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Autore: Leuviah_Utopia    29/11/2010    1 recensioni
Il legame che c'è tra Elena Gilbert e i fratelli Salvatore non potrà mai essere spezzato. E se questi fossero legati tra di loro da una storia vissuta centinaia di secoli fa...magari nel Medio Evo? Il destino ha deciso che i nostri giovani eroi saranno uniti per sempre da un nodo "inscindibile", che prima di loro, aveva unito le vite dei loro antenati...
Tutto potrebbe risolversi con una scelta...a meno che...
"Ti manca qualcosa. Sai di avere tutto, ma ti manca qualcosa che forse non potrai mai avere…" Pensò Elena.
La ragazza stava per lasciar andare un pianto silenzioso, come era ormai abituata a fare, quando sentì qualcuno afferrarle i fianchi da dietro e con delicatezza voltarla. Ad Elena si mozzò il fiato quando vide chi l’aveva stretta tra le braccia…
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Quasi tutti, Stefan Salvatore
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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«Aaaaaaahhh», urlarono le due ragazze all’unisono. Bonnie perse l’equilibrio ma, fortunatamente per lei, Meredith la tenne per un braccio per evitarle una brutta caduta. Damon le guardava divertito con le braccia incrociate sul petto come era sua abitudine fare.
«Voi chi siete?», domandò Meredith per prima. Damon riusciva a cogliere molto facilmente ciò che stavano provando le ragazze in quel momento e si incuriosì quando percepì che la ragazza più scura era soltanto colma di irritazione, al contrario della rossa che emanava paura da tutte le parti. «Be’, cos’avete da guardare? Rispondete alla mia domanda, per favore». L’irritazione stava aumentando e la ragazza aveva cominciato a guardare Damon con un’espressione abbastanza minacciosa.

È tremendamente fastidioso il comportamento di questa fanciulla.
Possibile che non abbia paura di uno sconosciuto spuntato dall’ombra della foresta?

Damon inarcò un sopracciglio e si lasciò scappare un leggero sorriso che per altre ragazze sarebbe stato molto seducente, ma non per Meredith che, perdendo la pazienza, prese la sorella per il braccio che aveva lasciato dopo che ne aveva evitato la caduta.«Andiamo via Bonnie!». Bonnie se ne stava nascosta dietro Meredith e non esitò nemmeno per un secondo a seguirla non appena questa le aveva detto di andare via da quel posto ma, soprattutto, per scappare via da quel tipo che le stava fissando, con uno strano sorriso, già da un po’.
«Dove credete di andare?», domandò Damon continuando a mantenere quel sorriso impertinente che lo rendeva irresistibile.  
Meredith non esitò nemmeno un secondo a non fermarsi e continuando a camminare rispose al giovane con un’altra domanda. «Perché dovremmo rispondere alla vostra domanda se voi non rispondete a nessuna delle nostre?».

Coraggiosa la ragazza.

Pensò Damon che, con agilità, si parò proprio di fronte le due fanciulle, impedendo loro di proseguire verso la foresta. «Mie dolci fanciulle perché tutta questa fretta? Non sarebbe molto gentile da parte vostra andare via dopo che vi siete intrufolate nella mia proprietà».
Bonnie e Meredith si guardarono e deglutirono entrambe. «Qu – questa è la v – vostra propr – ietà?». Bonnie aveva parlato per la prima volta e Damon non mancò di lanciarle uno di quei suoi sorrisi affascinanti che, molto probabilmente, stava ad indicare un’affermazione.

È bello da mozzare il fiato!

Bonnie era rimasta folgorata dal fascino di quel giovane, ma sapeva per certo che c’era qualcosa che non andava in lui e per questo motivo dovevano andarsene il più presto possibile.
«Non è possibile che questa sia la vostra proprietà. Questa dicono sia la dimora di esseri malvagi».

