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Autore: RedMarauder    03/01/2011    9 recensioni
la nostra mente è il luogo dove racchiudiamo la nostra realtà. Ma se qualcosa andasse storto?
Cosa succederebbe se, all'improvviso, la nostra realtà cambiasse?
Una nuova avventura in cui Lisbon verrà messa duramente alla prova, e il suo rapporto con Jane subirà un drastico cambiamento!
il pairing è Jisbon (ormai è la mia costante!)
come sempre i personaggi della storia non mi appartengono, ma sono di proprietà del (mitico) Bruno Heller!
Buona Lettura!
Genere: Comico, Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Patrick Jane, Teresa Lisbon, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Cap. 6: cosa non si fa per amore!
 
 
Tutto il resto della settimana trascorse con la stessa routine: lavoro, casa (quindi Jane!).
Essere sposata aveva sicuramente i suoi lati positivi.
Jane, costretto alla prigionia, aveva stipulato un contratto con me: mi preparava la cena tutte le sere, e, una volta ogni due o tre giorni, poteva uscire a respirare un po’ d’aria fresca.
Non mi era piaciuta l’ultima parte dell’accordo, ma ero stanca di discutere con lui.
Tutte le sere tornavo a casa, cenavo con ottimi piatti preparati dal mio ormai consueto marito, e passavo rilassanti serate, dedicate solo a noi due.
Secondo Jane, da quando si era fatto male, passavamo sempre meno tempo insieme, quindi dovevamo rimediare.
Non che la cosa mi dispiacesse, anzi..
L’unico problema era sempre quella piccolissima parte del mio cervello che continuava a ripetermi di tirare il freno.
Ma cosa potevo fare?
Ormai era troppo tardi, non sarei mai riuscita a tornare sui miei passi.
E di punto in bianco non potevo certo rifiutarmi di fare l’amore con lui.
Come mi sarei giustificata?
E la cosa non mi dispiaceva affatto, egoisticamente parlando.
Perché, per quanto il mio cervello potesse insistere, non riuscivo a smettere di ricadere fra le sue braccia.
Forse per il fatto che è straordinario?
Molto probabile!
Forse per il fatto che si tratta dell’uomo che ho scoperto di amare?
Altrettanto probabile!
Era quasi come una droga, ma sana e non nociva.
 
