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Autore: Callisto    08/01/2004    3 recensioni
8 amici, o presunti tali, un campeggio e due settimane assolutamente allucinanti. una storia che a raccontarla non sembra nemmeno vera per la serie "la realtà è meglio di Beautiful"
Genere: Azione, Comico, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Due settimane nell’accampamento della grande sorella e del piccolo fratello

(Più che una vacanza, un incubo)

 

L’estate scorsa ho avuto la pessima idea di andare in vacanza con gli amici; o meglio la pessima idea è stata di andare in vacanza con il guru.

Allora sembrava una bellissima idea, tant’è che avevamo iniziato a pensarci su fin da settembre.

Nei mesi successivi però sono successe alcune cose e i progetti sono cambiati più volte.

Non sto a spiegare ciò che è successo sia perché gli avvenimenti sono stati parecchi, sia perché non conoscendo i protagonisti sarebbe un po’ difficile comprendere.

Per la verità alcune cose non sono chiare nemmeno a me, nonostante sia passato del tempo.

Certo sono state fatte delle ipotesi, ma comunque alcune cose restano di difficile comprensione.

In ogni caso non ha importanza.

Alla fine è stato deciso di passare due settimane in campeggio a Porto Sant. Elpidio, un paese delle Marche.

Eravamo in 8 : io, Ivan, Davide, Anna, Hermes, Beba, il Guru e la Guressa.

Il Guru e la Guressa sono stati soprannominati così a posteriori  per precise ragioni.

Il Guru infatti aveva e suppongo, abbia tutt’ora, un atteggiamento da superiore.

Anzi da superiore è dire poco, credo che “io sono la luce, la verità e la gloria “ sia più azzeccata come definizione.

Lei che è la sua ragazza è diventata di conseguenza, la guressa.

Per la verità ha anche altri soprannomi come Sua signoria, La signora, la cicciona, nostra signora della cellulite, la grassona o più semplicemente quella là.

Per tutto il tempo del viaggio e del campeggio la guressa non ha fatto che menarcela per il fatto che era stato il Guru a scegliere il campeggio e a prenotarlo.

Ora nessuno lo aveva obbligato, era stato lui a dire che conosceva il posto e che sapeva cosa fare, visto che andava in campeggio tutti gli anni.

se non fosse stato così noi non avremmo avuto problemi a farlo al posto suo.

Comunque dopo una serie di problemi e tribolazioni prima della partenza, siamo arrivati al campeggio brillantemente selezionato dal guru.

Subito sono cominciati i casini.

La piazzola che in teoria avrebbe dovuto essere di 7x7 non era tale.

Ora io non sono mai stata un granché nel fare le misure ad occhio, però se la geometria non è un’opinione, uno spazio che misura 7x7 dovrebbe essere quadrato.

Quello era rettangolare.

Nonostante le proteste con la direzione, non ci è stato concesso di cambiare piazzola.

(continuavano ad insistere che le loro piazzole erano tutte di 7x7, anche se si vedeva chiaramente che le piazzole non avevano tutte la stessa dimensione. Ma d’altronde il campeggio lo aveva scelto il guru e questo dice tutto.........).

Abbiamo dovuto sistemare un camper, due tende, un cucinotto, e il gazebo in uno spazio di 6x5.

Meno male che la macchina l’avevamo lasciata fuori dal campeggio.

Praticamente rimaneva uno strettissimo corridoio nel mezzo per passare e basta.

Quando si mangiava chi sedeva all’estremità sinistra del tavolo, rischiava di finire nella tenda dei ragazzi.

Secondo problema: location della  piazzola.

Il guru aveva chiesto che fosse vicino ai bagni.

Be’ era stato accontentato.

La piazzola era praticamente attaccata ai bagni.

Dalla finestra del cucinino potevi vedere la gente che faceva la fila per andare al bagno, con annessi relativi rumori; il che non era proprio il massimo mentre cucinavi.

Tra l’altro i bagni facevano anche abbastanza schifo.

Erano spesso sporchi e la doccia e la turca erano nella stessa cabina.

