Eheheheh! Scherzetto! :P
Ebbene sì, era tutto uno scherzo XD E' vero sì che mi sto concentrando sul nuovo racconto ma come potrei mai scordare l'adorato "Love love only for you"? E per di più tornare dopo tanto tempo senza neanche un capitolo e avervi lasciate a bocca aperta dallo stupore e dalla trepidazione?
Eheh, in effetti sarei stata troppo crudele XD volevo resistere qualche giorno, in più, ma non ce l'ho fatta!
I capitoli successivi sono già pronti. E quello su san valentino completato. Purtroppo, però, essendo troppo lungo ho deciso di dividerlo ulteriormente.
Quindi vi sarà un "Trascorrendo un frastornato san valentino - parte 3".
Ringrazio Serin88 per avermi reso partecipe del suo rammarico e della sua tristezza e spero di averti riportato il buon umore con questo capitolo. Anche se di buon umore in questo scritto ce n'è poco XD
Buona lettura! ^-^
La vostra Kobato!!
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…
Penso che tra poco potrei già risultare patetica. Anzi, no, mi correggo: sono
stata patetica sin da subito ai suoi occhi, molto probabilmente.
Agli occhi di Andou-san.
Sono ancora lì, a piangere tra le sue braccia, quasi fosse un padre, un nonno,
uno zio, una qualunque persona che conosco da una vita e che possa consolarmi.
Ma non riesco a trovare consolazione. Proprio non ci riesco e la cosa peggiore
è che non ne capisco la ragione.
“Rin-san…” , mi chiama con un sussurro, sorridendomi dolcemente, mi accarezza
la testa con la sua mano calda e gentile, mentre con l’altra mi sorregge, per
non farmi cadere con le ginocchia a terra.
“Non so cosa ti sia successo, ma… Perché non ne parliamo dentro? Se rimaniamo
sulla soglia della porta, ti prenderai un malanno… di nuovo…”
Io alzo lentamente il capo incrociando il suo sguardo dolce e l’espressione
gentile sul suo viso, con le lacrime agli occhi. Dopodiché annuisco con aria
disorientata e faccio per rimettermi stabilmente in piedi.
Non smetto di singhiozzare neanche per un attimo, mentre il disponibile
Andou-san mi prende per mano, mi fa accomodare dentro, si chiude la porta alle
spalle e mi porta nel suo laboratorio, dove mi fa accomodare su uno degli
sgabelli lì presenti davanti al bancone dove lui prepara i suoi dolci.
E dove avrei dovuto prepararlo anche io…
Non posso fare a meno di pensarci mentre Andou-san mi si accosta davanti
inclinandosi leggermente in avanti verso di me, con sguardo serio e nel
contempo anche comprensivo.
“Come ti ho già detto, non so cosa ti sia successo, Rin-san, però, immagino che
per farti restare a piangere quasi un quarto d’ora sulla soglia del negozio,
senza riuscire a dire neanche una parola, debba essere qualcosa di grave” ,
esordisce. “Ti andrebbe di parlarne?”
No… Non voglio parlarne…
Voglio solo svegliarmi, adesso! Perché… Perché questo è l’incubo peggiore che
io abbia mai avuto!
Rimango in silenzio, col capo chino,
continuando a singhiozzare e a stringere la gonna della mia divisa scolastica.
Lui asseconda il mio silenzio per un po’, cercando di capire se stessi
prendendo una semplice pausa, se mi stessi preparando a parlarne o se
semplicemente non avrei accennato neanche ad una parola.
Logicamente deve aver intuito che la mia scelta era la terza opzione, perché
non trattiene un sospiro e si piega a fatica su una gamba, cercando di incontrare
il mio sguardo che è fisso sulle mie gambe, per non dover incontrare il suo.
“Rin-san… Non voglio costringerti a parlarmene, però… Sappi che tenersi le cose
dentro non ti farà affatto bene.
Non deve essere necessariamente con me, ma… parlare con qualcuno potrebbe farti
bene, potrebbe aiutarti a sfogarti e a sentirti meglio”
Sospira. Probabilmente per riprendere anche fiato. “Non voglio intromettermi
nella tua vita. Non voglio rischiare che tu pensa che sia invadente…
Semplicemente non posso, dopo averti visto piangere così disperatamente per
tanto tempo tra le mie braccia, tralasciare questa cosa e dirmi: “Ma certo, è
tutto passato. Passiamoci su. Pensiamo a fare il cioccolato, adesso”.
So che non me ne vuoi parlare, però…”
“Non è così…” , lo interrompo bruscamente io, sempre col capo chino e
stringendo ancora di più la stoffa della gonna tra le mie mani. “Non è che non
voglia parlargliene, Andou-san. Perché… Perché per me lei è importantissimo! E
non… non potrei mai non parlarle di qualcosa…”
“E… allora qual è il problema?” , prosegue lui, sempre con tono disponibile.
