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Autore: Noisy    17/12/2010    8 recensioni
-Va bene, visto che non vuoi collaborare, comincerò io a parlare. Io sono un pirata, mi hai riconosciuto, quel tatuaggio è il simbolo dell’antico popolo, me ne parlò anni fa tuo padre che navigava nella mia flotta, nessuno sapeva di questo tuo tatuaggio, ma purtroppo la marina ha cominciato a fare qualche indagine ed è risalita a te, ora ti sta cercando e vuole ucciderti- disse lasciando andare la ragazza che si rimise seduta abbassando ancora la maglietta.
Ace ha una missione: salvare una ragazza dalla marina. Questa ragazza però non collaborerà molto facilmente con lui e con la sua ciurma. Cosa ne sarà di lei e della sua salvezza?
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Portuguese D. Ace
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Buongiorno a tutti! Purtroppo questo è l'ultimo capitolo della mia storia ç__ç spero sia di vostro gradimento come finale!
Voglio dedicare questo capitolo, ma anche tutta la storia, a due persone in particolare: tre 88 e Fransis94 (spero ti piaccia l'ultima parte, è su qualcosa di cui avevamo parlato), con le quali, grazie a questa mio delirio-storia, ho stretto una bella amicizia. La dedico anche a due mie amiche di "vecchia data": Mail Keehl e Kamikaze_HidanKun che spero possano continuare a leggerla fino alla fine ed infine dedico la storia anche al mio fidanzato, al quale gliene ho parlato fino alla nausea (sua) ma che mi ha anche aiutato.

Ringrazio chi ha aggiunto la mia storia tra le preferite:
1 - akagami95
2 - bonney jewerly
3 - Emy96
4 - Fransis94
5 - i4ever
6 - Itacina
7 - Kamikaze_HidanKun
8 - LullabyDeath
9 - Mail Keehl
10 - mau07
11 - milla96
12 - Namine23
13 - Ron von Bokky
14 - Silverwood
15 - tre 88
16 - VelenPortuguese
17 - _AZRAEL_


Chi tra le ricordate:
1 - jesuisstupide
2 - stella_blu
3 - tre 88
4 - _AZRAEL_


E chi tra le seguite:
1 - Allen_Anne_Black
2 - ashar
3 - astrea89
4 - Bliss_93
5 - bonney jewerly
6 - Ellina94
7 - fior di loto
8 - Ifera Black
9 - Kira_chan88
10 - kissgabri
11 - LuMiK
12 - MBCharcoal
13 - Miki Michaelis
14 - milan010
15 - Ramona37
16 - sashi
17 - SidRevo
18 - tre 88
19 - _AZRAEL_
20 - _Tigre_


Ringrazio inoltre chi mi ha aggiunto tra i suoi autori preferiti:
1 - bonney jewerly
2 - Fransis94
3 - tre 88


E tutti quelli che hanno seguito la mia Fic fino alla fine! Chi l'ha letto e anche chi ha lasciato almeno un commentino, per le scorse recensioni ho risposto attraverso al sistema di EFP e farò così anche per quelle di questo capitolo.

Grazie di cuore a tutti! Buona lettura! ^^


VERSO NUOVE AVVENTURE


Il giorno dopo la rimozione del tatuaggio, Michiko ed Ace si diressero verso la biblioteca della nave a cercare qualche libro che potesse interessare alla ragazza, in modo che lei cominciasse ad imparare qualcosa in più sull’antico popolo, più di quanto non avesse già appreso leggendo già alcuni libri sull’argomento.

-Speriamo di trovare qualcosa- sbuffò Michiko che stava andando verso la biblioteca seguita da Ace.

-Se cerchiamo bene qualcosa troveremo sicuramente. Per me è stato facile trovare libri sulla navigazione perché per la maggior parte parlano di quello- rispose il moro mentre camminava con le braccia incrociate dietro la testa.

-Mi viene in mente una cosa- rise Michiko fermandosi e guardando il ragazzo.

-Cosa?- domandò incuriosito fermandosi a sua volta.

-Su questa nave qualcuno esperto ci sarebbe- rispose la ragazza.

-Chi?... Ah- subito, ad Ace, non era venuto in mente chi fosse, però poi capì esattamente a chi si stesse riferendo la ragazza.