Il che causava  lunghe file specialmente nelle ore in cui si tornava dalla spiaggia.

Il giorno, o meglio i giorni, in cui la fogna si è rotta, ci siamo trovati l’acqua davanti alla piazzola.

Ok non era quelli dei bagni ma quella dei lavandini dei piatti, ma faceva schifo comunque.

La fogna sembrava essere un tratto distintivo del paese, perché ogni volta che uscivamo per fare un giro, c’era sempre questo buon odore nell’aria.

Non che ci fosse molto da fare.

Non c’era mai nessuno in giro  e il massimo dell’attrazione erano una gelateria (un po’ cara ma valeva la pena...) e la giostra dei bambini.

Grazie a loro ho praticamente imparato a memoria la sigla de “il grande sogno di Maya”,

Dietro di noi c’era un gruppo di napoletani che aveva attirato su di sé l’odio dei vicini.

Infatti a parte il fatto che la loro piazzola sembrava un porcile, erano dei casinisti.

Cantavano alle tre di notte, ruttavano e urlavano ad ogni del giorno con dei loro amici che stavano dall’altra parte dei bagni.

La loro canzone preferita era Puttane, Puttane, Puttane, una versione riveduta e corretta del successo di Heater Parisi.

Dopo aver sistemato il camper il guru ha distribuito i compiti.

Io e Davide saremmo andati a prendere qualcosa da mangiare e gli altri avrebbero montato le tende.

Una volta tornati dal Bar, dove avevamo preso delle piadine e alcune brioche, il guru si è lamentato  perché non eravamo stati lì a montare le tende (per fortuna che i compiti li aveva decisi lui…) mentre la guressa aveva da ridire sulla scelta del cibo.

Ora non è che ci fosse molta scelta dato che il self service era chiuso e al bar non c’era molto altro.

La sera del primo giorno il guru ha fatto la prima scenata.

Si è messo a urlare perché era stata solo la guressa per tutta la cena, ad alzarsi per prendere le cose dal cucinotto.

Ora la guressa era quella seduta più vicino all’entrata del cucinotto quindi era normale che fosse lei ad alzarsi.

Tra l’altro i posti a tavola erano stati decisi dal guru. (anche quelli…)

Ora mi faccio due risate a ricordare lui che urlava “IVAN, FRANCY, HERMES SE VOLETE LE PIADINE, VE LE ANDATE A PRENDERE!”

Che poi era stata  la guressa a chiederci se volevamo le piadine.

Se lui avesse chiesto gentilmente di prendere la piadine, io l’avrei fatto senza problemi.

La scenata è stata la prima di molte.

Eravamo diventati il cinema personale delle signore che stavano nel bungalow davanti alla nostra piazzola.

Ci sono state sceneggiate per il fatto che i conti non tornavano (sul loro modo di tenere i conti tornerò più tardi)  e per mille altre scemenze.

Alcune poi non avevano assolutamente senso.

Il venerdì della prima settimana, Davide esasperato, ha fatto quello che avremmo dovuto fare tutti quanti: ha fatto le valige e se n’è tornato a casa.

Il guru trattava  tutti noi, con l’eccezione della guressa, come se avessimo 5 anni anziché 20.

Il camper era quasi un santuario.

Il guru pretendeva che entrassimo scalzi non solo nel camper, cosa abbastanza ragionevole, ma che fossimo scalzi anche sullo zerbino di plastica che stava sul gradino.(potete immaginare quanto era comodo)

Le chiavi le avevano lui e la guressa e quando entrambi erano via, anche se tutti gli altri restavano, chiudevano a chiave. (bella dimostrazione di fiducia…)

Così se avevi lasciato il cellulare o i soldi sul camper, rimanevi fregato.

Usare il cucinotto era fuori questione.

Sì perché se per caso rompevi qualcosa chi lo sentiva il guru.

Considerando la solida resistenza dei carrellini stile Grazioli dove si teneva la roba da mangiare, la possibilità  di rompere qualcosa era molto alta.

Quei cosi si spaccavano solo a guardarli.

Il guru una sera si è messo a fare l’interrogatorio su dove dovevano stare le cose da mangiare.

