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Autore: Kate_88    06/01/2011    1 recensioni
Kyo e Toru, dopo che la maledizione è stata spezzata, sono andati lontano dai loro amici per raggiungere un Dojo. Toru e Kyo vivono insieme, eppure qualcosa sembra essere diverso... qualcosa si sta spezzando.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kyo Soma, Momiji Soma, Toru Honda, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Incapaci d'amare

 

Capitolo 1 – Non sempre è tutto rose e fiori.

 

 

 

Toru se ne stava seduta davanti al camino, sul pavimento di legno con una coperta e le braccia tese verso il calore.

Era passato un anno da quando con Kyo, s'era trasferita in montagna, in quel Dojo dove lui lavorava insegnando le arti marziali, dando sfogo al suo io interiore, represso per anni e anni a causa della maledizione.

Già, la maledizione.

Non passava giorno senza che Kyo pensasse a quello che aveva passato, ringraziando Toru per il sole che aveva portato nel suo cuore.

Ultimamente la vedeva poco, c'era una strana sensazione che avvolgeva non solo il ragazzo ma anche la ragazza, che troppo spesso passava i pomeriggi davanti al camino.

Kyo era di nuovo a lavoro, allenava dei ragazzi, quando il telefono squillò, lasciando rispondere Toru, da sola in quel salottino.

« Casa Soma – Honda. Sono Toru »

« Ehi come sei formale! È davvero tanto che non ti sento! Non riesco ancora a capacitarmi del fatto che te ne sei andata! »

« Uotani! »

Toru sorrise con le lacrime agli occhi, fin troppo sensibile alla voce dell'amica.

« Toru, tutto bene? Ti chiamo perchè volevo sapere se potevi raggiungermi a Tokyo. Devo dirti una cosa bella e importante, ma vorrei dirtelo di persona. Non mi è possibile muovermi e poi qui a Tokyo si sono riuniti tutti. »

« Cosa? Sono curiosa! Comunque, devo chiedere a Kyo, ha molto lavoro e i soldi comunque scarseggiano »

« Sei sicura di stare bene? »

« Certo! Sapevo che avremo dovuto tirare un po' la cinghia però tranquilla. Kyo è molto buono, ha prezzi bassi perchè vuole permettere a tutti di praticare le arti marziali... »

« Bè spero comunque tu possa venire. È davvero importante. Ah! Ti salutano Hanajima e il Signor Kazuma. »

« Ricambia i saluti da parte mia e... ci sentiamo presto Uotani. Mi manchi. »

« Manchi anche a me, Toru »

A fine conversazione abbassò la cornetta del telefono e, con passi lenti e un'espressione malinconica, si mosse verso la cucina.

Posò lo sguardo sull'orologio che segnava le sei a mezza, solo mezz'ora e Kyo avrebbe finito.

Iniziò a preparare la cena, dopo aver tirato su i capelli castani e aver indossato un grembiule per evitare di sporcare gli abiti.

Stava tritando le verdure quando arrivò Kyo.

« Ah già cucini? »

« Bentornato. Si certo, è ora, no? »

« In effetti stasera non ceno. All'ultimo abbiamo deciso di uscire con i ragazzi »

« Ah... »

« Sei arrabbiata? »

« No, tranquillo. Prima comunque al telefono era Uotani. »

« Me l'hai salutata? »

« Si certo, solo che mi ha chiesto di andare a Tokyo. Dice che deve dirmi una cosa importante e bella ma non può partire »

« Andare a Tokyo? Mh... poi ci penso »

« Capito... bè adesso vai a cena e divertiti »

« Certo! Scusa se non ti faccio venire ma è una cosa tra noi ragazzi »

« Vai tranquillo »

Si diedero un piccolo bacio e Kyo se ne andò.

 

Quella casa era triste e desolata quando Kyo mancava e, in verità, aveva assunto quell'aspetto da circa sei mesi, quando l'attività era stata realmente attivata.

Non c'era stato modo di parlare d'altro, solo il Dojo e le arti Marziali, tutto il resto, anche Toru, andava in secondo piano.

Tutto quello che accadeva, segnava profondamente l'animo della ragazza che da sempre aveva sorriso, affrontando con forza e gioia anche i dolori più tremendi, come la scomparsa dei genitori.

Credeva di poter vivere felice, di non dover più piangere da sola, di essere completa con la presenza di Kyo e invece tutto era cambiato dai tempi del liceo. Avevano corso troppo, credevano che vivere insieme, da soli, sarebbe stato uno spasso, un gioco da ragazzi visto che avevano passato già tanto tempo insieme e invece, questa volta il destino aveva giocato loro un brutto scherzo.

Crescere non era facile, ancora peggio era insieme, quando non si abbracciavano più con dolcezza e non si guardavano più con quegli occhi da innamorati.

