~UNDERSTANDING~
[Damien]
Le
parole mi
aggrediscono da ogni parte con tanta violenza che mi sembra di avere di
nuovo
le visioni.
-Ma
ti rendi conto
di cosa stai facendo?-
-Come
hai potuto
permetterlo?-
-Gli
hai detto di
Lily!-
-Pericoloso
… -
-Potresti
morire!-
-Non
puoi
continuare così!-
-Potrebbe
funzionare se … -
Basta.
Mi
alzo in piedi ed
esco, rincorso dalle parole.
Ho
bisogno di ossigeno.
Ho
bisogno di stare solo.
Ho
bisogno di silenzio.
Vorrei
solo che
potessero capire.
La
verità è che
nessuno c’è mai riuscito e nessuno ci
riuscirà mai.
Non
sanno quanto
sia difficile mantenere un briciolo di sanità mentale quando
la tua testa è
bombardata di immagini sconclusionate ventiquattr’ore al
giorno, e non puoi
dormire per più di una senza svegliarti con gli incubi.
Non
sanno quanto
sia impossibile rinunciare alla
pace
una volta che si è conosciuta.
Non
ne hanno idea.
La
testa mi
martella, comincio a vedere, a livello quasi inconscio, qualche viso,
qualche
paesaggio, a sentire qualche voce.
Apro
il barattolo
che tengo in tasca e ingoio una pastiglia. Ormai non ho neanche
più bisogno
dell’acqua.
E
passa.
È
straordinario,
ancora non riesco a capacitarmi del fatto che posso davvero spegnere le voci nella mia testa. E se
l’interruttore è pericoloso, se somiglia ad un
filo elettrico scoperto che devo
toccare con le mani bagnate, poco male.
-Damien!-
Oh,
no. Lasciatemi almeno dieci minuti.
Alzo
gli occhi,
scocciato dall’interruzione.
-Cosa
vuoi,
Jonathan?-
Lui
mi guarda, un
po’ esitante. È sempre stato un amico
straordinario, di quelli che non
giudicano, che ti accettano, che non si lamentano se li svegli con un
urlo alle
quattro del mattino. Eppure vedo che adesso ha paura
di me.
-Dam
… Vahel ha
portato Vanessa nel laboratorio.-
No.
-No-,
dico anche a
voce alta, perché non ci voglio credere. Semplicemente non voglio.
-Ha
detto che
voleva testare i suoi poteri, o qualcosa del genere.-
-Quando?-
-Meno
di due minuti
fa.-
Faccio
per alzarmi,
ma Jonathan mi raggiunge e mi ferma.
-No,
Damien … se
vai adesso, si infurierà con te e infierirà
ancora di più su di lei.-
Mi
costringo a
ragionare, ma come faccio, se
Vanessa
è lì con lui?
La
mia migliore
amica in assoluto.
L’unica
che mi ha
sempre capito. O … quasi sempre.
-L’unica
cosa che
puoi fare è aspettare.-
Lo
so, e questo è
persino peggio delle visioni.
Torno
su, nella
nostra sala, e faccio l’unica cosa che posso fare: cerco di
leggere il futuro
di Vanessa. Ma sono troppo nervoso, troppo teso, e, nonostante le
pastiglie
abbiano aumentato incredibilmente il mio controllo, tutto
ciò che vedo è
qualche immagine confusa e sfocata di Vanessa.
Rientra
dopo circa
un’ora. Scatto in piedi immediatamente.
È
pallida e trema
come una foglia. La raggiungo in un secondo.
-Ness?
Cos’è
successo?-
Lei
mi guarda
smarrita e tutto quello che riesco a fare è prenderle la
mano e farla sedere su
un divano.
-Vanessa?-
La
guardiamo tutti
con ansia, io in particolare, la mia mano ancora stretta nella sua.
-Potete
andare via,
per favore?-, pigola Vanessa.
Tutti
obbediscono
istantaneamente, ma io mi rifiuto. Non ho intenzione di lasciarla da
sola.
-Cosa
ti ha fatto,
Ness?-
-Mi
ha iniettato
qualcosa-, replica lei, -Voleva togliermi i poteri, credo. Ma
… non ha
funzionato.-
La
guardo senza
sapere come rispondere.
-Faceva
male-,
mormora senza guardarmi.
Potrei
uccidere Vahel in questo momento.
-E
non finiva mai-,
prosegue lei, mentre le lacrime cominciano a scenderle sulle guance.
–E … lui
era così … così … indifferente! Io
urlavo e lui mi … ignorava completamente.-
Non
riesco a
sentire altro. Mi alzo, scuotendo la testa.
-Non
possiamo
continuare così-, mormoro.
