Serie TV > The Mentalist
Segui la storia  |       
Autore: RedMarauder    29/12/2010    5 recensioni
la nostra mente è il luogo dove racchiudiamo la nostra realtà. Ma se qualcosa andasse storto?
Cosa succederebbe se, all'improvviso, la nostra realtà cambiasse?
Una nuova avventura in cui Lisbon verrà messa duramente alla prova, e il suo rapporto con Jane subirà un drastico cambiamento!
il pairing è Jisbon (ormai è la mia costante!)
come sempre i personaggi della storia non mi appartengono, ma sono di proprietà del (mitico) Bruno Heller!
Buona Lettura!
Genere: Comico, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Patrick Jane, Teresa Lisbon, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Cap. 5: tra desiderio e  follia..
 
Di nuovo in sala d’attesa. Ormai la conosco a memoria, centimetro per centimetro!
Di nuovo in quella snervante attesa.
“Gli avevo detto di restare a casa..” brontolo, a voce alta, senza nemmeno accorgermene.
“Lo sai come è fatto!” mi consola Grace. “Avrebbe fatto comunque di testa sua!”
“Già..” ammetto.
Cho guarda fuori dalla finestra, Rigsby guarda Grace, Grace guarda me.
Io fisso il pavimento.
E se fosse arrivato il momento?
Se questo svenimento fosse il segno del ritorno della sua memoria?
Una fitta di delusione e ansia mi attanaglia lo stomaco.
Prima o poi deve comunque succedere.
No, non ora ti prego..ho bisogno di tempo.
Mi innervosisco. Ecco lo sapevo come andava a finire.
Ora le cose cambieranno.
Bel lavoro Lisbon! Sei un genio!
Comincio a battere il piede irritata.
Siamo qui da quasi due ore. Ormai dovrebbe svegliarsi.
Poi arriva il dottor Carlson, con cui ormai abbiamo fatto amicizia!
“Buona sera agenti!” ci saluta.
“Buona sera dottore!” rispondiamo quasi tutti in coro.
Sembriamo degli scolari, patetici fra l’altro!
“Dottore novità?” chiedo preoccupata.
“Si è svegliato, sta bene!” ci sorride il dottore.
Sospiro di sollievo generale.
“Posso entrare?” chiedo in ansia, terrorizzata da ciò che scoprirò.
“Certo mi segua!”
Faccio un cenno agli altri e seguo il dottore in corridoio.
“Prego!” mi apre la porta.
Entro tremando nella stanza.
Di nuovo un déjà vu: lui steso nel letto, questa volta senza la fasciatura, che respira piano.
Mi avvicino, e mi siedo accanto a lui.
Apre gli occhi e mi guarda.
Mi sorride contento.
“Ciao amore!”
Sospiro..di sollievo! È ancora intrappolato nella sua memoria distorta!
Non dovrei esserne felice, invece lo sono.
“Ciao!” gli sorrido.
“Sei arrabbiata vero?” mi chiede, parlando piano.
Deve essere ancora molto stanco!
“Lo ero, ma ora penso sia più importante prendermi cura di te!” gli accarezzo la testa
“Per l’ennesima volta” aggiungo a mò di rimprovero.
Ride “L’ultima frecciatina penso di meritarmela!”
Rido  anche io “Solo un pochino!”
Mi chino a dargli una bacio leggero.
“Vado a parlare con il dottore, torno subito!”
“Ok!” mi avvicina il viso con la mano e mi da un altro bacio.
Esco dalla stanza molto più sollevata.
Busso allo studio del dottore ed entro.
“Agente Lisbon che piacere!”
“Dottore!” ci stringiamo la mano.
“Allora è tornato alla normalità?”
Sospiro “No, è ancora nella sua memoria distorta!”
“Capisco!” annuisce il dottore “Allora si tratta solo di una ricaduta. Dovrà stare molto più a riposo ora!”
“Lo vada a dire a lui!” commento ironica.
Il dottore ride “Scommetto sia una bambino un po’ troppo cresciuto!”
Rido anche io “Scommette bene!”
“Dunque, niente di nuovo allora! Solite medicine e raddoppiato riposo! Lo costringa se necessario o continuerà ad avere ricadute. Lo possiamo dimettere domani mattina, o stasera ma deve dormire e non affaticarsi!”
“Opterei per stasera, se lo rendiamo più felice magari poi mi ascolta!” commento.
Il dottore ride.
“Come sta andando la sua recita?”
Che domanda!
“Bene, posso candidarmi agli oscar!”
“lo immagino!” sorride “Sa mi sono preso la libertà di leggermi degli studi fatti su questo genere di disturbo e ne ho tirato fuori qualcosa di interessante!”
Prende dei fogli dalla pilla di fronte a lui e me li porge.
“Magari le interessa conoscere alcune scoperte! Le ho eliminato la parte più noiosa: righe e righe di spiegazioni mediche!”
“Grazie dottore, è veramente una bella idea!” sorrido e afferro i fogli.
“Bene, aspetti qui se vuole! Dobbiamo fare altre analisi al signor Jane, la chiamerò io quando sarà pronto!”
“La ringrazio”
Mi siedo comoda sulla poltroncina, mentre il dottore se ne va.
Prendo i fogli e comincio a leggerli.
Mille informazioni nuove mi entrano in testa.
Leggo di tante manifestazioni diverse, gravità, durata dei sintomi, cause post-guarigione, quasi mai verificate, e tante altre cose.
Improvvisamente mi blocco e rileggo tre volte il passaggio che mi ha incuriosita.
Non è possibile!
 
