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Autore: beesp    03/12/2010    2 recensioni
[Spoiler!Saga] Partecipante al "Cave Canem".
“Seppellito dallo squallore in cui è caduto… sì, è vero”. “Non so come abbia fatto Harry a perdonarlo”. “È il sangue di Lily”.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio | Coppie: Remus/Sirius
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Più contesti
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Rattoppi allanima

Certe volte la gente mente soltanto tacendo”.


Quando lesse del famigerato prigioniero fuggito da Azkaban, Remus si ripromise che avrebbe confessato al professor Silente delle entrate segrete per il Castello, della trasformazione in Animagus di James, Sirius e Peter. “Domani lo farò assolutamente!”
Promise anche di dimenticare il tuffo al cuore che aveva provato quando aveva scorto il nome del suo migliore amico sulla Gazzetta del Profeta. Per un attimo era stato convinto che si sarebbero rincontrati davanti un buon bicchiere di Burrobirra al Paiolo Magico prima di trascorrere una bella giornata di fine estate insieme, in memoria dei bei vecchi tempi. Poi, quando gli era soggiunta l’immagine dei bei vecchi tempi – Peter e James – con un moto di rabbia aveva sbattuto delle monete nelle mani del giornalaio e si era impossessato di una copia del giornale. Mangiucchiandosi le unghie, sperava di aver letto male: ma Sirius Black era davvero in circolazione e avrebbe tentato di uccidere Harry.
Si trattava pur sempre del figlio di James, qualche difficoltà di percorso l’avrebbe trovata. Silente avrebbe fatto in modo di proteggere Harry. Capì, dunque: quelle motivazioni servivano a giustificare il non riferire mai al Preside di aver tradito la sua fiducia e, ancor di più, non avrebbe mai rifiutato Black… certo, sperava che non fosse quella la ragione, ma una piccola parte di lui ne era convinta, e lo urlava sempre più forte nel frattempo che le ore si susseguivano.

Il professor R. J. Lupin il primo settembre viaggiò sull’Espresso per Hogwarts assieme agli studenti della scuola, nello scompartimento di Harry e dei suoi amici. Non scoprì di essere a contatto con l’unico superstite della famiglia Potter fin quando un buio colmo di freddo e tristezza si diffuse sul treno. Stranamente non gli avevano lanciato delle occhiate di ribrezzo o di scherno, più che d’altro di intensa curiosità. Si era sentito così in colpa… Harry era davvero un bravo ragazzo, ricordava molto più Lily nel carattere che James, nonostante fossero due gocce d’acqua nell’aspetto. Lo animava un affetto incommensurabile per i suoi compagni, ed era intenso: pieno di potenti sensazioni.
Decisivo fu quando il ragazzo gli chiese di insegnargli a scacciare via i Dissennatori, perché altrimenti non avrebbe più potuto giocare a Quidditch se fossero ricomparse le guardie della prigione dei maghi durante una partita. L’attimo disastroso fu sicuramente la confessione dell’udire l’urlo di sua madre e l’aver scoperto che James era morto per primo, pregando la moglie di fuggire e salvare il piccolo Harry, allora di appena un anno… dopo quel giorno giurò che non oltre avrebbe permesso a se stesso di sperare in un improvviso ritorno di Sirius. Ma poi i suoi occhi furono catturati da una foto che chissà da dove proveniva, rievocata accanto a una gamba della piccola scrivania. Erano i Marauders al completo, assieme a Lily; si muovevano da un lato all’altro della cornice, si esibivano in smorfie. Sirius si prendeva gioco di Remus con occhiate maliziose, Peter rideva fortissimo per chissà quale motivo. James, di tanto in tanto, prendeva in braccio la fidanzata e la faceva roteare, si guardavano ed erano felici. A quel tempo bastava davvero poco a tutti e cinque per esserlo. Avevano a malapena diciassette anni, appena concluso gli studi e possedevano esattamente quello che ognuno avrebbe desiderato: talento, intelligenza e una famiglia.
E allora, negli ultimi minuti di lucidità prima di trasformarsi in lupo, aveva rimosso di nuovo qualsiasi emozione positiva, si era ricoperto di una patina di dolore e senso di colpa, e aveva lasciato vincere quella parte di lui senza coscienza.

Black è quasi riuscito ad accoltellare Ronald Weasley, il miglior amico di Harry…”.
Oh, Dio! Dici sul serio? Ma allora siamo tutti in grave pericolo… quell’Harry Potter causa soltanto danni”.
Già… sembra di essere cattivi, ma è la verità. Da quando c’è lui in questa scuola non c’è mai un anno tranquillo, attira i guai peggiori”.
Sì, hai ragione”.
Non dovreste affrettarvi a entrare in classe?”
Le due giovani si voltarono a fissare inorridite il professor Lupin.