“Il problema è… che ciò che mi è successo… vorrei fosse tutto un sogno. Un
brutto sogno. E vorrei svegliarmi adesso per poi riderci su e pensare ad alta
voce: “Ma che stupida! Certo che era tutto un sogno! Come potrebbe essere mai
possibile?!”. E invece… Invece è tutto così reale che per quanto possa
illudermi che sia tutto frutto della mia immaginazione… Non lo sarà. Non lo sarà
mai” , singhiozzo ancora, facendomi sfuggire altre lacrime che cerco vanamente
di nascondere dietro le mani che poso sul mio volto.
Andou-san rimane a fissarmi, appoggiandomi una mano sulla testa, per
consolarmi.
Già… Ho davvero bisogno della consolazione di qualcuno.
Ne ho proprio bisogno…
[…]
E’ notte fonda. Sono sulla strada verso casa. Mi
manca poco per arrivare. Basta girare l’angolo e sarò subito lì.
Sesshomaru-san sarà lì, a dormire, o probabilmente a leggere uno dei suoi
libri.
Si sarà accorto che non sono tornata a casa? Oppure, semplicemente, se ne sarà
infischiato come al solito? Avrà, per caso, temuto che mi potesse essere
successo qualcosa di grave? Oppure la sua intolleranza verso di me è ad un
livello tale che la preoccupazione non gli passa neanche per la testa?
Queste domande e queste ipotesi non mi aiutano per niente. O, meglio, mi
aiutano solo a non pensare a quel che è successo.
Ne ho parlato tanto con Andou-san… Tanto che adesso non riuscirò neanche a
dormire per tutto il pensiero che mi sta dando questa storia.
Non sono neanche riuscita a cucinare la cioccolata che volevo regalare a
Sesshomaru-san, ma… stranamente non me ne importa di meno.
Mi sento talmente confusa che potrei impazzire da un momento all’altro.
Ne ho parlato con Andou-san perché pensavo che, a com’è saggio lui, potesse
darmi un consiglio, e invece non mi è stato di alcun aiuto.
Semplicemente, dopo aver finito di raccontargli tutto l’evento, mi ha sorriso e
mi ha carezzato dolcemente i capelli, dicendomi: “Capisco… Allora è per questo
che stai così. E’ tutto chiaro adesso.
Però, non posso dirti niente, Rin-san. Non è da me che devi sapere e,
soprattutto, capire questa cosa…
Il motivo per cui sei rimasta così rammaricata della dichiarazione del tuo
amico, Kohaku-san, lo devi capire da sola”.
“Ma… Andou-san io mi sento confusa! Non so proprio che fare!” , gli ho
ribattuto, sempre singhiozzante.
“Lo so, ragazza mia, e mi dispiace davvero che tu stia così. Ma non trovi che
sarebbe scorretto nei confronti di Kohaku-san? Lui ha lanciato un messaggio a
te. E sei tu che devi coglierlo e rispondergli con la tua testa e soprattutto
col tuo cuore”
“Ma… Ma se faccio qualcosa di sbagliato?! E se… la cosa degenerasse?”
“Almeno sarai cosciente del fatto che è stata una tua scelta, Rin-san. Ma
dev’essere una scelta oculata e attenta. Ci sono in gioco i veri sentimenti di
una persona…
Anzi, da quanto ne ho capito… Sembra proprio che si tratti dei sentimenti di
tre persone qui…”
“Tre… persone…?”
Lui ha annuito e mi ha sorriso gentilmente, per poi chiedermi se avessi voluto
cucinare con lui la cioccolata.
Io gli ho risposto con una scossa di testa e dicendogli che sarei andata a casa
per pensarci un po’ su, per poi salutarlo e andarmene.
Già… Ci avrei pensato su… Certo…
Gli ho detto così, ma in realtà ho il cervello così in pappa che potrei farci
tranquillamente un brodino…
La confusione ed io siamo un tutt’uno… E non so ancora come sbrogliare questo
nodo.
Dentro di me c’è ancora una parte che spera sia un incubo, ma… La vita non è
così facile...
…
Sospiro. Sono davanti casa. Chissà se riuscirò a dormire… Chissà se riuscirò a
togliermelo dalla mente anche solo per qualche minuto.
Mi basterebbe un semplice attimo di tregua per far chiarimento dei miei
sentimenti, perché ora come ora non sono neanche più sicura di quelli.
Sospiro nuovamente, infilo la chiave nella serratura, giro la chiave e apro la
porta per poi, dopo essere rincasata, chiudermela alle spalle, con esagerata
lentezza.
Poso le chiavi sulla console (cosa che avevo deciso di non fare più) e mi
dirigo verso il salotto, attraversando il corridoio.
