~addiction~
[Vanessa]
Non
posso farne a meno. Devo andare a
controllare.
Forse
qualcuno lo definirebbe piuttosto origliare
una conversazione privata, ma io non amo questa definizione.
E poi, lo
sanno tutti che al giorno d’oggi la privacy non esiste
più. Il Grande Fratello
è dappertutto, eccetera eccetera.
Scompaio
subito dopo aver varcato la porta e mi avvicino a Damien e Vahel.
Sono
piuttosto sicura che Damien potrebbe scoprire dove sono se solo gli
interessasse. La sua abilità è migliorata
incredibilmente in queste poche
settimane. Non ha più avuto incubi e riesce a prevedere solo
quello che vuole.
È tutto ciò che ha sempre desiderato, e
l’ha ottenuto grazie a quel bastardo di
Vahel. Per questo devo capire cosa
si
stanno dicendo. Mi avvicino con cautela assolutamente inutile
–a meno che uno
dei due non si metta ad osservare le nuove orme che compaiono sulla
sabbia, e
ne dubito.
-La
prego!-, sbotta Damien, facendomi sobbalzare.
Lo
sta pregando?
Sul serio? Che ne è stato di tutti i discorsi
sull’odio che provavamo per lui?
-Non
ancora, signor Knight.-
-La
supplico! Ne ho bisogno!-
Cosa
ne è stato della sua dignità?
-Oh,
andiamo. Potrà resistere un altro giorno!-
-Non
posso! La prego, professore, la imploro … non posso lasciare
che ricominci!-
-Non
… -, comincia Vahel, ma Damien lo interrompe con veemenza:
-Non posso!-, grida.
Vahel
tace per un secondo, quindi si fruga nella tasca della giacca e ne
estrae un
barattolo in plastica pieno di pastiglie. Ne prende una manciata e la
consegna
a Damien.
-Va
bene-, dice.
-Grazie-,
mormora Damien, ingoiandone subito una. Immediatamente il suo volto
teso si
rilassa.
Si
allontana e io lo seguo. Non appena siamo fuori dalla portata visiva di
Vahel,
ricompaio.
Damien
sussulta.
-Cosa
stai facendo?-, chiede.
-Potrei
farti la stessa domanda.-
Lo
vedo arrossire ed esitare.
-Io
… niente.- Mi fissa. –Hai spiato la mia
conversazione, Vanessa?-
-Ero
preoccupata per te-, replico.
-Pensavo
avessi giurato che non l’avresti mai fatto.-
-Cosa
stai combinando con quelle pastiglie, Damien?-
-Niente.-
Accelera
il passo, ma gli sto dietro senza problemi.
-Ne
stai diventando dipendente?-
-No!-,
sbotta. -Finalmente posso controllare il mio dono, Ness! Non vedo
più gente che
muore durante la notte, né incidenti aerei, né
terremoti … -
-È
una droga, non è vero?-, insisto, afferrandogli un braccio
per impedirgli di
andare avanti.
-Non
… non è così.-
-Sì
che lo è!-, urlo, reprimendo a fatica l’istinto di
schiaffeggiarlo. –Non riesci
proprio a capire? Vahel ti sta rendendo suo schiavo grazie a quelle
pillole!-
-Posso
smettere quando voglio.-
Dio,
no.
Non questa frase. Non sarò intelligente come Charlotte, ma
sono abbastanza
informata per sapere che questo è un bruttissimo segno.
Guardo negli occhi il
mio migliore amico e noto che le sue pupille hanno una forma strana.
-Damien-,
sussurro, -Ti prego, smettila. Ti stai facendo del male.-
-Non
posso tornare a com’era prima, Ness-, mormora. –Non
dopo aver visto com’è
vivere senza essere tormentato dagli incubi. Non reggerei.-
-Troveremo
un’altra soluzione.-
Non
voglio mollare e stringo la presa sul suo braccio, senza distogliere lo
sguardo
dal suo.
-Non
ce n’è, Nessie … è
l’unica possibilità.-
Un
nodo mi stringe la gola con tanta forza da rendermi difficile respirare.
Lotto
per non piangere e mi allontano quasi di corsa dal mio amico,
scomparendo a
metà strada.
Invisibile,
sono ora libera di crollare. Mi lascio cadere ai piedi di un albero e
vi
appoggio la schiena, scossa dai singhiozzi.
