Due
settimane nell’accampamento della grande sorella e del piccolo fratello
(Più
che una vacanza, un incubo)
L’estate
scorsa ho avuto la pessima idea di andare in vacanza con gli amici; o meglio la
pessima idea è stata di andare in vacanza con il guru.
Allora
sembrava una bellissima idea, tant’è che avevamo iniziato a pensarci su fin
da settembre.
Nei
mesi successivi però sono successe alcune cose e i progetti sono cambiati più
volte.
Non
sto a spiegare ciò che è successo sia perché gli avvenimenti sono stati
parecchi, sia perché non conoscendo i protagonisti sarebbe un po’ difficile
comprendere.
Per
la verità alcune cose non sono chiare nemmeno a me, nonostante sia passato del
tempo.
Certo sono state fatte delle ipotesi, ma comunque alcune cose restano di difficile comprensione.
In
ogni caso non ha importanza.
Alla
fine è stato deciso di passare due settimane in campeggio a Porto Sant.
Elpidio, un paese delle Marche.
Eravamo
in 8 : io, Ivan, Davide, Anna, Hermes, Beba, il Guru e la Guressa.
Il
Guru e la Guressa sono stati soprannominati così a posteriori
per precise ragioni.
Il
Guru infatti aveva e suppongo, abbia tutt’ora, un atteggiamento da superiore.
Anzi
da superiore è dire poco, credo che “io sono la luce, la verità e la gloria
“ sia più azzeccata come definizione.
Lei
che è la sua ragazza è diventata di conseguenza, la guressa.
Per
la verità ha anche altri soprannomi come Sua signoria, La signora, la cicciona,
nostra signora della cellulite, la grassona o più semplicemente quella là.
Per
tutto il tempo del viaggio e del campeggio la guressa non ha fatto che menarcela
per il fatto che era stato il Guru a scegliere il campeggio e a prenotarlo.
Ora
nessuno lo aveva obbligato, era stato lui a dire che conosceva il posto e che
sapeva cosa fare, visto che andava in campeggio tutti gli anni.
se
non fosse stato così noi non avremmo avuto problemi a farlo al posto suo.
Comunque
dopo una serie di problemi e tribolazioni prima della partenza, siamo arrivati
al campeggio brillantemente
selezionato dal guru.
Subito
sono cominciati i casini.
La
piazzola che in teoria avrebbe dovuto essere di 7x7 non era tale.
Ora
io non sono mai stata un granché nel fare le misure ad occhio, però se la
geometria non è un’opinione, uno spazio che misura 7x7 dovrebbe essere
quadrato.
Quello
era rettangolare.
Nonostante
le proteste con la direzione, non ci è stato concesso di cambiare piazzola.
(continuavano
ad insistere che le loro piazzole erano tutte di 7x7, anche se si vedeva
chiaramente che le piazzole non avevano tutte la stessa dimensione. Ma
d’altronde il campeggio lo aveva scelto il guru e questo dice tutto.........).
Abbiamo
dovuto sistemare un camper, due tende, un cucinotto, e il gazebo in uno spazio
di 6x5.
Meno
male che la macchina l’avevamo lasciata fuori dal campeggio.
Praticamente
rimaneva uno strettissimo corridoio nel mezzo per passare e basta.
Quando
si mangiava chi sedeva all’estremità sinistra del tavolo, rischiava di finire
nella tenda dei ragazzi.
Secondo
problema: location della piazzola.
Il
guru aveva chiesto che fosse vicino ai bagni.
Be’
era stato accontentato.
La
piazzola era praticamente attaccata ai bagni.
Dalla
finestra del cucinino potevi vedere la gente che faceva la fila per andare al
bagno, con annessi relativi rumori; il che non era proprio il massimo mentre
cucinavi.
Tra
l’altro i bagni facevano anche abbastanza schifo.
Erano
spesso sporchi e la doccia e la turca erano nella stessa cabina.
Il
che causava lunghe file
specialmente nelle ore in cui si tornava dalla spiaggia.
Il
giorno, o meglio i giorni, in cui la fogna si è rotta, ci siamo trovati
l’acqua davanti alla piazzola.
