Capitolo 4
E ora ci sei tu…
Questo capitolo
lo dedico a tutti quei bambini che ogni giorno soffrono e sperano, a tutti quei
bambini che pur essendo immersi nelle difficoltà sanno farsi forza e
rialzarsi, a tutti i bambini che con piccole e candide ali da farfalla, da
angelo, da fata, o di altri fantastiche e splendide creature volano liberi nel
cielo, dopo aver lasciato le difficoltà della vita.
In particolare
lo dedico alla cuginetta della mia amica, la dolce Antida
che purtroppo ha lasciato questa terra per riunirsi con tutti gli altri
bambini, non è stata per molto con noi (40 miseri giorni ma anche
stupendi) ma tutti la ricorderanno con tutto l’amore che ha meritato.
Una chiamata nel cuore della notte risveglia Marion,
che si ritrova così alle due di notte nella sala d’attesa
dell’ospedale Elisabetta Linardi, Daniela ha
rotto le acque ed è in pieno travaglio nella stanza in fondo al
corridoio, la stessa stanza da cui giungono urla e maledizione nei confronti
del nascituro pronunciate dalla madre naturale, parolacce, frasi e discorsi che
farebbe male a qualsiasi bambino e che fanno stringere il cuore a Marion, che
non può non immaginare che se il bambino capisse solo la metà
delle cattiverie che gli vengono rivolte con tutta probabilità
deciderebbe di non venire al mondo. Disgustata all’inverosimile da quelle
parole decide di andare da Daniela
-
Adesso basta mi ha capito?- questo urla
Marion una volta entrata nella camera di Daniela – la devi smettere, non
fa bene al bambino sentire che lo odi, che non te ne frega niente di lui e che
per te è solo un inutile fardello- Daniela, nel frattempo resta
sconvolta, pensava che Marion la capisse e invece…
-
Tu, ti permetti di dirmi di star zitta,
di non dire che questo bambino che non è altro che un errore è un
abominio, che in realtà non sarebbe dovuto mai nascere, invece, è
un miracolo!!! Tu credi davvero in tutto quello che mi hai detto in questi
mesi, nel fatto che questo è un dono che mi è stato fatto e che
dovrei essere grata di essere incinta, perché altre donne che avrebbero
voluto dei figli non ne hanno mai avuti o li hanno persi poco dopo che sono
venuti al mondo, e per cosa poi dovrei essere grata, per il fatto di
assomigliare ad una balena, per il fatto che per nove mesi ho vomitato anche
l’anima, per il fatto che negli ultimi due mesi non riuscivo neanche a
vedermi i piedi, oppure sentivo solo male alla schiena, per cosa dovrei essere
grata, per cosa…-
-
Tu non hai idea, tu non ti rendi conto,
il solo fatto di avere una vita dentro di te, ti rende unica speciale e
irripetibile, solo tu puoi sentire il suo cuore battere perché il tuo
batte insieme al suo, solo tu puoi sentire per tutto il tempo i suoi movimenti,
le sue risate, la sua personalità, il suo essere vivo e tu getti via
tutto per delle cose inutili come un po’ di dolori, nausea e qualche
chilo preso, non sei degna di essere donna, non sei degna di portare un figlio
in grembo, non sei degna di fargli da madre perché non lo ami, non sei
degna di guardarti allo specchio perché non sei altro che un mostro,
donne che hanno davvero sofferto sia per gravidanze difficili, sia per il fatto
che i propri figli erano malati già nel grembo materno, altre che
avevano subito violenza e da essa era nata una gravidanza, donne di questo tipo
per i loro figli si sarebbero fatte ammazzare e tu invece, lo vuoi ammazzare e
lo odi- Marion riprende fiato dopo questa lunga sequela di pensieri
perché una decisione sta prendendo definitivamente posto nella sua
testa- ho deciso vado a dire hai tuoi genitori che voglio il bambino,
dall’istante esatto in cui uscirà dal tuo ventre il bambino non
sarà più tuo, sarà mio figlio, ti lascio adesso, voglio
parlare anche con le autorità e vedere di far si che il bambino sia mio
anche legalmente, tu dovrai firmare qualsiasi carta ti venga sottoposta senza
fare storie siamo intesi…- detto questo Marion esce dalla camera e si
dirige verso i genitori di Daniela che avuta la notizia del suo comportamento
danno ragione a Marion, tramite le conoscenze di Eugenio, il padre di Daniela
nel giro di un ora, mentre Daniela è ancora in fase di dilatazione,
arrivano all’ospedale un giudice della corte dei minori, un assistente
sociale e gli avvocati dei genitori di Daniela e di Marion. Il giudice dopo
aver ascoltato tutta la deposizione sia dei genitori di Daniela che di Marion,
inizia a dialogare con avvocati ed assistente sociale della proposta effettuata
dalle parti e dopo venti minuti prende una decisione.
