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Autore: adamantina    28/11/2010    2 recensioni
Vanessa, Blake, Damien, Lily, Charlotte e Jonathan sono diversi.
Non si considerano speciali; i loro "doni" non sono per loro altro che una maledizione che impedisce loro di avere una vita normale come un qualsiasi altro teenager.
Vanessa, Blake, Damien, Lily, Charlotte e Jonathan vivono al Queen Victoria's College, scopo del quale è addestrarli al controllo dei propri superpoteri -perchè è di questo che si tratta, nonostante il termine non risulti loro gradito-, a come sfruttarli, a come nasconderli.
Ma una serie di particolari eventi e un nuovo, strano preside li porteranno a chiedersi se il Queen Victoria's non sia, più che una scuola, una sorta di prigione...
E se lo fosse, sarebbe forse peggiore del mondo esterno, con i suoi schemi, le sue regole e i suoi ottusi pregiudizi?
Genere: Avventura, Introspettivo, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Queen Victoria's College'
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~No limits~

 

[Charlotte]

 

Sono qui seduta accanto a Jonathan quando miss Douglas entra.

I ragazzi cominciano a parlare tutti insieme nel tentativo di spiegarle quello che Vahel ha fatto.

Io resto in silenzio, tanto so che lo spiegheranno tanto bene quanto lo farei io.

Il mio sguardo torna nuovamente su Jonathan.

Ringrazio il cielo –o meglio, il sonnifero- che sia incosciente, perché quando si sveglierà probabilmente quelle ferite gli faranno male.

Divido la mia attenzione tra lui e miss Douglas –cosa assolutamente fattibile per il mio cervello super-potenziato.

-Ragazzi, ho capito cosa volete dire, ma non c’è niente che possiamo fare.-

-Come sarebbe a dire?-, reagisce Lily, furiosa. –Ha quasi ucciso Jonathan! E voleva impedirci di aiutarlo! Dovete fare qualcosa!-

-Lily, il presidente degli Stati Uniti in persona ha nominato Ivan Vahel, semplicemente perché ha paura di voi! Teme ciò che potrete diventare un giorno e ha approvato ogni singolo metodo che Vahel userà con voi!-

Lo sapevo già, ed era piuttosto ovvio, ma Lily e gli altri riescono a farsi cogliere di sorpresa e spalancano gli occhi, per poi cominciare con i “ma” e i “se”.

Del tutto inutile.

Torno a dedicare tutta la mia attenzione a Jonathan.

Non vorrei essere fraintesa: non che non mi interessi ribellarmi contro quello che Vahel ha fatto, ma so che parlarne ai professori è stupido. Vahel non avrebbe fatto nulla se non fosse stato assolutamente certo di non ricavarne conseguenze legali.

Ha calcolato tutto.

Miss Douglas esce e rimaniamo nuovamente soli.

-Da quanto tempo è fuori Blake?-, chiede Lily.

-Due ore e undici minuti-, rispondo automaticamente.

Merito del mio computer mentale.

-Non va bene-, sussurra lei. –Dobbiamo fare qualcosa.-

-Andiamo nel laboratorio a vedere cosa sta succedendo-, propone Damien.

-È pericoloso-, commenta Vanessa.

-Non mi importa. Blake ha salvato Jonathan, tocca a noi salvare lui. Io vado.-

-E io vengo con te-, propongo.

Lui mi guarda critico, ma gli lancio un’occhiata penetrante.

-Sapresti manomettere il tastierino numerico all’ingresso?-, gli chiedo.

Damien si arrende subito, scuotendo la testa.

-Hai vinto-, dice, alzandosi. –Ma non facciamoci vedere.-

-Per chi mi hai preso?-, scherzo, mentre lo seguo fuori dall’infermeria.

Siamo appena usciti quando vediamo Vahel che entra in un’aula, seguito da Collins, il tecnico.

E se sono lì, significa che non possono essere nei sotterranei.

Damien sorride, pensando la stessa cosa, e ci affrettiamo a raggiungere il laboratorio.

-Ricordi quante cifre erano?-, chiedo, osservando il tastierino.

