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Autore: Circe    16/12/2010    15 recensioni
Quando Narcissa prese la sua decisione più eroica.
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Narcissa Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
- Questa storia fa parte della serie 'L'unica fedele'
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La luce della luna

Dovevo assolutamente vedere mia sorella, impedirle di fare una follia. Non avevo idea, ancora, di ciò che sarebbe successo, di ciò che avrebbe deciso di compiere, ma lo sentivo, la conoscevo troppo bene, era una mina ancora vagante, pronta ad esplodere. A brillare di luce distruttiva da un momento all’altro.

Per poi finire male, disastrosamente male.

Volevo impedirlo. Era mia sorella. L’unica rimastami.

Prima Andromeda, poi Sirius, poi il mio Regulus… ed ora rischiava anche lei. Non potevo sopportare il solo pensiero di perderla. Non volevo più restare sola, divisa e diversa da tutti.

Ma non erano solo questi i motivi che mi spingevano a cercarla.

Avrei voluto semplicemente parlarle, raccontarle della mia vita e del mio bambino, del mio splendido bimbo che amavo e imparavo a conoscere ogni giorno di più.

Avrei voluto vederla e sorriderle, descrivendo quanto fosse bello, per me, essere madre, dare e ricevere amore.

Ma lei, Bella, era ogni giorno più nascosta nel buio, più imprevedibile e pericolosa che mai, annusava il pericolo come annusava le tracce del suo Signore e vi si scagliava sopra come una belva affamata e disperata, in cerca della salvezza.

“L’unica Mangiamorte fedele” era in piena azione, nonostante ormai fosse apparentemente tutto finito. Ma io lo sapevo, lei tramava nell’ombra, agiva nell’oscurità con spietatezza e malvagità.

Più inesorabile che mai.

Ogni volta che, fugacemente, la incontravo, era di notte, col buio. Con l’atmosfera di morte e di terrore che si portava, ormai, sempre appresso. Perché era ricercata, era una Mangiamorte assetata di sangue e di vendetta, con l’aggravante della disperazione e lo smarrimento per la perdita del suo Signore.

Era lei, era l’unica fedele all‘Oscuro Signore. Ma era anche mia sorella, le volevo bene e la volevo vedere. Nonostante Lucius, in primis, mi consigliasse di mantenermi alla larga da lei, almeno per qualche tempo, ho pensato ugualmente di contattarla, scriverle, cercare un incontro.

Erano tempi molto bui quelli. Cupi e piovosi, pareva la notte eterna.

Stringevo spesso il piccolo Draco a me, gli sorridevo e lui giocava, esplorava il mondo circostante. Era nato da pochi mesi e averlo vicino mi rendeva felice in un modo in cui, mai e poi mai, mi ero sentita in vita mia.

Lo proteggevo e mi sentivo protetta.

Era un raggio di luce in tutta quell’ombra nera, la luce di una stella nel cielo buio della notte.

Era radioso e luminoso, con i suoi occhi azzurri, che mi rendevano tanto orgogliosa, che scrutavano curiosi l’ignoto tutto attorno e con i suoi capelli biondi che emanavano luce. Quella luce che, nella mia infanzia da Black, non ho mai conosciuto se non in me stessa. Accarezzavo con amore quei capelli già folti, morbidi e setosi, ancora più di quelli di suo padre, cui assomigliava moltissimo.

Osservandolo, segretamente speravo prendesse qualcosa anche da me, vista la somiglianza quasi totale con Lucius.

“Forse” gli sussurravo scherzosa “avrai il mio carattere, la mia personalità.”

La sua nascita è avvenuta in tempi tumultuosi e pericolosi, e questo, sentivo, non lasciava presagire una vita sempre facile. Suo padre si è salvato dalla galera per un miracolo, la sua famiglia è sempre restata unita per un soffio, il suo futuro, secondo ciò che è scritto nelle stelle, sarà incerto.

Voglio proteggerlo.

