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Autore: Leuviah_Utopia    18/12/2010    1 recensioni
Il legame che c'è tra Elena Gilbert e i fratelli Salvatore non potrà mai essere spezzato. E se questi fossero legati tra di loro da una storia vissuta centinaia di secoli fa...magari nel Medio Evo? Il destino ha deciso che i nostri giovani eroi saranno uniti per sempre da un nodo "inscindibile", che prima di loro, aveva unito le vite dei loro antenati...
Tutto potrebbe risolversi con una scelta...a meno che...
"Ti manca qualcosa. Sai di avere tutto, ma ti manca qualcosa che forse non potrai mai avere…" Pensò Elena.
La ragazza stava per lasciar andare un pianto silenzioso, come era ormai abituata a fare, quando sentì qualcuno afferrarle i fianchi da dietro e con delicatezza voltarla. Ad Elena si mozzò il fiato quando vide chi l’aveva stretta tra le braccia…
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Elena Gilbert, Quasi tutti, Stefan Salvatore
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Cosa sta succedendo?
Dove mi trovo?

Era tutto troppo buio per potersi guardare intorno. Non c’era nemmeno un briciolo di luce in quel posto oscuro ed Elena non aveva la più pallida idea di dove si trovasse. Riusciva, però, a sentire un dolore bruciante ai polsi ed, ora che ci rifletteva, non riusciva nemmeno a muoversi. Il rovente patimento che sentiva stringersi ai polsi ed alle caviglie era acciaio. Non semplice acciaio ma, bensì, più resistente e scottante. Elena riusciva a sentire la sua pelle ustionarsi. Era come se quelle terribili catene fossero appena state messe lì, dopo essere state rimodellate con il calore del fuoco. La ragazza cercò nuovamente di muoversi strattonando quelle catene che erano saldamente fissate alla parete del posto in cui si trovava, ma più si muoveva, più il dolore diveniva straziante al punto di sentire la pelle lacerarsi. Era tutto inutile. Elena era prigioniera. Per fortuna, però, le catene erano abbastanza lunghe da permetterle di alzarsi, così lo fece. Ancora una volta sentì il dolore dell’acciaio caldo penetrarle nella pelle fino a trasmettere l’impulso al suo sistema nervoso. Non potè fare a meno di lasciar andare via un urlo che, tuttavia, non fu acuto nemmeno la metà di quelli che Elena era solita lanciare. Aveva la voce troppo rauca in quel momento ed aveva bisogno di acqua. Non sapeva cosa fare, così cominciò ad inumidirsi le labbra con la saliva. Per una persona del suo rango, questo atteggiamento avrebbe fatto sicuramente ribrezzo, ma non poteva pensare all’educazione che i genitori le avevano insegnato ad avere.
Cominciò ad appoggiare le mani alla parete che, a contatto con le sue queste, era estremamente ruvida e riusciva anche a toccare le sottili linee che separavano, molto probabilmente, un mattone dall’altro. Inoltre, la parete era molto umida ed Elena riusciva a percepire l’umidore anche nel suo corpo in quanto era stata sdraiata per terra per chissà quanto tempo. Cercò di spostarsi il più lontano possibile, almeno per quello che le catene permettevano, sempre tenendo le mani poggiate alla parete. Dopo qualche passo verso la sua sinistra, Elena raggiunse una parte della parete più umida e, cominciando a muoversi su e giù, riuscì a trovare una parte nella quale gocce d’acqua si limitavano a sgocciolare lentamente, una ad una, dalle linee separatorie dei rustici mattoni. Elena cercò di raccoglierle con entrambe le mani, ma la sua mano destra era abbastanza distante dalla sinistra da non riuscire a raggiungere le gocce. Allora, capì che l’unico modo che aveva per potersi dissetare era quello di avvicinare le labbra a quella piccola parte sgocciolante e raccogliere le gocce con la lingua. Per Elena fu un disgusto madornale, ma in quel momento non poteva pensare al sapore dei mattoni, doveva adeguarsi a quella situazione.