Cose del tipo:

“Ivan la nutella in quale ripiano deve essere messa?”

“Hermes il caffè dove deve stare?”

la maggior parte del tempo non l’abbiamo passata né in spiaggia, né tantomeno in piscina.

No  il posto più frequentato è stato il minimarket.

Già perché il guru pretendeva che si facesse la spesa due volte al giorno.

Non importava che a nemmeno dieci minuti di macchina dal campeggio ci fosse un vero supermercato, no il guru non voleva andare là.

Molto meglio buttare i soldi in quel minimarket caro da far schifo e spesso, anche sfornito.

Molte volte quando si faceva la spesa, capitava di non trovare quello che cercavi.

A quel punto bisognava chiamare la guressa e dirle cose del tipo “guarda non ci sono le carote, che devo fare?”

Si perché se tornavi senza le carote o prendendo qualcosa d’altro al posto di quelle, lei iniziava ad urlarti dietro.

Quando andavano lei, la Beba o l’Anna se ne fregavano dei prezzi, tiravano su e basta.

Se ne fregavano se spendevano 4 euro per un po’ di succo di frutta, tanto pagavano tutti.

Verso la fine della prima settimana La Beba e l’Anna hanno avuto la grande idea di prendere delle tovaglie per i tavoli.

Altri soldi buttati visto che non ce n’era alcuna necessità.

Fino ad allora avevamo mangiato sui tavoli di plastica e finito di mangiare si pulivano col bref.

Una cosa semplice e pratica.

Ma come al solito loro dovevano complicare le cose.

Una delle tovaglie era di plastica.

La buona qualità del prodotto si poteva dedurre dal fatto che quando ti alzavi da tavola, trovavi sempre la mani e le braccia piene di blu.

Colore che proveniva dalla tovaglia.

La seconda era di carta.

Non è durata molto perché a fine pranzo Anna, che negli anni passati è stata più spesso chiamata Polla, ha avuto la bella idea di pulirla col bref.

Ovviamente a quel punto la tovaglia si poteva pure buttare.

Ma la cosa divertente è stata che Polla ha chiesto

“ma perché si è rotta?”

come se fosse successa chissà quale stranezza.

Anche il guru era uno che buttava i soldi ma in maniera differente.

Ad esempio prima comprava la carne e poi chiedeva quanta ne volessimo.(peraltro poi si è lamentato che era avanzata della carne)

Prendeva quintali di frutta e quella che avanzava (la maggior parte), la buttava perché non voleva tenere troppa roba nel frigo.

Insisteva nel comprare il pane, anche se ne era avanzato un sacco dal giorno prima.

Si buttava di tutto carne , insalata, pasta tutto perché loro esageravano con le dosi e non ascoltavano mai il parere degli altri.

La guressa dal canto suo ci faceva consumare litri di olio.

L’insalata era annegata nell’olio, la pasta pure.

Aggiungeva olio anche quando non ce n’era bisogno, ma se glielo facevi notare ti urlava dietro.

Due o tre volte la settimana, dopo che si tornava dal minimarket il pomeriggio, la guressa faceva i conti.

Non si teneva una cassa comune.

No chi andava al market pagava coi suoi soldi e poi dava lo scontrino alla guressa.

Quando si facevano i conti così c’era gente in credito di 50€, altri in debito di 20€ altri in pari.

Un vero casino.

Tanto che spesso e volentieri i conti non tornavano

Questa come ho già detto è sta la causa di un’altra delle sceneggiate del guru.

Anche quando il guru non faceva uno dei suoi coup de théâtre, l’atmosfera non era delle migliori.

Il guru e la guressa non avevano mai voglia di fare niente.

Non si andava quasi mai in spiaggia e in piscina, perché a loro non andava.

Non potevi azzardarti ad andare in spiaggia o in piscina da solo ( o meglio senza di loro) per due motivi:

 

  1. la guressa iniziava a menartela perché non aveva senso andare in vacanza insieme se poi ognuno andava per i cavoli suoi.
  2. venivi accusato di non far niente .

 

Oddio a posteriori questo secondo punto non ha molta importanza visto che il guru ha comunque accusato quasi tutti di non fare niente.