Com’è
potuto succedere così in fretta?
Come
ho fatto a non accorgermene?
Sono
talmente certa della mia invisibilità che, quando Damien mi
mette una mano
sulla spalla, sussulto per lo stupore. Non mi vede, ma ha previsto che
sarei
andata esattamente lì.
-Non
piangere, Ness. Ti prego.-
-Non
pregarmi!- La mia voce esce più stridula del solito, ma non
me ne curo. –Non
voglio che tu mi preghi come hai pregato quel mostro
di darti ciò che volevi! Tu mi fai schifo!
Vattene!-
Damien
sobbalza come se lo avessi pugnalato. Guarda il vuoto che mi ospita e
annuisce
appena, quindi si allontana in silenzio, senza più voltarsi,
lasciandomi sola
con la mia frustrazione.
Mi
ci vuole più di un’ora per calmarmi e riprendere a
ragionare razionalmente.
Allora
faccio la cosa più logica.
Vado
a cercare Charlotte. Mi dirigo direttamente verso la Sala, ancora
invisibile,
decisa a fare una puntata nel bagno per controllare lo stato dei miei
occhi,
che immagino rossi e gonfi.
Appena
sguscio all’interno, uno spettacolo mi si prospetta davanti.
Lily
e Blake, uno davanti all’altro, che urlano a squarciagola dei
pessimi insulti.
Tutti
gli altri sembrano piuttosto imbarazzati.
-Sei
un maschilista!-
-E
tu sei masochista!-
-Senti
chi parla!-
Intuisco
l’argomento della discussione e so che dovrei entrarci
anch’io, ma non è il
momento. Mi avvicino a Charlotte e
le
mormoro all’orecchio:
-Esci
un attimo?-
Lei
sussulta, quindi sospira:
-Vado
a prendere un po’ d’aria.-
La
seguo fuori e riappaio.
-Cielo,
Ness, sei tremenda! Cosa hai fatto a quegli occhi?-
-Niente.
Senti, Charlie, è successa una cosa grave.-
-Sarebbe?-
-Hai
presente le pastiglie che Vahel dà a Damien?-
-Sì.-
-Credo
che siano una specie di droga. Non riesce a starne senza, anche a costo
di
implorare Vahel per averle, ed è sempre più
strano. Dice che non riuscirebbe
più a sopportare di avere visioni ad ogni ora del giorno e
della notte e io …
non so cosa fare.-
Charlotte
riflette per un secondo.
-Assuefazione-,
mormora. –Questo è un problema.-
-Grazie
per la concessione.-
-Quindi
tu vuoi che smetta di essere dipendente da queste pastiglie ma che non
ricominci
ad avere incubi.- Esita. –Dammi un giorno. Ho bisogno di fare
qualche ricerca,
ma credo di poterti aiutare.-
-Grazie,
Charlie-, mormoro, abbracciandola.
Lei
sorride.
-Sai
che adoro una bella sfida intellettuale.-
-Lieta
di averne trovata una.-
-Dovresti
parlare con Lily e Blake, sai.-
-Non
ci tengo così tanto. Temo di restare gravemente ferita.-
Charlotte
scuote la testa.
-Blake
insiste a volere che Lily lo lasci vincere, domani. Fa tanto il duro ma
in
realtà non vuole che lei si faccia male, e la stessa cosa
vale per lei.-
-Io
farei meglio a restarne fuori.-
-Ma
la cosa riguarda anche te, Ness. Vai.-
Annuisco,
rassegnata, ricompaio e rientro.
-Ah,
eccoti!- Lily mi afferra per un
braccio e, con poca delicatezza, mi trascina davanti a Blake.
–Diglielo, che deve
lasciarmi vincere!-
-No,
dì a lei che deve
lasciar vincere me!-
-E
se combattessimo alla pari?-
Blake
e Lily mi guardano stralunati. Probabilmente si aspettavano che anche
io
reclamassi il mio diritto a subire una tortura insopportabile.
Sorpresa
sorpresa, non ne sono
entusiasta.
-Mi
pareva che avessimo deciso così, all’inizio. E
poi, sapete che nessuno cederà.
È l’unico modo.-
Detto
questo, mi libero dalle grinfie di Lily e mi allontano, lasciandoli
ancora a
discutere.