Michiko sorrise.

-Possiamo chiedere a lui!- affermò Pugno di Fuoco cominciando a pensare dove si poteva trovare il comandante della prima flotta, Michiko si era riferita a lui perché era quello che portava i libri sull’argomento di nascosto.

Una porta da parte a loro si aprì e ne uscirono Jaws seguito da Marco.

-Parli del diavolo- sussurrò la ragazza mettendosi una mano sul fianco.

-Che ci fate qui?- domandò l’uomo di diamante avvicinandosi ai due seguito da un Marco abbastanza annoiato con le mani in tasca.

-Stavamo cercando Marco!- affermò Ace sorridendo, il biondo tiratosi in causa lo guardò con aria curiosa e allo stesso tempo spaventata, si stava chiedendo per quale assurdo motivo quei due potevano cercarlo.

-Che c’è?- domandò la Fenice con non troppo interesse.

-Stavamo andando in biblioteca a cercare libri sul popolo antico, ma sinceramente non sappiamo bene dove mettere le mani, quindi ci è venuto in mente di chiedere a te- spiegò Ace allargando il più possibile il suo sorriso.

Jaws si mise a ridere mentre Marco sbuffò.

-Eh va bene, tanto non ho niente da fare- si rassegnò il comandante in prima.

-Vengo anch’io con voi, una mano in più non farà sicuramente male!- affermò Jaws.

-Grazie- rispose Michiko.

 

I quattro ricominciarono a camminare e subito dopo si ritrovarono nella grande biblioteca della nave, era una stanza grande rettangolare con tanti scaffali tutti in fila, dove risiedevano centinaia di libri tutti ricoperti da uno strato di polvere.

-Comincia la nostra ricerca!- affermò Ace iniziando a guardarsi intorno per vedere da dove iniziare a cercare, così fecero anche gli altri.

Michiko era andata a controllare un angolo di quella grande stanza dove erano posti dei volumi abbastanza grossi e molto antichi, la maggior parte di essi erano libri di navigazione o libri di geografia, ogni tanto spiccava qualche romanzo con racconti di avventura ma niente che potesse minimamente avvicinarsi a ciò che stava cercando.

Erano già passati una quindicina di minuti e nessuno dei quattro aveva trovato qualcosa.

-Io penso che tutti i libri a riguardo siano stati bruciati al Buster Call di Ohara- sbuffò Michiko appoggiandosi a una scrivania vicino a lei ma subito si rimise dritta notando disgustata l’eccessiva quantità di polvere.

-Qualcuno ci dovrà pur essere! In fondo Marco te li aveva portati!- affermò Ace prendendosi una pausa pure lui.

-Non hai ancora trovato niente Marco?- domandò il comandate in terza rivolgendosi al biondo che stava ancora guardando alcuni scaffali davanti a lui.

-Per ora niente, comunque siete voi che mi avete dato il titolo di esperto, io ci passavo un bel po’ di tempo prima di trovare un libro che ti portavo, non era cosa facile!- spiegò lui fermandosi un attimo per guardare i due ragazzi che lo avevano preso per quello che riusciva a trovare i libri in cinque minuti.

-Uffa, penso che l’unica cosa in cui sei esperto sia entrare nelle stanze degli altri- sbuffò Michiko trattenendo a stento qualche risata, Ace invece sogghignò senza farsi vedere.

Marco, essendosi irritato, prese il libro che aveva sottomano e lo lanciò da parte alla ragazza per farle paura.

-La prossima volta non sbaglierò!- affermò il biondo guardandola in tono minaccioso.

-Tu prova a colpirmi e stasera mangerò piccione arrosto cucinato direttamente da Ace!- scoppiò a ridere la ragazza seguita da Ace che finalmente poteva liberare tutte le risate che stava cercando di trattenere, a quella frase si mise a ridere anche Jaws.

-Eh no! Questo è troppo!- affermò Marco prendendo in mano di nuovo un libro e lanciandolo contro la ragazza, questa volta intento a colpirla in pieno.

Michiko si abbassò di scatto nascondendosi sotto la scrivania, il libro andò a colpire proprio gli scaffali di fronte a lei, se non si fosse abbassata l’avrebbe sicuramente colpita in pieno.