-
Signorina Marion lei ha fatto richiesta,
affinchè come da accordi presi con i genitori
della madre naturale del bambino, lei possa diventare genitrice provvisoria del
bambino, nel senso che lei è disposta ad un affido duraturo, ma vuole
tentare di ricongiungere madre e figlio una volta passato un periodo
ragionevole di tempo durante il quale il bambino sarà affidato a lei e i
genitori della signorina vedranno l’evolversi della situazione
psicologica della figlia, nel caso in cui la signorina verrà ritenuta
guarita, le verrà data la possibilità di riavere con se il
bambino ed in caso contrario invece il suo affido diventerà permanente
anche se, per sicurezza lei è disposta nel caso di affido permanente ad
accettare il controllo periodico da parte di un nostro assistente sociale, che appurerà ogni volta la sua
idoneità per continuare l’affido giusto?-
-
Esatto proprio così sono disposta
a questo ed altro pur di non lasciare a quella ragazza un neonato, ero la sua
migliore amica signor giudice, ma ci sono cose sulle quali non ho mai potuto
lasciar correre e una di queste sono i bambini. Non posso accettare il suo
comportamento, già quando mi è stato chiesto aiuto avevo pensato
a questa soluzione, ma adesso è una certezza-. Lo sguardo risoluto di Marion
blocca qualsiasi ripensamento che il giudice avrebbe potuto avere e
l’assistente sociale lì presente, Marco Forteroccia
non può far altro che appurare la determinazione della ragazza e sperare
che la sua giovane età non abbia intaccato il suo giudizio, ma da come
guarda il giudice, la determinazione è certo che sarà una
costante delle sue scelte. Nel frattempo nella camera la povera piccola e
innocente Daniela (naturalmente questo viene detto in vena puramente e
totalmente ironica) sta quasi per arrivare alla giusta dilatazione. Dieci
minuti dopo che il giudici ha dato il suo assenso per l’affidamento, Daniela
inizia a spingere e alle 5 e 44 minuti Athena Afrodite Antida
Inema ( il cognome è di Marion) viene alla
luce emettendo un vagito che farebbe sciogliere il cuore più duro,
subito dopo la bambina non viene posta tra le braccia della madre, cosa che
anche Daniela infondo sperava ma, viene portata fuori; dove Marion appena vede
arrivare l’infermiera le corre incontro e la donna immediatamente la
porge la bambina, la piccola ancora tutta stanca e piagnucolante appena viene
adagiata tra le braccia di Marion apre gli occhi e Marion si specchia in un
mare color cielo in tempesta, di un grigio stupendo e tra le due è amore
a prima vista, mai donna amò più suo figlio di come Marion
amò fin dal primo millesimo di millesimo di secondo ,quel piccolo esserino grinzoso con pochi ma soffici capelli ramati, che
le chiuse la manina sulla camicia come per non essere abbandonato. Da un angolo
ascosto il giudice, l’assistente sociale e i genitori di Daniela
guardarono la scena e non poterono far altro che pensare di aver fatto la
scelta giusta.
Angolo dell’autrice…
Il capitolo parla da sé ora ditemi voi cosa
ne pensate grazie ancora a tutti per leggere la mia storia.
Baci baci aquizziana