Libri > Wicked Lovely
Segui la storia  |       
Autore: TushiUndDark    12/01/2011    8 recensioni
Era già passato un anno.
Trecentosessantacinque giorni; cinquecentoventicinque milioni novecentoquarantottomila settecentosessantasei minuti ed esattamente trentuno miliardi cincquecentocinquantaseimila novecentoventisei secondi erano trascorsi dall’ultima volta che quegli occhi malinconici avevano incrociato i suoi.
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quando aveva lasciato casa sua, più di un anno prima oramai,Leslie aveva creduto di poter ricominciare da capo; di potersi scegliere una vita, portare avanti la sua struzione, trovare un lavoro, un appartamentino fuori città, cambiare il colore dei capelli, riprendere a giocare a squash e magari comprarsi anche un gatto.
Era convinta di poter fuggire e forse avrebbe potuto farlo, ma non lo aveva fatto abbastanza lontano o non abbastanza in fretta.

“Leslie”. Sapeva che quel giorno sarebbe arrivato prima o poi.

“Cosa vuoi Ren?” chiese con voce atona e priva di ogni emozione.
“Quanto entusiasmo,” ironizzò staccandosi dal muro al quale era poggiato.

“Cosa ti aspetti che faccia?” gli rispose voltandosi finalmente a fronteggiare suo fratello.

Non era cambiato molto dall’ultima volta che lo aveva visto: i capelli castani erano forse più lunghi e gli arrivavano quasi alle spalle, aveva un grosso taglio sulla guancia, il piercing al labbro e le voragini viola sotto gli occhi erano più marcate di quanto ricordasse.

“Vattene via Ren,” intimò dando un’occhiata alla strada deserta. Avrebbero già dovuto essere qui.

“Oh andiamo Leslie” disse avvicinandosi con passo sicuro, “sono pur sempre tuo fratello no?” la guardò sorridendo. No, non lo sei.

“Ti ho detto di andartene” soffiò prendendo a due mani quel po’ di coraggio che le era rimasto, “esci dalla mia vita, non tornare mai più.”

La brezza che prima le aveva accarezzato la pelle sembrava essersi tramutata in un vento gelido, la luna aveva una luce sinistra e disegnava strane ombre sul viso di Ren che sorrideva incurante.

“Tu devi aiutarmi,” non era una richiesta, era un’imposizione, una pretesa.

“Va via!” disse con più convinzione avviandosi all’incrocio più vicino stringendosi nel giubbotto di pelle scuro.

“Ho bisogno di soldi Leslie,” le corse dietro affiancandola con pochi passi cosicchè lei si fermò, voltandosi a guardarlo mentre serrava i pugni e stringeva la mascella.

“Trovati un lavoro, smetti di drogarti, fa qualcosa!” gridò, “ma lascia in pace me!”

“Leslie!” ringhiò nervoso e la sua voce, seguita dall’eco, si allontanava nell’aria della sera spegnendosi dietro l’angolo.

Quel tono, quello sguardo, quella situazione, bloccarono del tutto il suo sistema nervoso tanto che s’immobilizzò all’istante.

Chiuse gli occhi e un brivido ghiacciato le attraversò la schiena riversandosi completamente sui vizzi intrichi legnosi che le spuntavano dalla schiena.

La sua vita passata le rovinò addossò schiacciandola sotto un peso invisibile ed insostenibile: i pianti e le lacrime versate, gli schiaffi e le molestie, le nottate di straordinari al lavoro per evitare di tornare a casa, l’alcool, la droga, gli stupri. Tutto.

L’aria le mancava e la strada si faceva sempre più stretta ai suoi occhi. Non voleva che tutto tornasse come prima, non rivoleva Ren nella sua vita o almeno non nel modo in cui lui aveva intenzione di ritornarci.

“Staremo bene insieme” le sussurrò minaccioso sorridendo tra i suoi capelli, “vedrai, tornerà tutto come prima”.

“Lasciami Ren,” supplicò trattenendo a stento le lacrime, “lasciami.”

“Sta zitta!” sbraitò tirandole una manata in pieno viso. La spinta fu più forte di quanto Leslie avesse immaginato e, presa alla sprovvista, perse l’equilibrio finendo contro i bidoni dell’immondizia.

“Ok Ren” soffiò alzando lo sguardo mentre stringeva la spalla dolorante, “come vuoi.”

“Ora, andiamo a casa” sentenziò incamminandosi per la stradina scura senza nemmeno voltarsi per assicurarsi che lei lo seguisse;tanto lo avrebbe fatto e lo sapevano entrambi.

Raccattò la borsetta e si rimise in piedi dandosi una pulita veloce al jeans mentre Ren si fermava all’angolo della strada per aspettarla.

La mente vuota, incapace di elaborare qualsiasi tipo di pensiero vagava in un baratro scuro; gli occhi vitrei fissavano il nulla verso quale la sua vita si stava irreversibilmente avviando.

Suo fratello le diede un ultima occhiata prima di voltare l’angolo mentre Leslie muoveva passi incerti verso di lui.

La strada si fece, se si può, ancora più buia e anche l’unico lampione acceso si spense di colpo senza un rumore. Nonostante fosse stata, anche se per un breve periodo, una creatura del buio era talmente sconvolta e presa dal pensiero di ciò che sarebbe accaduto, che non si accorse nemmeno degli spiriti fatati che la stavano osservando;né tanto meno dei riccioli scuri che le si muovevano tutt’intorno.

Il vento si era fatto più forte e le scompigliava i capelli che emanavano ancora il forte odore dello shampoo al gelsomino.

Voltò l’angolo lentamente aspettandosi di trovare Ren poco lontano ad aspettarla sorridente;ma la strada era buia, fredda e totalmente deserta. Si guardò intorno sconcertata. Com’era possibile?

Non poteva aver immaginato tutto, era stato così reale. Spostò il suo sguardo verso il lampione che aveva giurato di vedere spegnersi e con somma sorpresa e non poca frustrazione lo trovò ad illuminare l’entrata del palazzo dove abitava.

Portò immediatamente la mano alla spalla esercitando una leggera pressione poco sopra la clavicola. Serrò le palpebre e quasi pianse quando il dolore le scoppiò nel cervello.

“Hey Leslie!”

Una ragazza bassina, dai capelli biondo platino a spazzola e il sorriso spalancato fece capolino dietro l’angolo facendola sobbalzare.

“Caroline!! soffiò Leslie distratta dai suoi pensieri, “mi hai fatto prendere un colpo”.

“Oh scusami tanto”.

“N-no figurati” farfugliò tornando a fissare il lampione che continuava beffardamente a proiettare luce.

“Su, andiamo, gli altri staranno in pensiero”.

“Si,” sussurrò dando un’ultima occhiata al vicolo nel quale era sparito Ren, “andiamo”.

Affiancò Caroline sovrastandola di almeno venti centimetri cercando di ricomporsi ed assumere un’aria la più naturale possibile e quando pensava di esserci riuscita, la sentì.

Quella voce.

Non ti farà più del male.

Aveva immaginato miliari di volte di risentire quella voce; in tutti quegli anni non era passato giorno che non fosse stato riempito dalla voglia di sentire quella voce, di nutrirsi di essa.

Le tenebre si fecero più fitte ma Caroline sembrava non accorgersene, continuava a parlare di qualcosa alla quale al momento Leslie non riusciva davvero a dare alcun importanza.

Perchè l’aveva sentito.

Irial le aveva parlato.
  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Wicked Lovely / Vai alla pagina dell'autore: TushiUndDark