Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: Fuyu    25/12/2010    1 recensioni
I tempi erano oscuri e tetri, vigeva la legge del più forte e nessuno osava andare contro la legge. Il sovrano temeva i maghi, per i loro poteri e le loro stregonerie come le chiamava lui. Solo i cacciatori, esseri scelti, potevano uccidere un mago, solo le loro armi potevano debellare i poteri di tali esseri per poi ucciderli definitivamente. I cacciatori venivano selezionati grazie ad un fattore nel loro DNA, totalmente contrapposto a quello dei maghi che permetteva loro di trovarne uno. Solo chi possedeva tale fattore poteva essere chiamato cacciatore e venire addestrato. La gente era atterrita dai maghi, non si potevano riconoscere ad un'occhiata, erano come loro d'aspetto, quindi potevano trovarsene davanti uno senza saperlo. Kurogane era un cacciatore molto esperto, da tre anni faceva quel lavoro e adesso gli avevano affidato un novellino da addestrare. Ragazzo sveglio, ma molto imbranato, sopratutto nelle relazioni interpersonali (di cuore).
"Muoviti ragazzo, non ho alcuna intenzione di stare ad aspettarti!" esclamò il moro prendendo la sua fedele Katana. Ogni cacciatore aveva la sua arma, in quell'epoca molto sviluppata si poteva accedere ad armi, come pistole laser o bombe fantasma, ma lui preferiva la classica lama che affondava
Genere: Azione, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Fay D. Flourite, Kurogane, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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cacciatori contro maghi 5 (2)

Il sesto capitolo, non ho cambiato nulla, la storia riprende da dove l'avevo lasciata. BUONA LETTURA
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VI°

ORRORI RABBIE

Il mese era passato e Fay era tornato a casa dopo due settimane dalla sua sparizione. Naturalmente si era dovuto sorbire la ramanzina da parte del cacciatore, la quale lo aveva sorpreso, dato che si notava che Kurogane si era preoccupato per lui.
"Mi dovevi avvisare, dannazione!" aveva esclamato furioso come non mai.
"Ti eri preoccupato?!" aveva chiesto stupito il biondo, non capendo il perché di anta rabbia. Kurogane era diventato rosso a quella domanda, chiedendoselo anche lui. In fondo non avrebbe dovuto preoccuparsi per uno stupido quale era il biondo, eppure l'aveva fatto, si era preoccupato per un semisconosciuto, ma non ne capiva il motivo.
"No, semplicemente andava a male il cibo" aveva ringhiato, andandosene in camera sbattendo la porta. Si poteva capire che era una scusa campata in aria, la spesa l'aveva fatta Fay e quindi non lui, di conseguenza sapeva che aveva comprato da mangiare per una sola persona. In ogni caso il biondo fece finta di stare al gioco, avendo notato il rossore del suo ospite e tutto era tornato alla normalità o almeno così credeva. Il giorno dopo il suo ritorno, alzandosi, Fay vide qualcosa che lo stupì non poco.
"Ma cosa?" chiese appena entrato. Kurogane se ne stava ai fornelli e da quel che poteva capire Fay, stava cucinando la colazione. Il musicista non l'aveva mai visto in tale atto, era sempre lui a cucinare, da quando vivevano insieme, anche se si era chiesto come avesse fatto durante le due settimane senza di lui. "Che significa?!" chiese stupito e attonito dalla scena. Kurogane guardò il biondo e poi la padella sfrigolante davanti a lui, dandosi dello scemo per essersi ricordato in ritardo del ritorno del biondino. Ormai ci era abituato a cucinarsi da solo la colazione, vista l'assenza dell'altro, ma visto che era tornato avrebbe lasciato di nuovo a lui la cucina. Peccato che se lo fosse completamente scordato, il suo cervello non aveva registrato la cosa e quindi si era alzato, come tutte le mattine per preparare il suo nutrimento, come se nulla fosse.
"Nu....nulla, semplicemente le colazioni che prepari tu, sono troppo dolci!" tentò di difendersi, buttando una scusa all'aria. Fay non rispose, ma molto maliziosamente si sedete aspettando la colazione, sperando che non fosse come la cena che gli aveva propinato, il primo giorno in quella casa.


