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Autore: Lady Numb    05/12/2010    6 recensioni
"Basta poco per annientare un uomo. Nel caso di Brian erano bastati trenta minuti. [...] Trenta maledetti minuti erano bastati a cambiargli la vita. Anzi, forse sarebbe stato sufficiente prolungare quella chiamata per qualche minuto, o forse per qualche secondo e tutto avrebbe potuto essere diverso. Basta davvero poco per distruggere un uomo."
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, Zacky Vengeance
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Dietro insistenza di Gena, anche se sarebbe stato più corretto dire dietro minacce di Gena, Brian si era fermato anche a cena a casa di Zack e ora i due stavano da soli in salotto a chiacchierare o semplicemente a guardarsi in giro, Gena e il padre di Zack erano andati a letto da un pezzo, loro proprio non riuscivano a dormire, ma come aveva detto la ragazza, almeno si tenevano compagnia.

Nessuno  dei due parlava, erano tutti e due persi nei propri pensieri, Zack in particolare.

Stava ripensando alla conversazione di quella mattina con Brian, a quando aveva scoperto di Brian ed Aly.

In realtà non aveva mai avuto grosse obiezioni riguardo a loro due, conosceva bene Brian e sapeva di potersi fidare di lui, certo, all’inizio era stato davvero uno shock, ma più che altro lo era stato perché i due lo avevano tenuto all’oscuro della loro storia. Tuttavia, una volta che le cose erano state chiarite Aly non aveva potuto mai davvero lamentarsi, Zacky era geloso di lei, terribilmente, ma la lasciava vivere tranquillamente la sua storia col chitarrista.

Certo, a meno che Aly non si presentasse davanti alla sua porta in lacrime per colpa del suo carissimo amico chitarrista, in quel caso sarebbe stato pronto ad uccidere Brian senza nemmeno doverci pensare...

 

Zack stava suonando la sua chitarra e fu per quel motivo che non sentì subito il campanello che stava suonando.

Corse subito ad aprire, chiedendosi chi potesse essere: Gena se ne era andata solo un’ora prima per andare a fare shopping, e comunque aveva le sue chiavi, quindi escludeva che potesse trattarsi di lei.

Non appena aprì la porta, fu travolto da Alice, che gli scoppiò a piangere fra le braccia.

‘Ehy, che succede Aly?’ le chiese preoccupato il ragazzo, richiudendo la porta e facendola sedere sul divano in salotto.

‘Io lo odio, lo odio, lo odio!’ rispose lei, prendendo a pugni il divano.

‘Di chi stiamo parlando Aly?’ chiese curioso Zack.

‘Di Brian, io lo odio quel bastardo traditore!’

Zack si fece improvvisamente serio: “Brian” e “traditore” nella stessa frase riferita alla sua sorellina proprio non andavano bene.

‘Che è successo?’ le chiese lui.

‘Sono andata da lui... Lyla non si sentiva bene e sono tornata prima, ho pensato di passare da Brian...ma quando sono arrivata mi... mi...’ spiegò lei, interrompendosi per prendere fiato ed evitare di scoppiare di nuovo in singhiozzi.

‘Cosa Aly?’ le chiese Zack, incitandola a continuare.

‘Mi ha aperto... una... una che non conosco… ma decisamente una lei... e non è sua sorella, prima che tu me lo chieda...’.

Zack in realtà non aveva nemmeno pensato di chiederglielo, nella sua mente stava già decidendo come far fuori Brian.

‘Lui che ha detto?’ chiese Zack furioso.

‘Non l’ho visto... quella tipa ha detto che era sotto la doccia... ed era vero, l’ho sentita l’acqua... stupida bionda siliconata!’ sbottò Aly.

‘Bionda siliconata? Dio, non ci posso credere, quella sgualdrina di Janet!’

‘Chi?’ chiese Aly.

‘Credo sia quella poco di buono della sua ex... ed io che pensavo che avesse chiuso con ragazze come quella...’.

Zack fu interrotto dal campanello, allora disse ad Aly di cercare di calmarsi un attimo e si diresse all’ingresso.

Quando si trovò davanti Brian dovette fare appello a tutto il suo autoncontrollo per non saltargli addosso e ridurlo molto, molto male.

‘Lei è qui, vero?’ chiese Brian appoggiandosi al muro dell’ingresso trafelato, non aveva nemmeno perso tempo a cercare le chiavi della macchina, se l’era fatta tutta di corsa la strada.

‘E tu le starai alla larga!’ rispose Zacky, guardandolo talmente male che Brian pensò fosse una mossa intelligente fare un passo indietro.

‘Ehy, ehy, Zacky, non penserai davvero che io l’abbia tradita, vero?’ chiese incredulo Brian.

‘Dimmi tu cosa dovrei pensare, vedo mia sorella arrivare da me in lacrime a raccontarmi che una certa sgualdrina di tua conoscenza le ha aperto la porta di casa tua mentre eri sotto la doccia...’

‘Frena Vengeance, frena! Ok, Janet era a casa mia, colpa mia, le avevo detto dove tengo le chiavi di scorta... cazzo, stavo facendo una tranquillissima doccia e due secondi dopo mi ritrovo una psicopatica in salotto e Alice che cerca di uccidermi tirandomi addosso la chitarra!’.

Zack trattenne a fatica un’espressione divertita, l’immagine di Alice che lanciava a Brian una chitarra era abbastanza esilarante.

‘E perchè dovrei crederti Brian?’ chiese scettico Zack, cominciando tuttavia a pensare che forse Aly aveva travisato la situazione.