Che ingenue…

«E chi vi dice che io non lo sia?». Il solito sorriso divertito di Damon si era trasformato in un sorriso cinico che mise in allarme le due sorelle.
«Cosa…siete?», domandò Meredith tutta ad un fiato. Il suo tono di voce era sempre controllato e apparentemente anche lei lo era ma, questa volta, Damon era riuscito a percepire che un senso di piena confusione aveva invaso la ragazza più coraggiosa.
«Scusate se mi permetto, ma come si fa a domandare ad un uomo “cosa sia”? Ci sono tanti modi per chiedermi di presentarmi, ma non credo che questo sia il più corretto». Damon era terribilmente divertito che non potè far a meno di lasciarsi andare in una risata perversa.
«Vi avevamo già chiesto chi eravate e voi non ci avete dato una risposta perché evidentemente non era quella adatta. Adesso, credo di aver capito che state cercando di metterci paura ma, vi avviso, non sarà facile». Meredith pronunciò quelle parole con sicurezza, ma non riuscì ad ottenere l’effetto che desiderava, anzi, il giovane che le stava di fronte prese ciò che le aveva appena detto quella ragazza per una sfida.
«Adoro le sfide.», concluse Damon.
«Meredith, non sfidarlo». Bonnie strinse il braccio della sorella e la guardò cercando comprensione nei suoi occhi.
«La piccolina ha capito il gioco», aggiunse Damon con tono ironico.
«Io non sto giocando con nessuno. Lasciateci andare e noi non parleremo con nessuno di questa faccenda». Meredith aveva una capacità di autocontrollo fenomenale, il che era una buona arma a suo vantaggio.
«Troppo facile». Damon aveva chiuso gli occhi e cominciando a dondolare il capo cominciò a pensare cosa avrebbe dovuto farne di quelle due ragazze.

È ora di fare uno spuntino. Due giovani fanciulle in più mi faranno sicuramente bene.

«Siete stato voi a farle del male?». Improvvisamente Bonnie intervenne nell’assurda discussione che stavano avendo Meredith e il giovane. Quest’ultimo interruppe i suoi pensieri e rivolse la sua attenzione alla piccola rossa che sembrava avere lo sguardo perso nel vuoto, ma comunque molto terrorizzato. Damon non riuscì a capire cosa la ragazza volesse dirgli, ma restò colpito dalla piccola Bonnie.
«A chi vi riferite?», chiese Damon con un misto di confusione e curiosità.
«Alla nostra amica, Elena.», rispose Bonnie con voce tremante. Damon restò interdetto per qualche secondo. Non sapeva cosa rispondere alla ragazza, ma non riusciva nemmeno a capire come mai le ragazze sapessero che ad Elena era successo qualcosa.
«Voi come fate a saperlo?», fu l’unica “risposta” che Damon riuscì a dare.
«Rispondete alla nostra domanda prima». Meredith stringeva la mano di Bonnie e guardava il giovane dritto negli occhi, aspettando una risposta di senso compiuto.
«No, non le ho fatto del male», rispose Damon con fermezza. Meredith e Bonnie tirarono un sospiro di sollievo. «E adesso…ditemi come fate a sapere che le è successo qualcosa».
Meredith e Bonnie si guardarono per un istante e, subito dopo, fu Bonnie a dare la risposta. «Perché l’ho visto…nella mia visione».

Visione? Ma…questo vuol dire che…

«Siete una strega». Questa non era una domanda, ma un’affermazione.

Adesso è tutto chiaro. Per questo motivo la sua aurea non è comune a quella di un normale mortale!

«E voi siete un vampiro». Ribatté Bonnie con voce smorzata.
Damon abbandonò la posizione da “stato di allerta” in cui si trovava e si spostò, con passi eleganti, verso il tronco dell’albero, da cui era balzato poco prima, e vi si poggiò con le spalle, ma sempre mantenendo le braccia incrociate al petto e una gamba poggiata, anch’essa, sul tronco. Un sorriso beffardo iniziò ad imprimersi nelle sue labbra.
«Elena sta bene? Dov’è?». Domandò Meredith con preoccupazione.
«Siete voi Stefan?», aggiunse Bonnie.
A quella domanda Damon sentì un senso di irritazione invaderlo. Per lui era una vera e propria vergogna essere riconosciuto con il nome di “Stefan”.