“uno studio ha dimostrato che nel 98% dei casi, la manifestazione dei sintomi deriva da fatti realmente accaduti, o anche immaginati. Si è dimostrato che la nuova realtà del paziente, non è puramente inventata dalla sua mente, ma riporta dettagli già presenti all’interno di essa.
Il paziente li rende solo reali, qualora siano stati immaginari, o li cambia, qualora siano già reali.
Ne deriva che, la realtà immaginaria del paziente si fonda su sentimenti, esperienze e fatti già vissuti o provati dal paziente stesso, che li proietta nella sua nuova memoria.
Non è ancora chiaro come si compia l’intero processo, ma possiamo affermare con certezza questa tesi. Sono rarissimi, infatti, i casi che hanno riportato diverse fonti della realtà immaginaria del paziente.
Secondo i medici sembra che il cervello..”
 
E continua con varie spiegazioni di neurologia che io non capisco.
Smetto di respirare.
Cosa significa?
Jane non era sposato con me! Non ha alcun senso!
O forse..
No, non è vero!
Forse Jane era..innamorato..di me, e quindi nella sua nuova realtà mi vede come sua moglie, perché è già stato sposato, quindi ha già vissuto in un matrimonio..
 
“Sentimenti ed esperienze già provati e vissuti dal paziente stesso..”
 
Non è possibile!
Calmati Teresa, è solo un’ipotesi!
 
