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Autore: Cinderella In Love    30/11/2010    3 recensioni
Tutto al contrario. Il fattore scatenante è una mutazione minima dalla versione originale:
Quello di Stefania non è un falso allarme: nascono le gemelle e...
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO III

 

 

Catturami

 

 

Di rivelazioni e cappuccini distratti.

 

 

«Laura, ma non abbiamo avuto il tempo di scambiarci neanche due parole stamattina, già vai?» domandò Paolo, zoppicando nelle sue morbide pantofole, tenendo lo spazzolino da denti in bocca.

«Sono in un ritardo mostruoso, le ragazze mi uccidono se arrivo in ritardo, lo sai, no?» fece in fretta Laura, prendendo con sé la borsa e la giacca sbrigativamente.

«Beh, certo! Ci vediamo stasera?» domandò Paolo, atterrito dalla fretta con cui Laura stava lasciando casa.

«Sì, sì, amore… Vedrai recupereremo stasera: mi farò trovare come la donna perfetta: ai fornelli, tirata quanto una Barbie e pronta a sorridere a qualsiasi e fare sempre cenno di sì, come una velina, in pratica! A stasera…» sorrise sarcastica lei, baciandolo appena sulla guancia e chiudendo la porta.

«Non so perché, ma più passa il tempo, più io non la capisco!»-sbuffò Paolo, percorrendo il corridoio e lasciandosi cadere sulla sedia al tavolo della cucina, dinnanzi alla catalessi dei figli, buttati brutalmente giù dal letto poco prima-«Beh, fa piacere il fatto che voi non mi diate la benché minima consolazione…»

«Pa’, le donne sono un universo a sé stante, spesso incomprensibile alla ragionevole presa di coscienza della razionalità che guida la psiche del genere maschile a cui- modestamente- appartengo, apportando il mio contributo… Quindi, non c’è consolazione che regga! Una volta scelta la ‘femmina’ con cui decidiamo di passare la vita, siamo legati a vita alla loro essere lunatiche e assolutamente indecifrabili sotto ogni profilo fisiologico - psicologico…!»

«Facendo un riassunto, che diavolo vorrebbe dire?» lo guardò interlocutiva Cristina.

«Che una volta trovata la propria donna, per l’uomo, sono cazzi!» esclamò disinibito Emanuele, addentando entrambe le fette biscottate, appena inzuppate nel tazzone di latte che teneva tra le mani.

«Ema!!!» fecero in coro Paolo, Nina e Cristina, in segno di rimprovero.

«Ad averla una donna, però!» si rivolse sognante al cielo Ema, facendo finta di niente.

 

 

~

 

«Maya, Maya mi passi la foto che hai scelto: dobbiamo aggiustarci alla male peggio, dato che il grafico non c’è!» alzò il tono di voce Rosa, chiamando la rossa, in tono polemico perché Monica sentisse.

«Rosa, tesoro mio… Non siamo ancora sotto dittatura, puoi esprimere senza artefici retorici il tuo disappunto sulla mancanza della nostra grafica!» commentò senza troppi giri di parole la direttrice, scendendo dalla scaletta del suo ufficietto.

«Oh, menomale! Mi sento sollevata: a me, Elio manca! Non sentite che manca qualcosa, oltre l’odore delle scarpe che solo un uomo può sopportare?» domandò Rosa, spontanea come suo solito.

«La realtà, Rosa, è che per quanto gli uomini ci siano ostili, sentiamo la necessità di averci a che fare, soprattutto se non ne possediamo uno a portata di mano!» disse Lea, in tono maestoso e, senza dubbio, risentito.

«E siamo rimaste solo io e te…» piagnucolò Rosa, nonostante l’iniezione di autostima dei giorni precedenti che l’avevano portata a raggiungere- almeno per quanto possibile- un grado di stabilità psichico-emotiva accettabile.

«Suvvia, Rosa non ne fare una tragedia: tu sei stata sposata e, quindi, in compagnia d’un uomo per tutto il periodo delle mie peggiori beffe sentimentali: non può sempre andare male agli stessi!» ribattè Monica, abbozzando una linea difensiva.

