I want to break Free
They designed her to be the perfect soldier...
a human weapon... then she escaped.
In a future not far from now... in a broken world...
she is haunted by her past.
She cannot run, she must fight... to discover her destiny.
9.
My hope must not die.
“Per costruire un
gruppo compatto servono
bravi giocatori e persone serie.
Poi
bisogna saperli condurre.”
Tradurre
le
iscrizioni tracciate sulle pelle di Max, segnate dal famoso Sandeman,
interpretandole dalle fotografia, per di più, sfocate,
mentre Original Cindy mi
osserva di sottecchi con un sorrisetto dipinto sulla faccia, appoggiata
ad uno
schermo poco lontano da me, non è semplice neppure per il
mio cervello
geneticamente modificato. Mi sento un tantino osservata.
Da
quando
sono arrivata stamattina, insieme ad Alec in moto, cosi come eravamo
andati via
due giorni fa, la ragazza mi ha salutato e ha deciso di passare tutto
il resto
del tempo a studiare il mio comportamento, come se volesse scrutarmi e
capirmi
invece che chiedere. L’ho lasciata fare, ma adesso, mi sta
dando leggermente sui
nervi e considerato che lei è Original Cindy una delle poche
amiche che ho, non
c’è migliore amica di Max, è il caso di
andarci a parlare. Tanto con questi
simboli non riesco a concludere nulla, spero solo che Logan sia stato
più
fortunato nel decifrare.
Mettendo
da
parte i fogli con i miei appunti e le foto sfocate delle spalle della
transgenica, mi volto a guardare Cindy, che mi sorride in maniera
strana e poi
riprende la sua occupazione. Si, si è proprio il caso di
parlarci. Mi ci
avvicino furtivamente cercando di prenderla un po’ alla
sprovvista.
-Ehi
Cindy!
Si può sapere perché ridi sempre?!- No, non
l’ho presa per niente di sorpresa
dato l’espressione divertita sul volto.
-Non
so
pupetta, ho annusato qualcosa nell’aria.- Posa lo sguardo
inequivocabilmente su
di me con un sopracciglio alzato come per indicare
un’ovvietà. -Qualcosa che
potrebbe essere divertente, e adesso aspetto che vengano raccontate le
evoluzioni a Original Cindy.-
Sbaglio
o
anche Cindy comincia a prendersi gioco di me? Ma è diventato
uno sport in piena
regola?
Incrocio
le
braccia al petto, non lasciando trapelare per nulla quello che mi passa
per la
testa e la osservo per un po’ in silenzio prima di riprendere
a parlare.
-Cosa
vuoi
sapere? Non posso lavorare con il tuo sguardo addosso.- Sono rassegnata
ormai.
-Come
ti
sei comportata in questi due giorni lontano da casa, in balia di un
bambolotto
transgenico. Max ha detto che quando è venuta a trovarvi
c’era qualche piccolo
problema di incatenamento.- Alzo gli occhi al cielo, perfetto adesso
anche il
nostro capo si mette a spettegolare sui miei maledetti ormoni.- Cosa
c’è tra te
e Alec?- Mi guarda con aria profondamente seria. Il pettegolezzo le
farà gola
ma vuole sapere io come sto.
Ecco,
ma
cosa c’è tra me e Alec?
Bellissima
domanda. In realtà non c’è un bel
niente a parte due innocui baci scambiati
quando i miei ormoni transgenici non erano controllabili. Veramente...
i miei
ormoni transgenici, quando hanno sentito quelle labbra morbide e
incantevoli,
sono esplosi e non si sono intromessi più di tanto. Ok, ho
baciato Alec e lui
ha baciato me, ma niente più di ciò.
-Niente
Cindy. Mi dispiace ma io e il signorino siamo gli stessi di sempre,
magari ci
sopportiamo un po’ più di prima ma basta cosi.
