Note
dell’autore:
Beh,
per una volta metto le note in alto, strano, eh?
Ho
scritto questa TuomxTarja in un attimo d’ispirazione
travolgente, l’ho iniziata a scuola (mentre un prof interrogava) e l’ho poi
continuata a casa..
Tutto
mi era così chiaro nella mente, tutte le emozioni che insieme creavano un
concerto nel mio cuore che ho provato il desiderio di scriverle.
A Tuomas, perché con la sua musica mi fa vibrare il cuore,
a Tarja, perché con la sua voce ha reso poesia le parole ti Tuomas,
a Fede, perché
con lei ho scoperto che tutto questo è realtà
e a tutti
voi, che ci sarete sempre.
Ever Dream
Gli
occhi di Tuomas brillavano nell’oscurità di una luce
scintillante, un fuoco vivido che s’allargava sulla superficie di un lago
ghiacciato che giaceva nei suoi occhi.
Una
lastra di ghiaccio che si estendeva all’infinito.
Sconfinata,
trasparente, perfetta nella sua unicità.
Lei
si perdeva in quello sguardo, nel grigio del suo sguardo, lei, Tarja trovava appiglio e cura ad ogni malattia solo
guardandolo.
Lasciava
scorrere fiumi di emozioni che come lava colava dal suo cuore e inceneriva
tutto ciò che la circondava, lo rendeva unico nella sua mente.
E
come un girasole gira intorno al sole, lui girava attorno a lei, sua musa e suo
amore represso nei sogni più insiti dell’anima.
“Would you do it with
me
Heal the scars and change the stars
Would you do it
for me
Turn loose the heaven within”
Ogni sogno avuto insieme,ogni carezza rubata,
ogni lacrima sul viso che lenta scivolava su guance rosee.
Lento devastarsi, cercando di risanare ferite
aperte, senza ammetterlo mai mentre mani delicate accarezzano la tastiera del
proprio cuore accompagnate dalla voce cristallina e intensa di un amore senza
futuro.
Tutto era crollato dopo quella lettera, dopo
quell’ultimo concerto.
Tarja stringeva il foglio tra le dita, lacrime calde le scivolavano sul viso
mentre continuava a fissare la calligrafia precisa e ordinata di Tuomas.
L’aveva distrutta con le sue mani, quelle
stesse mani che muovendosi sui tasti evocavano il paradiso.
“I'd take you away
Castaway on a lonely day
Bosom for a teary
cheek
My song
can but borrow your grace”
Lo aspettava
da venti minuti oramai, seduta sul suo letto sperando che tutto ciò che avevano
vissuto non fosse stato spazzato via come un malloppo di fogli al vento.
I suoi occhi
notarono per la prima volta nella stanza di Tuom una
foto che li ritraeva da giovani, stetti l’un l’altra, felici.. prima
dell’arrivo di Marcelo nella sua vita, prima che
tutto cambiasse, prima che lei divenisse una donna diversa dalla musa di Tuomas.
Una donna che
oramai anche lui faticava a riconoscere guardandola negli occhi e lasciando che
tutto il resto divenisse nulla.
Nulla al
confronto dei suoi occhi chiari ed espressivi, delle sue labbra rosee che
bramava dalla voglia di sfiorare ancora e ancora senza smettere mai.
L’avrebbe
portata via, in un giorno solitario e silenzioso, l’avrebbe amata come
nessun’altro uomo avrebbe potuto fare.
Ruotavano
insieme indipendentemente dallo scorrere lento e inesorabile del tempo e ai
movimenti dei pianeti, in perfetta sintonia, senza cadere mai.
Poi lei si era lasciata cadere.
Un fiore di cristallo che s’infrange a terra.
“Ever felt away with
me
Just once that all I need
Entwined in finding you one day”
E trovarla
nella sua stanza gli spezzò nuovamente il cuore, notare tra le sue dita sottili
la lettera che lui stesso aveva scritto con le lacrime agli occhi, riflettere
il suo amaro dolore negli occhi di lei, rievocare nella sua mente mille
immagini di tutti quegli ultimi anni.
Il volto di Tuomas era una maschera di disperazione, dolore e cera che
lenta si scioglieva come acido muriatico scioglie e corrode la pelle.
“Tuom” cercava negli occhi dell’uomo quella fiamma ardente,
una fiamma spenta dalla delusione.
“Mi dispiace Tarja” sussurrò lui allungando una mano verso la sua.
Le loro dita
si sfiorarono per qualche istante che sembrò un idilliaco sogno, lui portò l’altra
mano a sfiorare le guance della sua amica più cara, compagna di “vita”, una
vita che avrebbe voluto condividere con lei.
Temeva che
staccando le sue dita diafane sarebbe caduto nel profondo di un pozzo senza
fondo, senza uscita, senza salvezza.
Tutto divenne
sfuocato, i loro corpi avvolti dalla nebbia, persi al centro di un ciclone,
nient’altro aveva importanza tranne il palpitare frenetico del loro cuore, che
sembrava fondersi mentre si avvicinavano l’un l’altra.
Seguivano un
richiamo represso da troppo tempo oramai, intrecciando nuovamente le loro dita.
Tutto crollò
nel momento stesso in cui le loro labbra s’incontrarono, mille vetri che
s’infrangono a terra mentre le labbra carnose dell’uomo cercavano quelle della
donna alla ricerca dell’amore e il calore che desideravano.
Tutto sembrò
semplice come respirare, le loro labbra attaccate, i loro cuori attaccati.
"All I ever craved were
the two dreams
I shared with you.
One I now have,
will the other one ever dream
remain.
For yours I truly
wish to be."
Si staccò dal
suo corpo.
“Addio Tarja” sussurrò Tuomas al suo
orecchio, un nuovo luccichio nei suoi occhi ghiacciati mentre la guardava per
l’ultima volta in quel modo.
“Tuom.. tuom” afferrò il suo
braccio con entrambe le mani, cercando di trattenerlo accanto a sé ancora un
po’, non riusciva a dire nient’altro, desiderava solamente perdersi ancora
nell’oceano del suo animo, come un tempo.
“Tarja.. Tutto quello che ho sempre chiesto erano i due
sogni che ho diviso
con te.
Ora ne ho uno, l'altro rimarrà un sogno per
sempre.” Le mani di Tarja si staccarono dal suo
braccio come arti meccanici di un robot al cui viene staccata la spina.
Lacrime calde
iniziarono lente a scendere sul suo volto, mentre lui si allontanava dal suo
cuore spezzato.
Lei si accovacciò a terra, le braccia strette
attorno al petto, chinata su qualcosa che poteva avere, qualcosa che lei stessa
aveva rifiutato.
Lo risentiva nelle parole di Tuomas “l’altro rimarrà un sogno per sempre” quel per
sempre l’aveva decretato lei.
Erano gli
unici pianeti esistenti nello spazio, sospesi attorno al tutto e al nulla,
persi nella loro musica.
Ora non erano più nulla, erano il sogno
irrealizzato di Tuomas di trascorrere una vita
insieme, avorio sulle dita.
Desiderava accompagnare ancora la sua voce,
navigare con lei tra le onde agitate di un mare in tempesta, salvandosi
semplicemente con la loro musica, perché era sempre stata loro..
E nel momento stesso in cui un urlo sembrò
squarciare il silenzio, un urlo troppo perfetto, intonato come solo la voce di Tarja poteva fare Tuomas gettò a
terra un portafoto con la loro prima foto insieme.
S’infranse come tutto il resto, producendo
rumore mentre toccava il suolo.
S’infranse come ogni sogno che lui aveva
avuto.
Ever dream.
Aquamarine