Dopo svariati minuti il dottore rientra. Io sono in iperventilazione.
“Può andare a salutarlo se vuole, vi preparo i fogli di dimissione!”
“Grazie dottore!” mi trema la voce.
“è stato interessante?” mi chiede curioso guardando i fogli che reggo ancora in mano.
Scuoto la testa distratta “Come?”
“gli studi sul disturbo? Le sono stati utili?” mi guarda un po’ preoccupato.
“Ah si! Si certo, sono stati molto utili. Grazie!”
“Si figuri!”.
Il dottore mi congeda sulla porta della stanza di Jane e io entro.
Avanzo insicura verso di lui, che mi guarda sorridendo.
Poi si accorge del mio sguardo e il suo volto si fa preoccupato.
“Tesoro stai bene?” mi prende una mano.
“Si certo! Scusami, sarà la stanchezza!” sono tornata una pessima attrice.
“Possiamo andare, a condizione che ti farai una lunga e salutare dormita!” gli accarezzo una guancia tentando di fermare l’improvviso tremolio delle mie mani.
“Si lo so, che fortuna eh!” si alza lentamente dal letto con il mio aiuto e mi sorride radioso.
“Sono stufo di stare in ospedale!”
“Si e io sono stufa di seguirti qui!” ribadisco scocciata.
Ride di gusto “farò il bravo promesso!”
“Si, va bene, la metto in conto insieme alle altre mille!” lo prendo in giro.
Lo aiuto a prepararsi e una volta firmati i documenti usciamo nella calda serata.
“Dove sono gli altri?” chiedo a Jane.
Persa nelle nuove scoperte mi ero dimenticata di loro!
“Sono passati poco prima che entrassi tu! Erano esausti, andavano a casa. Ti salutano!”
“Lo immagino! Sono esausta anche io!”
Jane mi abbraccia  e mi da un bacio sulla testa.
Saliamo in macchina e andiamo verso casa.
Una volta arrivati lo obbligo a stendersi nel letto.
Protesta, ma solo per poco.
Gli preparo una tazza di thè, e mi stendo con lui sul letto, esausta.
“  è stata una giornata infernale..” commento.
“già ,ma almeno domani mattina possiamo riposare!” mi fa accomodare come sempre sul suo petto.
“tu ti riposerai tutto il giorno, da qui alle prossime settimane!”
“Giorni vorrai dire?” chiede preoccupato.
“Dipende..” faccio io evasiva.
“da cosa?”
“primo da come ti comporterai!” mi sollevo per guardarlo negli occhi “e qui già la pena si allunga di qualche giorno!” commento sincera.
“spiritosa..” mette il broncio.
“secondo, dalle tue condizioni, e la pena si allungherà se non rispetterai la prima condizione! In sostanza sta tutto nelle tue mani: comportati bene, prendi le medicine e riposati e vedrai che sarai scarcerato il prima possibile!” mi allungo a dargli un bacio dopo la mia favolosa arringa.
“Non mi piace..” commenta ancora con il broncio.
“Non mi interessa..” gli sorrido e mi riappoggio al suo petto.
“Posso girovagare in ufficio senza stancarmi? Farò i soudoku sul mio divano!” ci prova invano.
“No..!” rispondo sicura.
“Perché?” sembra sinceramente sbalordito dalla mia risposta
“Vediamo!” comincio sarcasticamente “Ah si, potrebbero succedere due cose: la prima,  parteciperesti comunque ai casi e ti stancheresti!”
“Non è detto!” mi interrompe.
“La seconda” lo ignoro “romperesti le palle a tutti quanti, in un modo o nell’altro, fino al momento in cui il povero esasperato di turno ti sparerà e noi torneremo in gita all’ospedale!”
“è più probabile la seconda!” ammette sincero.
“appunto..quindi te ne stai qui!”
Sbuffa infastidito.
Che bambino!
Chiudo gli occhi pronta per addormentarmi.
Devo riposare o non riuscirò più a riprendermi da questa folle giornata.
“Amore?” mi chiama Jane.
Sospiro esasperata.
“Che c’è?”
“Secondo te ho riportato qualche danno dopo la caduta?” mi chiede incerto.
Smetto di respirare.
Calmati o ti beccherà!
“Perché?” mi sollevo a guardarlo e mi fingo preoccupata “non ti senti bene?”
“No, non è questo. Non so come spiegartelo, ma..ho come l’impressione che le mie doti siano diminuite! Come se non fossi più capace come prima..”
Cerco di sopprimere un sospiro di sollievo.
“io non direi! Abbiamo risolto un caso grazie a te, hai scoperto il ritorno di fiamma fra Grace e Rigsby, il tuo intuito è a posto!” affermo convinta.
“Ok, mi fido!” mi sorride dolcemente e mi fa riappoggiare al suo petto.
“Ora dormi, ne hai veramente bisogno!” mi dice mentre mi accarezza i capelli.
“Cerca di dormire anche tu, il dottore ha detto che devi riposarti molto!”
“Promesso” lo sento sorridere.
Chiudo gli occhi e lascio che il torpore del sonno mi avvolga.
“Ti amo”
Quelle due semplici parole escono dalla sua bocca e questa volta sono sicura di averle sentite.
“anche io” rispondo in un sussurro pochi secondi prima che il sonno mi rapisca completamente.
Purtroppo è vero..
 