È normale quello che ha visto
Max, ero attratta da qualsiasi uomo, anche Logan, se lo avessi
guardato.- Non
abbasso lo sguardo anche se ho mentito spudoratamente sul biondo
giornalista, ma non credo di
aver finto su di me e Alec. Non siamo niente, magari
ci sopportiamo più di prima.
-Sembravi
molto convinta l'altra mattina pregandomi di non lasciarti andare con
lui...- Mi
fa notare l’inevitabile, facendomi appena arrossire in volto.
-E
lo ero,
cavolo! Sai quanto ho pregato che ci fossi tu al posto suo quando avevo
la
mente lucida? Era orribile continuare a sperare inconsciamente che mi
dedicasse
uno spogliarello privato.- La faccio ridere per la mia faccia quasi
disgustata
dell’idea e fermamente convinta. Mi passo una mano sulla
fronte come a voler
scacciare quei ricordi.
-E
qui
invece cosa è successo?- Cerco di cambiare argomento, ormai
non so più se
quello che penso e dico sia vero, ho una leggera confusione in testa e
non ho
assolutamente voglia di pensarci.
-Ronde
normali.
Max è tornata ieri mattina molto più tranquilla e
con un Logan stanco ma entusiasta.
Credo che qualcuno si sia goduto
questo momento felino donato da Manticore.- Ammicca sorridendo ancora.
Come se
non fosse bastato sottolineare la parola
“qualcuno”. Ghigno di rimando. Logan e
Max se la meritavano una vacanza, anche se forzata. –Ieri
sera abbiamo accolto
due nuovi transgenici.-
La
notizia
mi fa gola. –Sai chi sono? Di che serie?- Potrebbero essere i
miei fratelli di
Manticore, potrei sapere finalmente che fine hanno fatto dopo che ci
siamo
dovuti separare bruscamente quella notte, potrei dire di aver raggiunto
l’obbiettivo che mi sono imposta prima di arrivare a Terminal
City.
-Non
saprei, forse X6 o X5, in ogni caso hanno sembianze umane e sono
arrivati qui
illesi e senza problemi. Forse si sta spargendo la voce.-
-Credo
che
andrò a cercarli Cindy, potrebbero essere i miei compagni e
sono impaziente di
scoprirlo.- Lei annuisce seria per lasciarmi andare e poi richiamarmi
per
un’ultima battutina. -Comunque devi ancora raccontare a
Original Cindy questi
due giorni pupetta.- La osservo farmi l’occhiolino prima di
sparire dietro un
angolo pronta per cercare i miei nuovi coinquilini.
…
La luna, quella notte, sembrava
ancora più luminosa delle altre volte, come a volerci
indicare la giusta via.
Da quando le fiamme avevano divorato quella che, sin dalla nascita, era
stata
la mia casa/prigione di Manticore, mi soffermavo tutte le volte ad
osservare
quello strano cerchio nel cielo buio, attorniato dalle insignificanti
stelle. I
crateri sembravano più grandi e la luna talmente vicina che,
mi sembrava di
poter allungare una mano per sfiorarla e sentirne la consistenza.
Eravamo fuggiti, eravamo finalmente
liberi, eravamo finalmente padroni della nostra vita e delle nostre
azioni.
Eravamo senza un padrone che ci comandasse eppure non sapevamo dove
andare, ne
cosa fare.
Manticore era stata rasa al suolo da
un incendio che aveva distrutto tutto ciò che in quegli anni
era stato creato,
tranne noi. Inspiegabilmente le porte blindate delle nostre celle si
erano
aperte lasciandoci la possibilità di ottenere la
libertà tanto agognata,
abbandonando quel mondo di terrore e rigidità.
Insieme ai miei undici compagni di
squadra, in pratica la mia famiglia, eravamo fuggiti nel fitto bosco
del Wyoming,
in cui tante volte ci eravamo esercitati, per allontanarci il
più possibile da
quel posto, senza una meta in cui dirigerci. Mentre correvo tra quella
folla di
transgenici in cerca di libertà, aveva visto una splendida
donna in moto che
osservava preoccupata la scena: Max. Da allora ero sicura che fosse
stata lei
l’artefice della nostra via di fuga, colei che aveva
distrutto l’incubo di noi
tutti prigionieri, ci aveva donato quello che lei aveva, per tanto
tempo,
assaporato prima di tornare rinchiusa tra quelle maledette mura.