-Marco vacci piano per favore! Michiko ti sei fatta male?- domandò Ace preoccupato.

La ragazza non rispose, era più intenta a leggere la copertina del libro che Marco le aveva lanciato addosso.

-Storia di una lingua da dimenticare- sussurrò la ragazza leggendo il titolo del libro e notando gli strani simboli argentati sulla copertina nera di un grosso tomo il quale sembrava essere anche molto vecchio.

-Michiko stai bene?- domandò Ace ora preoccupato visto che la ragazza non gli rispondeva, cominciò ad andare dalla sua parte quando lei si alzò di scatto con in mano il libro che le aveva precedentemente lanciato.

-L’ha trovato!- urlò contenta, Ace si fermò tirando un sospiro di sollievo e poi si girarono tutti verso Marco che aveva trovato almeno un libro sull’argomento, lui sorrise come per dire “era ovvio che sarei riuscito a trovarne almeno uno”.

-Vediamo se ne troviamo altri!- affermò Jaws riprendendo a cercare.

-Non importa, per ora mi basta questo, verremo un’altra volta- lo fermò Michiko che nel frattempo stava sbattendo il libro per togliergli un po’ di polvere.

-Non è meglio farla passare tutta ora?- domandò a questo punto Marco.

-No, dai, verremo un’altra volta- questa volta fu Ace a parlare.

-Comunque domani arriveremo ad un’isola, potete andare alla biblioteca o alla libreria del paese se ce ne sono- consigliò Jaws avvicinandosi ai due seguito da Marco, tutti e quattro si stavano avvicinando alla porta per uscire.

-Si, penso sia una buona idea!- sorrise Michiko per poi spostare il suo sguardo per vedere se anche Ace era d’accordo.

-Ok!- rispose lui dirigendosi fuori dalla biblioteca seguito dagli altri per poi richiudere la porta dietro di sé.

-Io vado subito in camera a cominciare a leggere!- affermò Michiko sorridente per poi correre via verso la sua stanza desiderosa di conoscere tutto ciò che c’era scritto su quel grosso volume.

Ace non fece nemmeno in tempo a dirle di aspettare un attimo che lei era già scomparsa in mezzo ai corridoi della nave che portavano alla sua stanza.

-Grazie ragazzi- disse Ace togliendo il suo sguardo dal punto in cui era scomparsa Michiko per rivolgerlo ai suoi due fratelli che li avevano aiutati.

-È sempre un piacere aiutare i nostri fratelli!- rispose Jaws incrociando le braccia al petto.

-Ehi, voi laggiù! Che fate?- domandò Vista che era appena apparso nel corridoio dove si trovavano.

-Eravamo andati alla ricerca di alcuni libri per Michiko- rispose Ace facendo segno al fratello di avvicinarsi a loro.

-Avete trovato qualcosa? E come mai lei non è qua?- domandò Vista che si era avvicinato.

-È corsa in camera a leggere l’unico libro che abbiamo trovato- rispose Ace.

-Che io ho trovato, vorrai dire- lo corresse Marco intervenendo nel discorso.

-Capisco- rispose lo spadaccino -su dai, andiamoci a bere qualcosa, vi va?- chiese poi.

-Ok- risposero i tre per poi dirigersi tutti in sala mensa.

 

Il giorno dopo, in tarda mattinata, la Moby Dick attraccò ad un’isola estiva chiamata Kricoru, la nave aveva buttato l’ancora in un posto isolato come di consueto, e i pirati, per arrivare al paese, dovettero farsi circa mezz’ora di cammino sotto il sole cocente.

-Non ce la faccio più! Voglio ombra!- piagnucolò Michiko che ormai si trascinava su quella stradina sterrata che conduceva al paese, intorno a questa c’erano soltanto campi aridi e nemmeno un albero per avere un po’ di ombra.

-A chi lo dici!- sbuffò Ace.

-Ma che ti lamenti te? Sei fatto di fuoco!- urlò la ragazza leggermente irritata.

-Michiko ha ragione, tu non senti freddo come non senti caldo- intervenne Vista.

-Ma ce l’avete tutti con me?- domandò Ace guardando in faccia i propri compagni.