Ok
non era quelli dei bagni ma quella dei lavandini dei piatti, ma faceva schifo
comunque.
La
fogna sembrava essere un tratto distintivo del paese, perché ogni volta che
uscivamo per fare un giro, c’era sempre questo buon odore nell’aria.
Non
che ci fosse molto da fare.
Non
c’era mai nessuno in giro e il
massimo dell’attrazione erano una gelateria (un po’ cara ma valeva la
pena...) e la giostra dei bambini.
Grazie
a loro ho praticamente imparato a memoria la sigla de “il grande sogno di
Maya”,
Dietro
di noi c’era un gruppo di napoletani che aveva attirato su di sé l’odio dei
vicini.
Infatti
a parte il fatto che la loro piazzola sembrava un porcile, erano dei casinisti.
Cantavano
alle tre di notte, ruttavano e urlavano ad ogni del giorno con dei loro amici
che stavano dall’altra parte dei bagni.
La
loro canzone preferita era Puttane, Puttane, Puttane, una versione riveduta e
corretta del successo di Heater Parisi.
Dopo
aver sistemato il camper il guru ha distribuito i compiti.
Io
e Davide saremmo andati a prendere qualcosa da mangiare e gli altri avrebbero
montato le tende.
Una
volta tornati dal Bar, dove avevamo preso delle piadine e alcune brioche, il
guru si è lamentato perché non
eravamo stati lì a montare le tende (per fortuna che i compiti li aveva decisi
lui…) mentre la guressa aveva da ridire sulla scelta del cibo.
Ora
non è che ci fosse molta scelta dato che il self service era chiuso e al bar
non c’era molto altro.
La
sera del primo giorno il guru ha fatto la prima scenata.
Si
è messo a urlare perché era stata solo la guressa per tutta la cena, ad
alzarsi per prendere le cose dal cucinotto.
Ora
la guressa era quella seduta più vicino all’entrata del cucinotto quindi era
normale che fosse lei ad alzarsi.
Tra
l’altro i posti a tavola erano stati decisi dal guru. (anche quelli…)
Ora
mi faccio due risate a ricordare lui che urlava “IVAN, FRANCY, HERMES SE
VOLETE LE PIADINE, VE LE ANDATE A PRENDERE!”
Che
poi era stata la guressa a
chiederci se volevamo le piadine.
Se
lui avesse chiesto gentilmente di prendere la piadine, io l’avrei fatto senza
problemi.
La
scenata è stata la prima di molte.
Eravamo
diventati il cinema personale delle signore che stavano nel bungalow davanti
alla nostra piazzola.
Ci
sono state sceneggiate per il fatto che i conti non tornavano (sul loro modo di
tenere i conti tornerò più tardi) e
per mille altre scemenze.
Alcune
poi non avevano assolutamente senso.
Il
venerdì della prima settimana, Davide esasperato, ha fatto quello che avremmo
dovuto fare tutti quanti: ha fatto le valige e se n’è tornato a casa.
Il
guru trattava tutti noi, con
l’eccezione della guressa, come se avessimo 5 anni anziché 20.
Il
camper era quasi un santuario.
Il
guru pretendeva che entrassimo scalzi non solo nel camper, cosa abbastanza
ragionevole, ma che fossimo scalzi anche sullo zerbino di plastica che stava sul
gradino.(potete immaginare quanto era comodo)
Le
chiavi le avevano lui e la guressa e quando entrambi erano via, anche se tutti
gli altri restavano, chiudevano a chiave. (bella dimostrazione di fiducia…)
Così
se avevi lasciato il cellulare o i soldi sul camper, rimanevi fregato.
Usare
il cucinotto era fuori questione.
Sì
perché se per caso rompevi qualcosa chi lo sentiva il guru.
Considerando
la solida resistenza dei carrellini
stile Grazioli dove si teneva la roba da mangiare, la possibilità
di rompere qualcosa era molto alta.
Quei
cosi si spaccavano solo a guardarli.
Il
guru una sera si è messo a fare l’interrogatorio su dove dovevano stare le
cose da mangiare.
Cose
del tipo:
“Ivan
la nutella in quale ripiano deve essere messa?”