Noi… non dicevamo sul serio”.
Ci-ci dispiace…”
Già, già”.

Sto tradendo Lily e James. Sono morti per salvare Harry ed io aiuto Black a completare l’opera del suo signore. nella sua infinita presunzione deve sapere che, per qualche strana ragione – la stessa che mi legava a lui così profondamente – non ho il coraggio di sbarrargli la strada; e magari la mia punizione per il mio sperare sarà proprio quella di trovarlo nel mio ufficio. Sì, con la bacchetta puntata contro di me e la determinazione di colpirmi con l’Avada Kedavra… pagherò per tutti i miei errori.
In realtà si diceva che la morte non sarebbe stata abbastanza, ancora. Aveva desiderato troppo spesso di andarsene perché quella fosse una punizione sufficiente.

I creatori di questa mappa si sarebbero divertiti molto a trascinarti fuori dalle mura della scuola…”.

Moony, Wormtail, Padfoot e Prongs… Harry produceva un Patronus a forma di cervo… Aveva confiscato la mappa dei Marauders a Harry e la stringeva tra le dita come se fosse il più grande tesoro…

Sulla pergamena, per lui che sapeva intravedere i ricordi intrisi in quel foglio, c’erano i volti di quattro ragazzi che sghignazzavano e immaginavano le reazioni dei loro insegnanti se avessero scoperto che varcavano la soglia di Hogwarts per esplorare la notte e la spensieratezza, tramutati in Animagus e in un lupo mannaro.

Nemmeno Remus fu certo, in seguito, della prima reazione che ebbe a leggere il nome di Peter Minus sulla mappa – “La mappa non sbaglia mai”.
Eccitazione, terrore, curiosità. Aveva spalancato in tutta fretta la porta, lasciato indietro il segreto della pergamena alla portata di tutti. In seguito si sarebbe pentito di quella distrazione, ma nel frattempo correva verso il Platano Picchiatore, Peter Minus e un probabile Sirius Black.
Infatti li trovò. Sirius Black era sul pavimento della Stamberga Strillante, Harry gli puntava contro la bacchetta, Ronald sembrava star per esplodere dal dolore (?) ed Hermione era palesemente agghiacciata.
Per i ragazzi fu uno schock vedergli tendere la mano al vecchio amico, e per lui fu doloroso ascoltare i loro moti di ribrezzo, il loro modo di approcciarsi all’idea che fosse un Lupo Mannaro.

Sirius e Remus avrebbero sempre dovuto leggersi con la follia. Uno fin troppo razionale, tendente al sopprimere ogni barlume d’allegria per evitare di premiarsi; l’altro completamente in balia della disperazione, desideroso di sfoggiare il costume di se stesso, così da poter donare un po’ del suo dolore e non tenerlo tutto per sé…
Dodici anni rinchiuso in una cella per un reato che non aveva commesso, e il disgustoso colpevole scorrazzava tra le gambe di padroni gentili e magnanimi, che mai avrebbero immaginato di avere tra le mani la persona a cui attribuire la maggior parte delle sofferenze di uno dei loro amici più cari. E come non citare i primi sedici trascorsi nella gabbia d’indifferenza, disprezzo e silenzio. Parole che venivano ripetute così spesso. Sempre le stesse: rimproveri utili a cambiare la sua ideologia inappropriata. In quel clima di ripudio nei suoi confronti, non c’era alcuna sicurezza a cui aggrapparsi, se non quella che presto o tardi sarebbe tornato a Hogwarts.
Remus era stato seguito dall’ombra di una sfera argentata, la consapevolezza di non meritare – e di non poter frequentare – degli amici, e sulle fragili spalle il peso di una famiglia preoccupata e smarrita. L’odio del mondo nelle ferite provocate dall’astio per ciò che diveniva al plenilunio.

Non furono molti i cambiamenti da quella notte. Remus rinunciò alla cattedra di Difesa contro le Arti Oscure, parlò attraverso i camini con Sirius, mentre si raccontavano dei dodici anni che erano trascorsi senza rendersene conto, e che avevano lasciato i segni su entrambi. Remus e la pelle rattoppata, Sirius e la solitudine nella sua mente.
Il loro rapporto era sempre stato identico alla loro personalità. All’inizio spensierato, poi più cupo e compresso dal peso della guerra; distrutto, come entrambi, agli angoli opposti di un ring di wrestling; infine ricucito distrattamente e trasandato.

