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Autore: Ariel Bliss Russo    01/01/2011    4 recensioni
Questa storia comincia dal periodo in cui Kilari Tsukishima, quasi sedicenne, è all'apice del suo successo. Il lavoro da idol ormai fa parte di lei, e ogni giorno diventa sempre più brava, facendo accrescere il successo del suo nome e della sua agenzia, l'agenzia Muranishi. La storia è centrata molto sui suoi sentimenti. Dopo aver scoperto di essere innamorata di Hiroto Kazama, che fa parte del duo Ships con Seiji Hiwatari, stare con l'amico senza poter rivelargli i suoi sentimenti la fa soffrire molto. Tutto si complica quando conoscerà un ragazzo, Haru Yamashita, che poco dopo diventerà un idol come lei. Pian piano, i due cominciano ad innamorarsi e Kilari non sa più per chi batta il suo cuore. Haru o Hiroto? Un avvenimento, però, la sconvolgerà profondamente. Scopre infatti che Hiroto sta con una ragazza, Noeru, e li vede baciarsi in spiaggia. A quel punto, lei non sa proprio cosa fare. Il giorno del suo compleanno si avvicina e il suo cuore è spezzato in due. Il giorno prima del 7 luglio, data che segnerà i sedici anni di Kilari, un litigio tra Haru e Hiroto farà venire a galla i sentimenti che la giovane idol prova per Hiroto. Il giorno dei suoi sedici anni sarà un momento magico...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il resto della serata proseguì bene, mi divertì molto con i miei amici, anche se a volte pensavo ad Haru. Perché tutto d’un tratto si comportava in quel modo? Cosa mi avrebbe mai voluto dire l’indomani? Ero tesa, ma cercavo di non darlo a vedere.
La festa non durò molto, l’indomani dovevamo lavorare. Verso le 11 quella sera finì, e solo allora mi accorsì che mancava una persona importante.

Kilari: Subaru! Perché Papà non è venuto??

Subaru: Come non te l’ha detto? E’ stato trattenuto fuori a lavoro, gli è dispiaciuto molto non poter venire, dice che domani pomeriggio ti darà il suo regalo… nonna invece è da alcune amiche a-

Hiroto: Brrrrrr….grrr!

Kilari: Hiroto, che hai?

Hiroto: Ho sentito una specie di… di brivido dietro la schiena!

Dapprima lo guardai senza capire, poi però ripensando a ciò che aveva detto Subaru capì e risi sotto i baffi.

“…a parlare di Hiroto!” dissi, completando la frase mentalmente. Tornai a mio fratello.

Kilari: Ok, ho capito ihihihihih…

Subaru: Senti Kilari…ehm…

Guardai mio fratello con un punto interrogativo in faccia. Era tutto rosso, agitato, chissà che aveva…

Subaru: Stasera io…ehm… beh si insomma…devo fare una cosa perciò non aspettarmi a casa, d’accordo?

Me lo aveva quasi urlato in faccia, tanto era imbarazzato. Preferì non chiedergli niente, avrei investigato il giorno dopo.

Kilari: O-ok non preoccuparti, tanto ho Na-san!

Subaru: Bene eheh…buona notte!

Così scendemmo tutti e ci augurammo la buona notte per poi prendere strade diverse. Ovviamente Hiroto volle accompagnarmi. Eravamo vicini a casa mia, ma avevo paura a rimanderlo a casa da solo con quel buio. Non che non mi fidassi, ma avevo paura lo stesso.

Kilari: Non voglio che torni a casa da solo!

Hiroto: Non preoccuparti, farò attenzione!

Lo guardai, stavo quasi per cedere, ma ero ancora in dubbio, poi però ebbi un idea.

Kilari: No, non esiste mio caro, tu a casa solo non ci torni!

Con le mani ancora intrecciate, lo tirai fino alla porta di casa mia, cercando le chiavi nella borsetta per aprire la porta. Ci riuscì, lo feci entrare dentro casa e richiusi la porta.

Kilari: Dato che non voglio che te ne vada in giro da solo, dormirai qui per stasera!

Vidi i suoi occhi, illuminarsi nello stesso momento in cui dissi “dormirai qui per stasera”. Pensando a ciò che avevo detto con tanta sicurezza arrossì, magari lui si sentiva a disagio. Poi venne piano verso di me, mi prese dalla vita e mi abbracciò forte. Io poggiai le mani e la testa sul suo petto e mi rilassai, a quel tocco così bello, dolce, che mi faceva arrivare il cuore al 7° cielo, per poi tornare da me e battere fortissimo. Senza preavviso, si abbassò di colpo, prese le mie gambe con il braccio libero e mi alzò in aria.

Hiroto: Kilari, come sei pesante!