“Hermes
il caffè dove deve stare?”
la
maggior parte del tempo non l’abbiamo passata né in spiaggia, né tantomeno
in piscina.
No
il posto più frequentato è stato il minimarket.
Già
perché il guru pretendeva che si facesse la spesa due volte al giorno.
Non
importava che a nemmeno dieci minuti di macchina dal campeggio ci fosse un vero
supermercato, no il guru non voleva andare là.
Molto
meglio buttare i soldi in quel minimarket caro da far schifo e spesso, anche
sfornito.
Molte
volte quando si faceva la spesa, capitava di non trovare quello che cercavi.
A
quel punto bisognava chiamare la guressa e dirle cose del tipo “guarda non ci
sono le carote, che devo fare?”
Si
perché se tornavi senza le carote o prendendo qualcosa d’altro al posto di
quelle, lei iniziava ad urlarti dietro.
Quando
andavano lei, la Beba o l’Anna se ne fregavano dei prezzi, tiravano su e
basta.
Se
ne fregavano se spendevano 4 euro per un po’ di succo di frutta, tanto
pagavano tutti.
Verso
la fine della prima settimana La Beba e l’Anna hanno avuto la grande idea di
prendere delle tovaglie per i tavoli.
Altri
soldi buttati visto che non ce n’era alcuna necessità.
Fino
ad allora avevamo mangiato sui tavoli di plastica e finito di mangiare si
pulivano col bref.
Una
cosa semplice e pratica.
Ma
come al solito loro dovevano complicare le cose.
Una
delle tovaglie era di plastica.
La
buona qualità del prodotto si poteva
dedurre dal fatto che quando ti alzavi da tavola, trovavi sempre la mani e le
braccia piene di blu.
Colore
che proveniva dalla tovaglia.
La
seconda era di carta.
Non
è durata molto perché a fine pranzo Anna, che negli anni passati è stata più
spesso chiamata Polla, ha avuto la bella idea di pulirla col bref.
Ovviamente
a quel punto la tovaglia si poteva pure buttare.
Ma
la cosa divertente è stata che Polla ha chiesto
“ma
perché si è rotta?”
come
se fosse successa chissà quale stranezza.
Anche
il guru era uno che buttava i soldi ma in maniera differente.
Ad
esempio prima comprava la carne e poi chiedeva quanta ne volessimo.(peraltro poi
si è lamentato che era avanzata della carne)
Prendeva
quintali di frutta e quella che avanzava (la maggior parte), la buttava perché
non voleva tenere troppa roba nel frigo.
Insisteva
nel comprare il pane, anche se ne era avanzato un sacco dal giorno prima.
Si
buttava di tutto carne , insalata, pasta tutto perché loro esageravano con le
dosi e non ascoltavano mai il parere degli altri.
La
guressa dal canto suo ci faceva consumare litri di olio.
L’insalata
era annegata nell’olio, la pasta pure.
Aggiungeva
olio anche quando non ce n’era bisogno, ma se glielo facevi notare ti urlava
dietro.
Due
o tre volte la settimana, dopo che si tornava dal minimarket il pomeriggio, la
guressa faceva i conti.
Non
si teneva una cassa comune.
No
chi andava al market pagava coi suoi soldi e poi dava lo scontrino alla guressa.
Quando
si facevano i conti così c’era gente in credito di 50€, altri in debito di
20€ altri in pari.
Un
vero casino.
Tanto
che spesso e volentieri i conti non tornavano
Questa
come ho già detto è sta la causa di un’altra delle sceneggiate del guru.
Anche
quando il guru non faceva uno dei suoi coup de théâtre, l’atmosfera non era
delle migliori.
Il
guru e la guressa non avevano mai voglia di fare niente.
Non
si andava quasi mai in spiaggia e in piscina, perché a loro non andava.
Non
potevi azzardarti ad andare in spiaggia o in piscina da solo ( o meglio senza di
loro) per due motivi:
- la
guressa iniziava a menartela perché non aveva senso andare in vacanza
insieme se poi ognuno andava per i cavoli suoi.
- venivi
accusato di non far niente .
Oddio
a posteriori questo secondo punto non ha molta importanza visto che il guru ha
comunque accusato quasi tutti di non fare niente.
