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Autore: Egle    15/12/2005    8 recensioni
Era il suono di un campanellino, che pervadeva l’aria fredda, scivolando tra i fiocchi di neve come un profumo sinuoso fino ad entrare nel locale. Era un bel suono dopotutto. Forse il suono più semplice dell’intero universo, come un diapason che trasmetteva onde di pensieri felici. Si guardò intorno, finché non individuò un Babbo Natale in piedi all’angolo della strada...da un incontro inaspettato, una storia natalizia...
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La neve cadeva fitta, adagiandosi silenziosamente sui tetti di Londra e riempiendo l’aria di un buon profumo di freddo e pulito

Buon Natale, Draco

 

 

Ho scritto questa storia quasi un anno fa…era andata perduta nel mio pc, finchè non mi è ricapitata tra le mani qualche giorno fa, così ho pensato di pubblicarla.

Spero che vi piaccia^^

 

 

La neve cadeva fitta, adagiandosi silenziosamente sui tetti di Londra e riempiendo l’aria di un buon profumo di freddo e pulito. Stelle d’oro e d’argento erano state appese attorno alle vetrine dei negozi, quasi rubassero un briciolo di cielo per portarlo tra il consueto grigiore della città. Draco si fermò un istante, respirando a fondo quell’atmosfera pregna di buonismo e ipocrisia che odiava. Si strinse nel mantello nero, sistemandosi meglio il colletto per riparare il collo e la mandibola dall’aria fredda. Scansò un paio di passanti e riprese a camminare a passo lento. Non aveva voglia di andare a casa, di tornare nell’immensità annientante di Malfoy Manor, preferiva guardare le vetrine dei negozi, gli alberi di Natale e le altre persone, quelle persone elettrizzate dalle feste, quelle persone che in fondo invidiava un po’. Scosse la testa, passandosi una mano guantata tra i capelli umidi ed entrò in una tavola calda. Si sedette nell’angolo più lontano rispetto all’ingresso, dando le spalle alla parete. Da quel punto poteva facilmente vedere un largo spaccato della strada, dove il via vai di gente e pacchetti formava un unico flusso di colori e voci. Ma c’era qualcos’altro, una melodia allegra e dolce, pregna di ricordi lontani e di speranze sopite.

Era il suono di un campanellino, che pervadeva l’aria fredda, scivolando tra i fiocchi di neve come un profumo sinuoso fino ad entrare nel locale. Era un bel suono dopotutto. Forse il suono più semplice dell’intero universo, come un diapason che trasmetteva onde di pensieri felici.

Si guardò intorno, finché non individuò un Babbo Natale in piedi all’angolo della strada. Agitava una mano, accompagnando il suono del campanello con un pomposo oh oh oh.

Di fianco aveva un secchiello, simile a una campana rovesciata, in cui raccoglieva le offerte per il reparto di pediatria del Saint Mungo. I passanti lo scansavano, gli lanciavano occhiate frettolose prima di proseguire, carichi di doni o in cerca dell’ultimo regalo. Qualcuno si fermava per deporre alcune monete all’interno del secchiello, ma il suono del campanellino non cessava mai, nemmeno per un istante. Draco finì di bere il suo tè, si avvicinò al bancone e ne ordinò uno da portar via. Non appena si rituffò nella caotica strada londinese, fu assalito da un brivido di freddo. Immerse il capo nel bavero del mantello e si fermò accanto al Babbo Natale.

“Un’offerta per i bambini del Saint Mungo?” gli chiese Babbo Natale, porgendogli un piccolo cestino. Draco lo studiò un istante, senza mutare espressione del viso e poi gli tese il tè caldo.

Babbo Natale lo guardò, aggrottando le folte sopracciglia bianche, che sormontavano due occhi incredibilmente azzurri.

“Una serata fredda, vero?” buttò lì Draco, casualmente, mentre Babbo Natale accettava la bevanda calda. Si ficcò le mani nelle tasche, osservando un punto indistinto di fronte a sé. I fiocchi di neve si erano ridotti a una rada spolverata, ma le previsioni avevano annunciato un’intensa nevicata per tutta la notte.

“Altrochè!” rispose Babbo Natale, stringendo il bicchiere con entrambe le mani, per scaldarsele.

“faresti meglio ad abbassarla” disse Draco, indicando la barba bianca con un cenno del capo. Babbo Natale scrollò le spalle, portandosi alle labbra il bicchiere. “Sì” rispose, dopo aver ingurgitato l’ennesima sorsata “ma si perde l’illusione”

Draco storse le labbra in un sorriso pieno di ironia. “Un Babbo Natale infreddolito e mezzo coperto di neve potrebbe far avverare i desideri?” chiese, accompagnando le sue parole con un’espressione beffarda.