‘Zack, seriamente, pensi che lo farei con tua sorella? Non sono così stupido... cazzo, ci ho pensato bene prima di imbarcarmi in questa storia, non la farei mai una carognata simile, a te e soprattutto a lei... guardami in faccia e dimmi che non mi credi’.

Zack fu costretto ad ammettere che Brian aveva ragione, la rabbia ormai era sbollita e razionalmente non poteva negare che il Brian che conosceva lui non avrebbe mai fatto una cosa del genere, non con Alice per lo meno, forse con qualsiasi altra ragazza sì, ma Aly era importante per lui e questo Zack lo sapeva bene e in fondo stavano insieme da quasi cinque mesi e Brian si era comportato egregiamente, doveva pur voler dire qualcosa.

‘E andiamo Zack, credi davvero che tradirei Alice alla prima occasione? Con Janet poi? Sarò stato anche uno stronzo in passato, ma lo sai anche tu come stavo grazie a lei...’.

Anche stavolta, Zack dovette ammettere che Brian aveva ragione, Janet lo aveva lasciato a pezzi, con lei si erano invertiti i ruoli: normalmente era Brian ad usare le ragazze, in quel caso era stata lei ad usare lui, lo aveva illuso e poi lo aveva lasciato appena non le era più servito e Brian ci era stato male per davvero.

‘E che voleva da te Janet?’ chiese Zack.

‘Che vuoi che ne sappia Zack, probabilmente si è resa conto che l’ultimo che si è sbattuta non ha futuro a differenza del sottoscritto’ ipotizzò Brian e stavolta Zack non poté trattenere un’espressione divertita, Gates era modesto come sempre.

‘Ok...senti è in salotto... e fossi in te ci andrei coi piedi di piombo, vuole ucciderti sul serio...’ disse infine Zack, convinto dalle ragioni dell’amico.

‘Come se non lo sapessi... ti ho già accennato al fatto che non ho più una chitarra ora?’ rispose ironico l’altro, seguendo Zack in casa.

‘Aly...’ iniziò Zack, ma fu interrotto dalla sorella, che aveva intravisto Brian alle sue spalle.

‘Cazzo Zacky, almeno tu, cazzo!’

‘Aly ascoltalo, per favore... e vedi di farlo stando alla larga dalla mia chitarra, grazie’ commentò lui, ricevendo in cambio un’occhiataccia da Alice ‘Per favore?’ domandò lui.

La ragazza rimase in silenzio qualche istante, poi si rivolse a Brian.

‘Hai cinque minuti, Haner...e vedi di essere molto, molto convincente’.

Zack diede una pacca sulle spalle a Brian e si spostò in cucina di modo da poterli lasciare da soli potendo però contemporaneamente tenere sotto controllo la situazione, sua sorella era decisamente violenta quando si arrabbiava e a lui e alla band Brian serviva integro.

 

‘Non ci credo, lo tieni ancora?’ disse improvvisamente Brian, alzandosi per prendere qualcosa che poi mostrò a Zack da un mobile.

L’altro ridacchiò vedendo l’oggetto incriminato: si trattava di un sasso, piuttosto grosso anche, che in certi punti aveva delle macchioline scure.

‘Certo che lo tengo... sai, quando Aly diventa particolarmente insopportabile le ricordo che mi ha quasi ucciso... c’è ancora il mio sangue lì sopra, funziona alla perfezione...’.

Brian scosse la testa, divertito.

‘Lo sai che si sente ancora terribilmente in colpa...’

‘Oh, lo so, ma è troppo divertente!’ ribatté Zack, prendendo il sasso dalle mani di Brian, che nel frattempo era tornato a sedersi sul divano.

 

‘Piccola, lasciati dire che hai una mira davvero pessima...’ commentò Brian divertito mentre Aly lo fulminava con un’occhiataccia.

‘Non tutti hanno passato l’adolescenza a prendere a sassate le bottiglie di birra dopo averle bevute, sai? Anzi, non tutti hanno passato l’adolescenza a svuotare bottiglie di birra solo per poterle prendere a sassate!’ ribatté lei piccata.

Lei e Brian erano andati a fare un giro in spiaggia e Brian aveva cominciato per scherzo a lanciare sassi contro un paio di bottiglie abbandonate per terra centrandole in pieno ogni volta ed Aly aveva voluto provare di non essere da meno, con scarsi risultati tuttavia.

‘Qualcuno qui si arrampica sugli specchi...’ commentò divertito il ragazzo, abbracciandola da dietro e baciandola sulla nuca.

Aly si limitò a sbuffare lasciandosi coccolare dal suo ragazzo, se quello era il suo modo di prenderla in giro poteva andare avanti tutto il giorno, anche se ovviamente non glielo avrebbe mai detto.

‘Però uffa, voglio imparare anch’io!’ protestò dopo un po’ lei.

‘Guarda che non ci vuole una laurea...’ commentò Brian, prendendo un sasso da terra e lanciandolo di nuovo contro una delle due bottiglie, colpendola e sorridendo soddisfatto.

La ragazza si concentrò e fece un altro tentativo che però andò nuovamente a vuoto.

‘Maledette bottiglie!’ sbottò Aly, prendendo un altro sasso e lanciandolo verso gli oggetti incriminati mentre Brian rideva.

‘Cazzo!’.

I due alzarono lo sguardo e videro Zack che si teneva le mani sulla fronte, che stava sanguinando.

‘Oddio, Zack!’ urlò Aly correndo verso il fratello.

‘Cazzo, se vuoi farmi fuori sii più classica Aly! Pugnalami, prendimi sotto, questo genere di cose...’ si lamentò Zack, che era stato colpito sulla fronte dal sasso che Aly aveva lanciato.