Eh…? Che strano… Riesco a vedere anche se le luci non sono accese…
Come mai?
Solo allora mi accorgo del fatto che c’è una fioca luce proveniente proprio dal
salotto confinante all’ingresso principale della casa.
A quest’ora… Sesshomaru-san di solito dorme, no? E allora di chi si tratta?
Forse di un ladro?
Un ladro? Perché un ladro dovrebbe entrare…
… in una casa di un milionario…?
Forse perché è un milionario? Tutto quadra… Potrebbe trattarsi di un ladro,
senza dubbio… Ma… perché, tra tutti i giorni, proprio oggi che sono così sotto
shock?
Poso la mia cartella vicino la ventiquattrore di Sesshomaru-san, quella che gli
regalai io, dopo tanti sforzi.
Ripensandoci… I miei sentimenti erano molto più chiari in me, in quel periodo.
Non c’erano nubi all’orizzonte e non facevo altro che pensare a lui.
Avevo sempre avuto qualche dubbio circa lo strano comportamento di Kohaku-kun,
ma non avrei mai pensato che…
Scuoto la testa con veemenza.
Oh, che idiota! C’è un ladro in casa e io penso a queste cose? Però, devo ammettere che è un professionista:
non fa neanche il minimo rumore.
Se non ci fosse quella fioca luce accesa nel salotto, non avrei pensato che
potesse esserci qualcuno in casa.
Rimango in silenzio e quatta quatta mentre mi avvicino al salotto…
Già me lo immagino, il ladro che con aria furtiva mette a soqquadro i divani,
il comodino, il tavolo di vetro e tutto il resto dei mobili nella stanza.
E con grande sorpresa noto che…
“Ses…Seshomaru-sama?!” , esclamo, alzando non poco la voce, con aria quasi
sconvolta, notando che tutto è perfettamente in ordine e che Sesshomaru-san sta
leggendo un libro sotto la fioca luce dell’abatjour, comodamente seduto sul
divano, con le gambe accavallate.
Allora… Non era un ladro? Mentre me ne faccio una ragione e tiro un sospiro di
sollievo, lui non alza neanche il capo per incontrare la mia figura, ma mi
guarda con la coda nell’occhio.
“Non gridare così forte. Sei fastidiosa” , si limita a dire, con tono atono ma
nel contempo irritato.
“Oh… Mi… Mi spiace…” , sibilo io, con la testa china, per fargli notare che
sono profondamente dispiaciuta per averlo scambiato per un ladro.
Rimango ferma, in piedi, a fissarlo, silenziosamente, mentre lui continua a non
degnarmi di uno sguardo, concentrandosi unicamente sul libro che sta leggendo.
Indossa la sua camicia e il suo pantalone… Questo significa che non è andato a
dormire… Anche se faccio fatica ad immaginarlo con un pigiama…
Mi verrebbe da sorridere, ma decido di evitarlo, almeno per ora, prima che mi
affetti per benino.
Eppure… che strano: di solito Sesshomaru-san si ritira nella sua stanza tornato
da lavoro. Raramente resta alzato per leggere un libro. Quella è l’usanza del
pomeriggio, se e quando è a casa. Quindi… come mai sarà rimasto in piedi?
Ci penso per un po’ quando mi viene in mente che…
No… Non può essere giusto? Non può essere che sia rimasto in piedi per me,
vero? Forse… che fosse preoccupato?
Ci ragiono su, per poi scuotere con veemenza il capo.
No, no, no, no, no!!! Che vado a pensare? Lui, preoccupato per me al punto di
restare alzato la notte e non riuscire a dormire? Che stupidaggine… Per quanto
possiamo esserci avvicinati… Una cosa del genere… Sarebbe a dir poco impossibile!
E il suo silenzio lo dimostra…
E, a proposito di questo, il silenzio che c’è tra noi è a dir poco
imbarazzante, per non parlare del fatto che…mi ha fatto tornare in mente
Kohaku-kun.
Tutta quell’adrenalina di prima me lo aveva fatto scordare anche se per poco… E
adesso mi ritrovo punto e da capo.
Sospiro, per poi dirigermi verso il divano e, molto lentamente, andarmi a
sedere vicino Sesshomaru-san. Beh, non proprio vicino, ma al suo fianco, ad una
distanza di sicurezza che non mi permetta di sfiorarlo.
Rimaniamo ancora in silenzio. Io a guardare in direzione della televisione
spenta, mentre Sesshomaru-san a leggere quel suo benedetto libro.
…
Che silenzio…
C’è stato lo stesso silenzio quando Kohaku-kun mi si è dichiarato. Ero talmente
shockata che temevo di aver smesso anche di respirare.