-Si!- rispose Michiko senza farsi troppi problemi.

Ace sbuffò.

-Albero!- urlò Michiko avvistando ad un centinaio di metri da lei un albero che si ergeva in quel posto che sembrava privo di ombra.

Cominciò a correre verso di esso fino a quando non fu arrivata, non era molto alto, però i rami erano molto fitti, ideali per fare un po’ di ombra nelle giornate assolate come quelle. La ragazza si sedette in quel piccolo posticino dove il sole non arrivava, in mezzo a dell’erba ormai tutta secca e morta, e poi si appoggiò a tronco dell’albero facendo qualche respiro profondo per prendere fiato mentre guardava gli altri che pian piano la stavano raggiungendo.

-Facciamo una pausa dai!- affermò quando erano abbastanza vicini da poterla sentire senza urlare.

-Tra poco ci siamo, rimettiti in cammino- le ordinò Marco.

-Non ho chiesto a te!- rispose la ragazza irritata.

-Michiko, rimettiti in cammino- le disse questa volta Ace.

-Uff…- la ragazza sbuffò per poi alzarsi in piedi e ricominciando il cammino, che ormai le sembrava eterno, verso il paese.

Finalmente, dopo altri dieci minuti buoni di cammino, intravidero alcune case e poi poco dopo furono immersi nelle vie del paese, dove trovarono un po’ di ombra grazie alle case, alte, che si ergevano lungo le vie che percorrevano.

-Troviamo una libreria!- affermò la ragazza dai capelli azzurri guardandosi intorno cercando il negozio che le interessava, però purtroppo vedeva solo negozi di alimentari, fiori, qualche negozio di abbigliamento qua e là ma di una libreria nemmeno l’ombra.

-Mi sa che in questo luogo non esistono librerie!- sospirò Ace dopo aver fatto passare qualche via insieme ai suoi compagni.

-È impossibile! In ogni paese ce n’è una!- affermò la ragazza che ancora non era pronta ad arrendersi.

-Michiko ha ragione, sicuramente sarà in un posto dove non abbiamo cercato- intervenne Marco a dare, stranamente, ragione alla ragazza.

-Ecco, quindi continuiamo a cercare!- affermò decisa Michiko guardando negli occhi Ace.

-Non è meglio se chiediamo a qualcuno del posto?- domandò Jaws prendendo parte al discorso.

-Chiedo io a quel signore laggiù- disse Vista avvicinandosi ad un uomo non tanto giovane ma nemmeno tanto anziano, di bassa statura e di corporatura esile, aveva capelli brizzolati e un po’ di barba sul mento.

-Mi scusi signore, potrei chiederle un’informazione?- domandò lo spadaccino avvicinandosi all’uomo.

-Mi dica- rispose gentilmente alzandosi in piedi dalla panchina in cui era comodamente seduto aiutandosi con un bastone.

-Io e i miei amici stiamo cercando una libreria, ce ne può indicare una?- domandò Vista accennando al gruppetto dei suoi fratelli.

-Certamente, proseguite lungo quella via- disse indicando con il bastone una via poco distante da loro -troverete una grossa insegna con disegnato un libro, sulla destra-

-La ringrazio signore- salutò Vista alzandosi di qualche centimetro il cappello in segno di ringraziamento, l’altro uomo tornò a sedersi sulla panchina.

 

Poco dopo i cinque si ritrovarono davanti alla libreria precedentemente indicata.

Entrarono e appena la porta si aprì suonò un campanellino che faceva intendere al proprietario che era entrato qualcuno, questo, però, era già dietro il bancone posto alla sinistra della porta e guardava con sorriso sul volto i nuovi clienti.

La libreria era molto grande e subito i pirati vennero accolti da un forte odore di libri e di carta invecchiata, quasi più di quanto ne avessero sentito sulla biblioteca della propria nave, a sinistra della porta vi era il bancone con qualche libro e dietro di esso vi era un uomo seduto su uno sgabellino, non sembrava tanto alto ma era abbastanza magro, sul volto aveva delle marcate rughe e portava un paio di occhiali da vista molto piccoli ma molto spessi, segno che aveva perso parte della sua vista leggendo quell’immensa quantità di libri che stavano nel suo negozio. I capelli erano corti e castani come i piccoli occhi stanchi che si intravedevano dietro gli occhiali. Dietro di lui poi vi erano scaffali che arrivavano fino al soffitto pieni zeppi di libri e così era composta tutta quell’immensa libreria che sembrava poter racchiudere dentro di sé qualsiasi tipo di tomo.