Devo trovare il modo di uscire da qui. Ma come? Ho bisogno di vedere il posto in cui mi trovo.
E Stefan? Sarà anche lui qui?

A quel pensiero Elena sentì la speranza farsi luce nel suo cuore, ma da un lato si sentì invasa da una tremenda afflizione. Pensò che se Stefan era lì, in quel momento, molto probabilmente, stava patendo, anche lui, le stesse pene di Elena, se non peggio.

Oh, Stefan…

Improvvisamente un rumore di passi si intromise fra i pensieri di Elena. Qualcuno si stava avvicinando in quel posto sconosciuto in cui la ragazza si trovava. Lo stridio di una chiave in una serratura permise ad Elena di concentrarsi, capendo da dove proveniva il suono. Non vedeva nulla, ma riusciva a sentire bene. Lentamente si avvicinò al punto in cui si era svegliata e attese, con il cuore che le batteva troppo velocemente nel petto, chi si trovava al di fuori di quella porta. Una fievole luce entrò in quel posto, ma Elena rimase concentrata sul soggetto che da li a poco le sarebbe apparso. Non le importò di soffermarsi ad osservare il posto in cui si trovava, non ora.


***

Damon se ne stava appollaiato sopra un albero, come era suo solito fare, e teneva sott’occhio le due fanciulle che, insieme, dormivano sotto lo stesso albero in cui le aveva lasciate da più di due ore ormai.

Adesso stanno esagerando. Non ho tempo da perdere io!

Con un agile saltò Damon raggiunse terra e, incrociando le braccia, si diresse verso le due ragazze. Quando le raggiunse, Damon non potè far a meno di soffermarsi a guardare la piccola streghetta che riposava tra le gambe della sorella. Era così piccola da sembrare quasi un uccellino con un bisogno costante di protezione. Non voleva dire che Damon amasse gli uccellini, ovviamente.

Però emana un buon odore. Anche la pantera, ma quest’uccellino ha un odore particolare, invitante per qualsiasi vampiro…

Damon si avvicinò ancora di più alla piccola rossa. Pochi centimetri separavano i loro volti ma, all’improvviso, la ragazza aprì gli occhi. «Aaaaahhh». Un urlo leggermente raccapricciante si insinuò nelle orecchie del giovane che, con un passo fulmineo, si allontanò dalla fanciulla. Meredith aprì gli occhi istintivamente e con uno scatto si mise in piedi facendo barcollare Bonnie che si aggrappò al suo braccio.
«Cosa le avete fatto?». Meredith si era alterata in modo incomprensibile.
Con arroganza Damon sorrideva alle due ragazze ed era assai divertito dal comportamento delle fanciulle. Sembravano quasi un cavaliere che difende con autorità la propria milady.
«Chiedetelo a lei», l’affrontò il giovane con ironia. Anche se non aveva fatto niente di male, a lui divertiva l’atteggiamento di sfida che aveva Meredith nei suoi confronti.
Meredith guardò la sorella attendendo una risposta. «Credo non abbia fatto niente di che. Aveva soltanto il volto molto vicino al mio», rispose Bonnie cercando di capire il motivo di quell’azione da parte del vampiro. Istintivamente Meredith piegò il collo della sorella, sia a destra che a sinistra, ma non vi era nessun segno di morsi. «Ti ha baciata?». A quella domanda Bonnie si sentì arrossire ed invadere da un calore improvviso e, imbarazzata, abbassò il viso. Non sapeva cosa rispondere.
Damon guardò la scena e un sorriso sghembo si fece spazio nel suo viso.

Ho fatto colpo…ancora una volta.