Ma soprattutto… perché mi sono comportata in quel modo? Perché sono rimasta
tanto sconvolta dalla sua dichiarazione? Infondo me lo aspettavo. Avevo
percepito qualcosa dai suoi atteggiamenti, però… Però, pensando che stesse con
Shiori-chan, io…
Io mi sono bendata gli occhi senza capire niente. O, meglio, mettendocela tutta
per non capire niente.
Ai loro occhi sarà sembrato che cercassi di evitare appositamente di intendere
quello che Kohaku-kun provava a rivelarmi.
Sono stata… troppo superficiale? Mi sono comportata male? Sia con Shiori-chan
che… con Kohaku-kun? Soprattutto con Kohaku-kun?
“Cos’hai?” , mi sento chiedere con tono atono e, tutto sommato, abbastanza
disinteressato, nonostante la domanda che mi è stata posta.
Mi volto verso Sesshomaru-san che, come al solito, anche se mi parla, non mi
degna di uno sguardo.
“C…Come?”
“Sei troppo silenziosa. C’è qualcosa che non va” , si limita a spiegare.
Oh, Santa Luminosa… cos’è questo? Istinto canino? Ma è… a dir poco spettacolare…
Come ha fatto a capirlo così in fretta? E senza che, per giunta, gli dicessi
niente?
“Ehm… N-n-niente, Sesshomaru-sama. Dev’essere una vostra impressione, perché…
io sto benissimo!”
Lui non mi risponde. Si limita a staccare per un attimo gli occhi dalle pagine,
per posarli su di me.
Il suo sguardo ambrato che incrocia il mio, nocciola, mi fa sussultare e
arrossire contemporaneamente: ha uno sguardo così penetrante che potrei restare
a guardarlo per sempre.
Però, nonostante abbia avuto l’onore di ricevere una sua attenzione, non mi
degna di una parola.
“Sto… Sto benissimo! Davvero! Sono la solita Rin di sempre!” , esclamo,
tingendomi sulle labbra un sorriso che non mi appartiene. “Visto?!”
Lui, di rimando, continua a fissarmi imperterrito, finché, distaccatamente, non
torna a posare lo sguardo sul suo libro, senza rispondere alla mia
affermazione, né aggiungere altro in aggiunta alla sua tesi.
Il finto sorriso che vi era prima sul mio volto, scompare subito e torno
silenziosamente a guardare la televisione spenta.
Non importa quante volte possa cercare di ingannarlo. Lui lo sa, lo capisce che
gli sto mentendo. Non so se per qualche sua caratteristica o super potere
demoniaco, ma… lo sa. Sa tutto.
Sa come mi sento, anche se non gliene parlo. Riesce a scrutare ogni mio stato
d’animo, anche solo giudicandomi dal modo di fare.
Rimango in silenzio per un po’.
Un silenzio che… mi terrorizza. Stranamente… mi terrorizza.
Stringo la stoffa della mia gonna tra le mani, pensando ancora che… il volto di
Kohaku-kun non lascia la mia mente.
“Sesshomaru-sama… Voi… siete mai stato innamorato?” , domando all’improvviso,
senza neanche rendermene conto. Ho il capo chino e sono totalmente rigida.
Con la coda nell’occhio noto che nonostante la domanda abbastanza importante,
lui non accenna a spostare la sua attenzione da quel libro.
“No” , risponde seccamente.
Beh, non che mi aspettassi un’altra risposta, ma… Fa un effetto totalmente
diverso quando te lo si dice in faccia, direttamente.
“E… qualcuno si è mai innamorato di voi?”
“Sì”
Alzo istintivamente il mio sguardo su di lui che continua a leggere il suo
odiosissimo libro che un giorno o l’altro brucerò.
Come diamine fa a dirlo con tanta leggerezza? Come se fosse una cosa da niente?
Un attimo, un attimo… questo vuol dire che qualcuno gli si è dichiarato? O lo
ha semplicemente capito col suo istinto canino?
“Dite davvero? E… vi… vi si sono dichiarate?”
“Sì”
Non ci credo… Quindi avevo ragione?!? Ha vissuto una situazione simile alla
mia! Magari potrebbe darmi qualche consiglio!
“E voi…che avete fatto?”
“Le ho rifiutate”
Eh?
“Rifiutate?”
“Esattamente”
“Tutte?”
“Indistintamente”
“Ma… le avete almeno conosciute…?”
“Non mi era di nessun’utilità conoscerle. Per quel che mi riguarda, non le ho
neanche guardate in faccia”
Cosa…? No… Non è possibile…
“Neanche… guardate in faccia…?”
“Non era cosa che mi interessasse. La mia attenzione si concentra solo su ciò
che può eventualmente interessarmi”
Impossibile… Tutte quelle ragazze… Non le ha neanche guardate in faccia, mentre
le rifiutava. Probabilmente non sapeva nemmeno com’erano fatte o come si
chiamavano.
E tutto… perché non gli interessa l’amore? Come… può essere tanto crudele?