«E, poi, non credere che sia tutto così facile! La vita di coppia è durissima!» commentò secca Laura, percorrendo il corridoio della redazione e lanciando, alla male e peggio, la borsa sul divano bianco.

«Ecco, appunto! Adesso, Maya si trova nella melassa dei primi tempi e non può essere oggettiva, ma io e Laura possiamo dirlo: una storia che duri, anche solo, più di tre notti e due giorni è fin troppo faticosa!» appoggiò l’affermazione dell’amica Monica, appoggiandosi alla scrivania di Rosa.

«A me non pare che voi due siate così oppresse dalle vostre relazioni: Laura, tu sembri un po’ più perplessa, ma, concorderete con me, che, Monica, entri qua dentro con dei sorrisoni che non si vedevano da parte tua dai tempi del primo fidanzatino in seconda elementare!» gracchiò Lea con una smorfia di disappunto.

«Ma guardala, guarda che occhi sbrilluccicosi che ha!» civettò Maya con un sorriso intenerito.

«Ce ne siamo giocate tre, capisci, Lea?! Tre nel giro di un solo anno!» denotò Rosa all’orecchio di una fredda Lea.

«La più colpita, però, rimane Maya. Da quando si è innamorata, non ne caviamo più ‘un ragno da un buco’! Vive sulle nuvole, senza nessi reali: come rovinare la vita? Basta un uomo!...» constatò amaramente la bionda.

«A proposito, Monica…»- le fece l’occhiolino Laura- «Non dovevi chiedermi quella consulenza sull’articolo delle ‘donne manager’?»

«Certo! Che sbadata, non me ne ricordavo quasi: saliamo?!» propose Monica con un’occhiata furtiva alla bionda che s’apprestava, nel frattempo, a seguire la direttrice su per la scaletta.

 

«Ma quell’articolo non è uscito nello scorso numero?» domandò Rosa analitica.

«Ma certo che è uscito lo scorso numero e, per giunta, l’ho scritto io: quindi, sì, è proprio come stai pensando Rosa! Le due stanno confabulando… di cosa non si sa, ma…» commentò Lea, senza distogliere lo sguardo dalla rivista che stava avidamente sfogliando.

 

«Allora?! Gliel’hai detto?» chiese impaziente Laura, sedendosi alla scrivania.

«Beh… no…» abbassò lo sguardo Monica.

«Ma perché?» domandò scocciata la bionda.

«Ma perché ho una paura fottuta, Laura! Quello- lo so- appena lo sa, scappa!»

«Ma perché dovrebbe farlo, per la centesima volta?» chiese nuovamente con cadenza stanca e ridondante.

«Ma perché tu te lo vedi Michele tra ciucci e pannolini?» chiese retorica Monica.

«Se è per questo, fino ad un anno fa, non avremmo mai pensato che avrebbe potuto mettere in piedi una relazione con una donna che durasse per più di 36 ore, invece- dimmi se erro- credo proprio che potrai darmi prova del contrario…» la mise alle strette Laura che si fermò, in quel momento, a guardare soddisfatta l’espressione attonita di Monica, ormai disarmata sopra ogni fronte.

«Monica, c’è Michele!» si sentì dal piano di sotto.

«Eccolo! Guarda un po’: si parla del diavolo e spuntano le corna e… il forcone!» sorrise maliziosa Monica a Laura, mentre chiudeva la porta del suo ufficio.

«Vai, su!» la incoraggiò Laura, invitandola a precederla.

«Amore!» -gli sorrise Monica, vedendolo, mentre scendeva le scale-«Come mai qui?» disse, baciandolo sulle labbra.

«Ti devo parlare un attimo, puoi?» chiese con un sorriso.

«Sì, però usciamo a fare due passi che mi manca l’aria…» suggerì lei, prendendogli la mano per poi tirarlo fuori la porta della redazione.

«Dimmi, che è successo?» chiese Monica, prendendo una boccata dell’aria fresca di quel settembre pieno.

