Fanfic su artisti musicali > Michael Jackson
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Autore: AngelsVoice_    05/12/2010    2 recensioni
1987. Eliza,venticinque anni,ha un'unico grande sogno: diventare una cantante professionista e dimenticare il suo passato. Un'audizione le cambierà la vita, e le darà l'occasione che aspettava da sempre. Un ragazzo le insegnerà ad amare ed a credere in se stessa,le mostrerà che,nonostante tutto,esiste sempre un modo migliore in cui vedere la propria vita.
Chi è lui? Beh.. E' Michael Jackson.
Come le melodie di una canzone,le vite dei due si intrecceranno creando un'unica,splendida armonia. Un'armonia che non si può spezzare,neanche con la morte.
The Armony Of Love.
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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001.                                                                                                                                 
                                                                                                                             
                                                                                                                                  - New Melodies -
                                                                                                                                              P.o.v Eliza     

Durante tutta la settimana che seguì feci la spola fra la scuola, casa mia, l'orfanotriofio e casa di Abigail, dove provavo con suo fratello anche per tre, quattro volte al giorno. Mi esercitavo persino a lavoro, con i bambini che mi facevano da pubblico. Mi divertivo a cantare davanti a loro, perchè spalancavano gli occhioni, emozionati, e mi chiedevano in continuazione: "Ma come fai?!".
Ovunque mi trovassi, tenevo ben stretto a me quel pezzo di carta con su scritti i versi della canzone, quasi ne andasse della mia vita. In effetti - in un certo senso - era così.
La Griffiths non ne voleva ancora sapere di dirci chi sarebbe venuto a scegliere, nè si sforzò minimamente di farcelo capire.
<< Non sapere l'identità del nostro ospite è un'opportunità per spronare le vostre capacità, per dare il meglio di voi.. Nel limite delle possibilità, ovviamente. >> aveva poi aggiunto, riservandomi un'occhiata di scherno. Le risposi con un sorriso beffardo.
<< Ti dispiace se la proviamo di nuovo? >>
Erano le 8:30, e stavo stressando Chris come non mai. Lui mi guardò con i suoi occhi castani - una fotocopia dei miei - ridacchiando divertito, e riprese da capo a suonare. Respirai a fondo, cercando di focalizzare cosa mi avrebbe aspettato il giorno dopo. Il ritornello era la parte che preferivo, perchè il mio musicista d'un tratto iniziava a cantare dietro di me, facendomi sorridere.
Verso la fine, ripetei la frase "Stay with me", aggiungendo per la prima volta alcuni melismi che mi sembrava si amalgamassero bene con il resto della melodia. Mi girai verso Chris,che si era alzato dalla sedia.
<< Allora? Come sono andata? >> gli chiesi. Mi rivolse uno sguardo indecifrabile,poi si girò. Lo sapevo.. Non ho nessuna possibilità.
<< Se canterai come hai fatto fin'ora qui con me.. Non ce ne sarà per nessuna. >>
Alzai lo sguardo,pieno di un'emozione che sfogai in lacrime sulla sua spalla. Ero fin troppo nervosa perfino per parlare,e lui lo capì,stringendomi fra le sue braccia. Poi mi fece fare una piroetta,e ridemmo insieme come due bambini. Cenai da loro,e Abigail mi riempì di domande. Forse era più emozionata lei che non io.
<< E quindi, non sapete per chi sarà questo provino? >> mi richiese, mentre la aiutavo a sparecchiare. Aggrottai le sopracciglia: effettivamente no, non sapevamo un bel niente, e tutto ciò era snervante.
<< Negativo.. >> borbottai, portando i piatti sporchi nel lavandino << Dice che "
non sapere l'identità del nostro ospite è un'opportunità per spronare le vostre capacità ", bla bla bla.. >> aggiunsi poi, imitando sgraziatamente la voce altezzosa della Griffiths. Abigail rise fino a farsi venire le lacrime, ed un piatto le scivolò dalle mani per andare a frantumarsi in mille pezzi sul pavimento. Ancora ridendo, raccolse i cocci e li buttò nell'immondizia, tentando di darsi una regolata. Ridacchiai anch'io, continuando a passare la spugna sui piatti nel lavandino, e bevendo un sorso d'acqua ogni tanto.
<< Liza.. E se fosse.. chi sai tu? >>
Le rivolsi uno sguardo interrogativo, e lei mi rispose sbuffando << Dai.. Lui. Mr. Tutina.. Non dirmi che non ti ricordi?! >>
Sgranai gli occhi, scoppiando a ridere e sputandole involontariamente l'acqua addosso. Dal soprannome capii immediatamente di chi stava parlando. Michael Jackson. Detto anche Mr. Tutina.
Purtroppo il brutto vizio di Abigail - quello di affibbiare soprannomi ridicoli a tutti - non aveva risparmiato la nostra celebrità preferita.
