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Autore: Ariadne_Bigsby    05/12/2010    5 recensioni
Avete mai pensato ai viaggi nel tempo? Questa storia parla di due normalissime ragazze, Bianca e Costanza che un giorno riescono a salire su un modello di Delorean, la famosissima macchina del film "Ritorno al Futuro". Per gioco, Costanza digita una data importante: 6 Luglio 1957 e Bianca mette in moto, apparentemente senza motivo. Le due ragazze si ritrovano catapultate a Liverpool nel 1957, proprio in quel giorno tanto significativo nella storia dei Beatles...e loro hanno un'importante compito da svolgere..Ma potranno riuscirci senza alterare l'equilibrio temporale?
"Diciamo che vuoi assistere alla dichiarazione di Indipendenza" e impostando la data sul contatore , che Costanza guardava con agitazione, poi disse ancora citando "ritorno al futuro"
"O che vuoi assistere alla nascita di cristo...."
Costanza la interruppe ridendo , e cercando di imitare a voce di Marty disse:
"O assistere alla nascita di chi diventò più famoso di lui!" e le sue dita digitarono sullo schermo velocemente
”Nove ottobre 1940”
"Ed ecco un giorno importante nella storia... della musica" disse bianca cercando di imitare doc , ma stavolta invece digitò 6 Luglio 1957.
Genere: Comico, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Lennon , Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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                                                         ROCK N’ROLL

 

 

 

 

Quarrymen Pictures, Images and Photos

 

 

  

Il ritmo sincopato di una canzone di Buddy Holly, trasmessa da una radio sul furgone, era l’unico rumore che si sentiva per la strada, mentre i ragazzi sopra di esso ridevano sommessamente, per quelle due ragazze vestite in modo così strano, quelle ragazze che guardavano pietrificate il loro chitarrista, come se avessero avuto un’apparizione divina.

 

Imbarazzato dal silenzio, John abbassò lo sguardo sulle sue gambe incrociate, mentre le sue guance si coloravano di rosso , cercò di sembrare disinvolto e sollevò di scatto la testa, facendo muovere il ciuffo di capelli che aveva sopra la fronte e, con un gesto fluido, come per tirare fuori una pistola dalla fondina porse ad entrambe la mano, mentre le fissava con occhi stretti, lo sguardo luminoso ed un sorriso provocatorio.

 

Combattute fra la voglia di urlare e quella di saltargli addosso, dall’enorme confusione nella testa di Costanza riuscad uscire solo un “Bella chitarra…”, detto con voce bassa e tremante, mentre Bianca, che si teneva le mani ben affondate nelle tasche con tutta la forza di volontà che aveva disse “Ehm…”

John spalancò gli occhi e si protese in avanti, entusiasta “ Davvero ti piace? Sai suonare?”

Costanza, cercando con  tutte le sue forze un po’ di contegno, rispose finalmente a tono “So suonare un po’ il piano, ma vorrei imparare a suonare la chitarra….E poi c’è Bianca che suona il basso.” E diede una spintarella con il piede a Bianca, che si risvegliò, come se fosse stata percorsa da una scossa elettrica e disse “ Si, suono anche io un po’."

“Fantastico! Potrei insegnarti, e tu potresti suonare il basso con noi!” disse John spostando gli occhi da una verso l’altra e con un sorriso intrigante stampato in volto.

“Come mai quella ragazza è vestita da uomo?” urlarono i tizi sul furgone, mentre John osservava i vestiti delle due ragazze di sotto in su, soffermandosi sul maglione e i pantaloni di Costanza, che effettivamente assomigliavano agli abiti che portava lui d’inverno, si mise a ridere osservando i loro capelli tutti scompigliati e quegli stupidi occhialini tondi  da nonnetta che portava Bianca. Sempre molto perplesso, le invitò a salire sul furgone, mentre loro si guardavano intormo e soprattutto dietro, mentre John le aiutava a salire.

 

Non appena le due ragazze furono salite sentirono vari sguardi puntati nella loro direzione, sguardi che le scrutavano con estrema attenzione ed anche un po’ di diffidenza.

 

“Ehm…ciao!” abbozzò Bianca, agitando la mano a mo’ di saluto. La risposta fu un grugnito generale, seguito da qualche occhiata di troppo al vestito di bianca, troppo attillato per i canoni dell’epoca.

Nel frattempo, anche John era salito, non senza aver guardato di nuovo il maglione ed i jeans di Costanza e l’abito attillato di Bianca e, dopo aver dato un colpo con la mano sul tettuccio del guidatore, seguito da un “Ci muoviamo, amico!” il furgoncino riprese la sua corsa.

Bianca e Costanza si sedettero su una panca che un ragazzo biondo aveva lasciato libera per loro ed osservarono quel John sedicenne che si sedeva e si accendeva una sigaretta.

“Allora…state andando alla festa perché vi piace lo skiffle?” chiese loro dopo aver aspirato il fumo e socchiudendo gli occhi.

“Ehm, veramente…” balbettarono le due amiche guardandosi, stupendosi dell’estrema naturalezza con la quale John parlava con loro, come se fossero state due persone che conosceva da anni, anziché due perfette sconosciute vestite come delle matte.

 

“Veramente noi ascoltiamo il rock!” esclamò Bianca.

“Si!” si aggiunse subito Costanza “ Tipo i Pin…ehm, tipo Elvis!”

“E anche i B…cioè…anche Buddy Holly!” esclamò Bianca annuendo.