“E loro… hanno pianto… per questo vostro atteggiamento?”
“Probabilmente” , risponde freddamente, voltando la pagina del libro, quasi
come se non stesse parlando di qualcosa che aveva compiuto lui.
…
Certo che… sono davvero una sciocca… Come potevo pensare di trarre consiglio da
lui? Lui che reputa l’amore la cosa più insulsa di questo universo? Lui che
reputa i sentimenti qualcosa di superfluo e non necessario ai fini vitali?
Lui che… sembra quasi una macchina a volte, eppure a cui mi sono affezionata
tanto da innamorarmene.
Tratterebbe così anche me? Non mi guarderebbe neanche in faccia se gli
dichiarassi i miei sentimenti? Ed io soffrire, giusto?
Era questo… che mi volevi dire, vero, Kohaku-kun? Era da questo che volevi
proteggermi?
Ed… è questo dolore che proveresti se ti rifiutassi? E che in parte hai provato
quando mi sono comportata così male con te, quest’oggi?
“Sarebbe tutto più semplice se fossi come voi, Sesshomaru-sama” , sillabo, con
un filo di voce, sempre col capo chino. “Non proverei questo dolore, se non me
ne importasse degli altri, di vederli soffrire e se non ci stessi male se li
ferissi”
Sesshomaru-san, per conto suo, continua a tenere lo sguardo fisso sulle pagine
del libro che sfoglia velocemente, quasi come se se lo stesse divorando con gli
occhi, rimanendo elegantemente seduto sul divano, con quelle gambe accavallate
che sono in quella posizione da quando son rientrata a casa.
Forse… non dovrei parlargliene, eppure…
Eppure non so perché…
“Questo pomeriggio…”
io… sento il bisogno…
“… il mio caro amico… Kohaku-kun…”
… di dirglielo…
“… mi si è dichiarato…”
…ad ogni costo…
SPAM!!!
Chiudo
gli occhi subito, istintivamente, a quel rumore brusco e violento, che mi è
tanto vicino. Non so di cosa si tratti, né da cosa sia stato generato. Solo,
poco dopo, apro un occhio, lentamente, per notare che Sesshomaru-san ha chiuso
bruscamente il libro che stava leggendo e che mi stava fulminando con lo
sguardo. Con quello sguardo d’ambra.
“Ses…Sesshomaru-sama…?”
“E’ per questo che hai fatto tardi?” , mi chiede con tono freddo e austero.
Un… Un momento! E’ arrabbiato? Ma… perché? Non mi sembra di aver fatto qualcosa
di male, no? Sì, okay, sono arrivata tardi, ma a lui che importa?
“Beh… Diciamo di sì, però…”
“Quindi per tutto questo tempo sei stata con quel verme di ningen?”
“Sesshomaru-sama, non… non è così! E poi per favore non rivolgetevi a lui a
quel modo!”
Lui, però, acciglia lo sguardo e mi guarda ancora peggio.
“Io… Io non sono stata con lui. Semplicemente non ho potuto. Se n’è andato… Se
n’è andato perché io… Io ero a dir poco shockata dalla rivelazione che mi ha
fatto…”
Il suo sguardo di ghiaccio non cessa di fissarmi costantemente, senza accennare
a diminuire d’intensità e per questo motivo distolgo lo sguardo da lui,
concentrandolo sulla gonna della mia divisa scolastica e le mie ginocchia. “Ed
anche se fosse rimasto, non sarebbe cambiato nulla, anzi, sarebbe andata anche
peggio, perché io… Io non l’ho trattato per niente bene. Prima di entrare in
quella specie di stato di shock, gli ho detto cose orribili e lui… lui
sicuramente ne è rimasto ferito. E la cosa peggiore è che non so perché ne sono
rimasta talmente scossa”
Lui continua a scrutarmi, ma il suo sguardo è cambiato: è meno severo di prima
e meno irato, ma sempre rigido e freddo, più del solito…
“Il problema è che… mi sento confusa. Fino ad ora mi è piaciuta un’altra
persona, senza alcun dubbio. I miei sentimenti erano chiari e non presentavano
incertezze. Ma adesso… Non so che fare”
“Quindi hai qualcuno che ti piace…” , si limita a constatare, non distogliendo
lo sguardo da me neanche per un secondo.
Io, allora, alla sua affermazione, mi volto verso di lui. “Sesshomaru-sama…?”
“Ti basta così poco per vacillare? Solo perché quel ragazzino sfacciato ti si è
dichiarato? Sei più volubile di quel che pensassi”
Volubile, io? Perché afferma questo? Non è così! Non è che i miei sentimenti
siano cambiati! Io… Io continuo a provare sentimenti per voi, Sesshomaru-san!