Le notti successive alla fuga, un
segnale luminoso nel cielo ci aveva ordinato di tornare nei boschi, al
punto di
raccolta d’emergenza, per riorganizzare la gerarchia di
Manticore. Fu in quel
momento che mi resi conto che non ero un bravo soldato. Nonostante mi
fosse
stato impartito un ordine preciso da un superiore, io non volevo
tornare ad
essere schiava di quel sistema. Volevo vivere e far finta di essere una
ragazza
normale.
Non riuscii a convincere i tutti i
miei fratelli. Dopo una violenta discussione ci separammo, non era mai
successo!
Noi che eravamo sempre stati un gruppo unito e compatto ci dividemmo
con una
straziante fitta nel cuore, Manticore ci divise come se volesse darci
un motivo
in più per odiarla.
Ian, Seth, Kurt, Ally ed io eravamo in
viaggio per raggiungere la megalopoli di San Francisco per salvarci,
cominciare
a costruirci qualcosa, portandoci dietro il peso di essere dei
disertori
costretti a guardarci continuamente le spalle e con l’idea di
aver abbandonato
i nostri stessi fratelli. Era Kurt che conosceva San Francisco,
c’era stato in
missione e al suo ritorno, ci aveva raccontato di questa
città fantastica,
colpita anche essa dall’IMP ma diversa. Le persone erano
gentili e il degrado
non era radicato come negli altri posti.
Kurt era quello che aveva viaggiato
di più, non ci parlava mai dello scopo delle missioni
perché non era permesso,
ma passava le ore notturne a raccontarci di città lontane,
di culture
diverse... Ho sempre immaginato che se fosse nato libero, Kurt, sarebbe
stato
un giramondo.
Eravamo sulla strada per San Francisco,
nascosti, affamati, stanchi e sporchi quando ci separarono, quando
costrinsero
le nostre strada a separarsi e non incontrarsi più.
… …
Chi
cerca
trova. Attualmente avrei qualcosa da dire a chiunque abbia inventato
questo s t u p i d o, e ripeto s t u p i d o, proverbio.
Camminare
due ore per i palazzi cadenti di Terminal City non mi ha portato al mio
obbiettivo. Ho conosciuto molti transgenici, fratelli che non sapevo di
avere, altri
mostri per gli umani li fuori. In tutti avverto l’agitazione
e la
preoccupazione per la situazione in cui ci troviamo ma anche, la
speranza e la
felicità di poter essere insieme, vicini gli uni con gli
altri. È strano come
nelle difficoltà, la mente umana riesca a notare le
sfumature della bellezza
dei sentimenti che, in altre occasioni, non considererebbe.
I
due nuovi
transgenici non li ho visti, magari si sono nascosti da qualche parte
per
riposare tranquilli; è una gioia, dopo tanto tempo passato a
stare in
dormiveglia per acquisire un po’ di forze e controllare al
tempo stesso la
situazione intorno, poter finalmente abbassare le difese e lasciarsi
trasportare nel subconscio lieto della tua venuta. Riuscirò
a conoscere più
tardi questi nuovi arrivati, adesso è meglio tornare da
Logan per dargli una
mano sulle iscrizioni.
Fino
ad ora
lui è riuscito a tradurre poco, singole parole che potevano
riassumersi in
salvatore, libertà, abbattere o sconfiggere cose del genere
ma quei simboli
hanno molteplici significati che mutano a secondo del contesto e della
posizione, il che li rendono un vero grattacapo. Alcune informazioni le
abbiamo
avute da Ames White, questo “agente” della setta
del Culto impegnato a farci
fuori e dal fratello J.C. che , a quanto pare, è rinchiuso
in un manicomio
perché sa troppo. Sarei quasi curiosa di vedere questo
White, mi fido
ciecamente di quello che dice Max, per cui lo ritengo un avversario
temibile
anche se stolto e con troppo ego, ma sono incuriosita dalla sua figura.