Stiamo passando l’ennesima serata davanti alla tv, stesi abbracciati sul divano.
Jane mi accarezza dolcemente e mi sorride ogni volta che incrocio il suo sguardo.
Io mi perdo nei suoi occhi e gli sorrido di rimando.
Sembriamo una sdolcinatissima coppia da romanzo rosa, ma non mi importa.
“Ti amo” mi dice dopo l’ennesimo sorriso.
“Ti amo anche io”
Ormai non rabbrividisco più davanti all’evidenza.
Ritorno fra le sue braccia e riprendo a guardare il film che avevamo messo su, senza quasi mai calcolarlo.
“Ora che ci penso..non abbiamo più finito quel discorso..” mi dice.
“Quale discorso?” chiedo dubbiosa, senza scostarmi dal suo petto.
“Quello di cui parlavamo prima del mio incidente sulle scale”
Alzo gli occhi al cielo.
“Illuminami, perché non me lo ricordo!”
Ovvio, nella mia testa non avevamo fatto nessun discorso..ma nella sua si!
Lo sento ridere.
“Smemorata!”
Io??
“Smetti di prendermi in giro e parla!” gli do un pizzico sul braccio.
“Stavamo pensando di avere un figlio, non te lo ricordi?” sorride prendendomi in giro, come se per lui fosse ovvio che dovevo ricordarlo.
Per lui era ovvio!
Smetto di respirare.
Oddio, lo sapevo che questo momento sarebbe arrivato.
“Ah si, ora ricordo!” resto sul vago, cercando di essere convincente.
“Che ne pensi?” mi chiede improvvisamente serio.
Cerco di respirare, ma sta diventando sempre più dura!
Ora come faccio??
Sollevo lentamente la testa e fisso gli occhi nei suoi, cercando di non fargli vedere la mia mente come sempre!
“Tu che ne pensi?” gli sorrido.
Non è un “si”, non è un “no”, è un “decidi tu”.
Sono ridicola!
Lui mi sorride dolcemente.
“Be, a me non dispiacerebbe! So che con il nostro lavoro per te sarebbe dura, ma una soluzione c’è sempre per tutto, no?” continua a sorridermi.
“Ci riescono tante donne anche con lavori peggiori del mio, non vedo perché non dovrei riuscirci!”
il mio spirito combattivo esce troppo in fretta allo scoperto, prima che possa razionalizzare la mia risposta.
Ma che stai dicendo?? Gli hai praticamente detto si!
Lui mi sorride radioso.
“Questo è vero!”
Cerco di tornare con i piedi per terra.
“Quindi?” chiedo incerta, ma sorridendo.
“A te non piacerebbe?” sorride incuriosito.
Ci risiamo..
Continuo a guardarlo negli occhi e improvvisamente un lampo di consapevolezza mi mostra immagini che non avrei mai dovuto vedere.
La mente gioca brutti scherzi a volte!
Vedo improvvisamente la figura di una bambina bionda, con gli occhi azzurri, e un bambino riccio con gli occhi verdi, e devo veramente aggrapparmi alla realtà per non farmi tentare da quell’immagine.
Mi accorgo che quel pensiero non mi ha spaventata, ma mi ha attratta!
Jane continua a sorridermi, inconsapevole della confusione nella mia mente, o forse tace e basta per lasciarmi tempo.
“Si, certo che mi piacerebbe!” gli sorrido e mi trema la voce.
Amara verità.
Non avrei comunque dovuto dirlo, quindi cerco di rimediare.
“Ma se non fossimo pronti?” chiedo dubbiosa, e terrorizzata, ma Jane non sa perché.
“Secondo me lo siamo..infondo io ho già visto cosa significa” abbassa lo sguardo improvvisamente triste.
Il mio cuore perde un battito, e mi sento subito una stupida.
Questo discorso deve essere molto doloroso per lui, mentre affronta ricordi tristi, e io me ne sto qui a preoccuparmi di come uscire da una situazione che io stessa ho complicato!
Gli accarezzo la guancia, e lo guardo preoccupata.
“E poi “ si riprende con un sorriso, ma noto ancora tristezza nei suoi occhi “è facile imparare ad essere madre. Insomma, se assomiglierà a me, lo adorerai subito, e diventerà un gioco da ragazzi!”
Rido alla sua constatazione.
“Allora spero non ti assomigli, mi basta un solo Jane in giro per casa!”
Mi sorride, ancora un po’ triste.
Torno seria subito
“Sei sicuro che..” non so nemmeno come continuare.
“Che per me non sarà doloroso, e che non risveglierà ricordi che mi faranno impazzire?” conclude per me, facendosi serio.
Annuisco, incapace di dire altro.
“Io credo di potercela fare. È passato tanto tempo..e poi se ho scelto di sposarti è perché ti amo veramente. I fantasmi del passato sono scomparsi” mi sorride sincero.
Gli sorrido anche io.
“E poi” prosegue “voglio veramente creare una vera famiglia con te, perché ti amo, e il  resto non conta!”
I miei occhi luccicano improvvisamente.
So che non dovrei reagire così, ma è più forte di me.
Una lacrima scivola lungo la mia guancia.
Senza esitare nemmeno per un secondo, lo bacio con passione.
Mi stringo forte al suo corpo.
Accarezzo i suoi morbidi ricci e mi lascio accarezzare dalle sue mani improvvisamente avide.
Ci solleviamo senza interrompere quell’abbraccio.
Non so come, né in quanto tempo ma arriviamo in camera.
Finiamo sul letto, senza smettere nemmeno un attimo di baciarci.
Sento le sue mani sfilarmi i vestiti, e io faccio altrettanto.
La sua pelle calda e morbida contro la mia è una delle sensazioni più belle che abbia mai provato.
Lui improvvisamente si stacca.
“è un si?” mi sussurra sorridendo.
Sorrido anche io e lo bacio di nuovo.
“lasciamo che sia la natura a decidere per noi” gli rispondo sussurrando.
Ci guardiamo intensamente, sorridendo.
Il nuovo bacio è carico di un significato diverso.
La nostra unione diventa nuova.
Nelle menti di entrambi passa un nuovo pensiero.
Nella sua mente, forse, è solo un sogno.
Nella mia è più una speranza.
Ma entrambi pensiamo a una possibilità.
La possibilità di una nuova vita..
 
