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Autore: jinajin    06/12/2010    5 recensioni
E se un giorno il rapporto tra Nami e Zoro si invertisse?
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro, Un po' tutti | Coppie: Nami/Zoro
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7 – Rabbia


Rimasero in quella posizione a lungo. Nessuno dei due aveva il coraggio di muoversi e affrontare l’imbarazzo di quel che era accaduto. Nami aveva una paura tremenda di alzarsi e di guardarlo in faccia. Poi Zoro l’aveva incastrata tenendole la schiena. Oltre a quello, non sapeva come gestire le turbe che la stavano attraversando. Ogni parte del corpo che era in contatto con quello del ragazzo, la mandava in tilt. Non era una sensazione negativa, come si era immaginata, anzi era una delle cose più incredibili che stesse provando. Poi si chiese se quello che provava lei lo stava era lo stesso per Zoro. Pian piano, il calore dentro di lei si focalizzò nel basso ventre, spezzandole il fiato. Si era accorta che stava ansimando, così si coprì la bocca con una mano. Sperò vivamente che Zoro non avesse notato nulla.
Quel contatto era una sensazione paradisiaca pensò Zoro, mentre a stento riusciva a trattenere l’urgere che gli stava crescendo dentro. Si stava eccitando per il contatto con la strega! Ma poi, ci ripensò su… Nami, infondo era una ragazza. Una ragazza bella, affascinante su certi aspetti e aveva le curve più sexy che mai avesse visto. Fino a quel momento non si era reso conto, se non inconsapevolmente, che la nakama che stava su di lui era dell’altro sesso. Aveva trattato tutti i suoi compagni in egual maniera, senza mai fare distinzioni. Ma ora che la sua pelle si sdrusciava su quella soffice e setosa di lei, capì che le sensazioni che provava erano quelle di attrazione verso l’altro sesso. La navigatrice mocciosa era sexy, questo non lo poteva negare.
-Zoro- si sentì chiamare dalla rossa.
-Uh… cosa c’è?- chiese lui, rauco.
Si pentì amaramente di averle risposto. Con quel tono di voce poi! La ragazza avrebbe capito che lui… si stava eccitando, insomma!
Nami si era alzata e teneva il grembiule sul seno, per coprirlo. Lentamente si allontanò da Zoro, anche se in fondo le dispiaceva aver interrotto il contatto tra di loro. Teneva lo sguardo basso, cercando di non incrociarlo con lo spadaccino. Ora come ora non sarebbe riuscita a guardarlo in faccia, da quanto si vergognava.
-Io torno a letto, a domani- disse lei, prima di correre via.
Zoro la vide sparire nel corridoio. Lentamente, si rialzò. Era come rimasto in trance per tutto il tempo che Nami era stata sopra di lui. Mentre tornava in camera, ripensò all’accaduto. Di certo tra loro due era successo qualcosa. Si addormentò con un sorriso ebete stampato sul volto. Di sicuro stava ripensando al corpo sexy di Nami.

Appena richiuse la porta dietro di lei, Nami s’appoggiò sul letto. Era rimasta turbata profondamente, sia nello spirito sia fisicamente. Si sentiva ancora accaldata e la sensazione nel basso ventre era rimasta per tutto il tempo, come se aspettasse di venir saziata. Alzando lo sguardo, alla ricerca di qualcosa che la distraesse da quel turbinio di emozioni, si intravide nello specchio. Era rossa, anzi porpora. Si alzò e andò a frugare nell’armadio alla ricerca di un pigiama più “casto”. Decise, prima di addormentarsi, che per un po’ avrebbe evitato miniabiti, bikini e gonne.

Nami si svegliò dal bussare estenuante alla porta.
-Chi è?- chiese lei, mentre si stropicciava gli occhi.
-Io e gli altri andiamo a fare provviste, rimani tu di guardia assieme a Zoro!- disse Robin.
Nami protestò sonoramente, ma non ottenne risposta. L’amica sé ne era andata subito.
Io e Zoro, da soli per un’altra volta… non ci voglio pensare, pensò lei, alzandosi dal letto. Il freddo che le arrivava ai piedi dal pavimento fu piacevole, visto il caldo che faceva. Decise di farsi una doccia fredda. Prima di entrare nel corridoio, dette un’occhiata per assicurarsi che Zoro non era lì. Non c’era anima viva. Così si chiuse nel bagno femminile e si rilassò sotto la doccia.

