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Autore: Callisto    10/01/2004    0 recensioni
8 amici, o presunti tali, un campeggio e due settimane assolutamente allucinanti. una storia che a raccontarla non sembra nemmeno vera per la serie "la realtà è meglio di Beautiful"
Genere: Azione, Comico, Commedia, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Così conoscerete la verità e la verità vi farà liberi

(Giovanni 8,32)

 

Due settimane nell’accampamento della grande sorella e del piccolo fratello 

parte seconda

 

Scusate se vi ho fatto attendere parecchio per questa seconda parte.

Purtroppo negli ultimi tempi sono stata un po’ a corto d’ispirazione, ma ora sono pronta a ricominciare.

Sono infatti appena tornata da un viaggio in Sicilia, nel paese di origine delle due sorelle Bocconi (come vengono chiamate da quelle parti).

Proprio durante questo viaggio ho potuto constatare quanto siano amate e ben viste da quelle parti.

Vi faccio un piccolo esempio.

Il giorno di Pasquetta a pranzo con alcuni amici e conoscenti, le due signore sono presto diventate uno degli argomenti di conversazione.

A certo punto Diana che non le vedeva da 8 anni, ha chiesto: “ma di chi state parlando, delle sorelle scadute? Quelle parenti di......? Basta guardarle in faccia per capire che sono acide come uno yogurt andato a male!” 

Se decidessi di fondare il club “io detesto la guressa”, di certo non mancherebbero gli iscritti.

La maggior parte della gente che le conosce le trova antipatiche e boriose.

La guressa in particolare ama comandare e giudicare le vite degli altri.

Ha sempre spacciato per consigli quelli che in realtà erano ordini.

Lei doveva sempre stabilire tutto e quando non si faceva a modo suo, veniva
giù il mondo.

Se qualcuno di noi ritardava di 5 minuti, teneva il broncio tutta la sera ma, se era lei a fare tardi, non le si poteva dire nulla.
Anzi tra un po' bisognava pure ringraziarla perché aveva tardato solo di
mezz'ora, quando avrebbe potuto tardare di un'ora.
Quando si usciva il sabato sera si lamentava dicendo che non avevamo iniziativa, che facevamo sempre le stesse cose, che andavamo sempre negli stessi posti, ma se qualcuno proponeva qualcosa di nuovo non le andava mai bene niente.
Lo scartava perché  "è troppo lontano", "ci sono i truzzi", "voglio stare all'aperto", "non mi piace" , "c’è la gente che fa commenti" ecc
.

Tutte le volte che si litigava, qualsiasi fosse il motivo, lei riteneva di aver ragione.

Mai una volta durante gli anni in cui ci siamo frequentate l’ho sentita chiedere scusa.

Quando diceva di voler chiarire, in realtà pretendeva, metaforicamente parlando, che ci si  prostrasse ai suoi piedi e le si domandasse perdono; cosa che peraltro accadeva regolarmente.

Infatti si finiva sempre per andare da lei a chiederle scusa anche se non c’era nulla di cui doversi scusare.

Dopo il litigio si presentavano due situazioni che portavano comunque allo stesso risultato.

Nella prima circostanza lei ti incontrava dicendo di voler chiarire.

Iniziava a parlare e a fare tutta una serie di ragionamenti, alla fine riusciva a convincerti che effettivamente era tutta colpa tua.

Certo se poi ti fermavi a rifletterci con calma qualche tempo dopo, ti rendevi conto che il suo ragionamento era sì logico, peccato che le ipotesi da cui partiva erano completamente campate per aria.

In effetti la guressa, finchè eri sotto la sua influenza, era capace di convincerti che il nero era bianco e il bianco era nero.

Probabilmente potrebbe avere un brillante futuro nella pubblicità o in politica.

(Dopotutto in entrambi i casi si tratta di far credere alla gente che quello che dici è vero, cosa che alla guressa riusciva benissimo)

Nel secondo caso le chiedevi scusa non tanto perché eri convinto di aver sbagliato ma piuttosto per mancanza di resistenza.

Come ha detto Renato una volta, capita che tu voglia dormire fino a tardi la mattina.

Sei bello tranquillo a letto con la porta chiusa, quando il tuo cane inizia a graffiare sulla porta per entrare.

All’inizio lo ignori sperando che si stanchi.

Dopo un po’ quando vedi che non accenna a rassegnarsi, ti alzi e gli apri perché sai che non riuscirai a dormire comunque se lui continuerà a graffiare.