Charlotte
mi prende da parte la mattina dopo, poco prima di colazione.
-Credo
di aver trovato una soluzione-, annuncia.
-Dimmi.
-Ci
sono alcune tecniche che potresti sperimentare … le ho
trovate nella biblioteca
degli insegnanti.-
-Come
ci sei entrata esattamente?-
-Questo
non è importante.- Charlie sorride appena prima di
proseguire, seria: -Il punto
è che sono tecniche sperimentali, tutte basate su cose tipo
respirazione,
chakra, punti vitali, controllo della mente eccetera.-
-Mi
sembra molto irrealistico, miss
c’è-una-spiegazione-razionale-per-tutto.-
-Lo
so, ma effettivamente potrebbe funzionare. Dopotutto non ho mai trovato
una
spiegazione razionale per i nostri poteri.-
-Charlotte,
potrebbe non basta. Per convincere
Damien a smettere di prendere quelle pillole devo offrirgli
un’alternativa
sicura. Non la accetterà, altrimenti.-
-Non
esiste niente di sicuro al cento per cento, Nessie. Ma ho scoperto la
sostanza
contenuta in quelle pillole, ed è paragonabile ad una droga
vera e propria, e
anche piuttosto forte. Devi farlo smettere.-
-Gli
dirò che l’alternativa è sicura.-
-Ma
non lo è.-
-Mentirò.
Non mi interessa.-
-Vedrà
le tue intenzioni nel futuro, Vanessa. Sii onesta. È la tua
arma migliore.-
Annuisco
distrattamente, indecisa.
-Damien.-
Lui
si volta e vedo che non sa se sia prudente fermarsi.
Stupido.
-Per
favore, devo parlarti.-
Cede
e si avvicina. Dovremmo essere a lezione, ma la professoressa non si
arrabbierà
se tarderemo di cinque minuti. Credo.
-Cosa
vuoi?-
Freddo,
sgarbato. Lo guardo negli occhi e vedo le sue pupille dilatate. Devo
trattenere
un’ondata di nausea.
-Esiste
un altro modo per controllare il tuo potere.-
-Non
è vero.-
Gli
lancio un’occhiataccia.
-Sì,
lo è. Ho fatto delle ricerche.- Preferisco non dirgli che ho
coinvolto
Charlotte. Si infurierebbe. –Ho scoperto che quelle pillole
sono una vera e
propria droga.-
-E
allora?-
Dio,
ti prego, trattienimi e
impediscimi di ucciderlo qui e ora.
-E
allora-, spiego pazientemente, le unghie piantate nei palmi delle mani,
La
droga è pericolosa. Potresti morire, Damien. Il metodo che
ho trovato è
complicato, ma assolutamente sano e indolore.-
-Funziona?-
Ecco
il momento della verità.
-Certo.
Al cento per cento.-
O
meglio, ecco il momento della menzogna.
Lo
vedo aggrottare le sopracciglia.
-Avanti,
Damien-, insisto. –Otterrai lo stesso effetto senza rischiare
di morire, senza
essere sempre così nervoso, senza odiare tutto e tutti
… -
Mi
guarda sorpreso. Come se non l’avessi notato.
Stupido
al quadrato.
-Devo
pensarci-, borbotta. –Siamo in ritardo-, aggiunge, e comincia
ad allontanarsi.
-No!-,
sbotto.
Lo
raggiungo di corsa e lo afferro per un braccio.
-Damien,
ne sei diventato dipendente! Lo capisci?-
-No,
non è così. Posso smettere.-
-E
allora fallo!-
-E
se non volessi?-
-Perché?
Per le visioni? Ti ho detto che c’è un modo per
controllarle. La verità è che tu
non vuoi smettere, Dam.-
Mi
guarda, sentendosi in trappola.
-Vanessa,
io … -
-Ti
prego-, lo interrompo. –Vuoi che mi metta in ginocchio? Lo
farò, te lo giuro.
Farò qualsiasi cosa, ma tu dimmi che ci proverai. Che
proverai a smettere.-
Lui
esita, si passa una mano tra i capelli castani e infine sospira.
-Posso
smettere quando voglio, e te lo dimostrerò-, dice.
-Grazie-,
sussurro, e mi allungo per abbracciarlo.
Lui
ricambia, rigido.
-Ti
voglio bene-, mormoro.
Non
risponde.