Nel frattempo, nella palestra della Sunny, Zoro era preso dai suoi allenamenti. Stava facendo flessioni ed era arrivato a quota duemila, che per lui erano cifre normali. Però non era ancora soddisfatto. Per via delle ferite interne arrivava solo a tremila. Si fermò un attimo e prese la bottiglia d’acqua che aveva acconto. Bevve a grandi sorsate e finita la bottiglia, la riappoggiò dov’era prima. Si sedette a gambe incrociate e decise di meditare un poco.
I suoi nakama erano andati a far provviste, cosicché il silenzio era garantito. Ma non riusciva a concentrarsi. Quello che era successo la notte passata si fece spazio nella sua mente. Digrignò i denti dalla rabbia, non riuscendo a scacciare Nami dalla testa. Si rialzò e decise che per oggi l’allenamento era chiuso. Uscì dalla palestra, di corsa. Sentì dentro di sé un’eccitazione indomabile, da saziare. Imboccò il corridoio per la sua cabina e lì, incontrò Nami. Era appena uscita dalla doccia, avvolta solo dall’asciugamano. Zoro non la guardò, la ignorò e si chiuse in fretta e furia nella sua cabina. Nami rimase lì, spiazzata.

Era steso sul letto e rimuginava. Se l’accaduto della sera prima non fosse successo, non starebbe lì a farsi problemi. Si sarebbe alzato come tutte le mattine, con la testa libera di pensieri pervertiti, e l’allenamento avrebbe dato i suoi frutti. Ma nada. Nami entrava prepotentemente nella sua testa, turbandolo. Non sapeva più come levarsela dalla testa.
Prima non ci avrebbe mai pensato a lei in quella maniera, ma ora che lei gli si era rivelata nel suo fascino di donna non poteva più farne a meno. L’aveva distratto per tutto il giorno. Dentro di lui crebbe la rabbia. Lui aveva uno scopo nella vita, dove niente e nessuno aveva il diritto di distarlo. Aveva giurato solennemente di diventare lo spadaccino migliore del mondo. Per Kuina. Merda!, pensò lui, appena sentì bussare alla porta. Non aveva voglia di vedere nessuno e niente meno Nami.
-Chi è?- ringhiò lui, appoggiandosi con la schiena alla porta.
-Zoro, se gentilmente potessi aprire la porta e venire ad aiutarci, ci faresti un gran favore!- disse Sanji.
A Zoro saltarono i nervi. Ora era proprio di umore nero. Tirò un calcio alla porta, spalancandola completamente.
-Stavolta non mi freghi!- gisse Sanji, facendogli di no con la testa.
Zoro sbuffò solamente. Vedere Sanji spiaccicato dietro alla porta sarebbe stato meglio. Stava per uscire dalla camera per raggiungere Sanji, ma si ricordò delle bende che portava. Così frugò nel suo armadio e la prima cosa che prese sè la infilò. Fatto questo, seguì il cuoco su per la coperta.
Terminato lo stoccaggio delle provviste, Zoro poté finalmente sentirsi sollevato. Ogni volta che tirava su qualcosa, il dolore delle ferite gli doleva dentro. Si guardò intorno e appena appurò che nessuno lo stava fissando, si osservò in uno dei tanti oblò della nave. Un rivolo di sangue gli era colato dalla bocca. Si pulì il viso con la manica della maglietta. Si sentì apostrofare dal cuoco dall’altro lato del corridoio.
-A tavola!- urlò Sanji a pieni polmoni.
Zoro si riguardò allo specchio e notando niente fuori posto si diresse verso la sala da pranzo. Raggiunse il suo solito posto e osservò la solita scena che si ripeteva a ogni pasto della giornata. I suoi compagni che chiedevano prepotentemente il cibo a Sanji, il quale dopo averli serviti si rivolgeva col solito tono melenso verso Robin e Nami. Involontariamente il suo sguardo si era posato sulla figura femminile che dalla notte scorsa lo tormentava. Non trovò tanta pelle scoperta, stavolta. Nami si era vestita, anzi coperta, con una t-shirt e dei jeans. Strano… di solito se ne va al giro più scoperta che… Zoro zittì immediatamente quei pensieri. Volse lo sguardo altrove e si concentrò su un buco nel legno della parete. Quando Sanji servì anche Zoro, questi lo guardò in cagnesco. Zoro rispose con uno sguardo peggiore.
-Vedo che stai meglio… perciò non devo più trattarti con i guanti- disse Sanji, sottovoce.
-Non c’è né mai stato il bisogno- grugnì Zoro, alquanto irritato.