Pensò soddisfatto. Intanto Meredith guardava perplessa la sorella che ancora non aveva alzato il viso per guardarla dritta negli occhi. «Allora? È così?», continuò scuotendo Bonnie con delicatezza.
«E anche se fosse? Siete forse gelosa?». Intervenne Damon in modo spudorato. «È normale che la piccola streghetta non abbia saputo resistere al mio fascino», concluse lui. Quel sorriso impertinente che si ritrovava sempre stampato in quel viso perfetto lo rendeva del tutto irresistibile.
«Pfu…figuriamoci, io gelosa di voi? Ma nemmeno tra cent’anni», rispose Meredith.
«Guardate che tra cent’anni io ci sarò ancora, quindi non vi conviene essere così sfrontata». Damon guardava la ragazza con aria di affronto e Meredith rispondeva a quello sguardo con sicurezza e determinazione. Guardare quegli occhi così scuri la intimoriva, ma non era solita a lasciarsi sopraffare da stupide calunnie. Non aveva la ben che minima intenzione di cedere alle sottintese minacce di quel vampiro.
«Pensatela come volete», aggiunse Meredith con fermezza e si voltò, nuovamente, verso la sorella che aveva assistito stupita alla scena che gli si era presentata davanti: sua sorella che “affrontava” apertamente un irriverente vampiro. D’un tratto un pensiero le balenò per la testa.

Elena!

«Adesso basta!». Intervenne con risolutezza Bonnie. Così, Meredith e il vampiro, smisero di battibeccarsi e guardarono entrambi, stupiti e confusi, la piccola strega. «Elena».
A quel nome sia Damon che Meredith si avvicinarono di più a Bonnie. «Cosa hai visto prima?», domandò Meredith solidamente.
«Su, parlate!», aggiunse Damon irritato dalla lentezza con cui la piccola rossa rifletteva.
«Si trova in posto buio. Non riesce a vedere nulla e sta male. È piena di dolori e sente la sua pelle bruciare». Bonnie si fermò per un attimo, esitante nel continuare.
«Continua Bonnie. Cos’altro hai visto?», la spronò Meredith.
«Tutto intorno a lei è umido e c’è qualcuno che la osserva. Lei non lo sa, ma qualcuno riesce a vederla, come riesco a farlo io». Improvvisamente Bonnie fu interrotta da un rumore esageratamente forte. Lei e Meredith si voltarono per vedere cosa l’avesse causato. Damon era a pochi metri da loro e, con tremenda indignazione delle due ragazze, aveva sradicato un albero dal suolo e l’aveva gettato poco distante da loro. Era estremamente arrabbiato ed, in quel momento, le due ragazze provavano una paura che non avevano mai provato prima. Gli occhi di Damon si erano fatti così scuri da sembrare un cielo notturno privo di stelle e di luna. Il suo collo era ricoperto di vene pulsanti che lasciavano intravedere la forza bruta del vampiro. Bonnie e Meredith si strinsero impaurite. Non avevano mai visto una cosa simile in tutta la loro vita. Damon urlava e non riusciva a calmarsi. Le due ragazze decisero, così, di ripararsi dietro l’albero in cui erano appoggiate. Non avevano il coraggio di guardare quell’essere che, poco prima, stava ridendo divertito del loro atteggiamento.
Poco dopo il rumore cessò. Meredith si sporse al di fuori del tronco per constatare la situazione. Damon se ne stava seduto su di un masso ed aveva lo sguardo perso nel vuoto. Il suo viso era ritornato normale e i suoi occhi avevano ripreso lo stesso colore che aveva prima di divenire quella specie di…essere. Anche Bonnie si affacciò a guardare e si soffermò ad osservare tutto intorno a lei. Sembrava quasi che in quel posto fosse appena passato un uragano, forse    qualcosa di peggio. «Avete visto dove si trova, a parte quel posto buio di cui parlavate?». Era ovvio che quella domanda fosse rivolta a Bonnie che, con indugio, adesso, si stava rivolgendo a Damon, per rispondere alla sua domanda.
«Si. È un luogo che non ho mai visto a dire il vero, ma ho visto chiaramente, nella mia visione, che si trovava nascosto tra una foresta ed una grande montagna rocciosa. Non credo sia qui vicino, però». Adesso, Bonnie e Damon avevano incrociato lo sguardo. Bonnie si sentiva incatenata da quegli occhi scuri, ma così profondi da esprimere qualcosa che soltanto lui conosceva. Riusciva a leggere, nel volto del vampiro, di quell’essere che pochi istanti prima aveva distrutto quello che li circondava, una profonda angoscia e preoccupazione. Tutto questo per chi? Per la sua cara amica: Elena.