-Buongiorno signori!- salutò il vecchio proprietario mettendosi in piedi, i pirati salutarono anch’essi cominciando a guardarsi intorno.

-Come posso esservi utile?- domandò questo scrutandoli.

-Cerchiamo libri sulle correnti marine e libri di navigazione, possiamo dare un’occhiata?- rispose Marco domandando a sua volta se gli era consentito girare tranquillamente per la libreria. Poco prima di entrare avevano deciso cosa rispondere al proprietario in caso gli avesse chiesto cosa stessero cercando, non potevano sicuramente dire che stavano facendo ricerche sull’antico popolo, li avrebbe presi e sbattuti fuori dalla porta. Però, non era nemmeno sicuro il fatto che tutti i libri su quell’argomento fossero scomparsi e in una libreria grossa come quella, che non sembrava nemmeno tanto curata, la possibilità di trovare qualcosa a riguardo aumentava, e poi, anche se ci fosse stato, chi mai avrebbe potuto cercare libri di quell’argomento per mettersi nei guai da solo? Nessuno lo avrebbe fatto.

Se poi avessero avuto il via libera dal proprietario, si sarebbero divisi e avrebbero cominciato a cercare qualcosa sull’argomento, tenendo presente di chiamare Michiko e di mettere tutto dentro la sua borsa.

-Prego, ci sono tantissimi libri su quell’argomento, prendete quelli che più vi aggradano!- rispose l’uomo tornando a sedersi sullo sgabello mentre i cinque pirati si disperdevano a cercare ciò che più interessava a loro.

 

Era già da circa un quarto d’ora che i pirati stavano cercando e non potevano di certo dare troppo nell’occhio; libri sulla navigazione ce n'erano a palate, e nell'ipotesi che avessero passato troppo tempo in quella libreria, si sarebbero giustificati dicendo che la ricerca tra tutti quei tomi era molto difficile.

La ricerca andava avanti ma non sembrava esserci traccia di quello che stavano cercando, fino a quando Ace non chiamò Michiko.

La ragazza, sentendosi chiamare, smise la ricerca che stava svolgendo in quello scaffale e si diresse verso il comandante in seconda che stava guardando un piccolo scaffale in un angolo della grande stanza.

-Trovato qualcosa?- domandò la ragazza dai capelli azzurri.

-Guarda- sussurrò il moro mostrandole un libro non molto grande ma con le pagine finissime, ciò voleva dire che era ricco di cose al suo interno, la copertina era nera e non mostrava nessun disegno, risaltava solo la scritta di un colore rosso scuro che diceva “Lingua proibita di un popolo scomparso”.

A Michiko s’illuminarono gli occhi, Ace ce l’aveva fatta. Era riuscito a trovare un libro!

La ragazza, prima di metterlo in borsa, si guardò intorno e notò il proprietario della libreria intento a guardare fuori dalla vetrata per notare le persone che stavano passando nella via, prese velocemente il libro che Ace le stava porgendo e se lo mise in borsa. Poco dopo i due andarono ad avvertire gli altri di interrompere le loro ricerche e di prendere su qualche libro sulla navigazione per non dare sospetti e non uscire a mani vuote.

-Prendiamo questi!- disse Jaws al vecchio che era tornato a guardare i suoi clienti che si erano avvicinati al bancone con quattro tomi sulla navigazione. Il comandante in terza posò i libri sul bancone insieme a dei berry.

-Grazie mille signori!- ringraziò il proprietario donando a loro una borsa dove riporre quei grossi libri e mettendosi via i berry che gli erano stati dati.

-Arrivederci!- salutò poi questo, dopo di che fu ricambiato dal saluto dei pirati che stavano uscendo facendo nuovamente suonare il piccolo campanellino appeso sopra la porta.

 

Dopo qualche giorno la Moby Dick riprese il suo viaggio in mare verso la prossima isola.

