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Autore: AngelsVoice_    03/12/2010    2 recensioni
1987. Eliza,venticinque anni,ha un'unico grande sogno: diventare una cantante professionista e dimenticare il suo passato. Un'audizione le cambierà la vita, e le darà l'occasione che aspettava da sempre. Un ragazzo le insegnerà ad amare ed a credere in se stessa,le mostrerà che,nonostante tutto,esiste sempre un modo migliore in cui vedere la propria vita.
Chi è lui? Beh.. E' Michael Jackson.
Come le melodie di una canzone,le vite dei due si intrecceranno creando un'unica,splendida armonia. Un'armonia che non si può spezzare,neanche con la morte.
The Armony Of Love.
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                              - Dreams -
                                                                                                                     
                                                                                                                                              P.o.V Eliza.

 
Il suono del pianoforte mi aveva sempre consolata. Quelle rapide note,da ripetere mille e mille volte con la voce. Scale infinite e gorgheggi accompagnati dal costante suono di quello strumento che tanto mi rendeva felice.
Fin da piccolina, mi dicevano sempre che ero più brava a cantare che a parlare. Imitavo semplicemente dei suoni,melodie ascoltate alla radio,mettendoci cuore e anima. Mamma lo chiamava "il mio piccolo dono divino". Non avevo mai capito cosa ci fosse di così straordinario,per me era naturale come respirare. Ogni notte,sognavo grandi palchi,stadii gremiti di persone.
Sognavo di poter far felice la gente come lo ero io quando cantavo.
Cresciuta con la musica della Motown,il mio più grande desiderio era studiare alla New York School Of Arts,e due mesi fa quel sogno si era avverato.
Diciamo che era stato un sogno fin quando non ero entrata per la prima volta in quella "benedetta" sala dove provavamo. Nessun "benvenuta!", nemmeno un "ciao". Avevo attraversato la sala con gli occhi fissi sul pavimento - sapendo che quelli delle altre ragazze erano invece tutti puntati su di me - ed avevo consegnato il modulo di iscrizione alla donna seduta su uno sgabello vicino al pianoforte,la signora Griffiths. Lei mi aveva fulminato con i suoi occhi grigio - azzurri,senza sorridere e dicendo solo: << Eliza Shereen Mathers,sei in disastroso ritardo. Mi aspetto che d'ora in poi rispetterai esattamente gli orari prestabiliti,se non vuoi bruciarti la tua fortunata occasione di studiare qui.. >>
Un coro di risatine acute aveva accompagnato il mio nome.
Eliza Shereen Mathers.
Ne ero sempre andata fiera: quel secondo nome,così inusuale in America,era una delle tante cose che mi legava alle mie origini arabe,oltre ai miei tratti non propriamente americani.
Avevo bisbigliato un "sì,signora" e marciato verso l'angolo più lontano della sala,odiando per la prima volta quell'edificio tanto desiderato.
Nonostante tutto,non avevo abbandonato il mio sogno. E due mesi dopo,ero ancora lì in quella scuola,a cercare di costruirmi una carriera da professionista.
Quel giorno era tutto come sempre,ad eccezione delle estenuanti prove per un'imminente audizione canora di fine corso che avrebbe avuto luogo la settimana prossima. La Griffiths non ci specificò per chi fosse quell'audizione,aveva solo detto che "era qualcuno di molto famoso venuto a cercare una corista per il suo nuovo album"  Sentivo che quella sarebbe stata l'occasione della mia vita,anche se non capivo bene perchè.
Nella saletta prove c'eravamo io,Diana e Melanie,le due uniche amiche conosciute in quel posto. Discutevamo,come tutte del resto,di quali pezzi fossero più "idonei" da portare al saggio. Una chitarrista,l'altra pianista,ovviamente non avrebbero partecipato all'audizione,ma si sentivano comunque coinvolte da quell'atmosfera elettrizzata che regnava sovrana ultimamente. Come sempre,avevo milioni di canzoni in mente,ma le bocciavo praticamente tutte,per un motivo o per un'altro. Neanche le proposte di Diana,quel giorno,sembravano concordare con quello che avevo in testa..
<< No,Dana,io non credo che.. vada bene quel pezzo per l'esibizione.. >>
Lei mi guardò come se fossi d'un tratto diventata una matta del manicomio. Le note di "The Lady In My Life" suonavano dallo stereo acceso. A rendermi titubante era il fatto che fosse proprio una canzone di Michael Jackson. Lo ammiravo fin da piccola,quando era nei Jackson 5,e l'album di Thriller era stato il regalo per il mio ventiquattresimo compleanno. Non avevo mai cantato qualcosa di suo.
<< Ma come no?! Almeno provalo,che ti costa? Dai,te lo suono io.. >> propose Melanie,sedendosi al pianoforte. Anche lei,come me,era una'ammiratrice di Jackson,e aveva studiato quel brano un anno fa,in occasione di un'audizione che non era andata a buon fine. Lei non ci aveva dato peso,ed aveva continuato a studiare sodo. "Arriverà un'opportunità anche per me",diceva. Presi un respiro profondo e attaccai con la strofa iniziale.