Quando mi risveglio al mattino mi sento fresca e riposata.
Era da molto che necessitavo di una dormita come questa.
Ancora ad occhi chiusi allungo la schiena e tutti i muscoli, per risvegliarli dal meritato riposo.
Mi rigiro nel letto, lasciandomi cullare dal tepore delle coperte.
Poi mi rendo conto di una cosa: sono sola.
Apro gli occhi e infatti Jane non c’è.
Mi giro a guardare la sveglia e noto con stupore che sono le 10: non dormivo così tanto da non so quanto tempo!
La differenza si sente: finalmente mi sono svegliata senza il tipico senso di nausea dato dalle troppe poche ore di sonno delle ultime notti, e senza l’ansia di dovermi alzare per andare in ufficio.
Sto per chiedermi dove sia finito il mio “consorte”, quando ottengo la risposta.
Jane entra in camera con un vassoio enorme pieno di pane caldo, marmellata, due tazze fumanti e una caraffa di succo d’arancia.
Gli sorrido radiosa.
È  decisamente la miglior mattinata di questa settimana infernale!
Si avvicina sorridendo come un bambino, posa il vassoio sul comodino accanto a me, e mi bacia dolcemente.
Il mio cuore comincia ad impazzire e io cerco di ignorarlo.
“Buongiorno!” mi guarda come se fossi la cosa più bella del mondo e questo mi fa arrossire, molto!
“Buongiorno!” gli sorrido soddisfatta e indico con gli occhi il vassoio.
“Oh, ho solo pensato che magari volevi concederti una mattinata di totale relax, così ho pensato di portarti la colazione a letto, per non farti alzare!” mi sorride sornione.
Alzo le sopracciglia “non eri tu quello che doveva riposarsi?” ma continuo a sorridere con il cuore a mille per quel gesto romantico.
Inutile dire che la vocina nella mia testa continua a ripetermi che lo fa solo perché è prigioniero delle sue convinzioni, ma ormai resta quasi del tutto ignorata.
Sbuffa e alza gli occhi al cielo “non morirò per aver preparato la colazione!”
Gli sorrido, mentre lui si stende accanto a me e mi porge la mia consueta tazza di caffè.
Restiamo seduti sul letto a mangiare, scambiandoci spesso qualche bacio.
Jane, il solito bambino, con il dito pieno di marmellata finge di imboccarmi e mi sporca naso e guancia, con quella golosa sostanza appiccicosa.
E le cose, ovviamente, si complicano..
Ridendo come uno scemo davanti alla mia espressione, tipica di una mamma che guarda suo figlio dopo l’ennesima marachella, Jane si avvicina, e , letteralmente, lecca via la marmellata dal mio viso.
Inutile dire che il mio cuore si è fermato e un evidente rossore è comparso sulle mie guancie.
Come se non si fosse accorto di niente Jane continua a lasciarmi tanti piccoli baci sul viso.
Scende lentamente dall’orecchio, fino alle spalle, baciando delicatamente la mia pelle. Risale su, fino ad arrivare alla mia bocca, e senza darmi il tempo di un respiro mi bacia.
Le sue mani sfiorano le mie spalle, mentre si avvicina, poi mi spinge giù e si sdraia su di me. Si solleva leggermente per staccarsi dalle mie labbra e scendere di nuovo sul mio collo.
Questa volta le sue labbra corrono lungo le mi spalle, scendono sul mio petto fin dove la canotta scopre la pelle. Le sue mani si posano sui miei fianchi e li percorrono dolcemente.
Non c’è la stessa urgenza in quei gesti, come l’altra volta, ma c’è solo un tremendo desiderio che si assaggia lentamente.
Potrei fermarmi, ne sono ancora in grado, ma non voglio.
Spengo il cervello e la voce della mia razionalità prima ancora che possano parlare, anche se non le avrei mai ascoltate.
Questa volta sono le mie mani ad insinuarsi sotto la maglietta, per cercare la sua pelle. Percorro la sua bellissima schiena, lo sento rabbrividire sotto le mie carezze.
Ritorna a baciarmi, mi stringo forte a lui, avvicinandolo di più al mio corpo.
Si scosta leggermente da me e i suoi occhi azzurri, più profondi del solito, si allacciano ai miei.
Senza smettere di guardarmi mi sfila la canotta mentre io gli sfilo la maglietta.
Richiudiamo gli occhi insieme riprendendo quel bacio interrotto.
Le carezze si fanno più intense, labbra e mani diventano più esigenti.
Gli ultimi vestiti cadono insieme ad ogni dubbio.
Di nuovo occhi negli occhi, azzurro e verde, ci uniamo, e tutto diventa perfetto.
Inebriata dal piacere, dolce e passionale, vedo qualcosa nei suoi occhi.
Amore?
Forse.
Vero o immaginario?
Non m’importa.
Non m’importa più di niente. Il mio cervello dimentica gli avvenimenti degli ultimi giorni, i come e i perché.
Riesco solo a sentire lui, il suo corpo, la sua voce, i suoi occhi..
Lo stringo ancora di più a me.
Il mio cuore batte forte, per il desiderio e per un pizzico di follia.
Quella follia che mi ha portata fra le sue braccia.
Quella follia che mi ha fatta innamorare.
Quella follia che non deve finire..
Rimaniamo abbracciati per un tempo infinito, non so se dormo o sono sveglia, sento solo di essere avvolta in un guscio di calore, stretta fra le sue braccia.
Non voglio aprire gli occhi..
Voglio rimanere in bilico su questo filo invisibile..fra desiderio e follia..fra amore e speranza..
 