Le era venuta l'ispirazione guardando in TV il video di Rock With You. Jackson ballava con indosso una tuta piena di brillantini, e a lei era subito partita la vena creativa, incominciando a chiamarlo in quel modo ogni volta che ne aveva l'occasione.
<< Grazie per la doccia, eh! >> esclamò, facendomi ridere ancora di più. In tutta quella baraonda, sua fratello Chris ci raggiunse, e appena vide la sorella inzuppata da capo a piedi, non potè fare a meno di ridere assieme a me.
La mia povera amica afferrò un asciugamano e si asciugò alla bell'è meglio, borbottando fra sè e sè << E' facile ridere sulle disgrazie altrui.. Tanto facile.. >>.
Mi scusai, ridendo, e promettendole un'intero pomeriggio di shopping, appena avessi potuto. Le si illuminarono gli occhi, e mi perdonò all'istante.
Verso le nove e un quarto li salutai, e raccomandai più volte a Chris di farsi trovare alla scuola alle tre precise. Mi disse che non ci sarebbero stati problemi, e Abigail mi rivelò che mi aspettava una bella sorpresa. Conoscendo la mia amica, sarebbe stata capace di farmi trovare un mega striscione fuori dall'edificio. Era matta, ma le volevo bene.
Attraversai la strada verso casa mia,osservando le foglie degli alberi mosse dal vento. Incominciava a piovigginare,e dovetti correre fino ad arrivare al portone di casa. Cercai le chiavi nella borsa: le trovai,attaccate al mio portachiavi: un mini Topolino,che mi ero regalata io stessa per i diciott'anni,e di cui andavo immensamente fiera. Mi prendevano spesso in giro per quel pupazzetto,ma non ci davo poi troppo peso. Per me era speciale.
Aprii la porta,accendendo la luce. Accesi la televisione,decisa a guardare qualcosa prima di andare a dormire,ammesso ci fossi riuscita. Non feci in tempo a sedermi sul divano,che squillò il telefono. Alzai la cornetta.
<< Pronto? >>
<< Liza! >>
Era Melanie.
<< Mely! Che succede? >>. Ero preoccupata: d'altronde,erano quasi le dieci di sera.
<< Ho scoperto per chi è l'audizione di domani.. >>
I battiti del mio cuore si fecero più veloci e forti.
<< P-per chi? >>
Melanie fece una pausa - non sapevo se voluta o no - e poi pronunciò quel nome. Una scarica elettrica partì dalla punta dei capelli,attraversandomi tutto il corpo e arrivando fino alle dita. Le sentivo completamente insensibili,e dovetti stringere la cornetta con tutte e due le mani,per paura che cadesse.
Michael Jackson.
Non mi sembrava vero. Tutto ciò che aspettavo da una vita intera si sarebbe realizzato fra una manciata d'ore.
Mi misi a ridere da sola,come una matta,e trascinai anche Melanie. Ignoravo come ne fosse venuta a conoscenza,e lei - quasi mi avesse letto nella mente - me lo spiegò. Ieri sera,era rimasta fino a tardi a scuola,ad esercitarsi con il piano. D'un tratto,aveva sentito la voce della professoressa Griffiths provenire dalla sala accanto,ed l'aveva vista parlare al telefono con qualcuno. Non ci aveva capito molto,ma aveva captato la frase: "Vedrete che il signor Jackson troverà quella che gli serve qui,ne sono certa." L'emozione mi ribolliva nelle vene,scorreva lungo tutto il corpo e mi riscaldava tutta. La salutai in fretta,e mi lanciai in una serie di urli da svegliare tutto il vicinato,e anche il quartiere vicino. Non mi interessava come sarebbe andata,sapevo solo che avrei cantato con tutta la forza che avevo in corpo. Avrei cantato per Michael Jackson,per il ragazzo che mi aveva fatto così amare la musica da renderla una parte insostituibile del mio essere. In fondo,avevo iniziato a cantare ispirata da lui.
Era come se nuove melodie si stessero intrecciando con quella della mia vita,rendendola d'un tratto così bella ai miei occhi,che mi sembrava di vivere la vita di qualcun'altro.
Spensi la televisione,e mi rifugiai in camera da letto. Sullo scaffale accanto alla scrivania c'erano una trentina di libri e più,quasi tutti libri di favole. Ne presi uno a caso,e mi ritrovai fra le mani Peter Pan. Sorridendo,lo aprii e incominciai a leggere: la parte che preferivo era quando Peter faceva visita a Wendy e ai suoi fratelli per la prima volta,insegnandogli a volare. Da piccola,tenevo sempre la finestra semi - aperta,pensando che Peter Pan sarebbe venuto anche da me,e mi avrebbe portata sull'Isola Che Non C'è.
Chiusi il libro quando mi accorsi che si erano fatte le 10:00. Mi alzai dal letto, e aprii leggermente la finestra,ritornando poi sotto le coperte. Chiusi gli occhi,sorridendo: domani la mia vita sarebbe cambiata totalmente.
Ne ero sicura.




                                                                                                                            





Spazio dell'Autrice:
Eccomi al secondo capitolo!
Ahah,ora che Michael è entrato in scena,la faccenda si fa più interessante,non credete? : D
Fidatevi,ne leggerete delle belle u.u
Ringrazio immensamente chiunque abbia letto,messo la storia fra le seguite,ma soprattutto chi ha speso un po' del suo tempo per recensire. : )
Vi lascio al capitolo,sperando che vi piaccia!
Marica.

   
 
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