<< There'll be no darkness tonight.. Lady our love,will shine.. Just put your trus.. >>
<< BRA-VA! >>
Una vocettina odiosamente acuta mi interruppe. Lì,ferma sulla porta,c'era lei.
Jennifer Hill.
<< Brano assolutamente inadatto alla..tua persona,ma d'altronde.. Mia cara,non sarebbe più conveniente se ti ritirassi e lasciassi il campo alle vere professioniste? >> sibilò,facendo un passetto in avanti.
Ah,volete sapere chi è? La causa di tutti i miei problemi,ecco chi è.
<< E tu,di grazia,cosa porterai dall'alto del tuo trono di Magnificenza? >> risposi,con tutto il disprezzo che avevo in corpo. Mi rivolse un sorriso beffardo,quasi un ghigno.
<< Ti concederò l'onore di sentirlo live fra una settimana.. Ah,buona fortuna comunque! >>
Uscì sgambettando e facendo mulinare i capelli rosso fuoco. Avrei voluto incenerirla con lo sguardo,se solo avessi potuto: perchè,perchè era sempre capace di rendere vano ogni mio sforzo?!
A sciogliere i miei pensieri omicidi su Jennifer fu il suono della campanella,che annunciava la fine delle lezioni. Afferrai il CD che Dana mi aveva fatto,la giacca e salutai le mie amiche con uno sguardo mentre correvo fuori dall'edificio.
L'aria fresca mi colpì in pieno viso,e fu come un toccasana per me. A volte,mi sembrava di soffocare lì dentro.
<< Eliza,fermati! >>
Mi girai a malincuore: la mia insegnante,la professoressa Griffiths,era lì davanti a me. Mi squadrò dalla testa ai piedi,con la solita aria di sufficienza che adottava nei miei confronti ogni volta che incrociavo quegl'occhi di ghiaccio.
<< Hai già un brano per l'esibizione? >>
<< Ci sto ancora pensando.. >>
L'arpia sgranò gli occhi.
<< Sei in vergognoso ritardo rispetto alle altre! >> mi accusò,con il suo tono di voce sprezzante << Jennifer ha già trovato un musicista ed un coro! >>
Incredibile come aveva cambiato tono di voce,appena pronunciato il nome della sua cara Jenny. Nonostante tutto,non era questo il vero problema..
<< Musicisti,avete detto? >>
<< Certo! >> rispose lei,soddisfatta di avermi messo in difficoltà. << L'esibizione dovrà essere dal vivo,il che comprende anche che un musicista accompagni il brano da cantare,mi sembra ovvio,Eliza.. >>
Odiavo,odiavo quell'ironia piazzata in ogni frase che mi rivolgeva. Per ben due mesi,non c'era stata volta in cui una delle sue critiche non mi aveva umiliato davanti a tutti. Sembrava ci godesse,nel farmi sentire inferiore. Peccato che i suoi sforzi erano vani contro la mia volontà..
Alzai gli occhi,e le rivolsi lo sguardo più fiero che avevo.
<< Lo so benissimo,signora. Avrò il mio musicista entro la prossima settimana. Con permesso.. >> e me ne andai,senza voltarmi. Trattenni a stento una risata,immaginando il suo viso rosso rabbia. Canticchiando,imboccai la seconda traversa a destra. Dopo alcuni isolati,finalmente arrivai nel posto in cui ero davvero felice. Spalancai la porta,con gli occhi che brillavano.
Alla mia vista,una decina di bambini si alzarono dai tavolini sui quali stavano disegnando e mi corsero incontro gridando: "Lizzyy!".
Li abbracciai tutti,ad uno ad uno.
L'orfanotrofio dove lavoravo come volontaria,contava circa una trentina di bimbi e bimbe,tutti pressappoco fra i cinque e gli otto anni. Il più grande era Simon,che aveva nove anni,compiuti meno di un mese fa.
<< Lizzy,vieni a vedere che bei disegni hanno fatto! >>
Una voce che ben conoscevo raggiunse le mie orecchie. Abigail,la mia "collega",era comparsa dalla porta della mensa tenendo per mano Ellie. La bambina lasciò la presa ed andò a raggiungere i suo compagni. Abbracciai forte la mia amica,e ci sedemmo sul pavimento colorato della stanza.
<< Allora,come va? Hai trovato un brano da cantare? >> mi chiese,curiosa. Le risposi con uno sguardo che valeva più di mille parole. Lei capì,e prese a fissarsi le scarpe,come faceva ogni volta che pensava.
<< Michael Jackson,no? >> propose. << Qual'è quella canzone che canticchi sempre? >>
Incominciai a dondolarmi sulle gambe,come una bambina.
<< "The Lady In My Life"? >> risposi,e lei annuì sorridente. << M-ma non è questo il problema,Aby. Ci serve assolutamente un musicista che accompagni la performance,e io non so davvero a chi chiedere! >> risposi,stendendomi e guardando il soffitto. D'un tratto,mi venne un colpo di genio.
<< Tuo fratello! >> esclamai,rizzandomi a sedere. Abigail mi guardò stranita. << Mio fratello?! >>
<< Suona il pianoforte,vero? >>
<< Beh,si,ma.. >>
Non la lasciai finire. Le sfilai il cellulare dalla tasca,cercai in rubrica "Chris" e premei il tasto di chiamata.
Dopo una manciata di minuti,chiusi il telefono soddisfatta. Avevo trovato il mio musicista.





Angolo dell'Autrice:
Faccio le presentazioni per chi non mi conosce. Sono una grandissima ammiratrice di quell'uomo che davvero è riuscito a cambiarmi la vita. Siccome studio canto,mi è stato semplice immaginare cosa può provare Eliza..
Spero solamente di farvi provare,anche se poco,le stesse emozioni.. : )
Grazie a tutti quelli che leggeranno o commenteranno questa storia..
Marica.

   
 
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