Lo stesso succedeva con la guressa.

Le chiedevi scusa perché eri stanco di sopportare i suoi musi lunghi, le sue scenate e suoi discorsi sull’amicizia. (Di solito venivi accusato di essere una persona diversa rispetto a quello che credeva, di averla pugnalata alle spalle dopo tutto quello che lei aveva fatto per te….)

Lei si è sempre trincerata dietro i suoi proclami sull’amicizia, sulla sincerità, sulla lealtà e sui valori.

Peccato che mentre pretendeva che gli altri applicassero questi principi, per lei rimanevano solo discorsi teorici.

Come avrebbe detto uno dei miei insegnati: “parole, belle parole ma solo parole. Quello che conta sono i fatti”.

Ma riprendiamo il discorso.

Al minimarket il guru ha deliziato la folla con un’altra delle sue sceneggiate.

Tralascio i dettagli e passo a raccontarvi le serate colme di divertimento che si trascorrevano in campeggio.

Si iniziava con i balli di gruppo.

Anzi la prima cosa era la sigla del campeggio.

Un’idiozia stile Cristina D’avena che diceva “tutti insieme stiamo tanto bene, con gli amici siamo sempre insieme forza vieni qui con noi…….” 

Il guru sosteneva che le sigle fossero una delle cose più belle del campeggio, ma io continuo ad avere seri dubbi sulla bellezza di una cosa simile.

I balli di gruppo non erano così male anche se non erano proprio il massimo del divertimento.

Non erano molto aggiornati ma nemmeno troppo arretrati.

Una sera hanno persino messo le sigle dei cartoni animati.

Devo dire che hanno avuto successo .

C’erano tutti quanti che canticchiavano mila e shiro, ufo robot, mazinga e boiate varie.

Comunque erano certamente meglio le sigle dei cartoni rispetto alla pseudodiscoteca che si teneva sulla spiaggia dopo i balli di gruppo.

Dico pseudodiscoteca perché consisteva in un gazebo sotto cui suonavano.

La musica faceva schifo in 2 settimane ho sentito solo una o due canzoni decenti.

In compenso ho cominciato a odiare la versione dance di “like a prayer”.

Visto che io Ivan non avevamo nessuna voglia di renderci ridicoli davanti al mondo ballando della roba che non ci piaceva, passavamo la serata seduti su un lettino della spiaggia.

La Beba e polla avrebbero voluto ballare ma si vergognavano di farlo davanti a Hermes.

Non che avessero motivo visto che lui di solito spariva per ore con il cellulare e anche quando c’era, non era esattamente interessato a loro.

Un pomeriggio il guru e la guressa hanno deciso che  bisognava andare a giocare a tennis

Hermes e Ivan avevano deciso di restare “all’accampamento” mentre io, il guru, la guressa e la Beba siamo andati a giocare.

Anna era partita due giorni prima.

Dalla partenza di Anna le cose era andate di male in peggio, la tensione si poteva tagliare col coltello e di allegria e divertimento ormai non si vedeva più neanche l’ombra.

Qualche sera prima della partenza di Anna, Ivan aveva chiesto alla guressa se, visto che si liberava un posto, poteva far venire lì con noi per qualche giorno una sua amica che abitava poco distante.

Non l’avesse mai fatto.

La guressa è uscita dal cucinotto con aria isterica ed ha iniziato a urlare che non doveva permettersi, che non avrebbe dovuto nemmeno pensare di chiedere una cosa simile, che se “voleva vedere le sue troie” doveva andare lui da loro.

Neanche l’avesse messa davanti al fatto compiuto.

Notare poi, che se le parti fossero state invertite, nessuno avrebbe potuto dire nulla.

Se non le andava bene far venire questa persona, poteva semplicemente dire che non era il caso e con calma spiegare le sue ragioni.

Ma evidentemente era chiedere troppo.

Bisogna aggiungere che la guressa non sapeva nulla di questa ragazza e quindi non aveva nessuna ragione per fare un’affermazione del genere (che poi una cosa simile detta da lei è come se il bue desse del cornuto all’asino……… )

In effetti non era la prima volta che la guressa usava un simile insulto verso persone che nemmeno conosceva.

Di solito si trattava di ragazze che erano più belle o meglio vestite rispetto a lei.

Quindi volendo, essere definite troie dalla guressa può anche essere preso come un complimento.

Fine parte seconda.

continua……

  
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