 
 
 
Quando riapro gli occhi lui è lì a guardarmi. I suoi occhi azzurri percorrono ogni centimetro del mio viso.
Gli sorrido dolcemente.
Lui ricambia il sorriso e si china a baciarmi la guancia e poi le labbra.
“Sai di fragole” mi sussurra delicatamente nell’orecchio.
Rido e ritorno a guardare i suoi occhi “sarà la marmellata!” gli rispondo
Ride anche lui e continua a baciarmi.
Mi accarezza dolcemente la schiena.
Ci stacchiamo e rimaniamo a guardarci, occhi negli occhi.
Poi lui sospira, leggermente scocciato.
“Che c’è?” chiedo preoccupata.
Un leggerissimo campanello di allarme suona nella mia testa.
“Non dirmi che devi andare al lavoro!” quasi in tono supplichevole.
Sgrano gli occhi.
Lavoro?
Dannazione!
Lancio un’occhiata alla sveglia..le 13!
Guardo la sveglia supplichevole come per farla tornare indietro.
“Inutile guardarla così, il tempo non torna indietro!” mi prende in giro divertito.
“Ah Ah !” esclamo io balzando in piedi “non è divertente!”
A velocità disumana filo sotto la doccia.
Pronta, vestita e pressoché presentabile torno in camera.
Jane è in piedi, quasi del tutto vestito.
Cerco di non guardarlo per tenere a bada i bollenti spiriti delle ultime ore
“Posso venire anche io?”..ma non si arrende mai?
“Per l’ennesima volta: no!” alzo gli occhi al cielo esasperata.
Lo abbraccio e lo bacio.
Poi lo fulmino “pensi sia inutile farti giurare che te ne starai buono e a riposo?”
“Mi pare ovvio!” mi risponde sorridente.
“Ti prego..” comincio petulante, ma lui mi chiude le labbra con un bacio.
“Proverò a fare del mio meglio, contenta?”
Sospiro semi-sollevata “è già qualcosa!”
Lo bacio di nuovo e lui mi trascina con sé sul letto, tenendomi stretta sopra il suo petto.
“Rimani qui..” mi sussurra supplichevole.
Rido sulle sue labbra, cercando di liberarmi dalla sua presa.
“chiama la Hightower e chiediglielo con questo tono, magari si impietosisce e mi lascia la giornata libera!”
Sbuffa infastidito quando mi alzo.
“Non fare così, fra circa 4 ore sarò di nuovo qui! Prima me ne vado, prima torno!” gli spiego in modo comprensivo.
Mi sorride, si alza per baciarmi di nuovo e mi spinge via.
“Allora sbrigati!” e mi caccia via ridendo.
“Fai il bravo!” gli urlo mentre sto uscendo
“Come sempre!” mi risponde
“Si certo..” borbotto
“Ti ho sentita!” mi urla dietro.
Rido ed esco di casa.
Si, non vedo l’ora di tornare!
 
 
 
 
Arrivata al CBI, parcheggio e salgo svogliatamente le scale.
Ogni tanto svariate immagini della mia mattinata ritornano a farmi visita.
Non riesco ancora a capire se ho commesso l’errore più grosso della mia vita, o se ho fatto l’opposto.
Lo amo.
Ormai mi sembra un dato di fatto.
E lui?
Quando si risveglierà dal suo mondo immaginario, cosa proverà per me?
Così tante domande, e così poche risposte.
Si ricorderà tutto?
Oddio..
Questo non lo avevo considerato!
Avrà memoria di quello che è successo?
Perché se fosse così sarebbe un grosso, gigantesco problema.
La vocina razionale nella mi testa continua a ripetermi che ho sbagliato tutto: non doveva succedere, non dovevo cascarci..
Eppure..
L’altra metà del cervello e il cuore per intero, continuano a ripetermi che è stato giusto.
Solo che un giorno dovrò pagarne le conseguenze..
 