‘Sei tu che ti sei messo sulla traiettoria! Oddio, cazzo se sanguina...’ commentò lei, cercando di non pensare al fatto che lei odiava il sangue.

‘Certo, scusa se non vado ad immaginare che tu ti sia data al lancio della pietra...’ rispose sarcastico Zack.

‘Ok, calma e sangue freddo...’ intervenne Brian ‘Vee, non fare tragedie che ne hai avute di peggiori...’ disse poi all’amico che lo guardò male, ma non rispose: sapeva che Brian aveva ragione in fondo.

‘Non dovrebbe uscire così tanto sangue...’ osservò Aly, ignorando l’invito del suo ragazzo a calmarsi: era vero, suo fratello ne aveva avute di peggiori, ma quel sangue stava iniziando ad essere un po’ troppo per i suoi gusti.

‘In effetti...’ fu costretto ad ammettere Brian, osservando la fronte di Zack preoccupato.

‘Come sarebbe a dire “in effetti”?’ esclamò Zack, continuando a tenersi la mano sulla fronte.

‘Ok Vee, facciamo un giro al pronto soccorso, dì la verità che ti mancava!’ disse Brian, spingendo l’amico verso il parcheggio.

‘Oh sì, morivo dalla voglia di tornarci Gates...’ rispose l’altro sarcastico, salendo in macchina.

‘E vedi di non sporcarmi i sedili!’ lo minacciò Brian sedendosi al posto del guidatore, mentre Aly si sedeva di fianco a lui, silenziosa.

‘Fanculo Gates!’ rispose Zack mentre l’altro ridacchiava.

 

‘Aly, si può sapere che c’è?’.

La ragazza si voltò verso Brian: erano nella sala d’attesa del pronto soccorso da circa venti minuti in attesa che il medico di turno finisse di medicare Zack.

‘Cosa intendi?’ rispose lei.

‘Non hai proferito parola da quando siamo arrivati qui...’.

La ragazza si limitò a scrollare le spalle, allora Brian si sedette di fianco a lei e le cinse le spalle col braccio.

‘Ehy, guarda che non è successo niente... a tuo fratello piace fare un po’ la prima donna, dovresti saperlo meglio di me...’

‘Lo so... è solo che... non lo so, che cazzo, non so che mi è preso... un colpo, ecco che mi è preso... sono un’idiota...’ rispose lei, appoggiando la testa sulla spalla di Brian.

‘Forse ogni tanto... ma sei anche adorabile, sai?’ commentò lui, dandole un bacio sui capelli.

‘Eccomi qui in tutto il mio splendore!’ esclamò Zack, facendo il suo ingresso nella sala d’attesa ‘Ehy, che succede?’ chiese subito dopo, vedendo la faccia della sorella.

‘Niente, sperava di averti fatto fuori, ma si è resa conto di aver fallito...’ rispose Brian, facendo ridere anche Aly.

‘Ehy, sorellina, ce ne vuole per farmi fuori!’ disse lui andando ad abbracciarla.

‘Vedrò di applicarmi allora...’ rispose lei abbracciandolo a sua volta.

‘Se ti serve una mano, quando vuoi!’ intervenne Brian, ricambiando il terzo dito di Zack col proprio ‘Bene, ce ne andiamo? Non è che gli ospedali mi facciano impazzire...’ aggiunse poi.

‘Ok... ma mi aspetto che mi offriate una cena come minimo!’ disse Zack, alzandosi in piedi insieme alla sorella e dirigendosi all’uscita del pronto soccorso.

 

‘Certo che è incredibile... quando si arrabbia mi picchia e me ne combina di ogni, una volta che non mi aveva fatto praticamente nulla ci mancava poco che si fustigasse...’ commentò Zack osservando il sasso che teneva fra le mani.

‘Già...’.

Rimasero entrambi in silenzio per qualche istante, poi Zack andò a rimettere il sasso sul mobile dove si trovava normalmente, aprì un cassetto e ne estrasse qualcosa.

‘Senti Brian... non sapevo se dirtelo o meno, ma mi conosci, sono dannatamente curioso... quando mi hanno dato le cose di Aly ho trovato questo... è quello che penso?’.

Brian prese in mano l’oggetto che gli stava porgendo l’amico e vide che si trattava di una catenina d’argento con appeso un anello.

Quell’anello.

Brian sorrise, rigirandoselo un attimo fra le mani.

‘Sì, è quello che pensi’ rispose infine.

‘E com’è che non ne sapevo nulla? Guarda che potrei prenderla sul personale...’ disse Zack, tornando sul divano.

‘Dal momento che sono partito per il tour il giorno dopo, avevamo deciso di dirvelo una volta tornati... per questo lo teneva al collo e non al dito...’.

 

Aly stava controllando la posta elettronica usando il suo portatile, seduta sul divano in salotto.

Vide lampeggiare l’icona della videochiamata e, dopo aver fissato per qualche secondo perplessa il nome del chiamante, rispose.

‘Ti sei definitivamente rimbecillito amore?’ chiese lei ridendo.

‘Perché?’ chiese Brian, facendole ciao dallo schermo.

‘Perché io sono in salotto e tu sei al piano di sopra e stiamo parlando via computer?’ rispose lei ironica.

‘Io lo trovo divertente...’ protestò lui.

‘Va bene piccolino, se ti diverti...’ rispose lei sorridendo.

‘Comunque, che combini di bello?’

‘Stavo controllando la posta... tu che accidenti stai combinando? Non stai facendo danni, vero?’