Kyo ormai voleva solo far diventare grande il Dojo e lei voleva la felicità con la persona che amava: erano sentimenti che non s'incontravano, due linee parallele.

Toru finì di sistemare la cucina e andò in camera a sistemare l'angolo dei ricordì, lì dove in una ciotola di legno c'era il vecchio rosario, poi la foto della madre Kyoko e poi i suoi amici, i Soma, tutti.

Sospirò sdraiandosi sul letto, addormentandosi.

Su quel materasso poteva sentire calore anche senza una coperta, poteva sognare e tornare ai giorni felici, a quando Kyo tendeva la mano, offrendogliela, dicendole che solo con lei sarebbe stato felice.

Era l'inizio della menzogna e neanche sapeva come dirglielo.

Un caldo avvolgente avvertì sulla schiena, era come se qualcuno l'abbracciasse. Una sensazione bella e allo stesso tempo pesante, come se quel caldo che tanto le piaceva, stesse anche per soffocarla sotto il suo peso.

Mugugnò qualcosa svegliandosi, accorgendosi di Kyo sdraiato quasi sopra di lei, con un vago odore di Alcool.

« Che schifo. Hai bevuto »

Esclamò dandogli una spinta così da allontanarlo e lasciarlo scivolare sulla sua parte di letto.

« Un goccio con i ragazzi »

« Vai a lavarti. Non dormo con te che puzzi così »

Piuttosto acida e arrabbiata si rivolgeva al ragazzo che gesticolando si alzò, muovendosi verso il bagno.

Passò una mezz'ora buona e Kyo tornò in camera, con quei capelli arancioni che un po' lunghi, coprivano un po' gli occhi, conferendo al ragazzo un'aria decisamente sensuale.

Toru distolse lo sguardo, decisa ad affrontare un discorso, senza lasciarsi trasportare da quell'uomo che incondizionatamente amava.

« Voglio andare a Tokyo da Uotani »

« Toru te l'avevo detto che non avresti potuto vederle spesso »

« Esatto. È passato un anno e voglio vederla. Tornerò alla villa dei Soma, sono sicura che Momiji e gli altri mi accoglieranno. Hiro, Kisa, Hatsu, Rin... mi mancano e voglio rivederli. »

« Io non posso venire »

« Lo immaginavo »

Il tono era piuttosto rassegnato accompagnato dallo scuotere della testa.

« Che vorresti dire? Ti aspettavi che non saresti venuto? »

« Già... »

« Guarda che io verrei volentieri, solo che...»

Toru non gli diede modo di finire la frase che la completò lei, rassegnata.

« … non puoi lasciare soli i ragazzi. Lo so. »

Sospirò e s'alzò in piedi arricciando le labbra, guardandosi allo specchio, con il volto che sembrava allontanare l'espressione di ogni felicità.

« Domani chiamo Uotani e gli altri, avverto che torno. Passerò anche da Kazuma, vuoi che gli porti qualche tuo messaggio? »

« Grazie Toru. Di al maestro che i ragazzi sono entusiasti e che mi apprezzano molto come insegnante. »

« Va bene. Gli dirò che dedichi anima, corpo e tutto il tuo tempo a loro »

Una frecciatina quella di Toru che lasciò Kyo per un attimo interdetto. Osservava quella ragazza che amava e sorrise, stava per avvicinarsi a lei quando quest'ultima si sedette sul letto e sdraiandosi gli diede la buonanotte, addormentandosi.

 

Il giorno dopo arrivò in un attimo e, come ogni mattina, Toru si svegliò da sola nel letto.

Ormai non aveva dubbi, quel viaggio a Tokyo era voluto dal destino, così alzandosi dal letto, iniziò a preparare i bagagli per il grande viaggio.

La valigia era piuttosto grande, difficile anche da trasportare ma in silenzio uscì dalla casa, senza disturbare Kyo e i suoi allenamenti.

Sospirò ancora, come se quei gesti ormai facessero parte di lei.

Aveva telefonato a Uotani ed aveva chiesto all'amica di avvertire i Soma: Toru Honda tornava a Tokyo e ci sarebbe tornata senza Kyo Soma.

 

Era sera quando Kyo finì gli allenamenti e tornò quindi in casa chiamando la ragazza.

« Toru sono qui. Ho finito dieci minuti prima, oggi »

Nessuna risposta.

Si guardò intorno e della ragazza non c'era segno, finchè non trovò, vicino al telefono, un biglietto:

 

Ciao.

 

Eri a lavoro e non ho voluto disturbarti. Sono partita per Tokyo e non so quanto mi ci vorrà per tornare indietro. Alloggerò dai Soma, Uotani li ha già avvertiti. Tornerò quando mi sarà possibile. Ti ho surgelato diversi piatti pronti, ti basterà scaldarli. Non bere troppo.

 

Toru.

   
 
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