Guardo
Vanessa, che
sembra minuscola, rannicchiata sul divano, pallida, tremante e in
lacrime.
-Vado
a chiamare
Charlotte, lei saprà cosa fare-, decido.
-Dam-,
mi ferma.
-Dimmi.-
-Ti
prego, non fare
niente di stupido.-
-Te
lo prometto.-
Vedo
dalla sua
espressione che non si fida più delle mie promesse, ma
lascio correre e vado a
cercare gli altri. Sono tutti radunati nella camera mia, di Blake e
Jonathan.
-Blake,
cosa dicevi
riguardo alla fuga?-
Lui
mi guarda
stancamente.
-Potremmo
organizzarla, ma sapete che ci sono mille e mille protezioni a
difenderla.-
-Ma
abbiamo
Charlotte.-
-Abbiamo
anche i
poteri, ma questa scuola è stata costruita e protetta
appositamente per persone
con talenti come i nostri.-
-Dobbiamo
farlo,
Blake, e presto. Non possiamo lasciare che continui così.-
Lo
sguardo di Blake
si indurisce.
-Ti
rendi conto
che, se ce ne andiamo, tu non potrai più avere le tue
pastiglie?-
Cala
il silenzio.
Dio,
non ci avevo pensato.
-E
in più-,
prosegue impietoso Blake, -Non potremmo permetterci la minima
debolezza. Il che
significa che, se vuoi smettere di prendere quella roba, dovrai farlo
subito, o
ci ritroveremmo con te in crisi d’astinenza dopo quanto, un
giorno? Due?-
Ha
tremendamente
ragione. Fino ad un’ora fa avrei assolutamente votato contro
questa opzione, ma
quello che Vahel ha fatto a Vanessa ha messo tutto in una diversa
prospettiva.
Esito,
ma poi
rispondo con decisione.
-Smetterò
e proverò
il metodo di Charlotte.-
Blake
annuisce.
-Farai
meglio a
cominciare presto.-
Il
suo tono è
gentile, e capisco che il litigio di poco fa è
definitivamente superato.
-Charlotte,
posso
parlarti?-
È
ora di andare a
dormire, ma riesco ancora ad
intercettarla.
-Dimmi.-
-Come
sta Vanessa?-
-Meglio.-
-Bene.-
Faccio una
pausa. –Volevo solo chiederti … quanto ne sai
della disintossicazione.-
Charlotte
respira
profondamente.
-Vieni,
sediamoci
un attimo-, mi invita. –Da quanto tempo prendi quelle
pastiglie?-
Mi
lascio
sprofondare in una delle poltroncine.
-Quattro
o cinque
settimane.-
-Ho
scoperto il
principio attivo contenuto, ed è molto forte. Crea subito
dipendenza. Ma puoi
superarla, se lo vuoi veramente.-
-È
così, e devo
farlo.-
-Non
sarà piacevole-,
mi avverte Charlotte, seria. –E neanche facile. Ma se vuoi
andare via devi
riuscirci.—
-Lo
so.- Esito un
istante prima di aggiungere: -Quanto tempo ci vorrà, secondo
te?-
-Non
lo so di
sicuro, ma … credo che la fase peggiore durerà
due o tre giorni. Poi diventerà
più facile.-
-Due
o tre-,
ripeto, pensando a quello che so sulla disintossicazione.
E
mi fa paura.
-E
quel metodo di
cui mi parlava Vanessa?-
-Potrebbe
funzionare davvero. Consiste essenzialmente nell’entrare in
contatto con i
chakra, e nel riuscire a dominare la mente … sai, olistica e
cose del genere.-
-Ma
certo-,
commento, come se chakra e olistica fossero due termini che conosco
alla
perfezione.
-In
ogni caso,
potrai cominciare già durante la disintossicazione
… potrebbe renderla più sopportabile.-
Annuisco,
poco
convinto.
-Ora
sono stanco-,
taglio corto. –Ne parleremo meglio domani.-
-D’accordo.
Buonanotte.-
-‘Notte.-
Torno
in camera.
Blake e Jonathan dormono già, e il primo russa anche.
Mi
metto il
pigiama, distrattamente.
Penso
a quello che
mi aspetta. Una notte piena di incubi.
Mi
sveglierò di
nuovo nel vedere qualcosa di orribile.
Sentirò
le urla …
proverò lo stesso dolore delle persone coinvolte.
Morirò
anch’io, per
la milionesima volta.
Lancio
un’occhiata
furtiva a Blake e Jonathan, quindi, in silenzio e vergognandomi di me
stesso,
ingoio una pastiglia.
Da
domani,
prometto. Non
posso affrontarlo adesso …