E-chin demmerda
colpisce
ancora e mi risolleva il morale che tengo sotto i piedi. Sto scrivendo
pochissimo in questo periodo D: Non è una cosa positiva,
cazzo, perché così
perdo l’unica cosa che mi rende una persona accettabilmente
inutile.
Boh, forse c’è un accenno di Karoku nel finale, ma
non ne sono sicura – si dovrebbe
far riferimento a un’altra drabble che qui non
sarà vista online fino a
febbraio XD
Genere: dark, introspettivo, nonsense
Avvertimenti: AU
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(carcere)
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Uro
percepisce distintamente le catene
dell’inganno e della conoscenza stringergli i polsi e
opprimerlo all’altezza
del petto, teme quelle sbarre rigide che limitano la sua
libertà e lo chiudono
in una stanza, uno studio piccolo, minuscolo, una cella
che non esiste e già lo opprime. Una trappola intessuta
lentamente, un’illusione che diviene reale
d’improvviso e lo attraversa, lo
strazia, lo eleva e gli permette di vedere la realtà di
quelle che fino a poco prima
erano solo paranoiche congetture.
È quasi meglio
così—ma quasi.
Sorride, finge di
essere ancora padrone del proprio corpo, gioca con gli occhi
del prigioniero.