Non potrei essere quel Santo Stefan nemmeno se rinascessi altre cento volte.

«No!», disse Damon seccato da quella infamante offesa. «E non vorrei mai esserlo». Non rispose però alla prima domanda, perché non era sicuro della risposta che doveva dare alle giovani.
Le due ragazze si guardarono disorientate e non riuscirono nemmeno a comprendere la causa per cui quella semplice domanda fosse stata motivo d’accusa per quel giovane.
«E allora chi siete?», chiese Meredith incrociando, anche lei, le braccia al petto, mentre Bonnie fissava quel vampiro che le stava davanti e che, prima o poi, avrebbe potuto ucciderle…da un momento all’altro.
«Sono Damon, il fratello di Stefan»., rispose infastidito il giovane.
«Anche Stefan è un vampiro? E dov’è adesso? È con Elena?». Bonnie si sentiva terribilmente agitata in quella assurda situazione in cui si trovava, insieme alla sorella.
«Preferirei una domanda alla volta, se non vi dispiace». Damon aveva richiuso gli occhi per cercare di contenere la collera che man mano stava occupando ogni parte del suo corpo. Ripensare a Stefan lo aveva portato a ricordare il motivo per cui si era appostato sopra quegli alberi e la missione che aveva. Non poteva perdere altro tempo. «E bene…si, anche mio fratello è un vampiro. No, non so dove si trovi. Si, è sicuramente con Elena, ma entrambi sono stati catturati da uno strano essere molto potente e io non posso perdere più tempo con voi perché devo ritrovarli e riprendermi Elena. Credo che questa piccola sintesi sia abbastanza accettabile, non credete?!». Damon era rimasto per tutto il tempo immobile, su quel tronco che oramai era diventato comodo per le sue spalle muscolose. «Adesso potete andare. Ho cose molto più importanti a cui pensare. Non ho nemmeno il tempo di nutrirmi da voi, quindi siete state fortunate». Abbandonata quella posizione da “vampiro serio” che aveva assunto, Damon si guardò intorno e con un abile salto, si ritrovò sopra un ramo dell’albero che gli stava di fronte.
Bonnie e Meredith assistettero a quello spettacolo e ne rimasero colpite, ma non potevano lasciare andare l’unica possibilità che avevano per trovare la loro amica. «Aspettate», urlò Meredith. Il giovane si voltò a guardarle. «Vogliamo venire anche noi!». A quelle parole, Bonnie si voltò così velocemente verso la sorella, da provare un leggero dolore al collo.
«Meredith, ma che cosa stai dicendo? Sarebbe un suicidio». Bonnie parlava a bassa voce, perché non voleva che il vampiro la sentisse.
«La piccolina ha ragione. Non sarebbe prudente». Damon si intromise nel dialogo che si era appena aperto tra le due ragazze e Bonnie ne rimase inorridita.

È riuscito a sentirmi da quella distanza?!

«Noi possiamo aiutarvi, dopotutto…una strega farebbe bene anche a voi». Ecco, Meredith aveva trovato l’appoggio a cui aggrapparsi, le dispiaceva sfruttare la sorella in questo modo, ma aveva capito che l’unico modo per convincere quel succhiasangue era quello di sfidarlo e lei, come sfida, voleva usare i poteri della propria sorella. «Perdonami Bonnie, ma è l’unico modo che abbiamo per aiutare Elena». Con quelle parole, Bonnie si convinse e ribadì a Damon che i suoi poteri avrebbero potuto essergli utili, soprattutto per trovare il luogo in cui Elena si trovava.
Damon rimase su quel ramo, in una strana posizione che sembrava essere quella di un felino che sta per sferrare un attacco alla propria preda. Pensò per qualche istante all’utilità che le ragazze avrebbero potuto avere per lui.