In un mondo come quello poi, contaminato da Mezzosangue in numero sempre crescente…

Lucius doveva passare gran parte del suo tempo al ministero, occupandosi del suo lavoro, per fare buona impressione, per placare animi e non destare sospetti.

Io ero dunque spesso sola, a volte persino impaurita.

Mia sorella si nascondeva nell’ombra, nell’attesa, credevo, dell’imminente, ultimo e disperato attacco, quello che le avrebbe dato la vittoria, o la distruzione totale.

Voleva trovare l’Oscuro Signore, mai e poi mai avrebbe accettato l’idea di tirarsi indietro, di “tradirlo” come diceva spesso.

Io però, volevo provare a salvarla da se stessa.

Per quello le avevo scritto una lettera e l’avevo lasciata al suo gufo.

Non sapevo quando sarebbe venuta, dubitavo persino sarebbe mai venuta davvero. Invece, una notte, Bella è comparsa sulla soglia di casa mia.

Era silenziosa, guardinga e cupa. Mi guardava, tacendo, con quei suoi occhi neri e leggermente ipnotici.

Il buio l’avvolgeva come sempre e, aprendo il grande portone della villa con le mie mani, sono stata avvolta da un vento gelido e glaciale, che sembrava portato da lei.

La notte era limpida e stellata, nessuna nuvola di pioggia o nebbia. C’era soltanto la luce della luna che, oltre ad illuminare la natura tutto intorno, illuminava anche la figura di Bella, il suo volto quasi celato e il suo vestito nero intenso, rendendo tutto di un chiarore a prima vista sereno, ma che, attimo dopo attimo, si tramutava in qualcosa di minaccioso e spettrale.

Qualcosa, quella sera, è entrato in casa mia insieme alla luce della luna, per non andarsene più.

Qualcosa che Bella conosceva, che aveva forse creato e voluto lei stessa.

Maledizioni, magia nera.

Per quale motivo non so. Forse per punirci del tradimento.

È malvagia, lo è sempre stata.

Lei, “l’unica fedele”. Non devo dimenticarlo. Noi dal suo punto di vista siamo solo “i traditori”.

Vestiva tutta di nero, per confondersi col buio. Il mantello, col cappuccio alzato, le conferiva un aspetto spaventoso, tanto da farmi indietreggiare di qualche passo alla sua vista, e portare la mano alla bacchetta.

Solo nel momento in cui ha fatto scendere il cappuccio, liberando i lunghi capelli neri e ha aperto il mantello, scoprendo le spalle cinte da un foulard ricamato con fili d’argento e piccoli disegni di stelle, anch’essi argentati, ho riconosciuto che era veramente mia sorella e, forse, non voleva farmi del male.

“Come mai non hai usato il camino?” ho domandato, sorvolando sui convenevoli, mentre la facevo entrare al caldo.

“Sono controllati” ha risposto piano “siamo sole?”

“Certo, vieni.” le ho detto, ben sapendo che non aveva alcun piacere di incontrare Lucius di persona.

“Perché mi hai chiamata qui Cissy?” ha chiesto avvicinandosi al fuoco appena acceso nel camino, e attendendo lì la mia risposta, in piedi, mentre si lasciava illuminare e riscaldare da esso.

Mia sorella ha quasi trent’anni, ma quando la si guarda semplicemente, la sua età risulta incomprensibile ed insondabile. Col carattere egoista, volitivo e istintivo di una bambina, con la passione, il fuoco e la cocciutaggine di un’adolescente, con la sensualità, il mistero e la malizia di una vera donna, Bella si può descrivere solo con l’appellativo di “strega“.

Strega potente ed inquietante.

Solo dopo averla osservata a lungo, mi sono affiancata a lei.

Non volevo affrontare l’argomento per il quale ho chiesto di vederla, né così in fretta, né così di petto. Non ce l’avrei mai fatta a spuntarla. Ho deciso di temporeggiare.