Michiko si era data subito alla lettura dei libri che era riuscita a prendere, uno sulla biblioteca della nave e l’altro in una libreria dell’isola appena visitata.

-Michi!- la chiamò Ace aprendo la porta della sua camera senza bussare, per poi guardare subito a sinistra dove c’era la scrivania, sapeva benissimo che si trovava a leggere.

Michiko alzò lo sguardo dal libro che stava leggendo e lo guardò arrabbiata.

-Lo sai che si bussa?- domandò irritata la ragazza.

-Si, scusa, però volevo venirti a chiamare, fuori c’è un sole splendido, potresti stare un po’ sul ponte prima che le giornate comincino a rinfrescarsi- spiegò Ace chiudendo la porta dietro di sé e appoggiandosi ad essa con il fianco sinistro.

-A me va bene stare anche qua a leggere- rispose la ragazza guardandolo e sciogliendo lo sguardo irritato di prima.

-Dai, così prendi un po’ d’aria invece di stare tutto il giorno in questo luogo chiuso- le disse Ace guardandola negli occhi.

-Finisco di leggere il capitolo!- affermò la ragazza sapendo esattamente che mancavano tre pagine alla fine di quel capitolo, subito dopo tornò a leggere mentre Ace vittorioso e sorridente si andò a sedere sul letto ad aspettarla.

Dopo meno di dieci minuti, Michiko chiuse il libro lasciando un segno alla pagina in cui era arrivata e si girò verso di Ace che la stava guardando.

-Finito!- affermò la ragazza con una nota di tristezza nella voce e nello sguardo che poi posò a terra.

Ace se ne accorse subito.

-Cosa c’è Michiko?- domandò il ragazzo preoccupato avvicinandosi a lei e chinandosi alla sua altezza.

La ragazza fece un lungo e sonoro respiro.

-Mi aiuterai vero? Starai sempre vicino a me vero?- domandò la ragazza con un filo di tristezza alzando lo sguardo per guardarlo negli occhi.

-Ma certo Michiko, e lo sai perché starò sempre vicino a te? Perché ti proteggerò sempre? Perché ti aiuterò nella strada che hai deciso di percorrere?- domandò Ace continuandola a guardare negli occhi deciso.

Michiko sospirò, il cuore le batteva forte, non riusciva a rispondere ad Ace, lo guardò negli occhi e il ragazzo rispose per lei.

-Perché io ti amo- le disse Ace continuandola a guardare negli occhi.

A Michiko prese a battere il cuore sempre più forte, tante volte le aveva detto di essersi innamorato di lei, ma queste due paroline non gliele aveva ancora dette, si sentì felice e più leggera allo stesso tempo, e sul suo viso si fece largo un sorriso.

-Anch’io ti amo Ace- rispose poco dopo guardandolo negli occhi e sorridendo sempre di più.

Ace avvicinò la ragazza a sé abbracciandola forte e poi la baciò, Michiko ricambiò subito al bacio stringendosi a sua volta ad Ace.

-Allora, andiamo a prendere un po’ d’aria o no?- rise Ace dopo essersi staccato dalla ragazza.

-Si- sorrise Michiko alzandosi in piedi con un leggero rossore alle guance seguita da Ace.

 

Poco dopo i due si ritrovarono sul ponte della Moby Dick, affacciati al parapetto a guardare il mare.

Ace portò il suo braccio destro dietro la schiena di Michiko, poggiando la mano sul fianco della ragazza e attirandola ancora di più a sé, la ragazza si girò verso di lui e gli sorrise lievemente notando che anche lui la stava guardando sorridente, poco dopo staccarono il loro sguardo per rivolgerlo al mare.

All’orizzonte, il mare e il cielo, diventavano una cosa sola: il primo era limpido e calmo, mentre il secondo era candido e sereno, di un azzurro che ricordava molto i capelli di Michiko che ora danzavano con la leggera arietta di mare.

Michiko si strinse di più ad Ace soffermandosi maggiormente a guardare il cielo, pensando.

 

Non avrei mai immaginato di diventare una pirata, ciò che più odiavo al mondo, ma stando qua, ho trovato la mia più grande felicità.


FINE

  
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