Vediamo…della prorompente scura non saprei cosa farmene, ma la piccola streghetta potrebbe essermi utile, grazie alle sue visioni.

«Può venire la streghetta. Voi, invece, mi sareste solo di intralcio». Meredith si sentì offesa da quelle parole, ma sapeva di avere il coltello dalla parte del manico.
«Non lascerei mai mia sorella da sola con un vampiro, quindi…se volete lei, dovete prendere anche me!». La sicurezza di Meredith era a dir poco scioccante, ma le fu molto utile per trovare il consenso da parte del vampiro.
«Come volete voi, potrei anche usarvi come pranzo, adesso che mi ci fate pensare». Il tono di voce di Damon era ritornato ad essere quello sarcastico e presuntuoso di sempre, ma Meredith non si lasciò impressionare da quella sottintesa minaccia che il giovane le aveva appena lanciato. Bonnie, invece, non riuscì a fare a meno di deglutire e tirar fuori il fiato che si era tenuta dentro per chissà quanto tempo.
«Sei sicura di quello che stiamo facendo, Meredith?», domandò Bonnie con voce spezzata.
«Fidati di me. È l’unica possibilità che abbiamo», rispose Meredith con fermezza e disinvoltura. Avevano finalmente trovato il modo di riuscire a salvare la loro cara amica da qualcosa che, forse, le stava facendo del male e, purtroppo per loro, l’unico modo per aiutarla era quello di collaborare con quel vampiro che sembrava essere spietato, ai loro occhi.
«Che cosa state aspettando? Dobbiamo cominciare a cercare, non vorrete mica farmi perdere altro tempo?». Damon stava quasi per perdere la pazienza e le due ragazze se ne erano accorte, così iniziarono a seguire il giovane che a passi fulminei, si era incamminato verso la fitta foresta. «Vi avviso…non mi piace “camminare”, quindi sarà meglio che acceleriate il passo, se non volete restare da sole in questa oscura boscaglia. Non si sa cosa vi si potrebbe trovare». Damon lanciò un sorriso malizioso alle fanciulle che erano dietro di lui e notò compiaciuto che Bonnie era del tutto terrorizzata, mentre Meredith aveva un’espressione del tutto indifferente.

Quella ragazza mi fa quasi paura.

Pensò Damon esasperato dall’anormale serietà della ragazza dai capelli scuri.

Collaborare con degli umani… Una cosa davvero disgustosa!

I tre si trovavano già a buon punto della foresta. Damon teneva i sensi ben concentrati, lanciando, a volte, ondate di Potere a qualche nemico di passaggio che avrebbe potuto trovarsi nei paraggi, avvisandolo che l’odore di sangue umano che si sentiva nell’aria gli apparteneva e che chiunque avesse provato ad attaccare le due ragazze se la sarebbe vista con lui in persona. Ovviamente nessun altro vampiro era così stupido da mettersi contro Damon, perché dal Potere che lui stesso emanava, riuscivano a percepire quanto fosse potente.
Durante il tragitto, Damon ammirava la luna. Ne era sempre stato affascinato e fin da piccolo aveva avuto l’obiettivo di raggiungerla e portarla con se. Adesso, per Damon, la luna era soltanto un simbolo allegorico dei suoi desideri, perché aveva capito che la vera “luna” a cui aspirava era Elena. La voleva a tutti i costi e, non appena fosse riuscito a trovarla, l’avrebbe portata con se e l’avrebbe protetta per tutta la vita, anzi, l’eternità. Si, l’eternità, perché Damon voleva fare di Elena la sua amante immortale, in modo tale che, insieme, avrebbero vissuto secoli e secoli senza mai essere divisi l’una dall’altro. Era questo adesso il sogno di Damon e, in un modo o nell’altro, l’avrebbe realizzato.
Arrivati ad una radura, le due ragazze decisero di fermarsi, con contrarietà da parte di Damon che, però, non aveva potuto far a meno di sottostare all’ “abbiamo bisogno di riprendere fiato!”.