-Sei-, dice Damien con certezza. –Ho sentito il suono.-

-Sei-, ripeto tra me. Sollevo leggermente il bordo inferiore della mia felpa grigia oversize per rivelare un piccolo marsupio nascosto. Ne tiro fuori un cacciavite.

-Stai scherzando-, mormora Damien, guardandomi le spalle.

Sbuffo, e in meno di cinquanta secondi la porta è aperta.

-Andiamo-, borbotto.

La prima cosa che sento è un grido.

-Blake-, dice Damien, perdendo tutto il suo senso dell’umorismo e guardandomi con preoccupazione.

Seguiamo la direzione del grido e lo vediamo.

Blake è su una grande sedia metallica, polsi e caviglie bloccati, e la sua espressione mi sconvolge. È rosso in viso, sudato, con i capelli biondi appiccicati al volto, i denti stretti, come a trattenere un altro grido.

-Blake! Cosa succede?-, chiede Damien.

Ma io sono già un passo avanti … come al solito.

Il mio sguardo corre al computer acceso. Le frequenze che rivela mi inquietano, in particolare quella relativa al battito cardiaco, decisamente troppo alto.

Blake non riesce a rispondere, ma ci penso io.

-Quell’apparecchio gli sta trasmettendo energia elettrica allo stato puro e ad altissimo voltaggio-, dico.

-Che cosa? Non dovrebbe essere già morto?-

-Il suo potere consiste nel creare energia e quindi può assorbirne di più rispetto ad un normale essere umano, ma ha un limite, e ci siamo troppo vicini.-

Un altro grido si fa strada tra le mascelle serrate di Blake.

-Non puoi fermarlo?-, sbotta Damien.

-Potrei, ma Vahel se ne accorgerà, quando guarderà questi schemi.-

-Non riesci ad evitarlo?-

-Dammi un minuto.-

-Non ce l’abbiamo!-, esclama Damien, lo sguardo perso nel vuoto. Ha appena visto qualcosa. –Vahel sarà qui tra poco. Dobbiamo uscire.-

-Non possiamo lasciarlo così!-

-Sta venendo per interromperlo, Charlie. Andiamo!-

Troppo tardi. Una serie di sei bip ci annuncia l’imminente ingresso di Ivan Vahel.

-Qui-, dico a Dam, spingendolo dentro ad un armadio e seguendolo subito dopo. Mi chiudo la porta alle spalle.

Appena in tempo.

-Rieccomi qui, Gray-, dice Vahel.

La sua voce arriva soffocata attraverso l’anta di metallo.

Sento premere dei pulsanti e poi un gemito di Blake.

-Ecco fatto. Per oggi può bastare. Spero che tu abbia imparato la lezione.-

Silenzio.

-Avanti, Gray. Non vuoi che ricominci tutto da capo, vero?-

Ancora niente.

-Su, coraggio. Cos’hai imparato oggi?-

Blake non risponde, e Vahel riaccende l’apparecchio per un secondo.

Abbastanza per strappargli un grido.

-Allora?-

-Io … non le … disobbedirò … più … signore.-

Devo trattenere Damien con la forza perché non salti fuori.

-Benissimo. Hai visto? Non era così difficile.-

Un clac annuncia che gli anelli che tenevano fermo Blake si sono riaperti.

-Puoi andare, Gray.-

Da lì in poi, sento solo suoni trascinati, soffocati, tintinnii di cose urtate e tonfi.

Due minuti e ventisette secondi dopo, siamo soli.

Io e Damien usciamo dall’armadio e ci precipitiamo fuori dal laboratorio.

Blake è crollato sul secondo scalino.

Damien gli è subito accanto.

-Blake-, lo chiama sottovoce. –Avanti, amico, rispondi. Blake … -

-Sì-, biascica lui.

-Prendimi la mano, ecco, così … io e Charlotte ti portiamo in infermeria.-

-No-, ringhia Blake.

Sussulto.

-Portatemi nel dormitorio-, insiste.

Damien non lo contraddice. Mettiamo ognuno un braccio attorno alle sue spalle e lo accompagniamo fino ai dormitori.

Entriamo in quelli maschili e adagiamo Blake sul suo letto.

-Come stai?-, chiede Damien, preoccupato, sedendoglisi accanto.

Lui non risponde.