‘Certo che no, per chi mi hai preso?’ chiese lui, punto nell’orgoglio.

Per tutta risposta Aly alzò il sopracciglio.

‘E dai, solo perché una volta mi è caduta la birra sull’alimentatore della chitarra...’

‘Solo? A parte il fatto che ti sei quasi ucciso, hai anche rischiato di far bruciare la casa!’ ribatté lei.

‘Oh, come sei pignola... non eri così pignola prima!’

‘Ho dovuto imparare vivendo con te...’  osservò lei, ridendo.

‘Bah... comunque, cambiando discorso, ho una sorpresa per te!’ disse lui entusiasta.

‘Cosa?’ chiese lei curiosa: adorava le sorprese.

‘Piano... innanzitutto chiudi gli occhi!’

‘Brian, dai, siamo a cento metri di distanza, non possiamo farlo di persona?’

‘Smettila di contraddirmi, chiudi gli occhi... e ti controllo, non sbirciare!’ ribatté lui.

‘Ok, ok...’ si arrese lei, chiudendo gli occhi.

‘Bene... aspetta un secondo... ah, ah!’

‘Che succede?’ chiese lei, senza però aprire gli occhi: non perché glielo aveva chiesto Brian, ma perché le mancava il coraggio di vedere quale danno avesse fatto stavolta il suo ragazzo.

‘Niente, stavo per volare per terra... ok, ora puoi aprire!’ esclamò lui.

Quando Aly riaprì gli occhi, rimase a bocca aperta davanti allo schermo: Brian era esattamente dove lo aveva lasciato, seduto alla sua scrivania nello studio, solo che di fianco a lui c’era una scatoletta aperta e quello che c’era dentro era indubbiamente un anello.

‘Alice Baker... vuoi concedermi l’onore di sposarmi?’ chiese lui, non potendo trattenere un sorriso: la sorpresa era riuscita alla perfezione a giudicare dalla faccia della ragazza.

‘Sì, sì, sì!’ urlò lei, mollando il computer sul divano e apparendo davanti a Brian meno di dieci secondi dopo.

La ragazza gli saltò in braccio e Brian ne approfittò per baciarla, al settimo cielo esattamente come lei.

‘Ti ho già accennato al fatto che ti amo, ragazzina?’ le disse poi lui.

‘Mi pare di sì... ma se mi infili quell’anello potrei anche crederci di più!’ rispose lei, ridendo alla faccia sconvolta di lui.

‘Lo sapevo che stavi con me solo per i soldi...’ commentò divertito, infilandole nel frattempo l’anello al dito.

‘Certo, e perché altrimenti?’ ribatté lei, contemplandosi per qualche istante il dito per poi baciare di nuovo Brian ‘Per la cronaca, ti amo anch’io, sbruffone’ gli sussurrò poi, appoggiando la testa alla sua spalla.

‘Ovviamente, chi può resistermi?’ commentò lui, ignorando la sberla che Aly gli aveva appena dato sul braccio e tornando di nuovo a cercare le labbra della ragazza.

 

‘Ecco spiegato perché ultimamente eravate entrambi sulle nuvole’ commentò Zack.

‘Io non ero sulle nuvole...’ ribatté Brian.

‘Tu non sei stato sul pianeta Terra per tutto il tour... salvo quando stavi sul palco, ovviamente’ lo corresse Zack divertito.

‘Uff... forse un po’, ok...’ ammise infine Brian.

‘Quindi sei ufficialmente in procinto di diventare mio cognato! E mia sorella sta per sposarsi prima di me! Santo cielo, questa Gena non me la perdonerà mai...’ disse Zack, assumendo un’espressione preoccupata sull’ultima parte.

‘Sarebbe decisamente ora che tu ti decidessi, nessuno di noi ha ancora capito cosa tu stia aspettando...’ gli fece notare Brian.

Zack si limitò a scrollare le spalle: ultimamente ci aveva fatto un pensierino, prima che succedesse tutto quel casino.

Forse avrebbe davvero dovuto decidersi, in fondo aveva avuto la conferma che le cose possono cambiare drasticamente da un momento all’altro.

Seize the day or die regretting the time you lost: era una loro canzone, avrebbe dovuto saperlo bene.

Perché in fondo ora, se anche le cose non fossero andate bene, Brian non avrebbe avuto il rimpianto di non averlo fatto.

‘Credo che lo farò, sai?’ disse infine Zack, voltandosi verso l’amico.

‘Alleluia, allora i miracoli sono ancora contemplati!’ commentò Brian sorridendo: era ora.

‘Adesso però farei un tentativo col dormire... sai mai che è la volta buona’ disse Zack.

‘Potrei anche seguire il tuo esempio, non si sa mai... ti dispiace se questo lo tengo io?’ disse, riferendosi all’anello.

‘Prego, è più tuo che mio in fondo...Notte Gates’ lo salutò Zack, dirigendosi verso la sua camera.

‘Notte Vee’ rispose l’altr entrando nella stanza degli ospiti, continuando a rigirarsi fra le mani l’anello di Aly.

 

‘Brian, Zack mi ha detto la bella notizia, sono così contenta!’ esclamò Gena accogliendo Brian in cucina la mattina dopo.

Brian la ringraziò, lanciando un’occhiata divertita a Zack.

‘Me lo ha estorto, Gates, la conosci, sai che ne è capace!’ si difese lui alzando le mani.

L’altro si limitò a scuotere la testa: lo sapeva, eccome.

‘Beh, Brian, è un piacere averti come genero!’ commentò il signor Baker sorridendogli.