Comunque era passato un mese da allora e Fay non ricordava nemmeno il sapore di quella roba, che il suo ospite osava chiamare colazione. Il cacciatore non aveva chiesto a Fay come mai fosse stato via tanto, ne tanto meno gli aveva rivelato cosa sarebbe accaduto quella sera, anche se il biondo aveva captato qualcosa nell'aria, di orribile e burrascoso. A tutti i cacciatori era stato dato ordine di non lavorare quel giorno e Fay aveva fiutato qualcosa, visto che Kurogane lavorava sempre e non aveva neanche un giorno di riposo, quindi tentò d'indagare.
"C'è qualche ricorrenza, o deve succedere qualche festa?!" chiese. Kurogane alzò lo sguardo dal manga che leggeva e lo guardò di sottecchi cercando di capirne gli intenti, ma l'altro era di spalle e non lo vedeva.
"Nessuna ricorrenza, o festività!" esclamò, ritornando a leggere.
"Allora perché sei a casa?" domandò serio, cominciando a preoccuparsi. Il cacciatore aveva sentito la nota di preoccupazione uscire dalla bocca del musicista e non capendone il motivo rispose lo stesso.
"Forse è per il falò di stasera!" suppose.
"Quale falò?"
"Quello voluto dal re, quando tu eri via!" esclamò, come a dargli la colpa del fatto.
"E cosa bruceranno, a questo falò?" domandò con un certo timore che cresceva sempre di più. Il moro lo guardò serio indeciso se dirglielo o lasciarlo nel dubbio. Non gli andava giù il fatto che chiedesse troppo e sinceramente voleva saperne di più su di lui, solo per semplice curiosità ovvio, non per preoccupazioni o roba varia.
"Lo scoprirai stasera, tanto è ordine del sovrano che tutti i cittadini siano presenti!" spiegò tornando a leggere. Il biondo si alzò di scatto dalla sedia, su qui era seduto e cominciò a prepararsi per uscire. "Dove vai?" domandò il cacciatore.
"Ehm....devo...devo fare una commissione!" esclamò affrettato, uscendo di casa. Kurogane scrollò la testa, tornando a leggere.


Fay corse fuori dalla capitale, e si precipitò nel bosco, dove trovò la sua interlocutrice intenta a parlare con altri due uomini incappucciati.
"Fay! Come mai qui?" chiese lei, preoccupata per il fiatone del ragazzo.
"C'è......c'è un problema" ansimò, tentando di riprendere fiato
"Quale?!" chiesero in coro i tre, incappucciati. Fay riprese fiato e poi cominciò a spiegare del falò di quella sera. Non sapeva se dovevano preoccuparsi o meno, fatto stava che c'era sempre il dubbio, con quel sovrano mezzo impazzito.
"In effetti potrebbe esserci una possibilità!" esclamò la donna rivolta agli altri due.
"Abbiamo sentito delle voci dagli animali del bosco, a quanto pare i cacciatori avevano cominciato a catturare i maghi e non più ad ucciderli! Quindi forse il combustibile per stasera, saranno.................."
"Ma è una cosa orribile! Bisogna fermarli" proclamò Fay.
"E come?!" chiese la donna, alquanto pessimista su tale scelta. Erano in netta minoranza, da quando i cacciatori davano loro la caccia e anche la barriera levava loro molto potere, quindi avrebbero perso di sicuro.
"Non lo so, ma bisogna farlo!"
"Oh andiamo è una follia!" disse una voce che a Fay pareva familiare. Girandosi si trovò davanti uno dei tre generali dei cacciatori.
"Saiga-San?!" sbiancò Fay, sentendosi morto sul colpo.
"Come va? Kurogane te li ha dati i guanti che li avevo dato?" chiese con un sorriso stampato a trentadue denti sulla faccia.
"Che ci fa lei qui?" chiese con un sorrisino per niente felice sul viso.
"Non preoccuparti, lui non ti tradirà!" esclamò un'altra voce dietro l'uomo.
"Kakei-San!" si stupì Fay. Kakei era un mago molto potente e abbastanza frivolo nel suo lavoro che consisteva nel prevedere il futuro. "Ma che significa?!" chiese stupito Fay.
"Il tonno, quì sta dalla nostra parte! Non mi tradirebbe mai e neanche te, sta tranquillo" lo risollevò.
"Ma allora l'amante di Saiga-San è..................." balbettò il biondo indicando Kakei, il quale annuì molto lentamente.
"D'accordo il volervi bene, ma portarlo quì! Non ti avevo detto che era pericoloso?" chiese la donna, seccata. La cosa finì con una litigata di sguardi tra i due kakei e la donna. Erano bravissimi a fare sorrisini sadici e combattere con quelli, mentre Saiga parlava dei guanti a Fay e di come li aveva fatti.