Ma… è che sono confusa…
“Non… Non è così” , rispondo, spavalda, senza però guardarlo negli occhi. “E’
che semplicemente non voglio ferirlo ancora più di quanto non abbia già fatto. Ma
non ferirlo, sarebbe praticamente impossibile, se lo rifiutassi…”
“Oh… Quindi ti metterai con lui per non farlo soffrire? Accetterai i suoi
sentimenti non ricambiati solo per non farlo star ulteriormente male? Lo
accontenterai come si accontenta un bambino, dandogli una caramella?”
“La… La cosa è totalmente diversa, Sesshomaru-sama! Non prendetela alla
leggera! Io non posso mettermi controvoglia con lui. Non farei altro che
prenderlo in giro! E questo… Kohaku-kun proprio non se lo merita” , affermo con
una punta di malinconia nella voce.
Onestamente non so cosa stia facendo Sesshomaru-san, perché ho il capo così
chino da poter diventare un tutt’uno col pavimento, ma sento ancora il gelo
attraversarmi la schiena. E’ la stessa sensazione che provo quando mi guarda
con aria fredda e austera. E’ tornato ad essere arrabbiato e non apre bocca.
Brutto segno.
Quindi decido che a parlare sarò io: “Insomma, sì… Voglio dire… Anche se voglio
molto bene a Kohaku-kun, non posso ignorare i miei sentimenti” , sussurro con
un filo di voce, arrossendo leggermente. “Anche se sto bene con Kohaku-kun, non
riesco ad immaginarmi tanto felice quando invece sono accanto alla persona che
mi piace, quando parlo con lui e quando anche solo s’incontrano i nostri
sguardi. Mi sento felicissima anche solo standogli vicina, quindi…”
Non faccio in tempo a finire la mia spiegazione, che lo sento immediatamente
alzarsi dal divano, con il libro in mano, e dirigersi lentamente verso le
scale.
Ma… Ma come?!? Io gli stavo parlando dei miei sentimenti per lui e che fa?! Se
ne va?! Cioè… Non sa che sono rivolta a lui, però…
“Sesshomaru-sama?” , lo chiamo, con un tono di voce un po’ deluso.
“Fa un po’ come ti pare. La tua vita sentimentale non mi riguarda” . La sua
voce atona mi rimbomba nelle orecchie e mi lascia totalmente di stucco.
Eccome se ti riguarda!! Sto parlando proprio di te, baka!!! Okay che non lo
sai, ma… cerca di essere un po’ più sensibile, no?
“Ma… Sesshomaru-sama… Aspettate un second…”
“E, ad ogni modo, non m’importa di cosa si tratti, né di chi tu sia in
compagnia. Che tu stia con quel Kohaku, o con quello che ti piace… Non osare
fare tardi nuovamente come stanotte. Se fossi tornata anche solo una mezz’ora
più tardi, avresti trovato le tue insulse valigie fuori dalla porta” , si
limita a rispondere secco e freddamente, con tono quasi adirato, mentre si
ferma sulle scale
“Eh?!” .
“Azzardati a tardare così tanto un’altra volta e ti assicuro che ti sbatterò
fuori di casa” , ripete, per poi riprendere a salire le scale.
Cooooosa?! Fuori di casa? Non crede di star esagerando? E poi… perché diamine è
così arrabbiato? Non è lui che non se ne frega niente di nessuno? Perché adesso
si mette a fare il padre geloso tutto di colpo che vuole la figlia a casa entro
mezzanotte?!
…
Eh? Il padre geloso? Possibile che… Sesshomaru-san fosse realmente preoccupato
per me?!
Non posso crederci… sembra talmente impossibile! Eppure,a pensarci bene, per quale altro motivo avrebbe
potuto avere per aspettarmi alzato e farmi quella paternale minacciosa?
“Rin” , mi sento chiamare e, lasciando le mie fantasie, mi ritrovo nuovamente
Sesshomaru-san di fronte che, guardandomi costantemente, tende la mano verso di
me.
Io lo guardo con aria confusa, mentre lui, sempre non distogliendo lo sguardo
dal mio, prosegue: “Avanti, dammi le chiavi”
Eh?!
“No, Sesshomaru-sama, aspettate! Vi giuro che non succederà più! Sarò a casa
sempre alle otto di sera, a parte il sabato! E anche il sabato rincaserò
massimo per le undici! Ve lo giuro, ve lo giuro! Quindi… non mi cacciate di
casa!”
“Per me puoi rimanere fuori casa anche per mesi. L’importante è che le chiavi
siano tutte in mio possesso” , m’interrompe con tono indifferente e palesemente
disinteressato. “Se fosse successo qualcosa alle chiavi, avrei dovuto far
cambiare le serrature delle porte di tutta la casa. Non posso permettermi una
scocciatura del genere solo perché non sai gestire le tue relazioni
inter-personali”.
… …
Coooooooooooooooosa?!? No, aspetta un minuto… Vuol dire che non era preoccupato
per me, ma… per le chiavi?!?