«No… niente di importante, è solo che mio fratello…» accennò, sminuendo Michele.

«Non doveva partire ieri sera per tornare ‘sul cucuzzolo della montagna con la neve alta così’?!» sorrise piena d’entusiasmo lei, felice di immaginare l’addio di un cognato troppo ingombrante.

«Ecco: proprio questo è il punto… Adriano ha trovato lavoro a Roma e mi ha chiesto se…» accennò Michele con una smorfia, temendo ciò a cui stava andando incontro.

«Eh no, Michè, no! Non me lo dire, ti prego!» sbuffò Monica, presumendo il peggio.

«Va bene, allora non lo dico…!» gli fece l’occhiolino lui, cercando di dileguarsi dall’ira furiosa della compagna, che avvampava in viso sempre di più.

«Cretino, è un modo di dire!»-sbuffò Monica-«Lo sapevo, lo sapevo, lo sapevo!»- si rimproverò nevroticamente.

«Eh beh…d’altronde, me lo aspettavo la tua mancata euforia ed è anche un pochetto comprensibile, tutto sommato…» constatò Michele, alzando gli occhi al cielo.

«Un pochetto comprensibile, Michè?! Tu non hai un fratello: quello è un extraterrestre, l’ET de no’ altri, te lo sei forse dimenticato cosa non è riuscito a combinare in due giorni di permanenza nella capitale?! Ci ha fatto prendere una lavata di capo da don Luigi che neanche una puntata di Quark con a seguito un ‘polpettone’ polemico di ‘Porta a Porta’ sarebbe riuscito ed eguagliare, figurati in casa!» fece un breve resoconto Monica, infervorandosi.

«Eh, lo so, ma, Monica, prima cosa: nonostante tutto, è mio fratello e non posso lasciarlo dormire sulle gradinate di piazza di Spagna, secondo: pensa che con una buona azione, siamo sempre in tempo a rimediare agli atti di ‘estrema lussuria’ e a guadagnarci un angolino misero misero di Paradiso, terzo: magari è un occasione per ritagliarci qualche momento da soli, io e te, no?» propose ammaliatore.

«Faremo finta di essere i liceali alle prese con il primo amore?» domandò Monica con gli occhi che brillavano.

«Perché no? L’età ce l’abbiamo, il fisico pure, domani andiamo anche a dare la maturità, se vuoi…» la prese in giro spudoratamente.

«Che cretino che sei, quanto sei cinico… Non sei cambiato di una virgola…» ribatté lei, poggiandosi al muretto.

«Mmm… dillo che, in fondo, ti piace questo spirito contestatario…» appoggiò le mani al muro Michele, stringendo Monica.

«Forse…» sorrise lei maliziosa, facendosi desiderare.

«Allora, ci stai?» domandò Michele, guardandola negli occhi.

«Mmm… sì, ma solo perché non nient’altro di meglio da fare in questo periodo…» controbatté, scoppiando a ridere.

«Le tue dichiarazioni di affetto mi commuovono sempre, prima o poi mi si carieranno i denti solo a sentirti…» constatò Michele.

«Già, non corri pericolo, tesoro: lo faccio per interesse del tuo dentista!» continuò a polemizzare lei spudoratamente.

«Vieni qua, va!» sussurrò lui, avvicinandosi e incorrendo inevitabilmente in un bacio.

«Mmm… devo andare…» disse Michele, staccandosi.

«Già vai?» chiese Monica, sorridendogli.

«Mmm… questione di vita o di morte!»-esclamò, ridendo Michele.

«Cioè?» chiese lei, divertita.

«Devo andare da Paolo…» rispose Michele, spostandogli un riccio dal volto.

«Mmm… Potrei diventarne tremendamente gelosa, lo sai sì

«E non ti darei tutti i torti!» la baciò lui, andandosene, mentre Monica tornava dentro, dinnanzi agli sguardi inquisitori delle amiche, schierate e sedute tutte in fila sul divano.

«Che è? Sembra l’adunata annuale degli alpini! Che fate?»

