In effetti, parecchi anni più tardi si sarebbe ricordato di quel sasso saltellante sull'acqua, che era tornato indietro fino a lui. Se ne sarebbe ricordato al momento di donare i propri poteri a un essere lunare agli ordini di sua sorella, che sopravviveva nel corpo del suo migliore amico. I fiori del pesco erano caduti, lasciando solo le foglie. Come i suoi poteri, si erano allontanati in una nuvola soffusa di petali rosa.
In seguito aveva fatto delle ricerche, e aveva scoperto che la parola "runa" significa "segreto da sussurrare". Aveva quindi fatto ciò che tale definizione gli suggeriva: non aveva detto nulla a nessuno, tenendo gli avvenimenti di quella giornata tutti per sé, come un segreto tra lui e sua madre. Un mistero, una magia tra di loro; loro e nessun altro.
- Ho conosciuto un'infermiera molto simpatica, sai? -.
- Davvero? -.
- Sì. Lavora qui da poco; mi ha confidato di aver appena terminato gli studi, e di non riuscire ancora a destreggiarsi molto bene qui in ospedale. Ma è piena di buona volontà – disse Nadeshiko.
- Sono convinto che essere gentile con i pazienti sia un ottimo punto di partenza – confermò il marito, sistemando una sedia accanto al letto.
- È quello che le ho detto anch'io. Dovrebbe venire anche più tardi; magari te la faccio conoscere -.
Fujitaka annuì; poi tacquero entrambi. Le aveva preso una mano tra le sue: quella mano estremamente pallida e dimagrita scompariva come la zampa di un uccellino tra i suoi grandi palmi.
- Andrà tutto bene – disse lei, parlando per prima – E, se non fosse così, andrà bene comunque -.
Fujitaka non rispose. Prima di sedersi aveva sistemato sul comodino i fiori che aveva portato, mettendoli in un vasetto di marmellata vuoto e pieno d'acqua fino a metà; lo sguardo di Nadeshiko cadde su quei petali blu-violetto, illuminandosi di gioia malgrado il pallore e le profonde occhiaie.
- Sakura è una bambina molto estroversa: avrà montagne di amici, ci scommetto – disse – Touya è più riservato, ma sa capire le persone al volo e vuole un gran bene a sua sorella. Solo sta' attento che la smetta con quelle storie di fantasmi che insiste a raccontarle: mi sembra che Sakura si spaventi un po' troppo -.
Fujitaka sorrise piano: - Già -.
Nadeshiko poggiò l'altra mano sulle sue nocche, accarezzandole piano.
- Ti amo anch'io, e non mi scorderò mai di te o di loro. Non posso -.
- Nemmeno io potrò dimenticarmi di te -.
- Questo lo so -.
Quando l'uomo le lanciò uno sguardo interrogativo, lei accennò ai fiori.
- Ah, giusto. I non-ti-scordar-di-me – Fujitaka sorrise piano – Ogni volta che li vedo mi viene in mente quella volta in montagna, in quel prato magnifico. Te la ricordi? -.
Nadeshiko sfoggiò un sorriso molto simile a quello dei primi tempi, il sorriso che incantava i fotografi dei servizi di moda, e che contrastava così tanto con gli zigomi sporgenti e il volto smagrito.
- Il primo fiore che mi hai regalato... lo conservo ancora, sai? -.
- Davvero? - sembrava sinceramente sorpreso – E dove? -.
- Da qualche parte... - rispose laconicamente lei – Al sicuro -.
- Al sicuro – ripeté lui. Al sicuro, e ancora intero; mentre sua moglie si stava spegnendo poco a poco, appassendo e perdendo tutti i suoi petali.
Sentì la stretta sulle mani farsi più intensa.
- Adesso parliamo di cose serie – mormorò Nadeshiko, abbassando la voce – È bene che tu sappia che Touya farà un patto magico, anche se nemmeno lui sa ancora quando e con chi -.
- E tu come lo sai? -.
- L'hanno detto le rune – spiegò lei – Mi sembra che nella nostra famiglia ci azzecchino parecchio -.
La sua, almeno, ci aveva azzeccato in pieno. E anche il suo sogno.
- Per Sakura non so ancora... anche se ho una strana sensazione -.
- Una sensazione? Che tipo di sensazione? -.
- Non lo so, ma ho come l'impressione... - Nadeshiko sorrise, assaporando tutta la gioia di quel momento; quel momento in cui stava parlando dei suoi figli con suo marito, nelle narici il profumo dei non-ti-scordar-di-me. Tutto ciò che aveva sempre desiderato – ... che sarà lei, a giocare con le fate -.
Questo è l'ultimo capitolo. Se questa storia vi è piaciuta (oppure no), sarebbe bello farmelo sapere, non trovate?
Intanto ne approfitto per augurarvi un felice anno nuovo! ^^
Lady Marion: come spiego nel primo capitolo, le rune erano uno dei prompt del contest a cui la storia ha partecipato... la principale era "Perdh", ma ho tratto spunto anche dalle altre.