E’… E’ assurdo! La sua insensibilità sta toccando davvero il fondo! Anzi, lo ha
sfondato e sta cadendo verso l’oblio!
Non è possibile! Beh, Santa Luminosa, è anche vero che stiamo parlando di
Sesshomaru-san, ma… pensavo che dopo la mia malattia ci fossimo avvicinati un
po’ di più.
Dal canto mio, mi alzo in piedi e scuoto la testa con vigore. “No,
Sesshomaru-sama. Vi prometto che d’ora in poi starò attenta e non tarderò. Ho
bisogno del doppione del mazzo di chiavi, non potete togliermelo”
“Se continui a gestirti così male, non mi lasci altra scelta”
“Vi sto dicendo che non succederà più! Per favore, datemi una seconda
possibilità! Questa volta… è successo perché ero confusa e perché non sapevo
che fare, ma… d’ora in poi vedrò di fare più attenzione”
Lui continua a fissarmi con la mano tesa verso di me per un po’, finché poco
dopo non la ritira, mi da le spalle e comincia a dirigersi nuovamente verso le
scale. “Non avrai una seconda opportunità. Tienilo bene a mente”
Sospiro.
Capisco che la sicurezza della casa per lui sia più importante di me, ma non
crede di star esagerando? Ne ha fatto un problema di Stato!
‘Non avrai seconde opportunità’… Tsk! Neanche stesse parlando di lavoro! Forse
prende sul serio un po’ troppo le cose quotidiane…
Mi trovo a pensare queste cose mentre lo seguo, per le scale, per raggiungere
anch’io la mia stanza. Resto dietro di lui, per fargli capire che sono
mortificata e che il rimprovero ha avuto l’effetto che desiderava: intimorirmi
e farmi sentire ancora peggio di come sto già di mio.
Anche se questo mi ha dato modo di non pensare a Kohaku-kun per un po’, di
certo non mi ha fatto un buon effetto!
E, a proposito di Kohaku-kun, non so proprio come comportarmi… Non ne ho idea e
non ho risolto un bel niente, pur avendone parlato sia con Andou-san che con
Sesshomaru-san. Be’, non che sperassi di risolvere qualcosa con Sesshomaru-san.
Anzi, mi ha soltanto fatto capire che se gli dichiarassi i miei sentimenti, non
mi guarderebbe nemmeno in faccia…
Com’è dura la vita! Certe volte mi trovo a ripensare alla frase: “Perché
proprio di lui? Perché ti sei innamorata proprio di lui?” , che ha pronunciato
Kohaku-kun e ad appoggiarla.
Già… Perché proprio di lui… che non apprezza i miei sentimenti, né mai li
accetterebbe? E perché invece, non mi sono innamorata di uno come Kohaku-kun,
che mi ritiene un gioiello, una perla rara? Sarebbe stato tutto più semplice…
Perché innamorarmi di uno così…?
“Sappi che se incontri qualche pericolo non verrò a soccorrerti”
“Eh?”
Riesco a rispondere solo in quel modo ebete all’affermazione di Sesshomaru-san,
non appena abbiamo raggiunto il piano superiore.
“Se facessi tardi nuovamente, anche se incontrassi pericoli per la strada, non
verrei a soccorrerti. Dovresti sapere che restare fino a tardi in giro, è
pericoloso per un’umana insulsa quale sei tu” , conclude con tono freddo, per
poi lanciarmi uno sguardo severo, voltarsi e dirigersi verso la sua camera.
Rimango a fissarlo per un po’, di spalle, mentre si allontana pian piano da me.
Sorrido, trattenendo un risolino.
Ecco perché. Grazie, Kami-sama, per avermi risposto.
Ecco perché mi sono innamorata di lui: perché pur non volendolo dimostrare
superficialmente, dentro di lui, il cuore di Sesshomaru-san sta incominciando a
battere come quello di un vero essere umano e non più come quello di un freddo
youkai distaccato da tutto e tutti.
Perché ha bisogno di me. Forse lui non lo ammetterà mai, ma… ha davvero bisogno
di me ed io di lui. Per diversi motivi, questo è logico. Non posso imporgli i
miei sentimenti, ma non può neanche pretendere che li soffochi del tutto. Però,
posso stargli vicina ed essere sicura che, se il suo cuore si scioglierà, sarà
anche un po’ per merito mio.
Mi piacerebbe. Mi piacerebbe davvero tanto.
“Buonanotte, Toka-chan” , sussurro, baciando il folto pelo del mio coniglietto
che dorme nel letto con me. “E buonanotte, Sesshomaru-san”.
Mi spiace, Kohaku-kun… Ma… ho trovato la mia ragione…
Ho trovato la ragione per non volere nessun altro, a parte lui.