Fantastico. Così non riusciremo a trovarli nemmeno se passasse un altro secolo.

«E se vi trasformassi? Saremmo sicuramente molto più veloci». Damon guardò le due ragazze in modo ironico notando come le loro espressioni si erano fatte estremamente disgustate. Non ne fu offeso ma, bensì, divertito. «Suvvia, stavo scherzando. Ma sarebbe comunque una buona idea. È meglio tenerla in considerazione», concluse infine.
Ad un tratto, un urlo venne fuori dalla bocca di Bonnie. I suoi occhi divennero bianchi e le pupille presero a girare senza sosta. Sembrava che un demone si fosse impossessato della piccola strega.
«Ci siamo. Sta avendo una visione». Meredith strinse, con una mano,quella della sorella, mentre con l’altra la teneva ferma per la schiena, in quanto sembrava che Bonnie stesse avendo le convulsioni.
«Fa sempre così?», domandò Damon con una leggera ripugnanza.
«Dipende dalle visioni. Se sono lievi si blocca e tiene lo sguardo fisso su qualcosa per un bel po’ di minuti. In questo caso, invece, la sua visione è “terribile”, diciamo». Meredith continuava a tenere la sorella, aspettando che riprendesse conoscenza. Intanto, le convulsioni erano passate e il respiro di Bonnie cominciava a farsi più regolare.

Qualcosa di terribile. Che cosa avrà visto la streghetta? Che fosse qualcosa di brutto su Elena? Le staranno facendo del male?
Li ucciderò. Ucciderò chiunque stia facendo del male ad Elena. È una promessa!

Damon riusciva a stento a trattenere la rabbia. Non aveva la più pallida idea di cosa stesse capitando ad Elena e a suo fratello e, se perdeva ancora tempo, non era sicuro che sarebbe riuscito a salvarli entrambi.
«E adesso cosa succede?», domandò Damon. Bonnie aveva chiuso gli occhi e si era accasciata tra le braccia di Meredith.
«La visione deve averla stancata tantissimo. Deve riposare», gli rispose Meredith con nonchalance.
«Non possiamo, dobbiamo trovarli il più presto possibile!». Damon si stava agitando per via dei pensieri negativi che gli si affollavano nella mente.
«Ha bisogno di riposo, non può andare avanti senza!». Meredith aveva alzato il tono di voce, incurante di avere un faccia a faccia con un vampiro innervosito. «Soltanto per qualche oretta», concluse infine.
«Bene, dopodiché, però, dovrà parlare e dirmi che cosa ha visto e dove si trova adesso Elena». Con queste ultime parole, Damon si allontanò dalle due ragazze che giacevano, una appisolata e l’altra in allerta, sotto un albero che in lontananza sembrava nasconderle.

Manca poco. Sto venendo a prenderti, Elena!


Note d'autore:

Salve miei cari lettori. Questo è il settimo capitolo di questa "specie di storia" che sta venendo fuori da una testa svalvolata XD
Spero vi sia piaciuta anche se, lo so, molto probabilmente vi ho annoiato. In effetti, in questo capitolo, non ci sono molti colpi di scena, ma ho tenuto necessario far fare alle nostre due eroine, Bonnie e Meredith, la conoscenza con il nostro amato Damon. Uno strano incontro il loro, ma abbastanza divertente, almeno credo...
Secondo voi cosa starà capitando ad Elena e Stefan? Chi li ha rapiti e perchè?
E...Damon, riuscirà a mantenere il controllo con Bonnie e Meredith tra i piedi? XD
Vi ringrazio per il tempo che perdete per leggere questa storia. Spero di non deludervi con in capitoli successivi.
Un particolare grazie a coloro che seguono la storia, a chi la ricorda e a chi l'ha inserita tra le preferite! ^.^
   
 
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