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Autore: adamantina    18/12/2010    3 recensioni
Vanessa, Blake, Damien, Lily, Charlotte e Jonathan sono diversi.
Non si considerano speciali; i loro "doni" non sono per loro altro che una maledizione che impedisce loro di avere una vita normale come un qualsiasi altro teenager.
Vanessa, Blake, Damien, Lily, Charlotte e Jonathan vivono al Queen Victoria's College, scopo del quale è addestrarli al controllo dei propri superpoteri -perchè è di questo che si tratta, nonostante il termine non risulti loro gradito-, a come sfruttarli, a come nasconderli.
Ma una serie di particolari eventi e un nuovo, strano preside li porteranno a chiedersi se il Queen Victoria's non sia, più che una scuola, una sorta di prigione...
E se lo fosse, sarebbe forse peggiore del mondo esterno, con i suoi schemi, le sue regole e i suoi ottusi pregiudizi?
Genere: Avventura, Introspettivo, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Queen Victoria's College'
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~UNDERSTANDING~

 

[Damien]

 

Le parole mi aggrediscono da ogni parte con tanta violenza che mi sembra di avere di nuovo le visioni.

-Ma ti rendi conto di cosa stai facendo?-

-Come hai potuto permetterlo?-

-Gli hai detto di Lily!-

-Pericoloso … -

-Potresti morire!-

-Non puoi continuare così!-

-Potrebbe funzionare se … -

Basta.

Mi alzo in piedi ed esco, rincorso dalle parole.

 

Ho bisogno di ossigeno.

Ho bisogno di stare solo.

Ho bisogno di silenzio.

 

Vorrei solo che potessero capire.

La verità è che nessuno c’è mai riuscito e nessuno ci riuscirà mai.

Non sanno quanto sia difficile mantenere un briciolo di sanità mentale quando la tua testa è bombardata di immagini sconclusionate ventiquattr’ore al giorno, e non puoi dormire per più di una senza svegliarti con gli incubi.

Non sanno quanto sia impossibile rinunciare alla pace una volta che si è conosciuta.

Non ne hanno idea.

La testa mi martella, comincio a vedere, a livello quasi inconscio, qualche viso, qualche paesaggio, a sentire qualche voce.

Apro il barattolo che tengo in tasca e ingoio una pastiglia. Ormai non ho neanche più bisogno dell’acqua.

E passa.

È straordinario, ancora non riesco a capacitarmi del fatto che posso davvero spegnere le voci nella mia testa. E se l’interruttore è pericoloso, se somiglia ad un filo elettrico scoperto che devo toccare con le mani bagnate, poco male.

-Damien!-

Oh, no. Lasciatemi almeno dieci minuti.

Alzo gli occhi, scocciato dall’interruzione.

-Cosa vuoi, Jonathan?-

Lui mi guarda, un po’ esitante. È sempre stato un amico straordinario, di quelli che non giudicano, che ti accettano, che non si lamentano se li svegli con un urlo alle quattro del mattino. Eppure vedo che adesso ha paura di me.

-Dam … Vahel ha portato Vanessa nel laboratorio.-

No.

-No-, dico anche a voce alta, perché non ci voglio credere. Semplicemente non voglio.

-Ha detto che voleva testare i suoi poteri, o qualcosa del genere.-

-Quando?-

-Meno di due minuti fa.-

Faccio per alzarmi, ma Jonathan mi raggiunge e mi ferma.

-No, Damien … se vai adesso, si infurierà con te e infierirà ancora di più su di lei.-

Mi costringo a ragionare, ma come faccio, se Vanessa è lì con lui?

La mia migliore amica in assoluto.

L’unica che mi ha sempre capito. O … quasi sempre.

-L’unica cosa che puoi fare è aspettare.-

Lo so, e questo è persino peggio delle visioni.

 

Torno su, nella nostra sala, e faccio l’unica cosa che posso fare: cerco di leggere il futuro di Vanessa. Ma sono troppo nervoso, troppo teso, e, nonostante le pastiglie abbiano aumentato incredibilmente il mio controllo, tutto ciò che vedo è qualche immagine confusa e sfocata di Vanessa.

Rientra dopo circa un’ora. Scatto in piedi immediatamente.

È pallida e trema come una foglia. La raggiungo in un secondo.

-Ness? Cos’è successo?-

Lei mi guarda smarrita e tutto quello che riesco a fare è prenderle la mano e farla sedere su un divano.

-Vanessa?-

La guardiamo tutti con ansia, io in particolare, la mia mano ancora stretta nella sua.

-Potete andare via, per favore?-, pigola Vanessa.

Tutti obbediscono istantaneamente, ma io mi rifiuto. Non ho intenzione di lasciarla da sola.

-Cosa ti ha fatto, Ness?-

-Mi ha iniettato qualcosa-, replica lei, -Voleva togliermi i poteri, credo. Ma … non ha funzionato.-

La guardo senza sapere come rispondere.