«Niente, spettegolavamo di te!» constatò Lea, passando una mano nella lunga chioma di capelli biondi.

«Oh, che piacere! E cosa c’è da spettegolare su di me?»

«Ma… sai, non è che proprio ce la conti giusta in questo periodo…»

«Chi? Io?? Ma vi pare, io sono una senza scheletri nell’armadio: mai li ho avuti e mai li avrò!» ribattè Monica spudoratamente, mentre, portando una mano alla bocca, fuggiva verso il bagno.

«Ecco, l’avete visto che ho il gps!?» esclamò eccitata Rosa, divincolandosi sul divano.

«Ma che gps?! Poverina, starà male, chissà cos’ha!?» piagnucolò Maya, con le mani giunte.

«No, ti prego, Maya! Dimmi che stai scherzando, non puoi non aver capito!» sbuffò esasperata Rosa.

«Eccola qua!» mise su un sorriso furbo Lea, constatando l’arrivo di Monica, pallida in volto.

«Lo volete capire che io non  ho niente!» strepitò Monica.

«Certo! Come no?» ribatté Lea, lasciandosi sfuggire un sorriso.

«Lunedì hai avuto un mancamento e sei quasi svenuta, martedì avevi il capogiro, ieri i colpi di sonno hanno fatto sì che ti addormentassi… sette, dico sette volte in tre ore, mentre cercavamo di finire l’articolo per il numero nuovo e, adesso, corri in bagno, è giorni che nascondi la nausea…» gesticolava Rosa, in tono d’ovvietà divertita.

«E non provarti a negarlo, è palese!» intervenne Lea, prima che la ‘povera vittima’ potesse replicare.

«Io continuo a non capire, poverina… Avrà preso una brutta influenza: devi curarti e stare al caldo…!» sindacò Maya ingenuamente, che aveva assistito alla scena con la testa tra le nuvole a tratti.

«Beh, no… Curare, adesso, risulterebbe un po’ impossibile, al limite si poteva prevenire, ma…» alluse Rose all’amica, sperando vivamente che potesse capire.

«Ma l’influenza di stagione è terribile, si sa!» esclamò presa Maya.

«Eh!!» fece eco Monica per difendersi, appoggiandosi dell’ingenuità dell’amica.

«Ma come?! Tu, Monica, chi vuoi prendere in giro? Se ti accontenti di sviare la svampita, ok, ma noi siamo ancora coi piedi ben saldi a terra! E tu, Maya, su: che influenza di stagione e aspirine?! Monica non ha l’influenza!» mimò un sorrisetto tirato Rosa.

«A no?» chiese con vocina ingenua Maya.

«No, tesoro… no, proprio no!» gesticolò Rosa.

«E come se l’è presa allora?» chiese sempre più sorpresa la rossa, mentre alle altre cadevano le braccia e Monica tentava di defilarsi.

«Beh… Non che ci siano parecchi modi, la modalità è universale: è sempre quella!» spiegò, trattenendo le risa Rosa, fissando lo sguardo perduto di Maya.

«Ma ci vuole tanto, Maya?! Monica è evidentemente, irrimediabilmente…» irruppe Lea, fino ad allora silente.

«Influenzata!» ricalcò la rossa.

«E no, e basta: stiamo diventando vagamente patetiche e tu, Maya: non vorrai mica diventare il cliché della donna che, una volta perso il lume della ragione, innamorandosi, diventa totalmente incapace di intendere!?» disse Lea, tutto d’un fiato.

«Io? Cos’è che dovrei capire io?» chiese Maya ingenuamente.

«Oddio!» mise il volto tra le mani Rosa, ormai esasperata.

«Ma come?!» si accavallò la voce di Lea.

«Va bene, va bene: sono incinta!» cedette Monica, facendo calare il silenzio.

«Ecco! Avemus papae!» sospirò Rosa, dopo un attimo di perplessità.

«Oh finalmente, credevo seriamente di sfiorare la veneranda età di Matusalemme, attendendo questa tua confessione!» constatò Lea, innegabilmente soddisfatta.

