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Autore: space_oddity    14/01/2011    6 recensioni
"Avevamo dodici anni quando io, Mary Anne Longbottom e Lilian Cooper, le mie migliori amiche, abbiamo scoperto come nascono i bambini.
Ok, ok, ne avevamo quattordici.".
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qui! Scusate il ritardo T.T
Grazie infinite a tutti quelli che leggono, seguono e recensiscono questa storia e soprattutto a Candidalametta, la mia ormai celebre beta, che ha detto che questo capitolo non aveva bisogno di betaggio e che quindi non mi ha corretto neanche una virgola:) Sì, è così gentile a dirmi tutte queste bugie, vero?XD
Comunque.
Visto che questo è lo spazio autore e ho visto che ora non devo neanche più occupare la pagina con le risposte alle recensioni(sì, ho scoperto che si può rispondere direttamente dalla recensione non più di due settimane fa, che volete farci? u.u) sono libera di scrivere molte più vaccate del solito(e di quelle non sono mai a corto).
Praticamente stavo sul divano a non fare niente e avevo la TV accesa su uno dei soliti canali di musica. Non la stavo nemmeno guardando, ma ad un certo punto è passata The Unforgiven II dei Metallica(a dirla tutta non mi fanno impazzire, ma quella canzone è davvero carina:) ) e mi sono fermata a guardare il video. Verso la fine della canzone abbasso lo sguardo sulle classiche frasi mandate per messaggio che scorrono sotto e, in mezzo ai vari "W i JB!", "Ciao a Sery, Princess, Carly93, Edo, Mary_Cullen, Billina, Lost _soul, Britney4Ever e Piccola Stellina da MikiTH.. mandatelo", e, il peggiore, "Ciao, sono Kikka94, chi vuole fare ami con me?", trovo una frase.
Questa frase:
"Mia nonna si chiama Graziella. Graziella è una bicicletta. Quindi, la nonna è un velocipede. Grazie.".

Un genio. UN GENIO. Sono mortaXD XD
Non so se la cosa vi fa lo stesso effetto che fa a me, ma, insomma, io AMO questa personaXD
W il Non Sense u.u
Ok, adesso basta. Dopo avervi raccontato questo trascurabilissimo fatto, mi dileguo, promesso u.u
Buona lettura!