-Faceva male-, mormora senza guardarmi.

Potrei uccidere Vahel in questo momento.

-E non finiva mai-, prosegue lei, mentre le lacrime cominciano a scenderle sulle guance. –E … lui era così … così … indifferente! Io urlavo e lui mi … ignorava completamente.-

Non riesco a sentire altro. Mi alzo, scuotendo la testa.

-Non possiamo continuare così-, mormoro.

Guardo Vanessa, che sembra minuscola, rannicchiata sul divano, pallida, tremante e in lacrime.

-Vado a chiamare Charlotte, lei saprà cosa fare-, decido.

-Dam-, mi ferma.

-Dimmi.-

-Ti prego, non fare niente di stupido.-

-Te lo prometto.-

Vedo dalla sua espressione che non si fida più delle mie promesse, ma lascio correre e vado a cercare gli altri. Sono tutti radunati nella camera mia, di Blake e Jonathan.

-Blake, cosa dicevi riguardo alla fuga?-

Lui mi guarda stancamente.

-Potremmo organizzarla, ma sapete che ci sono mille e mille protezioni a difenderla.-

-Ma abbiamo Charlotte.-

-Abbiamo anche i poteri, ma questa scuola è stata costruita e protetta appositamente per persone con talenti come i nostri.-

-Dobbiamo farlo, Blake, e presto. Non possiamo lasciare che continui così.-

Lo sguardo di Blake si indurisce.

-Ti rendi conto che, se ce ne andiamo, tu non potrai più avere le tue pastiglie?-

Cala il silenzio.

Dio, non ci avevo pensato.

-E in più-, prosegue impietoso Blake, -Non potremmo permetterci la minima debolezza. Il che significa che, se vuoi smettere di prendere quella roba, dovrai farlo subito, o ci ritroveremmo con te in crisi d’astinenza dopo quanto, un giorno? Due?-

Ha tremendamente ragione. Fino ad un’ora fa avrei assolutamente votato contro questa opzione, ma quello che Vahel ha fatto a Vanessa ha messo tutto in una diversa prospettiva.

Esito, ma poi rispondo con decisione.

-Smetterò e proverò il metodo di Charlotte.-

Blake annuisce.

-Farai meglio a cominciare presto.-

Il suo tono è gentile, e capisco che il litigio di poco fa è definitivamente superato.

 

-Charlotte, posso parlarti?-

È ora di andare a dormire, ma riesco ancora  ad intercettarla.

-Dimmi.-

-Come sta Vanessa?-

-Meglio.-

-Bene.- Faccio una pausa. –Volevo solo chiederti … quanto ne sai della disintossicazione.-

Charlotte respira profondamente.

-Vieni, sediamoci un attimo-, mi invita. –Da quanto tempo prendi quelle pastiglie?-

Mi lascio sprofondare in una delle poltroncine.

-Quattro o cinque settimane.-

-Ho scoperto il principio attivo contenuto, ed è molto forte. Crea subito dipendenza. Ma puoi superarla, se lo vuoi veramente.-

-È così, e devo farlo.-

-Non sarà piacevole-, mi avverte Charlotte, seria. –E neanche facile. Ma se vuoi andare via devi riuscirci.—

-Lo so.- Esito un istante prima di aggiungere: -Quanto tempo ci vorrà, secondo te?-

-Non lo so di sicuro, ma … credo che la fase peggiore durerà due o tre giorni. Poi diventerà più facile.-

-Due o tre-, ripeto, pensando a quello che so sulla disintossicazione.

E mi fa paura.

-E quel metodo di cui mi parlava Vanessa?-

-Potrebbe funzionare davvero. Consiste essenzialmente nell’entrare in contatto con i chakra, e nel riuscire a dominare la mente … sai, olistica e cose del genere.-

-Ma certo-, commento, come se chakra e olistica fossero due termini che conosco alla perfezione.

-In ogni caso, potrai cominciare già durante la disintossicazione … potrebbe renderla più sopportabile.-

Annuisco, poco convinto.

-Ora sono stanco-, taglio corto. –Ne parleremo meglio domani.-

-D’accordo. Buonanotte.-

-‘Notte.-

Torno in camera. Blake e Jonathan dormono già, e il primo russa anche.

Mi metto il pigiama, distrattamente.

Penso a quello che mi aspetta. Una notte piena di incubi.

Mi sveglierò di nuovo nel vedere qualcosa di orribile.

Sentirò le urla … proverò lo stesso dolore delle persone coinvolte.

Morirò anch’io, per la milionesima volta.

Lancio un’occhiata furtiva a Blake e Jonathan, quindi, in silenzio e vergognandomi di me stesso, ingoio una pastiglia.

Da domani, prometto. Non posso affrontarlo adesso …

   
 
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