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Autore: Kate_88    09/01/2011    1 recensioni
Kyo e Toru, dopo che la maledizione è stata spezzata, sono andati lontano dai loro amici per raggiungere un Dojo. Toru e Kyo vivono insieme, eppure qualcosa sembra essere diverso... qualcosa si sta spezzando.
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kyo Soma, Momiji Soma, Toru Honda, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo 2 – Voglio farti conoscere la tua mancanza.

 

 

 

Ormai erano passati diversi giorni da quando Toru era tornata a Tokyo, giorni in cui il buonumore s'alternava con il pessimismo.

Durante la mattina era spesso sola, Momiji, Hatsu, tutti erano a scuola, nel pomeriggio poi passava tanto tempo con Momiji, cercando le distanze a volte da Kisa e Hiro che, da perfetti fidanzatini, non lasciavano in sospeso piccole effusioni.

Eppure la domanda più importante era: perchè Kyo ancora non la raggiungeva? Davvero aveva sbagliato a credere che quell'amore fosse stato per sempre?

Nuovamente si sentita rifiutata, nuovamente, al pensiero di rivedere ora l'amato, le veniva da piangere e da fuggire.

Stare da sola a casa le faceva tornare la mente a quei giorni in cui sola, nella casa del dojo, attendeva il ritorno della persona che tanto amava. Ora a Tokyo era un po' diverso, ma non sarebbe stato eterno, così lasciò sfogare le lacrime represse, smettendo di cucinare e abbandonandosi sul divanetto in sala, addormentandosi con gli occhi rossi e le guance rigate dalle lacrime.

Hatsu fu il primo a rientrare, seguito subito dopo da Momiji.

Subito notarono Toru dormire, così evitarono di fare baccano, guardando quella figura esile che quasi sembrava angelica.

La lepre non poté fare a meno d'arrossire, concentrando lo sguardo sulle gote rosse della ragazza.

« Ha pianto » sentenziò Hatsu muovendosi verso la cucina « Momiji, evita di guardarla troppo. »

« Fatti gli affari tuoi »

« Guarda che un giorno lei tornerà da lui »

« Ne sei certo? »

« Si. Altrimenti non piangerebbe per lui »

« Bè magari però, potrebbe capire che restare qui la renderebbe più felice »

Hatsu fece spallucce, andando così a sgranocchiare qualcosa di commestibile in cucina mentre Momiji si mise a sedere di fronte al divano, poggiando la testa in uno spazio libero.

In breve anche lui s'addormentò, lasciando così spazio ad una scena a dir poco dolce, una scena che tutti i membri della famiglia notarono al rientro.

Yuki scosse il capo, contrariato forse a quanto accadeva.

« Non può legarsi così a lei »

« Non vuole sentire ragioni » spiegò Hatsu.

« La sorellona e Momiji sono sempre stati insieme, lui c'è stato tanto male e lo sappiamo » Kisa intervenì prima di salire nella sua camera.

« Si ma io non voglio sorbirmi di nuovo la depressione di quella lepre eh » anche Hiro intervenne, prima di andarsene a sua volta al piano di sopra.

 

A sera tarda, quando ormai tutti dormivano, i due ragazzi si destarono dal sonno, probabilmente per la stanchezza e la tristezza che entrambi portavano dentro, avevano dormito davvero tanto.

Toru si mise a sedere, osservando Momiji che si svegliò poco dopo di lei.

« Ma che ora è? Mi sono addormentata... »

« Anche io... mi sono poggiato un attimo e... »

Toru sorrise, infantile in quelle sue espressioni che le appartenevano.

« Chissà se gli altri hanno cenato. Potevano svegliarmi. E poi... »

« … vuoi suoi notizie? »

Toru annuì alla domanda di Momiji, abbassando lo sguardo.

« Yuki non mi ha rivelato nulla. Uotani ha da fare con Kureno e Hanajima non ho capito cosa deve fare con il maestro Kazuma... comunque lui non ha chiamato, quindi deduco che non senta la mia mancanza »

« Io l'ho sentita » Momiji si fece serio, carezzando il volto di Toru.

« Momiji mi dispiace se hai sofferto. Anche a me siete mancati tutti, ancora mi mancate al pensiero che comunque prima o poi dovrò tornare lì »

« Non devi per forza tornare. Toru se lui ti ama verrà qui »

« Non posso chiederglielo »

« Non dovrai chiederglielo, dovrà farlo da solo. Perchè ti ostini eh? Se a te ci teneva, avrebbe preso il primo treno e sarebbe venuto qui! »

I toni iniziavano a farsi alti e Toru sembrava quasi spaventata.