Possibile che nonostante siamo geneticamente modificati non riusciamo a
fargli
perdere le speranze e lasciarci liberi? No, evidentemente questo
fantomatico
Culto è qualcosa di morboso e chiuso, decisamente chiuso.
Chiude mentalmente i
suoi membri.
Chissà
quando potremmo essere liberi... mi vengono in mente la quattro note di
ieri sera,
il mio inno alla libertà e tutte le emozioni che ho sentito
dentro, tornano
prepotenti portandomi inevitabilmente al sorriso e al buon umore.
Fischiettando
lievemente quella canzone entro nella sala comando dove
c’è Max, Logan, Cindy,
Krit e altri transgenici. Il ragazzo mi saluta sorridente, come gli
altri, ma
più interessato.
-Ehi
Annie,
che fine hai fatto? Ti sei nascosta in questi due giorni?- Lui
è davvero
gentile e affabile. Gli altri non badano troppo alla nostra
conversazione.
-Eh
Krit ho
avuto qualche problemino transgenico da risolvere.- Non mi va di far
sapere
anche a lui che il mio DNA felino è esploso, anche se deve
già intuirlo, a
Manticore non ne parlavano molto ma i ragazzi sapevano cosa ci
succedeva.
-Spero
nulla di troppo preoccupante. In ogni caso se hai bisogno...- Lascia la
fase in
sospeso, molto galante questo transgenico, gli lancio un sorrisetto di
ringraziamento, un po’ mi imbarazza che ci sia tutta questa
gente che mi voglia
aiutare. Non ci sono molto abituata.
-Ah
non so
quanto ti converrebbe Krit, sembra docile e carina ma è una
pestifera megera,
vero pulce?- Ed ecco che è tornato
l’insopportabile super-figo-so-tutto-io!
Alec si avvicina a noi, per poi guardarmi
con quell’aria da saputello, che sa che non sopporto,
aspettando una mia
conferma. Se si permette di mettermi il braccio intorno al collo per
fare
ancora più il figo, lo uccido.
Lo
guardo
malissimo, come è giusto che sia. – Io sarei una
megera? Senti chi parla, il
transgenico più egocentrico del mondo.- Sfoggio,
incredibilmente, lo stesso
sorrisetto che solitamente fa lui, che adesso è appunto sul
suo volto
strafottente. Krit si allontana da noi, tornando a seguire Max e gli
altri che
sono più in la, lasciandoci a battibeccare come al solito.
-Non
mi
sono sentito troppo egocentrico in questi due giorni.- Alza le
sopracciglia
alludendo alla nostra vacanza a casa di Joshua. In un attimo mi passano
alla
mente quelle 48 ore di ripetuti scambi di battute
e giochi. È vero, è stato con me per
darmi
una mano e occuparsi di me a modo suo. Ok 1 a 0 per Alec, ma mi
ritornano in
mente anche le sue parole.
-Ma
se hai
detto tu stesso che ti divertivi a vedermi in difficoltà.-
Gli sorrido spavalda
fissando i suoi bei occhi divertiti dai nostri battibecchi. Imbroncia
sensuale le
labbra facendo finta di pensarci ma c’è poco da
fare... siamo 1 a 1.
-In
ogni
caso, ho evitato che tu dovessi rimpiangere le tue azioni.- Un guizzo
di
soddisfazione gli passa negli occhi. Ha ragione anche questa volta, non
mi sono
comportata coma una pazza scatenata avventandomi sul primo ragazzo
carino che
mi trovavo davanti per poi avere i soliti rimorsi, sono stata segregata
con un
ragazzo transgenico, molto più che carino, ma con cui adoro
litigare, e non mi
sono pentita di niente. –Per cui sei in debito con me, peste.-
Ha
rigirato
la frittata come ha voluto, maledetto furbastro, solo perché
io mi sento in
colpa per averlo allontanato dai suoi affari in quei due giorni. -Mai.