“Si deve pur credere in qualcosa” rispose semplicemente Babbo Natale, buttando il bicchiere ormai vuoto in un cestino.

“E tu in cosa credi?” domandò Draco a bruciapelo. La sua voce e la sua espressione erano sorprendentemente serie.

Babbo Natale si voltò verso di lui, imbronciando le labbra appena distinguibili sotto la barba finta. “Oh in molte cose…credo, per esempio nel potere del mio campanello”

Draco scoppiò in una risata senza allegria, spostando lo sguardo dagli occhi del Babbo Natale alle sue dita, strette intorno all’impugnatura sottile del campanello.

“Beh non dirmi, giovanotto, che non conosci il potere dei campanelli” esclamò Babbo Natale con voce fintamente baritonale.

Draco scosse la testa in segno di diniego. Un fiocco di neve gli volteggiò davanti agli occhi per poi posarsi sulla punta del suo naso.

“Si dice che per ogni trillo di un campanellino a un angelo spuntino le ali”

Draco trattenne una risata di scherno, mascherandola con un colpo di tosse. Si passò una mano sulla bocca, cercando di cancellare il sorriso sarcastico, che non riusciva ad abbandonare.

“E davvero tu credi a queste stupidaggini?” chiese con disprezzo.

Babbo Natale si limitò ad allungargli il campanello. Draco l’osservò attentamente quasi temesse che quel piccolo oggettino potesse morderlo.

“Prova” propose Babbo Natale, scrollando le spalle.

“No” ribattè Draco impulsivamente, ritirandosi. Babbo Natale lo afferrò per un braccio e gli mise in mano il campanellino, prima che potesse andarsene. Il ragazzo fu assalito da un brivido, a metà tra il disappunto e un sentimento che non seppe identificare. Eppure quel Babbo Natale aveva degli occhi che avevano un qualcosa di famigliare.

“Avanti! Non credo che faccia spuntare le ali agli esseri umani…solo agli angeli! Quindi non hai nulla da temere!” lo incoraggiò, facendogli piegare gentilmente le dita attorno all’impugnatura. Draco s’inumidì le labbra con la punta della lingua, incrociando per un istante gli occhi di Babbo Natale, poi prese un profondo respiro e scosse il campanellino. Un trillo allegro gli riempì le orecchie, avvolgendolo in un caldo abbraccio, che cancellò per qualche attimo il freddo pungente dell’inverno. Lo scosse di nuovo, incurvando le labbra in un sorriso sincero.

“Beh non è andata molto male” gli disse Babbo Natale, sorridendogli attraverso la barba bianca.

“No” ammise Draco, restituendogli il campanellino e massaggiandosi la nuca con una mano. “Ora devo andare” aggiunse, sporgendosi verso il secchio a forma di campana rovesciata. Vi fece cadere un foglietto e si allontanò di qualche passo prima che la voce dolce di Babbo Natale lo richiamasse indietro.

“Buon Natale” gli gridò, chiudendo le mani a coppa intorno alla bocca.

Draco si voltò su sé stesso, rivolgendogli un vago cenno di saluto, per poi riprendere a camminare, perdendosi in mezzo al turbinio di passanti.

 

 

Un leggero bussare alla porta lo spinse a voltarsi.

“Avanti” disse, chiudendo il libro che stava leggendo. Un elfo domestico fece il suo ingresso nella stanza silenziosamente.

“Signore” bofonchiò  “è appena stato recapitato un regalo per voi”.

Draco afferrò il pacchettino e lo scartò rapidamente. Era una semplice scatolina rossa. Immaginava che fosse un altro regalo da parte di qualche lontano parente o conoscente. Aprì il bigliettino che lo accompagnava. Vi erano scritte soltanto poche parole.

 

Spero che potrai ritrovare le tue ali.

Babbo Natale

 

Draco aggrottò le sopracciglia, tentando di capire che cosa potesse contenere il pacchetto.

Non appena sollevò il coperchio della scatolina, avvertì un sentimento caldo e nostalgico invaderlo fin nel profondo. Estrasse un campanellino dorato e lo rigirò piano tra le mani. Il campanellino di quel Babbo Natale di strada, che chiedeva offerte per i bambini. Fece per riporlo nella scatola, quando non seppe resistere alla tentazione e lo fece suonare. Un sorriso gli si distese sulle labbra, scendendogli giù, fino al cuore, mentre il suono del campanello si propagava nella casa vuota e silenziosa.

 

 

Ginny si sistemò il cappello e la parrucca, controllando che non le sfuggissero ciocche rosse.

“Ehi Gin, dov’è il tuo campanello?” le chiese Luna, calzando le scarpe verdi da elfo.

Ginny sorrise, stringendosi nelle spalle.