Kilari: Non è vero, uffaaa – e nel frattempo ridevo e cercavo di divincolarmi per scherzare. Lo vedevo sorridere, era luminoso, perfetto, felice. Non potevo desiderare di meglio. Senza farmi scendere, cominciò a salire le scale. Io mi rilassai un po’ fra la sue braccia, appoggiandomi a lui e lui in tutta risposta, mi strinse più forte a se. Arrivammo sul pianerottolo in cima alle scale, poi percorremmo il corridoio e in fine entrammo in camera mia. Lì, mi riportò con i piedi per terra, e rimanemmo uno di fronte all’altra. Non sapevo che fare, era la prima volta che un ragazzo, oltre mio fratello, entrava in camera mia, specialmente se quello era il mio ragazzo.

Kilari: Io m-mi metto il piagiama d’accordo? Vado in bagno e torno.

Hiroto: Certo, ti aspetto qui!

Stava per girarmi quando, pensando al pigiama, mi accorsi che Hiroto ovviamente non lo aveva.

Kilari: Ti prendo uno dei pigiami di Subaru, va bene?

Lui si avvicinò, mi alzò il mento e stringendomi a se, mi baciò, era la quinta volta, ma decisi di lasciar perdere. Non volevo contare i nostri baci se sapevo che ce ne sarebbero stati ancora un’infinità. Quando si staccò, poggiò la sua fronte sulla mia.

Kilari: Credo che questo sia un si…

Mi baciò leggermente le labbra e mi lasciò andare.

Hiroto: Non farmi aspettare troppo intesi?

Kilari: -Risi a quell’affermazione- Non preoccuparti, farò in fretta – con il cuore che mi batteva a mille, uscì dalla porta della mia camera.

Andai in bagno e in tutta fretta misi il pigiama, poi corsi in camera di mio fratello e presi un pigiama con la canottiera blu e i pantaloncini viola. Chiusi il cassetto e piano piano, con il cuore a mille e il fiato corto, tornai in camera mia, dove vidi Hiroto seduto nel letto ad aspettarmi. Appena sentì la porta aprirsi, si girò verso di me e mi sorrise, alzandosi e venendo verso di me.

Kilari: Ho preso questo, spero vada bene…

Hiroto: Ehm…si certo, io e Subaru non siamo poi così diversi di corporatura… però volevo chiederti… ti da fastidio se metto solo i pantaloncini? C’è molto caldo, in questo periodo…

Diventai rossa come un pomodoro, bruciavo peggio del fuoco nel camino ed ero un po’ agitata, ma era il mio ragazzo, un ragazzo assolutamento bellissimo, oltre che dolce e fantastico, perciò feci un bel respiro e mi calmai.

Kilari: C-certo, nessun problema! – gli diedi i pantaloncini in mano.

Gli sorrisi e, facendo anche lui altrettanto, prese i pantaloncini e andò verso la porta, uscendo per cambiarsi in bagno. Rimasi ferma, in piedi in camera mia, con i battiti del cuore accellerati. Non potevo credere che tutto quello stesse succedendo davvero. Mi diressi verso la finestra e mi chinai, appoggiandomi al davanzale per guardare le stelle. Hiroto, il mio ragazzo, in camera mia, nel mio letto che avrebbe dormito insieme a me. Era vero? Era tutto così fantasticamente vero? Non mi accorsì che Hiroto era entrato e lo sentì cingermi la vita da dietro.

Hiroto: A cosa pensi?

Kilari: E’ tutto vero? Non sto sognando? Perché se è un sogno, non voglio che mi svegli…

Hiroto: Non è un sogno, amore mio…

Mi girai piano e mi ritrovai di fronte a lui. Amore mio, che dolce… Mi baciò di nuovo, con più vigore, mantenendo quella dolcezza che sempre adoravo. Prese la mia mano e, una volta finito il bacio, mi guidò nel letto, dove scostò le coperte e mi fece sdraiare, seguendomi subito dopo. Il caldo era così forte, lo sentivo bene, che non ci coprimmo nemmeno. Hiroto, ancora una volta mi abbracciò e mi portò accanto a se con dolcezza. Io mi appoggiai al suo petto, ripensando all’idea del sogno. Era tutto così bello, così magico, che avevo paura che scomparisse da un momento all’altro. Volevo godermi quel momento, alzai lo sguardo incrociando quello del mio Hiroto. Ci fu un lungo bacio, eravamo felici insieme, non potevo più pensare alla mia vita senza di lui. Si staccò dal mio bacio, scostandomi i capelli degli occhi e carezzandomi una guancia con il suo tocco divino.

Hiroto: Buona notte, angelo mio!

Kilari: Buona notte, amore!

Chiusi gli occhi, appoggiandomi nuovamente al suo petto per dormire. Mi sentivo bene, completa, come ero riuscita a sopportare questa sua assenza per tutto quel tempo? Più me lo chiedevo e più lo trovavo assurdo. Io? Senza Hiroto? Mai!

   
 
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