Non
voglio assolutamente essere in debito con te, supermacho.- Ce la
ridiamo
entrambi come dei bambini dispettosi, lui si accarezza in mento
pensandoci un
po’… come se non sapesse già da tempo
quale è il suo fine.
-Allora
per
sdebitarti mi offrirai da bere al Crash, affare fatto?- Ammicca con
quello
sharme che mi fa ridere ancora di più, porgendomi la mano
per suggellare il
nostro patto. Gli stringo la mano decisa, cercando di non badare a
quanto sia
liscia e carezzevole, senza però riuscire a smettere di
fissarlo con una sorta
di sfida negli occhi.
-Ehi
vuoi
due, volete venire o dobbiamo aspettare ancora molto?- Max ci richiama
un po’
alterata. Cavolo, avevo dimenticato tutte quelle persone intorno a noi
e a
quanto pare anche lui, anche se lo nasconde decisamente meglio di me.
Cindy ha
di nuovo quel sorrisetto derisorio mentre ci avviciniamo, senza
toccarci, agli
altri e Alec sdrammatizza con una battuta stupida.
-Mi
dispiace Max ma, questa qui- E mi indica mandandomi su tutte le furie e
ignorandomi per osservare la ragazza sempre più spazientita.
–Si doveva
sdebitare.- E sorride malizioso a me ma, invece, si becca uno
scappellotto. Max
interrompe la nostra discussione prima che essa possa nascere
azzittendoci e
riprendendo a parlare.
–Perfetto anche
violenta.- Lo sento sussurrare
piano e un sorrisetto si increspa sulle mie labbra ignorando, ancora
una volta,
le occhiatine di Cindy. Ma come ho fatto da una semplice chiacchierata
con Krit
ad arrivare ad una bevuta al Crash con Alec?
-Bene,
la
situazione è la seguente: siamo riusciti a sfuggire, almeno
in parte, a White e
alla sue setta di psicopatici, il resto dell’America ho
scoperto che esistono
dei transgenici venuti dal nulla che infestano una parte del
territorio, siamo
riusciti a riunirci e a coalizzarci qui a Terminal City, stando al
sicuro...-
La voce di Max è seria e autoritaria.
C’è qualcosa che la preoccupa, e più
dal
solito, Logan non si allontana neppure di pochi centimetri dal suo
fianco, come
se lei avesse bisogno di protezione.
-Ma
questa
nostra passività non ci porta a nulla. Sono mesi ormai che
siamo rinchiusi qui
dentro, proclamandoci uomini e donne che chiedono la loro
libertà, ma non
stiamo ricevendo nulla. Sono gli altri li fuori, che continuando a
decidere del
nostro destino e delle nostre vita dibattendo tra loro.- Nessuno nella
stanza
parla oltre l’X5, nessuno è distratto, tutti gli
occhi sono puntati famelici
sul capo che con fierezza, sta tenendo un discorso importante per le
nostre
speranze.
-È
giusto
che guardino in faccia la realtà, che diano anche a noi la
possibilità di
parlare e dimostrare da chi siamo stati creati e per quale scopo.
È giusto che
adesso cominciamo a combattere per la nostra libertà e
salvezza. Il mondo non
ci accetterà mai tutti per come siamo, avrà
sempre del timore ma, se impara a
conoscere le diversità che lui stesso ha creato, avremmo
più probabilità di
ricevere ciò che bramiamo. Ci difenderemo e prenderemo anche
noi la parola. Non
sarà semplice, anzi è tutta strada in salita, ma
noi siamo motivati e convinti.-
Max ci guarda uno a uno negli occhi, transgenici e umani ormai tutti
sulla
stessa fragile ma volenterosa barca. Non so cosa troverà in
quello degli altri
ma nel mio sguardo leggerà solo la sicurezza e la speranza
che il suo discorso
mi ha trasmesso, adesso sono convinta che, nonostante tutte le
battaglie che
dovremo affrontare, vinceremo a testa alta la lotta per la nostra
libertà.