 
Sto sognando.
Non so da quanto tempo, ma sono sicura che è un sogno.
Si, deve esserlo per forza!
Cammino sulla spiaggia, mano nella mano con lui.
Poco lontano da noi una bambina saltella allegramente, con i piedi sulla riva dove si infrangono le onde.
I suoi capelli biondi ondeggiano alla luce del sole, illuminati da mille riflessi.
Si volta a guardarmi.
Mi sorride radiosa.
È un sorriso che conosco bene.
Ci corre incontro, i suoi occhi azzurri, così famigliari, illuminati da un raggio di sole.
 
Mi risveglio.
Il sole illumina la stanza.
La sveglia non è ancora suonata.
La spengo prima che possa squillare.
Mi volto a guardarlo, ed è veramente bellissimo.
È il mio miracolo personale!
Non avrei mai pensato di innamorarmi così di una persona.
Tanto meno avrei pensato che quella persona fosse proprio Patrick Jane!
Mi alzo senza fare rumore.
Quando sono sotto la doccia comincio a ripensare al sogno.
Quella bambina era magnifica. La perfetta sincronia fra me e lui.
Involontariamente comincio a piangere.
Sono solo una stupida..
Ieri sera ho lasciato ogni freno. Non ho riflettuto, e forse è stato un errore.
Per quanto la mia felicità sia salita a livelli inimmaginabili per me, ora mi rendo conto di cosa sia realmente successo.
Se accadesse veramente..
Nuove lacrime scendono dai miei occhi.
Cosa succederebbe?
Lui mi odierebbe sicuramente.
Una volta che la sua memoria tornerà a posto, dovrò pagare un prezzo molto alto per quello che è successo.
Ma cosa mi ha detto la testa?
Esco triste e arrabbiata con me stessa e comincio a vestirmi.
Quando torno di là, Patrick dorme ancora.
Cerco di non svegliarlo  e mi siedo accanto a lui.
Guardarlo dormire mi calma.
Sento tutta la tensione sparire e mi rendo conto del perché ieri sera mi sono lasciata andare ad un’idea così folle.
Lo amo.
È l’unica irrazionale spiegazione.
Lo amo talmente tanto, che non riesco più a distinguere il sogno dalla realtà.
Ora anche nella mia realtà siamo sposati.
Nella nostra realtà ci amiamo.
Improvvisamente il mio umore cambia, e mi rendo conto di essere felice.
Il “dopo” mi spaventa ancora, ma sono felice.
Sorrido.
Devo solo lasciarmi andare..quando le cose cambieranno, ci penserò..
È un pensiero stupido e totalmente irresponsabile, ma la parte meno ragionevole di me, quella che prevale in questo momento, se ne frega!
Sveglio Patrick con un bacio.
Lui brontola qualcosa ma non apre gli occhi.
“Pronto? C’è nessuno?” gli dico picchiettando delicatamente il dito sulla sua fronte.
“No..torni più tardi!” mi risponde brontolando.
Rido divertita.
“Nemmeno se si tratta della tua amata moglie che vuole salutarti, e che non vedrai per tutto il giorno?”
Lui apre gli occhi interessato, mi abbraccia e mi bacia.
“Buongiorno!” mi sorride.
“Buongiorno!” gli sorrido anche io.
“Devi andare vero?” mi chiede triste.
“Si,è ora di lavorare!”
Fa per aprire bocca ma io lo interrompo, anticipandolo.
“No non puoi venire!” esclamo seriamente, per poi ridere davanti alla sua espressione.
Mi guarda indignato.
“Non volevo dire questo?”
Lo squadro interrogativa
“Sei sicuro?”
“Certo! Diffidente” mette il broncio e guarda da un’altra parte.
“Va bene ti credo!” lo bacio e mi alzo.
“Comportati bene!” gli dico prima di uscire dalla stanza.
“Agli ordini!” esclama e mi sorride, salutandomi con la mano.
Esco di casa e mi dirigo verso il CBI
 