Il ragazzo lo ringraziò, pensando che in quella famiglia probabilmente il padre di Zack ed Aly era l’unico ad avere delle reazioni normali.

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Sette giorni.

Sette giorni che Aly era in coma.

Brian stava seriamente iniziando ad impazzire.

Dopo la crisi respiratoria di qualche giorno prima Aly non aveva più dato segnali di peggioramento, il che era una buona notizia, ma nemmeno segnali di miglioramento, brutta notizia.

Arrivati a quel punto gli sarebbe bastato un qualsiasi segno che Aly stesse reagendo in qualunque modo.

E invece nulla, restava immobile in quel maledetto letto di quella maledetta stanza di quel maledetto ospedale.

Si lasciò cadere sul letto, affondando la testa nel cuscino.

Guardò l’orologio che aveva al polso: l’una.

Un’altra notte alle porte che molto probabilmente sarebbe stata insonne come quasi tutte quelle che l’avevano preceduta.

Troppi pensieri, troppo negativi.

Più passava il tempo, più cominciava a temere che la sua speranza che Aly si risvegliasse fosse solo un modo di auto illudersi.

Non era forse stato lui a dire a Zack di non provare nemmeno a smettere di crederci?

Eppure diventava sempre più difficile.

Erano solo sette giorni, ma gli sembravano un’eternità.

Si rigirò fra le mani l’anello di Aly, non se ne era più separato da quando Zack glielo aveva dato, quattro giorni prima.

Era stupido come il solo fatto di avere fra le mani quell’oggetto, ripensare al significato che aveva lo facesse stare meglio, eppure era così.

Avrebbe proprio dovuto dormire anziché continuare a tormentarsi psicologicamente.

Peccato che ultimamente dormire fosse un altro dei suoi problemi.

Se glielo avesse raccontato, Aly non ci avrebbe mai creduto: lei aveva sempre sostenuto e continuava a sostenere che Brian e il resto della band fossero un’irrecuperabile massa di dormiglioni...

 

Erano le due di pomeriggio e Brian si era appena alzato.

Arrivato nella zona giorno del tourbus, constatò che gli altri erano ancora immersi nel mondo dei sogni.

Alla faccia di Alice che lo dava come il più pigro di tutti.

Accese il suo portatile e vide che il soggetto dei suoi pensieri era connesso, per cui fece partire una videochiamata.

Dovette aspettare qualche minuto prima che il volto di Alice, assonnato, facesse la sua comparsa sullo schermo.

‘Ehy, qualcuno stava dormendo qui?’ chiese ironico Brian dopo aver fatto velocemente i calcoli del fuso orario: lui era a Chicago ed erano le due, quindi ad Huntington era mezzogiorno.

‘A parte che io lo faccio una volta ogni tanto e solo dopo che mi sono data alla pazza gioia con Ly, vogliamo parlare del fatto che tu ti sei appena svegliato?’ rispose lei, sorridendo alla vista dell’espressione stupita di Brian.

‘E tu come fai a saperlo?’ chiese lui, domandandosi come avesse fatto a capirlo.

‘Hai la faccia da appena svegliato... e prima che tu me lo chieda, ti conosco Gates, sono sei anni che vedo quella faccia quasi tutte le mattine...’ rispose lei ridendo.

‘Ehy, aspetta un attimo... come sarebbe a dire alla pazza gioia con Ly?’ chiese poi Brian, registrando solo in quel momento la frase precedente della ragazza.

‘Ieri sera eravamo entrambe single visto che il ragazzo di Lyla è fuori città per lavoro, quindi abbiamo fatto un bel giro per club’.

Brian la guardò molto male: si fidava di lei, ciecamente, ciò non toglieva che fosse un po’ geloso.

‘E non farmi il geloso, che ne avrei più diritto di te...’ commentò lei, capendo a cosa stesse pensando Brian.

‘Io ho tuo fratello che è pronto a fucilarmi se solo mi azzardo a fare un sorriso ad una ragazza...’ protestò lui.

‘Mmh... giusto, non lo avevo considerato...’ concesse lei, mettendosi seduta col computer sulle gambe e permettendo così a Brian di vedere cosa stesse indossando.

‘Ehy, non sarai mica uscita con quello?’ chiese Brian facendo riferimento al vestitino viola che indossava Alice.

‘Sì... ero talmente stanca che non mi sono nemmeno cambiata...’

‘Non mi piace...’ commentò lui.

‘Ma se mi dici sempre che lo adori!’ ribatté lei.

‘Lo adoro, confermo, ma solo se io sono nei paraggi a guardare male gli altri esseri maschili...’ spiegò lui facendola ridere.

‘Sei adorabile, lo sai?’

‘Grazie, me lo dicono in molte...’ rispose lui ridacchiando a sua volta.

‘Gates, vorrei ricordarti che posso farti molto male attraverso Vengeance...’

‘Scherzavo, scherzavo... ma quanto sei permalosa, Baker...’

‘Moltissimo... comunque, parlando di Vengeance, è lì in giro che mi farebbe piacere salutarlo e sapere se è ancora vivo?’

‘Amore... abbiamo fatto un concerto ieri... sono le due del pomeriggio... è già strano che io sia sveglio...’

‘Un branco di pigroni scansafatiche, l’ho sempre detto...’ commentò lei.

‘Quello della rockstar è un duro lavoro amore...’ ribatté lui.

‘Soprattutto avere a che fare con una marea di fans pronte a fare qualunque cosa vogliate...’ lo provocò lei.

‘E poi quello geloso sarei io?’ chiese Brian ridendo.

‘Era un test, Gates...’

