gesto,ogni sua espressione,ogni sua parola
aveva su di me un potere incantatore.
Arrivai all’inevitabile conclusione che Orlando
fosse sprecato come attore.Se solo avesse voluto avrebbe trovato che la
carriera di mago potesse essere altrettanto prolifica per il suo conto in
banca.
Bastò che le sue dita sfiorassero appena le mie
labbra,che subito queste riacquisirono la sensibilità che fino a poco prima
sembrava irrimediabilmente perduta.
Chiusi gli occhi in attesa che un suo bacio ponesse
fine a quella dolce tortura.
Il cuore ormai galoppava senza tregua,e il sangue
pulsava talmente nelle mie vene che ebbi l’impressione di morire.
Ma così fulmineamente come quell’inaspettato
rivoluzionamento di situazione aveva
avuto inizio,ebbe purtroppo fine.
Sbarrai gli occhi trapelando stupore quando lo
sentii schiarirsi la voce rumorosamente.
“Ecco…questo,è quello che intendo per provocante e
disinibito.”
Il suo sguardo era diventato nuovamente
impenetrabile. E il suo viso era tornato ad assumere quell’espressione
bambinesca e adulta al tempo stesso che ben conoscevo.
“Tu…”mormorai indicandolo debolmente.
Non riuscii ad andare oltre.Tutto aveva finalmente acquisito
un senso.Era stata una dimostrazione delle sue grandi capacità d’attore.Una
semplice dimostrazione che non aveva alcun altro significato latente,come
invece mi era sembrato che fosse.Come invece avrei tanto voluto che
fosse.
Ho detto che Orlando avrebbe potuto avere un futuro
come mago.Forse gli si addice maggiormente la carriera di illusionista.Perché
per più di un attimo avevo creduto (o sperato) che i miei sentimenti fossero
ricambiati con la stessa intensità che sentivo di avere io.
CONTINUA…