“Volevo tanto parlarti, volevo che Draco stesse un po’ con sua zia …”

Bella ha leggermente sorriso a queste mie parole, forse con ironia, pensavo mi compatisse. Invece si è mossa prima di me dicendomi “Andiamo da Draco.”

In quel momento ho percepito ancora qualche stranezza, una celata minaccia, ho ripensato a quel qualcosa che era entrato in casa mia. Quel qualcosa lanciato da lei.

E ho avuto un tremito.

Mi sono resa conto che avremmo dovuto svegliare Draco, che già dormiva beato, vista l’ora tarda.

Non volevo.

Qualcosa stonava, qualcosa non mi piaceva più.

Avrei voluto tornare indietro nel tempo. Non cercare mia sorella.

Troppo tardi.

Entrate nella cameretta calda e buia, Bella si è avvicinata al mio piccolo, chinandosi sul lettino per prenderlo in braccio.

Ho visto i suoi capelli scuri, lunghi, sinuosi, che le scivolavano lenti sulle spalle e sui fianchi, finire vicini al mio bambino, per poi sfiorarlo.

Lentamente, sembravano avvinghiarlo come morbide grinfie, nere e vellutate, e lo portavano via. Portavano via il mio Draco, in mezzo all’oscurità e al pericolo, alla paura e al terrore.

Come per sacrificarlo.

“L‘unica fedele.” sentivo quasi sussurrare nell’aria.

“Vendetta.” mi dicevano i miei sensi allerta.

Un presentimento orribile. Un lampo di paura folle ha lacerato la mia anima.

Poi mi sono scossa.

Quella sorta di visione, di orribile sensazione, è terminata e io ho visto semplicemente Bella tenere in braccio Draco.

Poco dopo si è rivolta a me, frenando i miei pensieri “Così è per restare con lui che, a quanto dite tu e Lucius, avete tradito senza remore il mio Signore?”

Quella frase, il tono freddo e calmo che ha stranamente utilizzato, mi ha raggelata di nuovo. Senza rispondere, l’ho seguita in silenzio mentre si avvicinava alla finestra che dava sul giardino.

Avevo desiderato distoglierla dall’idea di un gesto disperato, folle, suicida … ma ora era tutto come cambiato, non desideravo più farla ragionare.

Avevo timore.

Mi vergognavo a pensarlo, ma mi sentivo quasi più al sicuro con lei lontana. Se voleva rovinarsi con le sue mani, non gliel’avrei impedito.

Troppo brutta quella visione, troppo strane le mie sensazioni per desiderarla vicina a me.

“Sì, Bella, è per difendere la nostra famiglia, nostro figlio, la nostra serenità e il nostro amore per lui.” ho risposto avvicinandomi e prendendole delicatamente, ma risolutamente, Draco dalle braccia.

“Per me e Lucius ora è lui la persona più importante del mondo.”

Non speravo avrebbe compreso, come io non comprendevo lei. La sua posizione, il suo pensare ed agire solo in funzione del Signore Oscuro, che ormai non c’era più.

Non vedeva altro e non accettava altro. “Tu ora cosa intendi fare?” ho aggiunto infine “Ancora seguiti a volerlo cercare?”

“Non solo” ha risposto guardandomi con orgoglio “agirò domani notte!”

L’ho guardata sgranando gli occhi. Avevo paura per lei, ma non volevo fare alcun tentativo per dissuaderla.

Non ho detto nemmeno un parola.

“Lo farò Cissy, farò di tutto. Gli sarò sempre fedele e cercherò di trovarlo, fossi anche l’ultima Mangiamorte a farlo.” ha aggiunto, come per cercare una rimostranza da parte mia. Per contraddirmi e trovare così, in se stessa, ancora più coraggio e determinazione.

Ma io ho soltanto annuito, sorprendendola, facendola sentire ancora più sola.

“Saluta Draco” le ho annunciato avvicinandolo appena a lei, prima di rimetterlo nel lettino.