‘Beh, tranquilla, al momento sei l’unica fan che mi interesserebbe avere a portata di mano...’ rispose lui, lanciandole un’occhiata allusiva.

‘E tu sei l’unica rockstar che mi piacerebbe avere sotto mano, Gates...’

‘Ok, fermatevi prima che questa diventi una videochiamata vietata ai minori!’ esclamò Zack, che era appena uscito dalla zona notte.

‘Il mio fratellone è tornato dal mondo dei morti!’ urlò Alice, facendo scoppiare a ridere Brian.

‘Ciao sorellina!’ la salutò Zack, saltando letteralmente in braccio a Brian.

‘Mi sa che sto sbagliando tutto...’ disse Alice facendosi pensierosa.

‘Cioè?’ chiese curioso Brian.

‘Io non devo essere gelosa della fans... io devo cominciare ad essere gelosa di mio fratello!’ spiegò lei.

‘Puoi giurarci, sorellina!’ le rispose Zack abbracciando Brian, che però lo allontanò facendolo cadere a terra per poi scoppiare a ridere insieme ad Aly.

 

Ecco cosa succedeva quando non riusciva a dormire, tutti quei ricordi tornavano a fargli visita.

Se però fino a qualche giorno prima erano un piacevole rifugio, ora stavano diventando una tortura.

Quella chiamata era stata nove giorni prima.

Se solo avesse saputo che dopo due giorni gli sarebbe crollato il mondo addosso...

Rimise l’anello sul comodino, poi spense la luce e affondò la testa nel cuscino, pregando tutte le divinità che conosceva di riuscire a dormire almeno un paio d’ore.

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Zack si trascinò in cucina, pensando che uno zombie in quel momento sarebbe stato molto più vivo di lui.

D’altronde erano le sette, lui aveva dormito sì e no tre ore e lo aveva pure fatto male.

Probabilmente le sue occhiaie avevano raggiunto dei livelli da Guinness dei primati in quella settimana.

Si sedette al tavolo, concedendosi un minuto prima di iniziare a prepararsi la colazione.

Si sentiva uno straccio, ma non era quello il problema maggiore, quello che davvero lo tormentava era sentirsi così incredibilmente inutile, non poteva fare altro se non aspettare, aspettare e ancora aspettare.

Peccato che quell’attesa inerte lo stesse facendo andare al manicomio.

L’ultima volta che si era sentito così frustrato era stato dopo la morte di sua madre, quando vedeva Aly diventare un’altra persona sotto i suoi occhi e non riusciva a fare nulla per aiutarla e si era ripromesso che mai, mai più avrebbe sperimentato una sensazione del genere.

E invece era di nuovo nelle stesse condizioni di allora, un semplice spettatore senza alcun potere di modificare la trama del film che stava guardando...

 

Zack spense il lettore cd e si alzò dal letto, aveva sentito la porta della camera di Alice chiudersi, segno che la ragazza era tornata a casa.

Finalmente, pensò, erano quasi le otto, come al solito aveva passato il pomeriggio da Lyla e aveva finito per cenare dalla sua amica.

Ormai Zack aveva l’impressione di vedere sua sorella solo la mattina quando si svegliava, sempre che non fosse rimasta a dormire dalla sua migliore amica, oppure di sfuggita nei corridoi della scuola, non andava più nemmeno alle prove della band ormai.

Bussò alla porta della stanza di Aly, ma non aspettò che la ragazza lo invitasse ad entrare, visto il suo umore negli ultimi tempi si sarebbe ritenuto fortunato se gli avesse anche solo rivolto la parola.

Zack cercava di capirla, non era stato facile per lei, adorava la madre e perderla così all’improvviso era stato un brutto colpo.

Tuttavia, non poteva fare a meno di pensare a volte, non era stato facile nemmeno per lui e per suo padre, eppure nessuno dei due si comportava in modo così egoista.

‘Aly?’ chiese il ragazzo aprendo la porta.

‘Che c’è?’ chiese bruscamente lei, voltandosi di scatto verso la porta.

‘Niente... è solo che non ti vedo da stamattina, volevo salutarti, tutto qui’ rispose lui, quasi intimidito dal comportamento della sorella, aveva a malapena parlato e lo aveva aggredito in quel modo.

Ultimamente gli pareva di essere Brian, almeno a giudicare dal modo in cui Aly lo trattava.

‘Beh, ciao ciao Zack, adesso puoi anche andare’ rispose lei senza nemmeno guardarlo in faccia.

‘Che diavolo ti ho fatto, Aly?’ le chiese lui, cercando di non dare a vedere quanto gli facesse male trattandolo in quel modo, aveva pur sempre un orgoglio.

Vide la ragazza sospirare e per un attimo la sua espressione si addolcì, diventando quella della Aly che si ricordava lui.

‘Non mi hai fatto niente Zacky... senti, ho solo bisogno di stare per conto mio, non voglio prendermela con te o con nessun’altro, ok?’ rispose lei.

‘Ok... come vuoi...’

‘Zack, sto bene, davvero...’

‘Se lo dici tu...’ commentò lui a bassa voce, uscendo dalla camera della sorella prima che lei avesse tempo di replicare e tornando nella propria.

Si buttò sul letto, riprese in mano il lettore cd e si infilò le cuffie, facendo partire la musica al massimo: odiava quella situazione, sapeva che sua sorella stava mentendo, stava male ma non voleva parlargliene e lui non sapeva cosa fare, non sapeva come aiutarla a stare meglio nonostante fosse la cosa che più desiderava al mondo.

 

Zack sobbalzò quando sentì suonare il telefono, precipitandosi a rispondere: chi accidenti era il genio che telefonava alle sette di mattina?