Ad aspettarmi, fuori del cancello, c’è la solita Shiori-chan, sorridente.
Appena la vedo, non trattengo un sussulto e il mio volto si tinge della tristezza che la notte prima, quando ero nel mio letto, prima di addormentarmi, mi aveva momentaneamente abbandonato.
“Eh? Che c’è, Rin-Rin? Hai qualche problema? Ti è tornata la febbre? Una ricaduta?” , mi chiede con aria preoccupata, Shiori-chan, mentre c’incamminiamo verso scuola.
Io la guardo, scuoto la testa e le sorrido. “No, no, niente del genere. Sto bene”
“Non fai il solito macello, come al solito e sei troppo calma. Hai fatto anche una faccia strana quando mi hai visto. Si può sapere che hai?”
“Niente ti sto dicendo! Non ho niente che non vada!”
“Bugiarda! Stai mentendo! Lo capisco quando la mia migliore amica mi prende per i fondelli!”
“Se ti dico che non è niente… non è niente!” , esclamo io, alzando un po’ troppo la voce. E’ stata un’uscita un po’ fuori luogo, lo ammetto.
“Ehi… Calmati, Rin-Rin. Sono solo preoccupata per te. Non c’è motivo di prendersela così tanto” , ribatte Shiori-chan con aria visibilmente offesa.
Io la guardo con aria dispiaciuta e poi abbasso il capo, silenziosamente, per non guardarla negli occhi.
Mi dispiace di starla trattando male, ma… cosa posso farci? Ogni volta che incrocio lo sguardo di Shiori-chan mi viene in mente Kohaku-kun e il discorso che abbiamo fatto ieri.
Non posso ancora credere che tra loro due non ci sia niente. Non posso davvero crederlo! Sembravano… così intimi!
E poi… possibile che Kohaku-kun non le abbia detto niente? Di solito, a detta sua, non parlano di questo? O forse Shiori-chan sta facendo solo finta di non saperlo per non aggravare la situazione?
Non so che pensare. Davvero non lo so. E sicuramente se non dico qualcosa che spieghi il mio strano comportamento, Shiori-chan non mi perdonerà per quello che ho fatto poco fa e per come mi sono rivolta a lei.
Già il suo attuale silenzio e la sua espressione rigida e irata, mi fa intuire che non l’ha presa molto bene. Be’, suppongo non la prenderei bene neanche io se mi preoccupassi per la mia migliore amica e lei mi rispondesse male.
“Kohaku-kun… ieri pomeriggio…mi si è dichiarato” , affermo, senza mezzi termini, andando direttamente al sodo, guardandola.
Lei, allora, spalanca gli occhi e subito si volta verso di me, con un’espressione shockata sul volto. “Che… Che hai detto?”
“Che Kohaku-kun mi si è dichiarato. Proprio ieri. E mi ha anche detto che voi due non state insieme… E’ vero?”
Shiori-chan ha un’espressione letteralmente sorpresa e meravigliata, forse un po’ scossa. Anche troppo, tanto da farmi sospettare qualcosa.
“Quindi… ti si è dichiarato… e non mi ha detto niente?”
“Shiori-chan… potresti rispondermi per favore?”
“Perché? Perché non me l’ha detto?” , continua a ripetersi tra sé e sé, ignorandomi ancora.
“Shiori-chan! Rispondimi!”
“Sì!!” , esclama lei, voltandosi con aria contrariata, verso di me. “E’ vero! Non stiamo insieme e non lo siamo mai stati! Contenta adesso?”
Ma… perché quella risposta così rude?”
“Per… Perché sei arrabbiata?”
“Non sono arrabbiata!”
“Sì che lo sei!”
“D’accordo! Lo sono!” , risponde lei con aria visibilmente adirata. Ma non riesco proprio a capire la ragione della sua rabbia. “Sono arrabbiata perché ho due amici che, nonostante fosse successa una cosa così importante, non mi hanno detto niente! E… soprattutto Kohaku! Ero certa che… prima di dirtelo me ne avrebbe parlato… E invece ha fatto tutto di testa sua, senza dirmi niente!”
“Shiori-chan…”
“Lo odio! Lo odio davvero tanto!” , continuò ad esclamare, alzando il passo e correndo verso la scuola.
Io tento di raggiungerla, di seguirla, di mantenere il suo passo, ma niente: è troppo veloce.
“Shiori-chan…”
Non capisco… Io non ci sto capendo più niente!!!
Perché si è arrabbiata così tanto? Capisco che possa essere dispiaciuta perché non gliene abbiamo parlato, ma… perché arrivare ad odiarlo? Per lei è tanto importante sapere che si doveva dichiarare a me, prima che lo facesse? Infondo lei non c’entra niente! La vita è di Kohaku-kun, perché dovrebbe intromettersi lei, così di soppiatto?
…
Oh no…
Possibile che sia…?