Saluto gli altri nel bullpen e mi dirigo a passo di lumaca nel mio ufficio.
Cerco di gettare tutti i miei sforzi nel lavoro, e questo mi distrae.
Ma dopo 4 ore di duro lavoro burocratico, la mia mente ritorna alle sue elucubrazioni principali.
Sei rovinata Teresa..
Bussano alla porta.
“Avanti”
Entra Van Pelt leggermente rossa in viso.
Quando metto a fuoco ciò che tiene in mano capisco il perché.
Regge un mazzo enorme, composto da tutti i fiori possibili e immaginabili, alcuni non so nemmeno quali siano, penso di non averli mai nemmeno visti!
“Capo sono arrivati questi per te!” mi dice nervosamente.
“Chi li manda?”
Ma che domande fai..
“Ehm..penso sia abbastanza ovvio!” mi risponde lei comprensiva.
Li posa sulla mia scrivania e sparisce , richiudendo la porta alle sue spalle.
Continuo a fissare sbalordita quel mare di fiori colorati.
Nel mio cervello si scatena l’ennesima guerra fra raziocinio e sentimento.
Allungo la mano ad afferrare una busta bianca, immersa tra i petali dei fiori.
Mi tremano le mani, non so se per l’ansia o per l’emozione.
La apro delicatamente e la leggo.
 
Volevo ringraziarti per avermi sopportato più del solito, e questo mi sembrava il modo migliore!
Sono sempre più convinto di non meritarmi una moglie meravigliosa come te, ma finché avrò fiato in gola e voce per dirtelo, non mi stancherò mai di ripetertelo:
ti amo, sei la mia unica ragiona di vita!
 
Senza firma.
Ma tanto basta il testo a ricordarmi chi è.
Un turbine di emozioni mi attraversa mente e cuore.
Come posso resistere?
Come posso anche solo per un secondo, provare a resistere a questa scarica di emozioni?
Non ci riesco, e non voglio riuscirci.
Per quanto possa sembrare infantile, vorrei che la fantasia diventasse realtà..per una volta nella mai vita, vorrei continuare a sognare ad occhi aperti!
 
Uscendo dal CBI mi fermo al ristorante Thailandese per prendere la cena.
Non avevo molta voglia di cucinare, e dopo infinite discussioni al telefono avevo convinto Jane a non preparare la cena.
Ritorno a casa, desiderando una doccia calda, un letto comodo..e magari anche le attenzioni di un “finto” marito.
“Sono a casa!” mi annuncio appena entro.
Non ottengo risposta.
Riprovo.
“C’è nessuno?”
Silenzio.
Una scarica di terrore mi attraversa la spina dorsale.
Lascio le borse del cibo sul tavolo e corro in salotto.
Non c’è.
Mi lancio su per le scale, spalanco la porta della stanza e tiro un sospiro di sollievo.
Jane si  è solo addormentato!
Respira, quindi è ancora vivo!
Mi stendo accanto a lui e gli do un leggerissimo bacio a fior di labbra per svegliarlo.
Lui strizza gli occhi come un bambino e muovendosi lentamente si gira su un fianco.
Sorrido fra me.
Mi abbasso su di lui e gli soffio piano in un orecchio: è tremendamente fastidioso quando stai dormendo!
Jane si contorce infastidito e alza la mano schiaffeggiando l’aria, mugugnando qualcosa che non riesco a capire.
“Sei sveglio?” gli chiedo accarezzandogli la testa.
“No..” brontola.
Alzo gli occhi al cielo.
“Non hai fame?”
“Si..” sempre brontolando.
“Allora alzati, la cena è disotto!”
“No..”
Alzo gli occhi al cielo, di nuovo.
“Non fare il bambino!”
“Perché mi chiedi l’impossibile?” apre di un millimetro gli occhi e mi sorride.
“Già, me lo sto chiedendo anche io..” gli sorrido.
Mi chino a baciarlo.
“Bentornata!” mi sorride radioso “mi mancavi!”
“L’ho notato!” sorrido anche io
“Grazie per i fiori!”
Il suo volto diventa serio e perplesso.
“Quali fiori?” mi chiede preoccupato.
“Quelli che mi ha mandato al lavoro!” lo guardo perplessa.
Continua a guardarmi seriamente ancora per qualche secondo, poi scoppia a ridere.
“Scusa non ho saputo resistere!” ridendo ancora mi bacia.
Sospiro esasperata e mi alzo.
“Vai a sistemare la tavola, faccio una doccia e arrivo!”
Si alza anche lui insieme a me.
Arriva fino alla porta della camera e mi sorride sornione
“Posso venire anche io?”
Lo guardo dolcemente e gli sorrido.
“No!”
Mi chiudo dentro il bagno prima che lui possa arrivare alla maniglia, e giro la chiava ridendo.
Lo sento scendere le scale brontolando qualcosa del tipo
“prima o poi uscirà da lì...”
 