Tornarono insieme alla capitale, non curanti di quello avrebbe potuto pensare la gente. Saiga raccontò tutto al biondo, su come aveva conosciuto Kakei e il come se ne era innamorato, per poi decidere di mettere fine alla faida.
"Quindi lei sta cercando il modo di salvare i maghi?" chiese Fay.
"Esatto, ma nessuno deve saperlo, quindi con Kurogane acqua in bocca" sorrise, prendendo una strada diversa da quella del biondo. "Ah, a proposito! Mi scuso in anticipo per i tutti i maghi di stasera, anche se tu non centri nulla" disse, rivolgendosi al falò che ci sarebbe stato tra qualche ora.
"Scusi!?" chiese stupito, rimando con l'uscio aperto.
"Tu non sei un mago! Io non avverto nulla" esclamò. Fay sorrise e senza dire nulla entrò dentro casa, era vero lui non era un mago.
"Finalmente sei tornato!" esclamò Kurogane, vedendolo sull'uscio appoggiato alla porta. Il musicista alzò la testa e sorrise al suo ospite muovendosi dalla porta. "Beh, sbrigati che si va alla piazza" disse quasi fosse un ordine. Il biondo non aveva la minima voglia di andarci, ma anche la donna glielo aveva suggerito, solo perché così avrebbe visto il sovrano. Uscirono di casa, qualche minuto dopo e Kurogane fece strada, la piazza era già ghermita e le guardie della capitale stavano montando il falò, sistemando attorno ai maghi, legati dei tralicci di legno, per dar loro fuoco. Fay strinse le mano, quasi a sangue a quella scena, talmente era insulsa e indecente. C'erano addirittura i bambini a guardare.
"Ma devono rimanere anche i bambini?" chiese Fay a Kurogane.
"Non sono io a decidere!" esclamò, stringendo i denti, era ovvio che quello non andasse giù nemmeno a lui. Dopo mezz’ora il sovrano uscì sul balcone del castello che dava sulla piazza, sottostante. Il biondo vedendo il sovrano singultò e si nascose dietro al moro, il quale non capì la mossa, ma non ebbe il tempo di chiederglielo. Il sovrano alzò un braccio al cielo e le guardie si apprestarono a dar fuoco ai tralicci, all'abbassarsi del braccio reale i focolari, accesi, bruciarono il legno e con esso la benzina buttata sopra per poi seguirne la scia fino ai corpi quasi esanimi dei maghi, li per terra, anch’essi ricoperti di benzina.

Le grida che si levarono dalle fiamme erano orribili e strazianti, per Fay sembrava non avessero mai fine. I bambini cominciarono a piangere per quei rumori assordanti e la vista orrenda che gli si parava davanti. Il musicista cominciò a mordersi a sangue per non urlare di smettere e anche le mani erano praticamente ferite, dalla stretta almeno finché non sentì una mano che gli scioglieva la stretta dolorosa. Stupito alzò lo sguardo verso il moro e notò che si stava trattenendo pure lui dal fermare la tragedia.
"Sarebbe
inutile dirgli di fermarlo, ormai non ragiona più!" esclamò rivolgendo lo sguardo al suo sovrano. Il musicista guardò il re e notò una vena di sadismo mentre assisteva alla scena, una cosa inaudita per uno della sua tara. Quando tutto fu finito, l'odore acre dei cadaveri bruciati si sperse per le strade imprimendosi nelle menti di coloro che, per una ragione o per l'altra non avevano potuto partecipare a tale orrore. Fay e Kurogane si diressero a casa, appena finita la scena, mentre le guardie rimettevano a posto e pulivano dalle ceneri, unica testimonianza delle vite perse.
"Tornate a casa?" chiese loro Imonoyama, accompagnato dai suoi soliti aiutanti, che sembravano più zerbini. Aveva uno sguardo malinconico, quasi triste, anche se lo nascondeva bene.
"Si, non ho alcuna voglia di guardarlo in faccia!" esclamò acido il cacciatore rincamminandosi.
"Buona notte!" salutò Fay per poi seguire Kurogane. Arrivati a casa, Kurogane chiuse tutte le finestre e le porte, evitando che quell'odore entrasse in casa. Difficilmente l'avrebbe levato dai cuscini e bastava che ce l'avesse nel cervello. "Perché!....perché ha fatto questo?" chiese il biondo non capendo la crudeltà del loro sovrano. "D'accordo che li odiate, ma non era troppo?"
"Non sono io che faccio le leggi!" esclamò Kurogane chiudendo la finestra della cucina. "In ogni caso non possiamo tornare in dietro, ti pare?!" fece notare. Era inutile discuterne, anche se avessero voluto o potuto far qualcosa lo dovevano fare prima, adesso non potevano rimuginarci. Cosa ne sarebbe saltato fuori, solo un sogno e niente più. Il biondo guardò con astio il cacciatore, sembrava che non provasse niente che le morti di quella sera non l'avessero toccato.
"Ti sta bene così? Il tuo cuore e la tua mente sono a posto, non provi rimorso?" domandò non potendo credere che fosse davvero insensibile.
"Anche se avessi rimorso a che servirebbe? Non posso riportarli in vita!" disse acido. Era ovvio che anche lui fosse scosso dall'avvenimento, ma che avrebbe potuto farci non era un dio o un essere onnipotente. Il musicista strinse i pugni e arrabbiato andò in camera sua, sbattendosi la porta alle spalle. "Vorrei tanto sapere che ho detto di male?!" si chiese stupito dalla reazione, per poi andarsene a letto. Passando dalla camera del biondo poté sentire la dolce e triste melodia del flauto, la stessa che aveva sentito quel giorno. Gli era parso un angelo all'epoca, una cosa rara e fragile che andava protetta. A quei pensieri si diede dello stupido e s'incamminò verso il suo letto.

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Alla fine ho deciso di non cambiare nulla, volevo rifare l'ultimo capitolo, ma mi sono accorta che questo poteva essere accorpato all'altro e quindi ho lasciato le cose come stavano, non me ne volete e alla prossima. Il prossimo capitolo, all’ultimo dell’anno insieme all’ultimo dell’altra fanfic.

Buon Natale a Tutti

   
 
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