Chiunque fosse, avrebbe fatto molto meglio a non essere un giornalista, altrimenti quella sarebbe stata la volta buona in cui Zachary Baker avrebbe dato fondo alla sua scorta di insulti segreta.

‘Pronto?’ rispose lui, vedendo Gena scendere le scale preoccupata.

Quello che la ragazza vide subito dopo fu Zack impallidire vistosamente, lo sentì mormorare un “grazie” e poi lo vide riattaccare.

‘Che succede?’ gli chiese portandosi di fianco a lui.

‘Devo... devo andare in ospedale...devono parlarmi...’ sussurrò lui senza alzare lo sguardo da terra.

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Brian maledisse il campanello: per una volta che riusciva a dormire, accidenti.

Guardò la radiosveglia e vide che erano solo le otto, chi diamine lo disturbava a quell’ora?

Se si fosse trattato di un giornalista, povero lui.

Arrivò fino alla porta, mentre chiunque si trovasse dall’altra parte sembrava aver incollato il dito al campanello e quando la aprì, già pronto a dare sfoggio dei suoi insulti migliori, si risvegliò improvvisamente trovandosi davanti Zack.

Se il suo amico era lì a quell’ora poteva esserci solo una ragione.

‘Che è successo?’ chiese preoccupato Brian.

‘Si è svegliata, Brian’ disse semplicemente Zack e per la prima volta l’altro si accorse che stava sorridendo.

‘Co... cazzo Vee, sei serio, vero?’ chiese Brian, frastornato.

‘Credi veramente che potrei scherzare su una cosa del genere? Datti una mossa, meglio se ti ci porto io, in ospedale... tu come minimo finisci a schiantarti da qualche parte e ricominciamo da capo...’ gli rispose l’altro, scherzando.

Brian annuì, facendolo entrare e volando letteralmente al piano di sopra per prepararsi.

Zack si sedette sul divano ad aspettarlo, in realtà era ancora più sconvolto dell’amico, quella mattina le cose erano successe talmente in fretta che era ancora leggermente disorientato lui stesso...

 

Zack arrivò in ospedale a tempo di record, nonostante avesse promesso a Gena di andare piano: la ragazza non lo avrebbe mai saputo.

Lei avrebbe voluto accompagnarlo, ma lui l’aveva convinta a restare a casa e fortunatamente, come al solito, Gena aveva capito che era una di quelle cose che Zack aveva bisogno di fare da solo, qualunque fosse la notizia che lo attendesse.

Quando arrivò davanti alla stanza della sorella, vide il medico che lo stava aspettando e che non appena si accorse del suo arrivo si diresse verso di lui con un’espressione che rincuorò un po’ Zack: non sembrava portare brutte notizie, per lo meno non brutte quanto temeva.

‘Buone notizie signor Baker’ esordì il dottore ‘Sua sorella si è svegliata un’ora fa... stiamo ultimando i controlli, ma sembrerebbe andare tutto bene...’.

Zack rimase a fissare il dottore sconvolto, poi alla fine capì che doveva almeno annuire.

‘Fra qualche minuto potrà entrare, il tempo di portare a termine gli ultimi accertamenti... si sente bene?’ gli chiese poi, probabilmente a causa dell’espressione ebete che lo stesso Zack si rendeva conto di avere.

‘Sì...sì, mai stato meglio...’ rispose lui, sedendosi su una delle sedie di metallo del corridoio mentre il dottore rientrava nella stanza di Aly.

Fece giusto in tempo a telefonare a Gena per comunicargli la notizia che il dottore, seguito da un paio di infermiere, uscì dalla camera e gli disse che poteva entrare.

Aprì la porta e la prima cosa che vide fu sua sorella seduta sul letto, ancora un po’ intontita ma indubbiamente sveglia.

‘Zacky!’ esclamò lei vedendolo entrare.

‘Ehy, piccoletta’ rispose lui, andando a sedersi di fianco al suo letto e prendendole la mano ‘Come ti senti?’ le chiese poi.

‘Un po’ confusa... però tutto sommato bene... anche se quando cerco di muovermi ho la sensazione che mi sia passato sopra un camion...’

‘Almeno è la volta buona che te ne stai un po’ ferma...’ scherzò lui, ricevendo in cambio un’occhiataccia da Alice.

‘Ringrazia il cielo che non posso darti la lezione che ti meriti, Vengeance...’ rispose minacciosa lei.

Per tutta risposta Zack si sporse verso di lei e le stampò un bacio sulla fronte.

‘Vedi di non farmi mai più uno scherzo del genere, piccola peste che non sei altro’ le disse poi scompigliandole i capelli.

‘Ah, ma allora ti sono mancata!’ rispose lei, appoggiando la testa sul braccio del fratello.

‘La verità? Sì, un pochino sì... i tuoi danni, soprattutto’ rispose lui, sedendosi sul letto di fianco a lei.

‘Io manco sempre... ovviamente, stiamo parlando di me...’ scherzò lei, ricevendo in cambio un’arruffata di capelli dal fratello.

‘Brian?’ chiese poi lei.

‘E lo sapevo che in realtà tu non volevi me...’ commentò lui fingendosi offeso, ma non potendo trattenere al tempo stesso un sorriso divertito.

‘Idiota...’ rispose lei, dandogli un colpetto sul braccio.

‘Comunque, non lo sa ancora... devo andare a recuperare il mio futuro cognatino?’ chiese lui, ricevendo in cambio uno sguardo sorpreso dalla sorella ‘Avevi l’anello al collo, me lo hanno dato, ho chiesto spiegazioni, ha dovuto rispondere’ spiegò lui.