Mi infilo sotto la doccia, e invece del lungo relax che volevo concedermi, cerco di fare in fretta per non mangiare il Thailandese freddo.
Mi vesto e torno disotto dove Jane ha già preparato la tavola.
Mi siedo a tavola e cominciamo a mangiare.
 
“Allora come è andata al lavoro?” mi chiede.
“Bene, ci siamo dedicati alle scartoffie! Tu cosa hai fatto?”
Mi guarda con uno sguardo improvvisamente colpevole.
Non serve un mentalista per interpretare la sua espressione.
Ci scambiamo un intenso gioco di sguardi.
Prima lui mi guarda colpevole.
Io lo incenerisco con lo sguardo.
Lui si passa all’espressione supplichevole.
Io lo incenerisco di nuovo.
Poi lui interrompe lo scambio.
“Vuoi proprio saperlo?” e il suo volto si fa preoccupato.
“Si!” rispondo minacciosa.
“Ti va il dolce?” si alza e cerca di tergiversare.
Con una mossa fulminea, lo afferro per il braccio e lo costringo a sedersi di nuovo.
“Dimmelo!”
Continua a guardarmi supplichevole
“Devi promettermi che non ti arrabbierai!”
“Vedremo!” gli rispondo dubbiosa.
“Ecco, qui mi annoiavo..così ho pensato di fare due passi. Sono andato in spiaggia e fare una passeggiata, poi ho visto un fioraio e mi è venuta in mente l’idea dei fiori. Ho passeggiato ancora un po’, poi sono tornato a casa!” conclude, ancora un po’ preoccupato.
Sospiro esasperata.
“Da domani metto le sbarre a porte e finestre..”
Mi squadra
“Sei arrabbiata?”
Lo incenerisco con lo sguardo.
“Si, sei arrabbiata!” conclude da solo.
Poi mi sorride speranzoso “L’aria di mare fa bene alla salute!”
Gli rispondo sarcastica “anche i pugni nello stomaco..”
“Volevo solo passeggiare, non mi sono stancato!”
Lo fisso perplessa.
Perché sento aria di bugia?
Sbuffa infastidito.
“D’accordo ho fatto un castello di sabbia con dei bambini, ma hanno fatto quasi tutto loro!” mi guarda divertito e poco sincero.
Alzo gli occhi al cielo senza dire niente.
“Chi ti ha insegnato così bene l’arte dell’interrogatorio?” mi guarda incuriosito.
“è il mio lavoro!” gli rispondo in tono ovvio.
“Si ma stai prendendo troppo da me, stai diventando brava a leggere la mente!” mi sorride compiaciuto.
“Oh no, è che tu sei troppo prevedibile per certe cose!” a malavoglia gli sorrido anche io.
È difficile essere arrabbiata con lui!
Si alza, mi abbraccia e mi bacia dolcemente.
“E per altre?” mi sussurra nell’orecchio.
Rabbrividisco.
Ha un che di malizioso questa domanda..
Mi fingo pensierosa.
“Dipende..” resto sul vago.
Riprende a baciarmi, questa volta più intensamente.
Mi solleva fra le sue braccia senza interrompere il bacio.
Mi aggrappo alle sue spalle , avvolgendogli i fianchi con le gambe.
Mi porta sul divano e si lascia cadere fra le mie braccia.
Questa volta il mio cervello non prova nemmeno a fermarmi.
Ormai ogni singola cellula del mio corpo è consapevole di quel sentimento.
Non posso più tornare indietro.
Mi perdo di nuovo fra le sue braccia con il cuore esultante.
 
Rimaniamo abbracciati sul divano e ci addormentiamo lì.
Scivolando nel sonno non posso fare a meno di sorridere.
Per quanto mi spaventi, non riesco a non amarlo..
 
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Mentalist / Vai alla pagina dell'autore: RedMarauder