“Davvero?!” disse John sillabando lentamente e sgranando gli occhi.

Poi, cominciò a sussultare e a fremere, come se fosse in preda ai brividi “Davvero?” ripeté con aria estasiata “voi,,,voi ascoltate il rock n’roll? Chiese al culmine della meraviglia.

“Beh si. Perché, che altro c’è da ascoltare?” cercò di ironizzare Bianca.

“Lo sapete che io vi amo?” disse lui sempre con quell’aria esterrefatta.

 

A questo punto Costanza non capiì più nulla e cominciò a ridacchiare in maniera preoccupante, mentre Bianca rimase pietrificata.

“Ho detto qualcosa che non va?” chiese John in tono colpevole.

“Ehm no John.E’ solo che..ehm, noi…” stava iniziando a dire Bianca, prima di bloccarsi. Cosa avrebbe potuto dire, del resto?

Costanza cercò di stemperare la tensione “E’ solo che mi sono ricordata una cosa divertente.” Buttò li in tono evasivo.

“Cosa? Oh, se è una cosa divertente voglio saperla anche io!” si animò subito John

Dopotutto erano simpatiche quelle due! Completamente pazze, si…ma simpatiche e molto carine!

Bianca e Costanza si guardarono, preoccupate, lo sguardo di ognuna comunicava all’altra una cosa sola: vuoto totale.

Costanza sparò la prima cosa che le venne in mente “Cucchiaio!” e lanciò un’occhiata supplichevole a Bianca, che si mise a ridere rompendo il silenzio e la perplessità che aleggiavano nel furgone.

 

Costanza rise a sua volta e insieme finsero di aver detto una cosa molto divertente.

John all’inizio le guardò basito, poi, per non fare brutta figura proruppe in una risata forzata e tremolante. Costanza si soffermò qualche secondo a guardare quegli occhi stretti e brillanti, umidi per lo sforzo di ridere e non riusciva a capacitarsi: tutta quella forza che, attraverso la musica, le era  stata trasmessa, risplendeva in quello sguardo pieno di ribellione e di vita; sentiva che da quello sguardo sarebbe scaturita una rivoluzione.

 

John, intanto, aveva ripreso a parlare, entusiasta, e anche gli altri ragazzotti discutevano di musica.

“Ma per voi cosa significa rock? Perché vi piace?” chiese il ragazzo, con una curiosità quasi morbosa: si vedeva che quello era un argomento importante per lui.

“Per me il rock è libertà!” disse Bianca, decisa. Quella musica la avevasempre resa sicura di un rifugio, di uno spazio libero in cui ogni cosa è permessaEra un’appiglio, un faro nel mare in tempesta. Era una musica capace di farla sentire viva!

Costanza la guardava, sorridendo: sapeva quanto quella cosa fosse importante per lei, ed era bello vederla così convinta.

“Io..non so..dovrei pensarci.” Disse Costanza con quel tono da eterna indecisa. A volte invidiava Bianca, che era sempre così sicura di quello che diceva, almeno nell’apparenza.

 

“Quando ascolto qualcosa sento come una scossa che mi percorre dalla testa ai piedi e sento come una spinta, dentro di me, Sento il potere di cambiare qualcosa e mi sento collegata con tutto questo, ma allo stesso tempo diversa e potente…si, potente…”  il suo tono di voce era tronato flebile e tremante, mentre John e Bianca la guardavano sorridendo emozionati.

La discussione fu interrotta dalla frenata brusca dell’autista e da un vociare indistinto, misto al suono di chitarre; erano arrivati a St. Peter’s Church!

 

 

 

PENNY LANE:

Ed ecco il terzo capitolo della storia! Capitolo che ha richiesto tempo e tante riflessioni. A differenza dei due precedenti, che sono stati scritti “singolarmente”, questo capitolo è stato scritto “a quattro mani”, da me e Costanza nei ritagli di tempo e in alcune uscite pomeridiane. Passo a ringraziare per le recensioni (ovviamente anche a nome di Costanza
Ps a chi interessa, ecco qui il link della canzone di Buddy Holly "citata" all'inizio -----http://www.youtube.com/watch?v=v9ZID-xFrIg
J

Luna Lennon:  Ah, anche io provo la stessa sensazione, ogniqualvolta guardo la foto di John a St Peter e quando ascolto il frammento di registrazione di quel giorno,( per non parlare dei brividi che ho provato quando sono stata veramente sul posto, a St Peter *.*)  Sono/siamo contente che la storia ti piaccia! Grazie per la recensione J

Marty: Ahaha si, John era un po’ un…discolaccio, per usare termini appropriati (biografia di Norman docet) Liverpool è bellissima, provvedi di andarci prima o poi. Male che vada organizziamo un mega viaggione noi Beatlesiane di EFP! Grazie per la recensione J

Zaz: Ebbene si, le nostre due eroine lo hanno beccato (aiutate dal mistico potere della “botta di culo”)  e sono perfino riuscite a farsi il tragitto coi Quarrymen U.U

Al barista che odiava John ho pensato subito, già mentre scrivevo le prime frasi del capitolo….ci stava troppo e sarebbe servito per evidenziare il “divario” che c’è fra il John tutto pacifista che conosciamo…..e il giovanotto scapestrato che era una volta ( <3)

Grazie per la recensione!!

GRAZIE ANCHE A CHI HA SOLTANTO LETTO…ALLA PROSSIMA! ;)

   
 
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