I want to
break free…
Anche
gli
altri devono essere convinti come me, dato il sorrisetto rassicurante
che
spunta sulle labbra di Max, il che non può che essere una
cosa molto positiva.
Siamo uniti e l’unione è la nostra arma migliore.
-Ma
fisicamente cosa dobbiamo fare? Oltre a tutte queste belle parole
c’è un
piano?- Mole lo devono aver progettato mischiandolo con del veleno di
vipera
data la cattiveria che si ritrova. Non posso non guardarlo male, cosi
come
Original Cindy e Logan.
-Semplicemente
quello che ho detto, Mole. Parlare. Parleremo con la gente, ci faremo
ascoltare
e conoscere, in parte ci aiuterà Solo
Occhi con il suo bollettino, poi il Detective Clemente ho
cominciato
un’inchiesta su Manticore e ci darà
l’opportunità di farci parlare in pubblico
con la gente.-
-Parlarci
non serve a niente Max, quando vedranno me o Joshua tenteranno di
ammazzarci
ancora prima di lasciarci spiegare qualcosa.-Il transgenico le si
avvicina con
il fucile in spalla e il sigaro puzzolente in bocca.
-Bhè
di
certo presentarsi con quell’aria scontrosa non aiuta. E cosa
dovremmo fare Mole
secondo te? Ucciderli tutti e conquistare il mondo?- Le parole mi sono
uscite
senza riflettere dalle labbra crudeli e velenose, come quelle che ha
usato lui
prima, ma è esattamente quello che penso. Se non crede che
abbiamo una
possibilità, non può condizionare tutto il
gruppo, uniti siamo forti. Capisco
che per i transgenici come lui è più difficile di
quanto possa essere per me ma,
il suo atteggiamento, è troppo negativo e non
porterà a nulla di buono.
Mole
si
volta velocemente verso di me, quasi come se non credesse che avessi il
diritto
di mettere bocca in una questione del genere, per poi avvicinarmi
furioso
caricando il fucile –Ragazzina tu faresti meglio a stare
zitta e andare a
giocare a come-è-bello-il-mondo
da
qualche altra parte invece che restare a sentire le conversazioni delle
persone
mature.-
Mentre
si
avvicina, Joshua e Logan cercando di impedire la sua avanzata per paura
di una
scontro mentre Cindy e Krit si sono schierati vicino a me ed Alec si
è messo davanti,
dandomi le spalle, allungano un braccio verso il transgenico. Tutti gli
altri
si sono avvicinati allarmati dalla situazione, cercando di calmare gli
animi.
L’unica che non è intervenuta è Max che
continua a guardare la scena senza
esprimersi.
-Vuoi
venire a giocare con me? Ti farebbe bene.- Continuo a provocarlo
facendolo
arrabbiare ancora di più. Mi ha fatto innervosire, mi ha
dato della bambina e
dell’immatura, ma sono un soldato proprio come tutti gli
altri. La
colluttazione di Mole dura ancora un po’, io non indietreggio
ma cerco di far
spostare Alec che è sulla nostra traiettoria.
-Cavolo
peste cerca di stare un po’ zitta, lo sai che è
suscettibile.-
-Ok,
adesso
basta.- Max è intervenuta e tutti si sono azzittiti e
fermati. –Potete
continuare a litigare e vedere chi dei due ha la meglio ma sta di fatto
che
occorre fare qualcosa, e qualcosa faremo.- Posa gli occhi su di me, non
è
arrabbiata, magari scocciata dalla piccola commedia. Si rivolge poi al
mio
“sfidante”. –Mole non è facile
ma occorre farlo, la gente deve conoscere il tuo
aspetto per poterti accettare. Fino ad ora non abbiamo fatto nessuno
sbaglio, spero
che anche questa volta non succeda. Adesso andate, vi farò
sapere quando saprò
altro.- Mette fine ad ogni tipo di discorso con la sua
autorità.