Quando arrivo nel bullpen trovo tutti in fibrillazione.
“Capo!” mi chiama Van Pelt “Abbiamo un nuovo caso!”
Alzo gli occhi al cielo.
“Perfetto, ci voleva un po’ di attività!” commento sarcastica.
“Di cosa si tratta?” chiedo a Grace.
“Un ragazzo di 28 anni, è stato trovato morto in un giardino privato di una grossa villa di un senatore. Sembra lavorasse come giardiniere.”
“Bene andiamo! Van Pelt e Rigsby venite con me, Cho prendi il secondo mezzo!”
“Si capo” risponde Cho prima di dirigersi verso le scale.
Rigsby e Van Pelt mi seguono verso il furgone.
“Guido io!” mi dice Van Pelt prendendo le chiavi.
Saliamo in macchina e partiamo verso il luogo del delitto.
Rigsby sbadiglia assonnato.
“Tutto bene Rigsby? Dormito male?” gli chiedo guardandolo dallo specchietto.
“ ho  fatto un incubo che mi ha disturbato un po’ il sonno..” mi risponde.
“Che hai sognato?” ripenso al mio sogno.
Spero che il suo sia diverso!
“il CBI andava a fuoco e dovevo salvarvi tutti io!” racconta Rigsby.
“Wow che eroe!” commenta ridendo Grace.
“Divertente!” ironizza lui “vorrei vedere te in una situazione del genere!”
Rido anche io assieme a Grace.
“Il fuoco comunque è simbolico!” dice Rigsby.
“Davvero?!” chiedo io stupita.
Non lo sapevo.
“Ma andiamo, i sogni non sono simbolici! Se sogno una banana è solo una banana!” commenta Grace spazientita.
“Non è vero i sogni hanno dei significati!” risponde lui, poi fissa Grace perplesso “sogni spesso le banane?”
Grace alza gli occhi al cielo senza  risponde, sospirando esasperata.
“Io sono d’accordo con Grace!” dico io convinta.
Grace sillaba un “grazie”, scuotendo la testa in direzione di Rigsby
I sogni sono sogni. Punto!
“Fate come volete, ad ogni modo occhio alla pelle donzelle!” commenta Rigsby ridendo.
Lo fissiamo entrambe perplesse.
“Perché?” chiedo io.
“Perché il fuoco, come spesso mi ha detto mia nonna, è uno di quei simboli “veggenti” come li chiamo io, ovvero che prevedono qualcosa!”
Grace ride “Certo come no!”
Rido anche io “e che cosa prevede?”
“Prevede la gravidanza! Quando una persona sogna il fuoco, una donna rimane incinta!”
Per poco non mi strozzo con la mia stessa saliva.
Grace scoppia a ridere, e io cerco di imitarla per nascondere il mio sgomento.
“ridete pure! Se fossi in voi starei in guardia!” ci risponde Rigsby, sicurissimo della sua teoria.
Troppo tardi Rigsby..
Improvvisamente mi ritrovo a sperare che la nonna di Rigsby si sbagli di grosso!
 
 
 