«Cosa ha detto?» si accertò la rossa, dubbiosa.

«Hai capito bene: sono in-cin-ta!» ripetè Monica risoluta.

«E’ incinta! E come è successo?» civettò Maya con sguardo confuso.

«Maya, tu che fai di queste domande?» scoppiò a ridere Monica maliziosamente.

«Questa ce l’hanno rubata gli alieni!» si sprofondò  all’indietro sui cuscini candidi Rosa.

«Oh che bello! Quanto sono felice!! Monica diventa mamma, ma di chi è?» chiese sempre più stralunata la giovane.

«Oh, sant’Iddio! Quello là, ‘faccia da maiale’ l’ho rincoglionita ieri sera…» constatò la mora.

«Stupefacenti pesanti, probabilmente!» commentò Lea.

«Ma Maya, io mica ho il tuo morbo: di chi vuoi che sia incinta?! Di Michele, no?!»

«Uh….Che bella cosa!!! Sono commossa!!» scoppiò a piangere Maya, dinnanzi agli occhi sbarrati delle altre.

«Maya, quello sarebbe il mio golfino di Hermes, non un cleanex, per informazione!»

«Ma, ora, Monica: Michele che dice?» domandò Rosa, sorridendo.

«Ecco, appunto, Michele non dice…» farfugliò Monica.

«Come? Anche lui ha la rincoglionitaggine alla Maya?» domandò sarcastica Rosa.

«Non gliel’ho detto…» abbassò lo sguardo Monica.

«Ma come?» sbarrarono gli occhi le altre.

«Ma deve sapere, Monica, su! Non facciamo le liceali al primo amore: tu di anni ne hai quasi…» venne interrotta Lea.

«Non provare a nominare quel numero! Io di anni ne ho trentasei, ripetilo: tren-ta-sei!» si infervorò Monica.

«E mezzo!» si infilò nuovamente Lea.

«Suvvia, quanto sei fiscale! E, poi, tu sei un mese più vecchia di me, quindi non calcherei più di tanto la mano su questo particolare!» la zittì Monica, prendendola in contropiede e ridendovi su di gusto, ovviamente.

«Comunque non cambiare discorso! Tu a Michele lo devi dire: la creatura è anche sua, o sbaglio? Hai fatto tutto da sola, per caso? Non credo!» la mise alle strette l’amica.

«Beh, no…Ma il problema è: come glielo dico…?» ripetè continuamente Monica, dirigendosi verso la macchinetta del caffè.

«Ma perché te ne vai?» domandarono in coro le tre.

«Necessito di zucchero, ho le voglie!» tuonò Monica, in preda l’isterismo più estremo.

«Oddio! Già le voglie!?» si alzò, tentando di raggiungerla Rosa.

«Ho un bisogno irrefrenabile di cappuccino… con tanto, tantissimo, troppo cacao!»

 

~

 

«Guarda che, per quanto il tuo sguardo fosse caliente  un tempo, non credo che quel cappuccino rimarrà tiepido, contemplandolo…» disse Paolo, nell’intento di dissuadere Michele dal fissare il tazzone che aveva tra le mani.

«Che è, fai l’ironico?! Io sono in difficoltà: ho questo grossa zavorra sullo stomaco e non riesco proprio a liberarmene, sei soddisfatto?» sbottò Michele, ammettendo, inevitabilmente, la sua debolezza.

«Non riesci proprio a trovare proprio il modo di chiederglielo, eh?» arrivò al punto l’amico, guardandolo negli occhi.

«Eh beh… Non è una cosa così facile da chiedere e, per giunta, ora, sarà anche peggio!» soggiunse Michele.

«Cioè?»

«Mio fratello si ferma a Roma…» farfugliò a mezzo sorriso Michele.

«E sei ancora vivo!? Monica ti ama sul serio! Ad un altro a quest’ora, mai gli avesse rifilato in casa il fratello strampalato, l’avrebbe già come minimo strangolato legato alla macchinetta del caffè della cucina!» commentò Paolo, sorridendo sornione.