“Un angelo aveva perso le sue ali! Ho dovuto darglielo!” rispose, quando la porta del loro spogliatoio si aprì con un gran fracasso. Hermione fece irruzione nella stanza, con gli occhi sgranati e le guance arrossate.

“Ginny, l’abbiamo appena trovato nel tuo cestino per le offerte” disse trafelata, porgendole un foglietto di forma rettangolare.

Ginny lo guardò, sentendo il suo cuore aumentare improvvisamente i battiti.

“Oh mio…” bofonchiò, portandosi una mano alla bocca.

“Forse aveva le ali nascoste sotto al mantello” le suggerì Luna, osservando da sopra la sua spalla un assegno di molte migliaia di galeoni, intestato all’ospedale Saint Mungo. La firma era quella di Draco Malfoy.

“Forse hai ragione…e io che gli ho regalato il mio campanello!” mormorò la ragazza, lasciandosi cadere su una sedia, improvvisamente senza forze.  

 

 

***

 

Ginny contemplò per un istante il cruciverba completato, prima di chiudere il giornale. Ordinò un altro tè, controllando per la centesima volta l’ora. Luna era in ritardo, ormai doveva essere abituata ad aspettarla per lungo tempo, ma quarantacinque minuti di ritardo era troppo anche per lei. Trattenne uno sbadiglio, osservando distrattamente la strada dalla vetrina. Le luci natalizie erano state tolte e la via sembrava spoglia e triste. Adorava il Natale, l’atmosfera che portava con sé, il buon profumo dei dolcetti di zucchero e i jingle natalizi. Ma le feste erano finite e si erano portate via anche il suo proponimento di essere più paziente e meno impulsiva.

“Oh al diavolo” mormorò, facendo per alzarsi, quando sentì il trillo di un campanello. Si girò verso la finestra, accorgendosi che una carrozza, trainata da un cavallo, stava passando davanti alla tavola calda. Attaccato alle briglie ballonzolava un piccolo campanello. Ginny scosse la testa, sorridendo, quando una voce la strappò dai suoi pensieri.

“Posso sedermi?”                                                                                     

Draco Malfoy era in piedi a pochi passi da lei, con una tazza di tè fumante tra le mani. “Non ci sono altri tavoli liberi” spiegò. I lineamenti del suo viso erano impassibili.

Ginny annuì lentamente, togliendo il giornale dal tavolo, per appoggiarlo sulla sedia di fianco alla sua, mentre il ragazzo prendeva posto di fronte a lei.

Lo guardò sorseggiare con cautela la bevanda per non scottarsi le labbra. Avrebbe voluto dire qualcosa, qualunque cosa. Aprì la bocca per parlare, ma lui la precedette.

“Credo che questo sia tuo” disse, deponendo un campanellino sul tavolo.

“Perché me lo ridai indietro?” chiese con il fioco filo di voce, che riusciva a filtrare dalla sua gola stretta per l’agitazione “Non funziona?”

Draco sorrise da dietro la tazza, fissandola negli occhi “vedremo” rispose semplicemente.

 

 

Luna trattenne la voluminosa borsa prima che finisse per terra. Si tolse la sciarpa da davanti alla faccia, trafelata, cercando di non farsi investire dalla carrozza che transitava in quel momento sulla strada, di solito portava i turisti in giro per la città. Benché fosse in ritardo, si fermò un istante a osservarla, colpita dal suono melodioso del campanellino che era attaccato alle briglie del cavallo.

“che strano” mormorò, riprendendo a camminare, quando scorse Ginny seduta a un tavolo accanto alla vetrina della tavola calda, in cui avevano appuntamento. Sventolò un braccio come saluto, ma l’amica stava guardando qualcuno di fronte a lei. Luna aggrottò le sopracciglia, spostandosi leggermente sul marciapiede finchè non vide una testa bionda e due mani pallide.

Sorrise, sistemandosi nuovamente la borsa sotto al braccio, e pensò che Ginny, dopotutto, non si sarebbe accorta che quel giorno non si era presentata al loro appuntamento.

 

Fine

 

Eccoci arrivati alla fine.

Spero che vi sia piaciuta, anche se era una storia senza pretese, giusto per entrare nell’atmosfera natalizia…quindi buon Natale a tutti anche se in anticipo!

 

Piccolo spaziettino pubblicitario: Elivi ed io abbiamo appena pubblicato il primo capitolo di una fanfic dedicata ai Serpeverde. Se volete darci un’occhiata e magari lasciarci un commentino…

È una storia a cui teniamo particolarmente!

Ecco il link:

http://www.egoio.net/efp/viewstory.php?sid=62791&i=1

ciau a tutti e alla prossima^^

 

   
 
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