Non
che lui facesse molto, oltre a parlare naturalmente.
Continuava
a dispensarci le sue, peraltro non richieste, pillole di saggezza sul
comportamento dell’esperto campeggiatore.
Il
vero campeggiatore ha la veranda, il vero campeggiatore dorme con la testa a
nord per via della polarità terrestre, il vero campeggiatore ha il camper e non
la roulotte, ecc. (io per la verità ho dormito con la testa a sud e non ho
avuto nessuno dei problemi che il guru sosteneva causasse dormire con la testa
dal lato sbagliato)
Ogni
tanto ci dispensava pillole di saggezza anche su altri argomenti.
Una
sera ha affermato che la number portability(la possibilità di cambiare gestore
senza cambiare numero di cellulare), era una truffa.
Un’altra
volta ci ha spiegato una sua precisa teoria seconda la quale se le donne
venivano violentate era colpa loro.
Infatti
secondo lui in gruppo di 100 uomini e 100 donne, le 100 donne volevano tutte gli
stessi 10 uomini (quelli più belli).
Gli
altri quindi erano frustrati e di conseguenza le violentavano.
Quando
gli è stato chiesto quanto tempo ci si metteva a percorrere un certa strada, si
è messo a urlare che la distanza non si misura col tempo ma in metri.
Già
perché se andavi in bici ci mettevi un certo tempo, se andavi a
piedi un altro se c’era fila impiegavi di più e via dicendo.
Secondo
lui solo i deficienti misuravano le distanze col tempo.
Ora
nessuno pretendeva una risposta precisa ma solo un più o meno.
Ma
torniamo alla spiaggia.
Qualche
volta si riusciva pure ad andarci
Solo
che non si andava alla spiaggia del campeggio (che peraltro era pagata) dove
c’erano le sdraio e la musica.
No
il guru e la guressa avevano trovato un magnifico
posto vicino allo scarico della fogna.
Di
solito ci si andava il pomeriggio quando sulla spiaggia tirava un bel vento
gelido.
Di
solito la guressa si lamentava perché io Davide e Ivan non entravamo in acqua.
Il
fatto è che se si doveva stare in maglietta sulla spiaggia perché si
congelava, figuriamoci quale doveva essere la temperatura dell’acqua.
Certo
lei,la Beba e Polla non avevano problemi grazie a tutto lo strato di lardo che
avevano addosso.
Il
guru che non aveva questa protezione si è preso la febbre.
Che
poi il mare di per sé non aveva questa grande attrattiva.
Era
sporco, probabilmente a causa della fogna e proprio davanti c’era una specie
di gabbia di legno, somigliante a una piattaforma petrolifera, che serviva per
la pesca.
E
tutto questo per colpa della guressa e dell’altra cicciona (non mi stupisce
che siano sorelle, ragionano allo stesso modo)
Già
perché la guressa non voleva andare alla spiaggia del campeggio.
Si
vergognava perché lì c’erano “le tipe fighe che poi fanno commenti”
Però
quando andava in giro per il campeggio, in bikini e pareo, tirandosela con aria
da quanto so figa, quanto so bella
non si faceva problemi.
Certo
non si rendeva conto che tutti le ridevano dietro.
Di
solito è già abbastanza antipatico quando una se la tira, anche se lo può
permettere.
Lei
certamente non se lo poteva permettere.
In
Piscina invece non ci voleva andare la Beba.
La
scusa ufficiale era il fatto che non le piaceva.
In
realtà la motivazione era la stessa per la quale la sorella evitava la
spiaggia, ovvero si vergognava.
In
più il guru e la guressa insistevano nel preferire la spiaggia gelida alla
piscina, perché sostenevano che quest’ultima fosse troppo affollata.
In
realtà non controllavano nemmeno.
Il
giorno prima della partenza di Anna siamo finalmente andati in piscina.
Il
guru ha naturalmente avuto da ridire sulle piscine e quindi non è entrato in
acqua.
La
guressa invece si è lamentata che l’idromassaggio le faceva paura e quindi
non ha voluto provarlo.
In
pratica siamo stati solo un quarto d’ora.
Si
perché poi il guru ha insistito che bisognava andare a fare la spesa