Dopo aver pranzato un lauto pasto, Zoro decise che per il resto della giornata avrebbe sonnecchiato. Si alzò in fretta e furia, cercando di non guardare in nessun modo la navigatrice, seduta dall’altro lato della sala. Appena fu fuori dalla sala, Zoro si sentì immensamente sollevato.

-Nami-saaaaaaaaaan!-.
Nami si volse verso il cuoco, con un’espressione vagamente annoiata. Era da un paio di giorni che non sopportava più quel tono melenso. Poi con tutto quello che le era successo l’altra notte aveva i nervi tesissimi. Aveva evitato di fissare Zoro per tutto il tempo e aveva capito che lui aveva fatto lo stesso. Ritornò alla realtà quando Sanji posò di fronte a lei un pezzo di torta al cioccolato. Nonostante fosse insopportabile, a volte, Sanji sapeva essere davvero un gentiluomo. Scoccò un mezzo sorriso al cuoco, per farlo contento. Mentre Nami cominciò a magiare il dolce, Sanji si sedette accanto a lei, diventando improvvisamente serio.
-Come sta il marimo?- domandò lui, mentre si accendeva una sigaretta.
Nami fece la finta tonta. Continuò a mangiare il dolce e rivolse un’espressione sorpresa al cuoco.
Mi sono sbagliato forse? Pensavo che lo sapesse..., pensò Sanji. Le disse di lasciar perdere e con questo si dileguò nella cucina. Nami smise di mangiare. Si sentiva una stupida per aver mentito. Zoro voleva che la cosa rimanesse segreta, così avrebbe fatto lei. Ma in fondo odiava mentire. Guardò quel che rimaneva del dolce. Le era passata la fame e così anche la spensieratezza. Col cucchiaino ancora in mano si alzò e si diresse verso la coperta. Sentiva l’impellente desiderio di spaccare qualcosa, di distruggere. Avanzò fino alla balaustra della Sunny e si fermò lì a contemplare quel vasto paesaggio blu oltremare. Strinse il cucchiaino fino a sentire il metallo nella carne. Poi prese slancio e in un veloce scatto del braccio, lanciò il cucchiaino verso l’oceano. Osservò come cadeva nell’acqua e si disperderva nelle profondità marine. Aspettò, ma la calma non arrivò. Invece, la rabbia cresceva. Fissò le onde che si infrangevano potenti slle pareti della Sunny, e infondo sperava di poter disperdersi anche lei in quel buio oltremare. Un desiderio irrazionale si disse. Ma voleva accontentarlo. Si issò sulla balaustra e con una mano si aggrappò ad una delle funi della nave. Era per caso pazza? No, voleva solo disperdere quella rabbia che stava provando. Poi accade. Una folata di vento la colpì in pieno e lei perse l’equilibrio. Stupida, stupida che non sei altro!, pensò lei mentre tentò, invano, di riprendere equilibrio. Non si era accorta che la balaustra era bagnata e perciò era scivolata. Ormai erano salpati dall’ultima isola e andavano abbastanza veloci. Se cadeva era la fine. Quando era salita non aveva notato nessuno sulla coperta e di sicuro nessuno l’avrebbe sentita se avesse gridato. E poi non era la prima volta che rischiava di cadere in mare. L’altra volta c’era stato Zoro a salvarla, nonostante stesse male. Zoro c’era sempre a tirarla fuori dai guai, sempre. Anche quando lei era diventata indipendente nel combattimento con la sua arma. Infine fece un passo falso e cadde.
Zoro... per lei quello sarebbe stato l’ultimo pensiero che avrebbe mai formulato se sarebbe caduta nelle profondità marine. Chiuse gli occhi e soffoccò un grido di terrore. La sensazione di caduta durò per un istante solamente, per poi susseguirsi a quella sospesa in aria. Un attimo dopo si ritrovò stretta tra due braccia possenti.
-Ma lo fai apposta?- gridò Zoro, stringendo convulsamente la ragazza.
-No!- rispose lei, singhiozzante.
-E allora che cazzo ci facevi la sopra?! Il ballo propiziatorio delle streghe? Ti è andato di volta il cervello, strega… - gridò ancora lui.
La stava sgridando, ma a Nami non importava. E’ qui. Con Me, pensò Nami, in lacrime.
 
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giusy91
SpitFireScar, fmr18_onepiece, Zonami84 grazie mille per le vostre recensioni bellissime! E grazie anche a chi ha messo la fic tra le seguite e le preferite, grazie xD
Al prox capitolo! ^_^


   
 
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