Non ho mai visto nessuno tormentarsi in questo modo…

Ora che aveva percepito quale sentimento forte unisse Damon ad Elena, la piccola Bonnie guardava quel vampiro da un altro punto di vista,diverso. Non lo vedeva più soltanto arrogante, presuntuoso, spregevole e maligno, adesso una minima parte di lei provava rispetto per quel giovane innamorato della sua amica e disposto a tutto pur di salvarla. Quest’altro pensiero rattristò leggermente Bonnie, anche se non riusciva a comprenderne il motivo. Per la prima volta Bonnie provava qualcosa che nemmeno lei sapeva spiegarsi. Non sapeva assolutamente di cosa si trattasse, ma aveva paura. Aveva paura che qualunque cosa fosse avesse portato qualcosa di negativo nella sua vita, qualcosa di sbagliato e innaturale.
«Credo sia meglio incamminarci». Meredith aveva preso la sorella per mano e la guardava con un misto di confusione e tenerezza nel viso. Bonnie annuì lievemente.
Intanto, Damon sembrava perso nei suoi pensieri e non si interessava affatto a ciò che gli accadeva intorno.

Eppure credo di conoscere quel posto…
Dove l’ho già visto?

Il giovane se ne stava, ancora, seduto su quel masso ed attendeva che qualcosa, nella sua mente, si mettesse in moto per far si che anche un minimo dettaglio potesse essergli d’aiuto. La descrizione di Bonnie gli aveva ricordato qualcosa. Ma cosa? Non riusciva a concentrarsi sui particolari. Per lui sarebbe stato più utile potersi mettere in contatto con la mente di Bonnie, in modo da poter vedere le immagini, che gli servivano, il più accuratamente possibile. – Gli era capitato, una volta, di interconnettere la sua mente a quella di una strega. Era accaduto molto tempo prima. Erano passati, forse, secoli. Ci era riuscito grazie ad uno scambio di sangue, però. Una storia a dir poco lunga.-

E adesso? Devo chiedere di fare uno scambio di sangue con quella streghetta ma, con l’autorità vigile della sorella aggressiva, non credo di riuscirci.
A meno che non mi liberi di…

«Si può sapere dove avete la testa? È da più di cinque minuti che vi stiamo chiamando e voi non ci avete dato retta nemmeno una volta. Dov’è finita tutta la vostra presunzione; non vorrete mica ritirarvi, adesso?». Meredith si era avvicinata in modo pericoloso (per lei) a Damon che, non appena aveva sentito il verbo “ritirare”, era stato invaso da una fiamma accecante di furore che aveva punto il suo orgoglio. Si alzò con uno scatto che fece sobbalzare Meredith e la piccola Bonnie dietro di lei. Si avvicinò alla ragazza più scura con fare arrogante e rispose sfrontato alla perfida accusa delle fanciulla.
«Non osate pensare che sarei capace di ritirare una parola data…mai e poi mai!». A quelle parole Meredith sentì un groppo in gola. Gli occhi scurissimi, ma agghiaccianti, del vampiro stavano penetrando i suoi, ma lei era abbastanza determinata da resistere a quello sguardo ostile nei suoi confronti. Bonnie tirò Meredith verso di se, per evitare che quel vampiro così ostinato potesse metterle le mani addosso. «E adesso muoviamoci. Non ho tempo da perdere». A quelle parole Meredith sentì la rabbia ribollirle in corpo.

Ha la faccia tosta di dire che dobbiamo essere noi a sbrigarci, quando era lui quello che stavamo aspettando?!