Non che lui facesse molto, oltre a parlare naturalmente.

Continuava a dispensarci le sue, peraltro non richieste, pillole di saggezza sul comportamento dell’esperto campeggiatore.

Il vero campeggiatore ha la veranda, il vero campeggiatore dorme con la testa a nord per via della polarità terrestre, il vero campeggiatore ha il camper e non la roulotte, ecc. (io per la verità ho dormito con la testa a sud e non ho avuto nessuno dei problemi che il guru sosteneva causasse dormire con la testa dal lato sbagliato)

Ogni tanto ci dispensava pillole di saggezza anche su altri argomenti.

Una sera ha affermato che la number portability(la possibilità di cambiare gestore senza cambiare numero di cellulare), era una truffa.

Un’altra volta ci ha spiegato una sua precisa teoria seconda la quale se le donne venivano violentate era colpa loro.

Infatti secondo lui in gruppo di 100 uomini e 100 donne, le 100 donne volevano tutte gli stessi 10 uomini (quelli più belli).

Gli altri quindi erano frustrati e di conseguenza le violentavano.

Quando gli è stato chiesto quanto tempo ci si metteva a percorrere un certa strada, si è messo a urlare che la distanza non si misura col tempo ma in metri.

Già perché se andavi in bici ci mettevi un certo tempo, se andavi a  piedi un altro se c’era fila impiegavi di più e via dicendo.

Secondo lui solo i deficienti misuravano le distanze col tempo.

Ora nessuno pretendeva una risposta precisa ma solo un più o meno.

Ma torniamo alla spiaggia.

Qualche volta si riusciva pure ad andarci

Solo che non si andava alla spiaggia del campeggio (che peraltro era pagata) dove c’erano le sdraio e la musica.

No il guru e la guressa avevano trovato un magnifico posto vicino allo scarico della fogna.

Di solito ci si andava il pomeriggio quando sulla spiaggia tirava un bel vento gelido.

Di solito la guressa si lamentava perché io Davide e Ivan non entravamo in acqua.

Il fatto è che se si doveva stare in maglietta sulla spiaggia perché si congelava, figuriamoci quale doveva essere la temperatura dell’acqua.

Certo lei,la Beba e Polla non avevano problemi grazie a tutto lo strato di lardo che avevano addosso.

Il guru che non aveva questa protezione si è preso la febbre.

Che poi il mare di per sé non aveva questa grande attrattiva.

Era sporco, probabilmente a causa della fogna e proprio davanti c’era una specie di gabbia di legno, somigliante a una piattaforma petrolifera, che serviva per la pesca.  

E tutto questo per colpa della guressa e dell’altra cicciona (non mi stupisce che siano sorelle, ragionano allo stesso modo)

Già perché la guressa non voleva andare alla spiaggia del campeggio.

Si vergognava perché lì c’erano “le tipe fighe che poi fanno commenti”

Però quando andava in giro per il campeggio, in bikini e pareo, tirandosela con aria da quanto so figa, quanto so bella  non si faceva problemi.

Certo non si rendeva conto che tutti le ridevano dietro.

Di solito è già abbastanza antipatico quando una se la tira, anche se lo può permettere.

Lei certamente non se lo poteva permettere.

In Piscina invece non ci voleva andare la Beba.

La scusa ufficiale era il fatto che non le piaceva.

In realtà la motivazione era la stessa per la quale la sorella evitava la spiaggia, ovvero si vergognava.

In più il guru e la guressa insistevano nel preferire la spiaggia gelida alla piscina, perché sostenevano che quest’ultima fosse troppo affollata.

In realtà non controllavano nemmeno.

Il giorno prima della partenza di Anna siamo finalmente andati in piscina.

Il guru ha naturalmente avuto da ridire sulle piscine e quindi non è entrato in acqua.

La guressa invece si è lamentata che l’idromassaggio le faceva paura e quindi non ha voluto provarlo.

In pratica siamo stati solo un quarto d’ora.

Si perché poi il guru ha insistito che bisognava andare a fare la spesa

  
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