Mole
mi
lancia un’altra brutta occhiata sputando il suo sigaro a
terra ancora risentito
e si allontana velocemente con Joshua che lo segue salutandoci con la
mano. Max
sta per andare via con Logan. –Max scusami, io...-.
La
ragazza
non mi da il tempo di finire la frase che, sinceramente non so come
avrei
continuato comunque, e mi sorride rassicurante. –Non
preoccuparti Annie è
l’effetto-Mole, prima o poi lo devono avere tutti. Anche io
alcune volte mi
devo trattenere dal prenderlo al calci.- E insieme al suo ragazzo se ne
va via
come altri transgenici che sono li. Io, però, ho ancora
l’adrenalina il circolo
per la lite di prima e star ferma proprio non mi va, ma Original Cindy
mi
preclude il passaggio sorridendomi nel suo modo strano.
-Brava
pupetta, era da un po’ che nessuno diceva niente a quello
sbruffone, era ora
che si ricordasse che esiste la speranza.- Le sorrido anche io, ma Krit
non è
proprio di questa opinione, si sposta vicino a noi ancora un
po’ in tensione.
-Magari
la
prossima volta ricordati che lui è 100 kg più di
te.-
-E
allora?
Lo avrei steso comunque.- Quanto sono sbruffona. Mi ricordo quasi
qualcuno, che
ovviamente non se ne poteva stare zitto o essere già andato.
-Oh-oh
questa l’avrei voluta vedere pulce, seriamente. Tu che stendi
quel tizio,
magari in una gabbia.- Si porta la mano al mento come quando fa finta
di
pensare. –Potrei tirarci su un po’ di soldi.-
-Fai
poco
il simpatico transgenico malandato, posso mettere anche te al tappeto.-
A
Manticore ero costretta ad allenarmi con altri transgenici molto
più grossi
fisicamente di me. Cindy guarda la scenetta divertita mentre Krit
è perplesso, ma
non si intromette. Alec invece è scoppiato a ridere a
crepapelle, tanto che gli
escono le lacrime dagli occhi. Scettico come sempre, ha proprio bisogno
da una
bella batosta.
-Ridi
pure
quanto vuoi sbruffone, adesso vedremo che ha il diritto di ridere.- Gli
sorrido
malefica per poi girarmi verso i due spettatori.- Krit, Cindy ci fate
da
testimoni? Altrimenti il signorino qui.- Lo indico appena mentre lui
cerca di
riprendere il contegno senza credere per nulla che ci batteremo.
–Potrebbe
sentirsi troppo umiliato e dire in giro che ha vinto lui.- Faccio
l’occhiolino
alla ragazza.
Alec
alle
mie parole si lamenta con un –Ehi non sono mica un bugiardo.-
che ignoro
palesemente per ascoltare Krit che si defila un po’
risentito.
-Non
mi
dispiacerebbe vedere Alec che prendere una bella sconfitta da te Annie,
ma devo
andare via, Syl mi aspetta già da un po’.- Il mio
sfidante non è troppo
contento per l’affermazione dell’amico ma cerca di
non darlo troppo a vedere.
Doppiamente sbruffone. Sorrido mentre mi giro verso Cindy.
-Pupetta,
Original Cindy doveva essere alla Jam Pony un’ora
fà, Normal farà la sua solita
ramanzina anche oggi.- Mi guarda un po’ dispiaciuta e si
allontana verso il
corridoio dove è passata anche Max nella sua maniera sicura,
senza voltarsi
indietro.
-Ok
saremo
senza testimoni ma ti batterò ugualmente, e mi aspetto che
tu non bari.- Gli
punto un dito, per ammonirlo, contro il petto cercando di guardarlo
nella
maniera più truce che mi riesce, ma con scarsi risultati. La
sua faccia semi
indignata mi fa ridere.