Meredith stava per contro ribattere a quella falsa affermazione, ma Bonnie la cinse per il fianco, facendole capire che non era il caso di discutere ancora. «Come al solito la streghetta pensa meglio di voi», concluse Damon con arroganza.
«Lo odio». Meredith guardò la sorella con un accenno di disperazione in viso, ma era troppo risoluta per farlo intendere apertamente e questo portò Bonnie a risponderle con un sincero sorriso divertito.
Finalmente, i tre ricominciarono ad incamminarsi nella foresta, con Damon che, ogni cinque minuti circa, si divertiva a prendere in giro le due ragazze per la loro lentezza. «Sono sicuro che anche una chiocciola si muove meglio di voi. Se si facesse una gara, tra voi e la chiocciola, avrei dei seri dubbi su chi sia più veloce».
«Ah,ah. Davvero divertente. Scusate se i nostri sono semplici passi di comuni mortali. È davvero una cosa del tutto “anomala” camminare a questa velocità», ribatté Meredith sarcasticamente. Intanto Bonnie camminava silenziosa affianco alla sorella. Stranamente non sorrideva alle battute pungenti che si scambiavano Meredith e Damon e questo attirò l’attenzione dei due.
«Qualcosa non va?», domandò Damon avvicinandosi alla ragazza dai capelli rossi.
«Vedo qualcosa. Non riesco a capire di cosa si tratta però. Ecco vedo…». Improvvisamente la stessa scena delle convulsioni si presentò in quella situazione. Bonnie aveva preso ad agitarsi inconsciamente. Perse l’equilibrio ma Damon, con i suoi abili riflessi, la prese tra le braccia. Gli occhi avevano ripreso a roteare senza sosta ed una nuova sensazione di angoscia stava invadendo il bellissimo vampiro.

Note d'autore:

Rieccomi! Questo l'avevo scritto da un pò ma, per problemi di tempo, ho potuto pubblicarlo soltanto ora. Allora...ricapitolando tutta la storia (per il momento): Elena è una giovane ragazza che alla festa del suo fidanzamento conosce un giovane affascinante di nome Stefan. Si sente subito attratta da lui e non impiega molto tempo ad innamorarsene a prima vista. Stefan è, però, un vampiro che è innamorato di lei da tanto tempo. I due si promettono di amarsi e, sotto richiesta di Elena, decidono di fuggire insieme. Intanto, entra in scena Damon, fratello vampiro di Stefan, anche lui innamorato di Elena. Non accetta l'idea che la sua amata abbia scelto di fuggire con il fratello minore, così li segue per prendere Elena con se. Nel frattempo, Stefan ed Elena fanno una passeggiata nel bosco, dove vengono attaccati da qualcosa che sembra aver rapito Stefan. Elena sta quasi per morire dopo l'attacco ricevuto, ma interviene in suo aiuto Damon e la salva.
I due tornano alla reggia nella quale Stefan aveva portato Elena e lì, la ragazza fa promettere a Damon che l'aiuterà a trovare Stefan.
Quella stessa notte Damon si imbatte sulla "cosa" che aveva cercato di uccidere Elena, ma non ha il tempo di vedere di cosa si tratta.
L'indomani sera i due discutono sul fatto che Damon vuole mettere Elena al sicuro, ma lei non vuole lasciarlo lì da solo. Damon non può far a meno di sottostare al volere di Elena, ma la mette "al sicuro" dentro una cella.
Dopo aver atteso per molto tempo il nemico, Damon riesce finalmente a scontrarsi contro quell'essere che, infine, si scopre essere un serpente gigante. Riesce ad abbatterlo, ma viene colpito alle spalle da un altro vampiro, molto potente,che approfitta della momentanea debolezza di Damon per rapire Elena.
Damon è infuriato e comincia a fare strage di innocenti al villaggio vicino. Subito dopo ritorna nel bosco ed avverte due presenze vicino il castello. Due fanciulle, Bonnie e Meredith, care amiche di Elena, si trovano lì perchè la piccola Bonnie (che è una strega) ha avuto una visione e ha visto che la sua amica è in pericolo. Damon si imbatte sulle ragazze che, dopo aver scoperto cosa sia lui in realtà, prendono la difficile e pericolosa decisione di aiutarlo, alleandosi con lui.
Per adesso la storia è questa. Spero di inserire presto un altro capitolo. Ma, nel frattempo, dove si trova Elena? Presto lo scopriremo.
Saluti a tutti. Grazie a chi segue e grazie anche alle assidue recensioni di Marissa_Salvatore e a Marselyn ^.^
   
 
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