Quando arriviamo sulla scena del crimine, la testa mi ronza ancora.
La mia mente confusa mi manda immagini di fiamme e fuoco, e per poco non investo Cho, che passava ignaro davanti a me, tanto sono rapita dai miei pensieri.
Barcollo, mi riprendo in fretta e caccio via quelle immagini.
È ora di lavorare!
Arriviamo sulla scena del crimine dove i medici forensi sono già all’opera.
Guardo il cadavere di quel povero ragazzo.
Provo sempre pena davanti a queste scene orribili.
Mi rivolgo ai miei sottoposti
“Van Pelt, vieni con me dal medico legale, Cho e Rigsby, voi due andate dal senatore e cominciate a dare un’occhiata in giro”
Mi avvio verso il furgoncino del coroner assieme a Van Pelt, mentre gli altri due vanno dalla parte opposta.
“Buongiorno agente Lisbon!” mi saluta il coroner.
“Buongiorno, ha scoperto qualcosa?” chiedo.
“Colpo d’arma da fuoco, dritto al cuore, un colpo veramente preciso. Ho raccolto campioni sotto le unghie, spero ci sia del DNA. Farò un esame tossicologico per eventuali prove.”
“Ci tenga informati!”
Ci salutiamo  con un cenno.
Ritorniamo verso la casa, per aiutare Rigsby e Cho.
Lungo il cammino ripenso alle parole di Rigsby, senza volerlo veramente e inciampo su un sasso del viottolo, rischiando di rovinare a terra.
Grace mi afferra appena in tempo.
“Capo tutto bene?” mi chiede preoccupata.
“Si, grazie tutto a posto, sono solo inciampata” rispondo, cercando di essere convincente.
Riprendo a camminare leggermente innervosita.
Te la sei andata a cercare Teresa..di cosa ti lamenti?
 
Arriviamo alla casa principale e troviamo Cho e Rigsby impegnati in una conversazione con il senatore.
“Agente Lisbon!” mi chiama subito quest’ultimo.
Ci eravamo già incontrati durante un processo.
“Senatore Kirby!” lo saluto stringendogli la mano.
Non mi era mai piaciuto.
“Agente Lisbon spero farà il possibile per allontanare i media!”
“Non è il mio compito, ma farò il possibile per oscura la storia. Prima risolviamo il caso, prima chiudiamo la faccenda, quindi vorrei avere informazioni sul ragazzo deceduto e su tutto ciò che può esserci utile!” rispondo spiccia.
“Ma certo, sono a completa disposizione!” risponde il senatore un po’ spiazzato dalla mia risposta autoritaria.
“Da quanto lavorava qui?” chiedo.
“Da circa tre anni, ma viveva qui da quasi dieci, nella casa del personale, infondo alla proprietà. Suo padre cominciò a lavorare per me come capo giardiniere, erano solo lui e suo figlio. Quando il padre morì, James prese il suo posto, esattamente tre anni fa”
“Divergenze?”
“Nessuna, era un ragazzo tranquillo, un gran lavoratore. Un po’ solitario!”
“Sa se avesse una relazione?”
“Si, sapevo di una ragazza, mi aveva chiesto spesso permessi per vederla, ma non so chi sia!”
“La contatterò se avrò bisogno d’altro!” gli dico.
“Arrivederci!”
Lo saluto con un cenno, e mi dirigo verso il cancello seguita dagli altri.
“Cho Rigsby, voi rimanete qui, fate domande al personale del senatore, poi tornate al CBI”
“Si capo!” rispondono insieme.
 
Salgo in macchina con Van Pelt, e andiamo verso il CBI.
Il resto della giornata lo passo a raccogliere informazioni insieme agli altri e a interrogare il personale più sospetto, aspettando i risultati del coroner.
Dopo ore di interrogatori  esco dal CBI, reclamando una doccia e un letto caldo.
Un letto caldo occupato anche da qualcun altro.
Rabbrividisco.
Questo pensiero mi riporta immediatamente agli eventi della notte prima, e alle rivelazioni mattutine, oltre che alle parole di Rigsby.
Vado in iperventilazione.
Nonostante mia sia ripetuta di vivere il momento e di aspettare che Jane ritorni normale prima di affrontare i miei problemi, non riesco a calmarmi.
Sono rovinata!
 
Sbuffando innervosita arrivo a casa.
Entro e lancio le chiavi sul tavolino all’ingresso.
“Sono a casa!” grido per farmi sentire.
Nessuna risposta.
Alzo gli occhi al cielo.
Di male in peggio..
“Patrick?” chiamo ancora.
Vado in cucina e noto un foglio bianco sul tavolo.
Lo afferrò e leggo spazientita.
 
Non ti arrabbiare!!
Era finita la salsa di pomodoro per gli spaghetti, e comunque in generale il frigo era vuoto, quindi ho pensato di fare spesa.
Torno subito, sta tranquilla!
Ti amo
 
 
Sbuffo per l’ennesima volta.
Non cambierà mai..
 