-Ehi
pulce
ma con chi credi di parlare? Chi ti ha detto che lotterò con
te? Sei una
donna.- Esagera volutamente il tono di voce sull’ultima
parola alzando le mani
come in segno di resa e fissandomi ostinato.
-Alec
hai
voglia di prendermi in giro?- La sua farsa non dura con me.
–Vorresti farmi
credere che sei un gentiluomo e non hai mai combattuto con una donna? E
poi,
mio bel transgenico malandato, io sto dicendo che dobbiamo lottare per
allenarci, non ti propongo un duello all’ultimo sangue.- Lo
osservo scettica e
per la prima volta vedo Alec quasi imbarazzato, cosa che scopro, mi
piace
moltissimo. Mi osserva di sottecchi sempre con il volto imbronciato
prima,
finalmente, di aprirsi e prendermi per un braccio dirigendomi da
qualche parte.
Io le seguo senza indugi.
-Sei
una
malefica megera, pulce.- Sussurra sottovoce ma prima che io possa
replicare lui
alza la voce e saluta Krit che è rimasto in disparte a
seguire la nostra
conversazione. Cavolo io me ne ero proprio dimenticata. Gran bella
figura. Mi
volto verso di lui continuando a camminare e gli lancio una sguardo di
scuse
alzando la mano per salutarlo.
È tutta
colpa di Alec. Come al solito.
--- Autrice ---
Buongiorno o buonsera mie care...
Vi chiedo nuovamente scusa per il ritardo colossale con cui posto questo nuovo capitolo, Natale mi ha travolto portando con se un magnifico, quanto inaspettato, regalo. Sono stata lontana da casa per ben un mesetto intervallato da un piacevole viaggio oltre oceano, in cui sono riuscita a realizzare il più grande sogno della mia vità. Ebbene si, New York City è la città più bella su sui i miei giovani occhi si sono posati e, in più, mi ha permesso di conoscere il mio sogno di sempre. Ma non siamo qui per discutere di questo.
Bene, parlando del capitolo, devo ammettere che le idea sono rispuntate nel mio cervellino [sarà stata l'aria secca della grande Mela] e finalmente riesco a vedere più nitidamente l'evoluzione della resistenza transgenica in atto. Il discorso di Max è stato una piccola anticipazione sugli eventi futuri. Personalmente sono fermamente convinta che la violenza non porti a nulla e che il dialogo e i fatti siano l'unico modo per far aprire veramente gli occhi al mondo. Ovviamente gli scontri ci saranno perchè il Culto deve portare a termine la sua missione e non si può permettere che dei miseri transgenici mandino a monte i loro piani secolari, ma cosi stò svelando troppo.
Sono certa che lo abbiate capito ma voglio avvisare che il paragrafo scritto in corsivo sono i pensieri della protagonista riguardante le notti in cui era ancora con il suo gruppo, vi permette di conoscere i suoi fratelli senza però approfondire gli avvenimenti. Ho un'idea ben precisa sul volto che dovrebbero avere i componenti del gruppo di Annie e, se vi va piacere e siete interessate, potrei condividere con voi le idee mostrandovi le foto delle persone a cui li associo. Questo dipende da voi quindi aspetto un vostro cenno.
Mole se non si dimostra antipatico non è lui ma con Annie ha trovato del filo da torcere. Original Cindy resta sempre una delle mie preferite e credo di averlo dimostrato apertamente. Prossimamente potrete leggere dell'allenamento dei nostri principali personaggi che porterà alcune sorprese.
Spero sinceramente che il capitolo vi sia piaciuto e che, dopo un mese di attesa, non abbia deluso alle vostre aspettative. Aspetto con ansia i vostri più sinceri commenti. Ringrazio profondamente ogniuna di voi che commenta, o leggere solamente, la storia.
Inoltre è dovereso ringraziare Aia Cullen, FedeV e flory2710 che hanno commentato lo scorso capitolo con magnifiche parole di approvazione. Grazie Girls!
Bene adesso vi lascio!! A presto...
Bye^^
Cartina di Seattle -> qui.