‘Povero Brian... posso solo immaginare a che razza di interrogatorio tu l’abbia sottoposto’ commentò lei, sorridendo ‘Comunque, se non ti dispiace andare a prenderlo...’ aggiunse poi guardandolo supplicante.

‘Dammi un’oretta e te lo porto qui’ rispose lui, dandole di nuovo un bacio sulla fronte, felice di riavere la sua adorata sorellina indietro.

 

‘Ci sono’ disse Brian, tornando in salotto e dirigendosi verso l’ingresso ‘Andiamo?’

‘Pronti, partenza, via!’ rispose Zack, seguendo l’amico fuori di casa.

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Poco meno di un quarto d’ora più tardi i due arrivarono davanti alla camera di Alice e a quel punto Zack si fermò.

‘Io aspetto qui... non vorrei essere il terzo incomodo...’ disse rivolto a Brian.

L’altro sorrise divertito e lo ringraziò, poi entrò nella stanza.

Non appena sentì la porta aprirsi Alice si voltò e quando vide chi era entrato non poté trattenere un sorriso.

Brian le rispose allo stesso modo, pensando che mai come in quel momento era stato felice di poter fissare gli occhi verdi di Aly.

‘Ehy...’ disse lei, facendogli cenno di avvicinarsi.

‘Ehy a te...’ rispose lui, andando a sedersi direttamente sul letto, vicino alla ragazza.

‘Posso chiederti una cosa?’ le disse Brian.

‘Cosa?’

‘Vedi di non combinarmi mai più una cosa simile...’ rispose lui, sfiorandole le labbra con le proprie.

‘Come siete ripetitivi, tu e mio fratello...’ commentò lei, sorridendo e accoccolandosi, per quanto riuscisse a causa del dolore che provava ogni volta che si muoveva, fra le braccia di Brian.

‘Sappiamo con chi abbiamo a che fare... preferiamo andare sul sicuro...’ rispose lui accarezzandole i capelli e pensando che avrebbe potuto anche cascare il mondo in quel momento, lui non aveva la minima intenzione di muoversi di lì.

‘Simpatico come sempre, Gates...’ commentò lei sorridendo.

‘Come stai?’ le chiese poi.

‘Sempre più ripetitivi... comunque, a parte il dolore ogni volta che muovo un muscolo e lo stordimento, credo bene... anche se mi farebbe piacere capire che accidenti è successo... nessuno mi ha raccontato nulla, Zack, poverino, l’ho praticamente mandato a prendere te, quindi non so nulla...’

‘Non ti ricordi niente?’ chiese lui.

‘Solo che mi hai chiamato prima del previsto e che stavo andando a incontrare Lyla... ero arrivata al parco, stavo parcheggiando e poi niente, vuoto’.

Brian le raccontò quello che a sua volta Lyla aveva raccontato a lui e Zack una settimana prima, sentendo ancora distintamente quella sensazione di vuoto dentro al solo ricordo.

‘Wow... me la sono vista brutta...’ commentò lei accarezzando una mano di Brian, poteva solo immaginare quello che dovevano aver passato lui e soprattutto suo fratello e suo padre.

‘Già... ah, quasi dimenticavo!’ disse lui, cercando qualcosa in tasca senza lasciare andare Aly.

‘Cosa?’ chiese incuriosita lei, cercando di vedere cosa stesse combinando il ragazzo.

 ‘Mi stavo chiedendo se eri sempre dell’idea...’ disse lui, sorridendole mentre le mostrava l’anello.

‘Metti qui, Gates’ rispose lei ridendo, porgendogli la mano sinistra.

‘Con vero piacere’ fece lui, infilandoglielo sull’anulare.

‘Sta anche meglio di quello che ricordassi...’ commentò Brian osservando la mano di Aly.

‘Concordo... ti amo Brian’.

 Il ragazzo le carezzò la guancia continuando a sorriderle.

‘Ti amo anch’io, ragazzina’ rispose lui, baciandola.

‘Si può o siamo di troppo?’ chiese Zack aprendo la porta e rimanendo sulla soglia, con dietro di lui Gena, Lyla e il signor Baker.

‘Falli entrare, fratello idiota...’ rispose lei facendo una linguaccia a Zack nello stesso momento in cui Brian diceva ‘Siete di troppo’, ottenendo come risultato di far scoppiare a ridere tutti quanti.

 ‘Ehy, sono fidanzata!’ disse poi Aly agli altri tre, mostrando la sua mano sinistra.

‘Lo sappiamo...’ disse Gena sfoggiando un sorriso a trentadue denti, così come il signor Baker e Lyla.

‘Ma... ma uffa, non si può neanche fare una sorpresa qui!’ si lamentò lei, mettendo il broncio.

Tutti scoppiarono a ridere e Brian le diede un bacio sulla fronte per consolarla: ecco la ragazzina pestifera alla riscossa.

La ragazzina pestifera che l’aveva irrimediabilmente fatto innamorare e che, ora che era finalmente di nuovo con lui, non voleva più perdere per nulla al mondo.

 

 

 

 

 

ECCOMI!

Non mi ero dimenticata di questa storia, semplicemente non riuscivo ad aggiornare, il mio computer a volte prende iniziative personali che io non condivido....

Comunque, ho poco tempo quindi mi limito a dire GRAZIE GRAZIE GRAZIE a chi ha recensito e a chi ha seguito questa cosina a cui io sono abbastanza affezionata...e spero alla prossima!!!! =)

 

Lady Numb

   
 
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