Mentre lo ha sfiorato per una piccola carezza, ho toccato, per caso, le sue mani. Quel lieve contatto mi ha stupita: le mani di Bella erano fredde. Quando ho posato il mio sguardo su di loro poi, ho notato lo smalto nero, leggermente scheggiato, le dita, leggermente esitanti.

Paura.

Anche lei in quel momento aveva paura.

Non ho mai capito, fino in fondo, cosa legasse mia sorella al Signore Oscuro. Ma è chiaro che, senza di lui, si sente persa, sola, ha paura.

E questo la rende più pericolosa, di più, sempre di più.

“Cosa provi per lui, Bella?” ho detto in un sussurro, mentre adagiavo Draco sul cuscino.

Lei mi ha guardata attonita, non si aspettava nulla di simile da me, nessuna domanda, men che meno di questo genere.

Non mi ha risposto.

Non ce l’ha fatta credo, tremava quasi a quelle parole. Avevo toccato un nervo scoperto, il suo grande segreto. Non ho insistito, la tensione era già arrivata a saturare i nostri pensieri.

L’ho allontanata da mio figlio gentilmente e poi, entrambe, ci siamo dirette in silenzio verso il portone principale.

Bella ha indossato, sempre tacendo, il suo mantello, gettandosi poi nella notte fredda e buia. Lì notavo, si trovava più a suo agio, tanto da riprendere a guardarmi in viso serenamente.

Ho deciso quindi di rompere il silenzio “Bella, è un bel bambino mio figlio?” ho chiesto per stemperare la tensione.

Lei ha alzato le spalle con sufficienza “Spero prenderà almeno in tuo carattere e non quello di suo padre.”

Mio malgrado ho sorriso a quelle parole.

“Perché gli hai dato il nome di una costellazione, Cissy?” mi ha chiesto lei improvvisamente curiosa “chiaramente lui è un Malfoy, non un Black.”

Mi ha colta di sorpresa e ha colto un punto delicato del mio animo, ma ho deciso di risponderle sinceramente.

“Sai, Bella, quando ero bambina notavo che sia tu sia l’altra nostra sorella, portavate il nome di stelle, o di costellazioni. E lo stesso valeva per la maggior parte dei componenti della nostra famiglia. Tutti tranne me…” ho fatto una pausa imbarazzante prima di aggiungere “ero gelosa e anche un po‘ invidiosa.”

“Ma il narciso è un fiore splendido, elegante, non ha nulla da invidiare ad una stella.” ha detto Bella convinta, ma io ho scosso la testa “Volevo una sorta di rivalsa, volevo che a mio figlio non mancasse nulla, non gli dovrà mai mancare nulla, tanto meno suo padre, o la sua famiglia.”

Non volevo dire queste parole duramente, ma Bella ha subito colto il nesso, ha subito collegato il tradimento nei confronti del suo Signore.

Mi ha lanciato un’occhiata dura, fredda come la notte che ci stava avvolgendo.

Non volevo salutare mia sorella in quel modo, ma così è stato. Lei infatti ha preferito tacere, si è portata il cappuccio sui lunghi capelli lucenti, sempre senza dire una parola e mi ha salutata con un semplice sguardo, confondendosi poi nella notte sempre più buia.

Non avrei più rivisto Bellatrix per anni. Chiusa a marcire in prigione.

Quella notte piena di presagi ha solo anticipato l’epilogo della nostra storia.

Draco ha rischiato la vita in nome dell’oscurità, ma io non ho mai permesso gli venisse tolto qualcosa, né suo padre, né la sua famiglia. Non sono pentita di ciò che ho fatto.

Non rivedrò mai più mia sorella. È morta con lui, morta per lui.

Mi manca, le ho sempre voluto bene, ma Draco è mio figlio, l’unico importante. E vale ogni tradimento.

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Fiction scritta per il Contest indetto da Lenobia intitolato “Costellazioni di FanFiction”

Con mio grandissimo piacere ha vinto il premio “Ambientazione Notturna” e si è posizionata terza.

   
 
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