Lascio il biglietto sul tavolo e filo sotto la doccia.
Ne ho davvero bisogno.
Quando esco pulita e vestita sento odore di cibo venire dal piano terra.
Scendo le scale e Patrick è ai fornelli, posto che ormai occupa quotidianamente.
Mi fermo sulla soglia e lo squadro.
Lui si gira a guardarmi e mi sorride incerto.
“Avevamo il frigo vuoto!” si giustifica.
Scuoto la testa sospirando e vado verso di lui.
“Sei stanca di arrabbiarti, lo so!” mi sorride e mi abbraccia.
Gli sorrido anche io
“Questo non significa che devi fare tutto quello che ti pare!”
“Mhm..” annuisce e mi bacia.
Come ormai capita ogni volta, mi sciolgo e improvvisamente mi dimentico perché ero arrabbiata!
“Come è andata la giornata?” mi chiede abbracciandomi.
“Stavo per prendere a calci un senatore!” rispondo fiera di me.
Lui annuisce contento.
“Al solito allora!” ride.
Rido anche io e gli do un bacio.
“Come mai un senatore?” mi chiede mentre mi siedo a tavola e lui prende gli spaghetti.
“Un suo giardiniere è stato trovato morto nella sua proprietà!”
“Qualche pista?”
“Stiamo cercando di scoprire l’identità di una sua presunta ragazza!” rispondo.
Jane annuisce senza dire niente e comincia a mangiare.
“Come è morto?” chiede dopo il primo boccone.
“Colpo d’arma da fuoco al petto, ha centrato in pieno il cuore. Un colpo veramente preciso, pensiamo sia stato tirato da un professionista”
“O forse è una casualità!” mi risponde sorridendo.
“Forse” rispondo e inforco un’altra manciata di spaghetti.
“Forse non ha una ragazza!” mi propone, fingendosi indifferente.
“Il senatore, la cuoca, il maggiordomo e il guardiano del cancello dicono di si!” gli rispondo alzando le sopracciglia.
Non capisco dove cerca di arrivare.
“Le persone mentono!” fa l’indifferente e continua a mangiare.
“Perché dovrebbero?” gli chiedo curiosa.
“Non lo so, chiedilo a loro!” alza le spalle.
Inarco le sopracciglia.
Forse ho capito.
“Quindi se non ha una ragazza perché chiedeva continuamente permessi al senatore, e perché il guardiano lo vedeva salire a bordo di una macchina guidata da una ragazza bionda?” gli chiedo in tono di sfida.
“Non lo so,  potrebbe essere una copertura, oppure qualcos’altro!” mi risponde alzando di nuovo le spalle indifferente.
“Ho un sospetto!” dico continuando a fissarlo.
“Sul colpevole?” mi guarda anche lui.
“No, ho il sospetto che tu stia cercando di insinuare dubbi nella mia mente sul caso, per manipolarmi e convincermi a farti tornare al lavoro!” rispondo sicura.
Si finge sorpreso e indignato
“Non è vero!”
Alzo le sopracciglia dubbiosa.
Lui sospira.
“Ammetterai però che le mie deduzioni potrebbero essere corrette!”
Alzo gli occhi al cielo.
“Tanto non torni comunque al lavoro!” rispondo convinta.
 
 
Finiamo di mangiare e passiamo il resto della serata accoccolati sul divano.
Quando andiamo a dormire sogno nuovamente la bambina dai capelli biondi.
Mi risveglio stranita e leggermente spaventata.
Ho paura di ciò che potrà accadere, eppure, una buona parte di me, mi sta dicendo che desidero che accada.
Il solo e unico problema è capire quale delle due parti ha ragione!
 
 
Spazio autrice:
Spero vi sia piaciuto!
È un capitolo di passaggio, infatti è un po’ più corto.
Ho inserito una piccola citazione presa da un altro telefilm abbastanza famoso (di cui io sono una fan sfegatata) chi sa trovarlo?
A prestissimo!
Giada : )
  
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