« Ma che dici? Lui ha da fare... i ragazzi... »

« Si, lo ripeti mille volte! Il Dojo, i Ragazzi, il Dojo, i Ragazzi e tu quand'è che vieni? Io non posso sentirti parlare così! Qui tutti siamo stati male! Salutarti con il sorriso, dirti che tutto andava bene e invece era tutto falso! E tutti che dicono a me che sono stato esagerato, perchè? Solo perchè non voglio affezionarmi più a nessuno? Tu non lo sai! Tu non sai nulla! Continui a preoccuparti di quell'idiota ma non pensi alla felicità che ci stai regalando? »

Momiji ormai urlava e tutti nelle stanze erano svegli, tutti a guardare in qualche punto imprecisato, colpiti da quelle parole che altro non facevano che rappresentarli.

« Stai esagerando... Lui non è... »

Toru non riusciva a ribattere, ormai in lacrime e tremante. Indietreggiò di qualche passo, ormai in piedi, asciugando le lacrime con le mani, nervosa in quei gesti.

« Dove vai? »

« Io vado su... »

Tremava la voce, spaventata da quelle parole indifesa e vulnerabile.

Momiji tentò d'afferrarla per un polso ma lei sfuggì indietro, scuotendo il capo.

« No... non toccarmi. Voglio solo dormire. »

Iniziò a correre per le scale, entrando di corsa in camera, seguita da Momiji che tentò ancora di fermarla, rimanendo tuttavia fuori la camera.

« Toru scusa, perdonami, ho esagerato... »

« Voglio dormire... per favore vai a riposare anche tu »

« Come faccio a dormire sapendo che sei qui e ce l'hai con me? »

« Non ce l'ho con te. Per favore ora lasciami... »

Momiji non disse altro, non sapendo quante lacrime versava Toru o forse immaginandole e basta.

La ragazza se ne stava sul letto, in posizione fetale, con i singhiozzi che la scuotevano a causa del cuore in pezzi.

Momiji non aveva avuto torto nelle sue parole, era tutto vero. Kyo a lei non ci teneva altrimenti l'avrebbe già raggiunta.

Dov'era? Stava bene? S'interrogava su queste cose, angosciata nel sapere il ragazzo in casa da solo.

Momiji intanto se ne stava in camera, poco dopo uscì lasciando, quando ormai la ragazza dormiva, una lettera sotto la sua porta.

 

Mi dispiace.

Ho esagerato ieri sera e ho perso il controllo.

La verità è che ogni volta non so come dirti, spiegarti, quello che tutti noi abbiamo passato quando te ne sei andata e ancora più vero è che, nessuno vuole che tu te ne vada. Siamo egoisti? Forse. Sono egoista? Sicuramente, perchè non ti voglio lasciare andare via. Perchè devi per forza partire? Non puoi essere felice qui con tutti noi? Io non vi voglio lasciare.

Scusami ancora.

 

Momiji

 

 

 

Nel Dojo intanto Kyo non aveva pace, incapace di capire cos'è che spingeva Toru, la sua Toru, a scappare da quella casa che con fatica tentava di far funzionare.

Aveva da poco terminato le lezioni, si era allenato, sfogato, ma entrando in cucina c'era solo tristezza.

Non c'era il sorriso di Toru a dargli il bentornato, non c'era la sua donna ad abbracciarlo, quella ragazza che poi s'imbarazzava temendo sempre d'aver fatto troppe effusioni.

Si fermò sullo stipite della porta a pensare.

Da quant'è che quella ragazza non sorrideva più?

Quand'era l'ultima volta che l'aveva vista lì a sorridere, a dargli il benvenuto in tutta allegria?

Piano piano, nel suo cuore, iniziava a capire che aveva costruito una gabbia dove aveva rinchiuso la persona che amava; lui che mai avrebbe voluto rinchiuderla, lui che sopra a tutti temeva le gabbie sapendo che, solo grazie a lei, era sfuggito a quella depandance che gli sarebbe spettata se la maledizione non si fosse spezzata.

Lei ora se n'era andata, era fuggita perchè aveva avuto paura, forse perchè non c'era più la sua vita lì, perchè non era facile allontanarsi dalla propria famiglia sapendo di non poterla vedere più tanto spesso.

Era stato lui l'egoista.

Quella sera non mangiò, se ne andò in camera e si buttò sul letto, sprofondando in un sonno profondo, osservando prima di chiudere gli occhi, quello spazio dove c'era la foto di Kyoko, la foto del padre e il rosario nella ciotolina. Solo quel rosario era rimasto, tutto il resto non c'era più.

   
 
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