Nel giugno del millenovecentonovantacinque Remus andò a vivere con Sirius. Nulla di speciale né intimo. A far loro compagnia c’era la famiglia Weasley e sporadici membri dell’Ordine. Sirius pensava spesso al suo figlioccio; discutevano per ore intere, com’era stato un tempo, della vita, di cosa ne avrebbero fatto una volta che Voldemort fosse stato sconfitto. Sirius voleva cercare di incantare un’altra moto, perché gli mancava. Si sarebbe fatto prestare, di tanto in tanto, la scopa da Harry. “Dovremmo viaggiare. Magari tu potresti tornare a insegnare, ed io un Auror. Però prima un annetto nei posti più caldi. Padfoot e Moony, in memoria dei Marauders… dopotutto, se ci pensi, è come se Peter fosse morto”.
Seppellito dallo squallore in cui è caduto… sì, è vero”.
Non so come abbia fatto Harry a perdonarlo”.
È il sangue di Lily”.

Non che fossero stati dei brutti giorni quelli dal giugno millenovecentonovantacinque al novantasei, ma alla conclusione di quella landa desolata che era stata l’esistenza di Black, Remus avrebbe preferito che non si fossero mai svolti. Era tutto stato meticolosamente calcolato di modo che progettassero una scappatoia, una fuga a quel disastro, una casetta ai Caraibi, le vacanze con Harry Potter, ristrutturare la villa a Godric’s Hollow da affidargli. La bomba era scoppiata, proprio nell’istante meno opportuno. Sirius pareva averlo predetto; il settembre del quinto anno a Hogwarts di Harry aveva scritto di suo pugno un testamento di fronte all’irritazione di Remus.
Perché lo fai?”
Non voglio che tutto quello che ho vada nelle mani sbagliate. So che Harry saprà come sfruttare la mia eredità, ed è questo quel che conta. Ti prego di prenderti cura di lui come dovrei far io”.

La discussione si era conclusa in quel modo afflitto e disarmante.

Nove mesi dopo L’Ordine della Fenice compiangeva la morte di Sirius Black senza nemmeno poter seppellire il corpo, inghiottito dal velo all’Ufficio Misteri al Ministero. Tutto il mondo magico in allarme: Silente non mentiva, Voldemort era tornato.

Tonks lo scorse in una soleggiata mattinata mentre era appoggiato sul letto della camera di Fierobecco; fissava i topolini che l’Ippogrifo uccideva e mangiava, da bravo predatore qual era, ma era assente, pensieroso e infuriato.
Hagrid lo porterà di nuovo a scuola”.
Già, è la cosa migliore…”.
Senti, Remus… lo so che sei ferito, era il tuo migliore amico. Posso comprendere perfettamente come ti senti e-“ Remus sorrideva, l’espressione ancor più triste di quelle intraviste in precedenza. Tonks vi leggeva una rassegnata morte: non c’era più nient’altro da fare, il resto era vuoto. “Non devi soffrire per forza, c’è un’alternativa”.
E qual è?”
Continuare a sopravvivere e imparare, col tempo, a guarire”.

La differenza insormontabile tra i due era proprio quella: il mondo agiato in cui Tonks aveva vissuto, la felice naturalezza della sua gioia. L’uomo che sposò era l’opposto, aveva molto poco da perdere, troppo da distruggere nelle persone al suo fianco.
Il giorno del matrimonio Remus era altrove, impalpabile e malinconico. C’era un cagnone enorme accanto al prete che gli strizzava l’occhio e gli prometteva un ridente futuro… che sciocco bugiardo, pensò. E continuò a mentire tacendo.










Angolino dell’autrice: Fiction partecipante al meraviglioso “Cave Canem”.
Questo contest mi ha aperto le porte verso il mio lato wolfstarico, è stato stupendo lavorare a questa fan fiction, anche se magari non è un’eccellenza.
Ho scelto “Certe volte la gente mente soltanto tacendo” perché pensavo che fosse appropriata, e importantissima per chiunque, non soltanto per una coppia travagliata (almeno secondo il fandom) come quella Wolfstar.
I personaggi citati non mi appartengono, sono di J.K. Rowling. Non si intende nessuno copyright non rispettato, in quanto questa storia non è scritta a scopo di lucro.
Spero che qualcuno l’abbia letta e che sia piaciuta.
Grazie a tutti, in particolare alle giudici.

   
 
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