«Beh, in effetti… Il punto è che non so come possa reagire.» spiegò Michele, girando il cucchiaino nel caffè rimasto nella tazza.

«Ma mica la obblighi ad averne uno, è una dichiarazione d’amore, anche perché un bambino- da quel che posso ricordare- è tutt’altro che una passeggiata!» soggiunse lui.

«Grazie, mi incoraggi sin da subito, vedo!» sorrise forzatamente.

«No, va beh… Non essere sempre così suscettibile! In ogni caso, io ci proverei: siete innamorati, convivete… non ci vedrei proprio nulla di strano!» concluse Paolo, poggiando la sua tazzina vuota.

«Forse hai ragione: massì, dai! Aspetto qualche giorno e, poi,… qualcosa mi verrà pur in mente, no!?» tentò di convincersi e farsi coraggio.

«Non ne dubito!»

«Tu, invece? Che è sta faccia appesa?» notò Michele, sarcastico.

«Ma che faccia appesa e faccia non appesa?! Va tutto… tutto bene!» concluse con una smorfia

«Guarda, le tue doti da ammaliatore mi hanno sempre lasciato perplesso, ma la tua capacità di raccontare balle è qualcosa che sfugge proprio dall’immaginario collettivo!» notò l’altro, prendendolo in giro.

«Si vede così tanto, eh?»

«Embè, abbastanza!» annuì Michele.

«Eh va beh, Laura è un po’ distante: i ragazzi, la redazione, il libro, un editore un po’ troppo mollicone e la mia gelosia che spaccherebbe i vetri di casa, uno ad uno a mani nude…» ammise con rammarico Paolo.

«Minchia! Anche tu messo bene, ma che ci combinano ‘ste donne?» si mise a ridere.

«Creano dipendenza…» sbuffò l’altro, tormentando la tazza vuota.

«Se… come ‘a coca cola, l’amatriciana e l’odore della coccoina! A’ Socrate de’ i tempi nostri, piantala de fa’ il fanatico!» ironizzò, coprendosi le spalle con la giacca, fino allora appesa alla sedia.

«Tu, dici?» domandò flebilmente.

«Renditi utile: mi accompagni a prendere mio fratello?» propose Michele con nonchalance.

«E andiamo a prenderlo sto’ fratello, va!» ripetè Paolo a fatica, alzandosi in piedi flaccidamente.

«Mi raccomando: non troppo entusiasmo!» gli strizzò l’occhio, già verso la porta d’uscita del bar.

 

***

N/A

Spazio Autrice:

Oh buonasera, finalmente ce l'ho fatta! Scusate infinitamente me medesima per il ritardo mostruso, ma tra la scuola e il blocco dello scrittore a tratti non ce l'ho proprio fatta!
Buone notizie, comunque: il prossimo capitolo arriverà prestissimo, credo! *.* e sarà spassaso, lo garantisco! xD
In ogni caso: beh, lo so! Ho estremizzato al massimo i personaggi, sono caricaturali all'ennesima potenza, ma , tenendo conto dei miei bollori adolescenziali, ho proprio bisogno di eccesso e, in questo caso, ne ha fatto le spese la povera Maya! xD

*ps: per quanto riguarda lo svolgimento della storia, me la sto prendendo alla larga, moooolto alla larga, ma è debito un chiarimento: la storia non sarà incentrata esclusivamente su M&M (<3 * quanto li amo?!*), ma compariranno senza dubbio con più frequenza per un semplice fatto: siccome mi è piaciuto come si snodava la storia di Paolo e Laura nella seconda serie, ho deciso di non cambiare più di tanto il loro trascorso, aggiungerò delle cose, ma non stravolgerò le loro avventure... Però, vi anticipo che ci sarà una new entry: creazione del mio cervello malato xD

Doverosi ringraziamenti a tutte quante: quante siete?! Tantissimeeee per me! Sono veramente felice e vi riempio di baci per tutti i complimenti, grazie, grazie, grazie!!!
Nella speranza che la storia continui a piacervi,
Bacioni

Hikari <3




 

   
 
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