-Damien, vai a dire agli altri che è qui-, lo esorto. –Ci penso io a lui.-

Il veggente mi guarda, non del tutto convinto.

-Avanti, ho una laurea in medicina. È in buone mani.-

Damien annuisce e scompare oltre la porta.

Io prendo il polso di Blake e controllo le pulsazioni. Il cuore va ancora veloce, ma nella norma. Probabilmente l’energia elettrica gli ha fatto contrarre tutti i muscoli, perciò ora si staranno distendendo di nuovo. Non dev’essere piacevole.

-Blake, come va?-, gli chiedo.

-Meglio-, replica lui.

Comincio a massaggiargli i muscoli del collo, con gesti esperti. Non sono passati neanche tre minuti quando Lily entra come una furia.

-Cosa gli ha fatto?-, ruggisce.

Non so perché, ma mi sembra una buona idea allontanarmi da Blake. Non si sa mai.

-Gli ha immesso nel corpo dell’energia elettrica ad alto voltaggio-, rispondo.

Lei batte le palpebre, confusa.

-Vieni qui, continua a massaggiare-, la istruisco. –Non far contrarre i muscoli.-

Lily impara in fretta.

-Quel grande bastardo-, sibila Vanessa. –Quel figlio di … -

Non credo di averla mai sentita usare questi termini, e sì che nessuno ha toccato Damien, il suo pupillo.

-Come sta Jonathan?-, chiedo.

-Non molto bene-, replica Lily, senza interrompere il massaggio. –Le ferite continuano a sanguinare. Il dottore gli rifarà presto le fasciature.-

-Blake non ha voluto andare in infermeria-, dice Damien.

Blake borbotta qualcosa riguardo a “non dargli questa soddisfazione”.

Solite stupidaggini da maschi.

Siamo già fin troppi qua dentro. Mi alzo ed esco.

Mi dirigo quasi inconsciamente verso l’infermeria.

Jonathan è immobile, pallido.

Il mio cuore si stringe in una morsa nel vederlo così. Gli prendo la mano.

-Charlie?-, mi giunge un borbottio.

Spalanco gli occhi. Ero convinta che dormisse. Lascio andare la sua mano, incredibilmente imbarazzata.

-Sì, sono io-, rispondo.

Ma Jonathan non aggiunge altro. Brontola qualcosa di incomprensibile per poi tacere di nuovo.

Deve aver detto il mio nome nel sonno.

La cosa, devo ammetterlo, mi rende un po’ felice.

Ma a chi la vado a raccontare? Mi rende molto felice.

Scosto dal viso pallido di Jonathan un ciuffo di capelli ribelli.

-Andrà tutto bene-, mormoro.

Questa tenerezza che provo dev’essere assolutamente colpa della mia latente sindrome della crocerossina.

Non c’è altra spiegazione logica.

Perché, deve essercene una?

Sospiro.

Vorrei poter fare qualcosa.

È proprio questo che mi terrorizza di più di Ivan Vahel. Il suo potere assoluto su di noi. Può fare quello che vuole delle nostre vite, giocare a fare il dio e trattarci come giocattoli facili di spezzare.

E tutto ciò che noi facciamo per opporci a lui non ha significato, perché non c’è nessuna autorità che può fermarlo.

Nessun limite.

 

 

Come sempre, ringrazio tutti coloro che leggono.

In particolare grazie a Kuri per la recensione.

Nei prossimi capitoli cercherò di infilare qualche descrizione fisica, nel frattempo se ti va ti lascio i link delle foto di come mi immagino i vari personaggi:

Lily: http://i52.tinypic.com/33tl1sn.jpg

Vanessa: http://i55.tinypic.com/ff1gdu.jpg

Damien: http://i53.tinypic.com/140llix.jpg

Blake: http://i55.tinypic.com/25zrtzk.jpg

Jonathan: http://i54.tinypic.com/x3vus.jpg

Charlotte: http://i52.tinypic.com/er05tv.jpg

Vahel: http://i56.tinypic.com/2z8z13s.jpg

I ragazzi non indossano una vera e propria uniforme, ma semplicemente delle felpe/maglie/camicie ecc con il logo della scuola.

A presto!

 

Adamantina

   
 
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