"Là dove non batte il sole - Perdonami





"Lily, devi entrare. Coraggio."- ordina Mary Anne con tono da generale.
Dopo una meravigliosa mezz'ora in cui e James abbiamo parlato davvero poco, sono uscita per lasciarlo riposare e ho raggiunto Lily e Mary Anne che sono ferme come statuine davanti alla porta della camera di Tom.
"Ha ragione. Forza."- insisto io, in tono più gentile.
Lily ha l'aria di un cucciolo di cerbiatto che sta per essere investito da un tir nel cuore della notte. Gli occhi catturati dalla luce dei fari sono terrorizzati, ma non riesce a distogliere lo sguardo.
Certo, è una metafora azzardata dal momento che ci troviamo in un corridoio anonimo di un'ospedale modernissimo, sono solo le sei del pomeriggio e siamo davanti ad una semplice e innocua porta bianca, ma tant'è.
"Lily, adesso devi davvero.."- ripete Mary Anne in tono stanco, ma una voce la interrompe.
Una voce calda, insolente e risentita.
"Che sorpresa vedervi qui. Suppongo che adesso dovrei dirvi che è un piacere, stringervi la mano e chiacchierare del più e del meno, ma dopotutto potrei anche lasciar perdere e andare a trovare James. Che è la ragione per cui sono qui, fra parentesi.".
Mary Anne sembra improvvisamente pallida e fragile.
"Ehm.. C-ciao Charles. Come stai?"- balbetto io, cercando di guadagnare tempo.
"Magnificamente."- replica, con un sorriso soave e vuoto -"E tu?".
"Bene. Cioè, tipo."- rispondo, sentendo improvvisamente il peso di tutta questa faccenda sulle spalle. La fuga a Cleveland, Mary Anne e Richard, Tom sulla Cadillac e James sdraiato in un letto d'ospedale.
Sì, sto bene. Tipo.
"Sei già andata a trovare James?"- mi chiede con apprensione, con la prima nota di umanità nella voce da quando è arrivato.
"Sì. Lui sta abbastanza bene. Insomma, forse ha un trauma cranico e ha la gamba destra rotta, ma non è in coma e non ha amnesie. Se l'è cavata con poco, poteva.. Insomma.. Poteva anche.."- mi interrompo di colpo. Non riesco a costringermi a dirlo.
".. Sì."- replica lui, in tono semicomprensivo -"Poteva anche.".
Ci scambiamo due sorrisi minuscoli. Io e il bulletto che sosteniamo quasi un'intera conversazione civile, da non crederci.
"E tu, Lily? Tutto bene?"- domanda, osservando perplesso la curiosa tonalità di verde della sua faccia.
".. Credo che vomiterò."- borbotta Lily, dirigendosi con prontezza verso il bagno.
La faccia del bulletto - di Charles, volevo dire, di Charles - è uno spettacolo.
".. E' per qualcosa che ho detto?"- mi chiede, sollevando le soppraciglia. Non ha ancora rivolto la parola a Mary Anne, non l'ha nemmeno degnata di uno sguardo. Lei, per tutta risposta, lo sta fissando da quando è arrivato con aria stranita, come se non potesse credere che sia davvero lui.
"No, penso che sia proprio andata a vomitare."- lo rassicuro, mentre dalla porta del bagno proviene il rumore inconfondibile di uno sciacquone. -"Vado ad aiutarla."- aggiungo precipitosamente, ansiosa di togliermi dal ruolo di terza incomoda che, nonostante le apparenze, sto interpretando.
Cammino a passi veloci verso il bagno delle donne, mentre sento finalmente la voce roca di Mary Anne che sussurra, con un tono da spezzare il cuore:"Charles.".
Socchiudo la porta e appoggio fulminea l'orecchio al metallo freddo, per sentire.
"Mary Anne."- replica lui, senza la minima inflessione nella voce.
La sento inspirare profondamente per farsi coraggio.
"Senti. Posso.. Posso spiegarti..".
"Non devi spiegarmi niente."- la interrompe Charles, lapidario.
"Non è come pensi tu. E' stato solo..".
"Non voglio sapere niente!"- urla, furioso.
"E invece io voglio che tu lo sappia!"- replica Mary Anne, arrabbiata -"Perchè non è successo niente! Niente, hai capito?".
Silenzio.
".. Charles?"- chiede ancora, titubante.
"Che vuoi?"- replica indolente, sputando le parole come proiettili.
Dio, quant'è duro. Se qualcuno mi parlasse così probabilmente correrei a nascondermi sotto il letto. Quel tono spietato intimidirebbe chiunque. Chiunque.
Ma non Mary Anne.
"Mi manchi.".
"Oh, adesso ti manco, vero?!"- ribatte Charles, la voce carica di rancore -"Qando invece stavi a scoparti quel tizio.. Quel.. Peter, Robert..".
"Richard."- lo corregge pacata Mary Anne.
"Chi diavolo ti pare. Lì però non ti mancavo, vero?".
La sua voce è talmente carica di rabbia a stento repressa che mi toglie il fiato. Ma come diavolo fa Mary Anne a rimanere così calma? Io al suo posto starei già correndo per il corridoio urlando.
"Ti ho già detto che non è successo niente. L'unica cosa che ho fatto è stata tenergli la mano. E tu mi avevi mollata, se non ricordo male.".
"IO avrei mollato TE?! Ma se sono io che sono venuto da te quando..".
Le parole vengono coperte da un'assordante sciacquone.
"Lily!"- sibilo, irritata -"Non riesco a sentire!".
"Oh, scusa taaanto, se mi sento male Miss-Io-Origlio-Dalle-Porte-Dei-Bagni-Senza- Ritegno!"- sbotta in tono soffocato, tirando un'altra volta lo sciaquone. Per dispetto, ci scommetto.
Alzo gli occhi al cielo e torno ad appoggiarmi alla porta.
".. E vogliamo parlare di quello che mi hai detto prima che me ne andassi via?!".
"Se ti stai riferendo ancora a quella vecchia storia.."- sbuffa Charles, esasperato.
"Sì, certo che mi sto riferendo a quello!"- strilla Mary Anne interrompendolo -"Per te è tutto a senso unico, vero? Quando io faccio qualcosa di sbagliato ti comporti come se avessi ucciso un bambino nel sonno, ma quando mi offendi tu, beh, che c'è, ti stai solo esprimendo!".
" 'Qualcosa di sbagliato'?"- ripete Charles, in tono sarcastico -"Qualcosa di sbagliato?! Sai, dovresti davvero rivedere le tue definizioni prima di..".
Altro sciacquone inopportuno.
"Giuro che quando esci da quel bagno, ti uccido."- sussurro, letale, in direzione di Lily, mentre l'acqua continua a scorrere rumorosamente nello scarico.
"Sai, se tu avessi un minimo di pudore non origlieresti conversazioni private."- ribatte lei, imperturbabile.
"Non è una questione di pudore, è solo che, da buona amica, voglio assicurarmi che vada tutto bene. Si chiama A-L-T-R-U-I-S-M-O."- preciso, piccata.
"No, si chiama F-I-C-C-A-N-A-S-A-G-G-I-N-E."- insiste Lily, facendo capolino con la testa da dietro la porta scorrevole.
"Non è neanche una parola vera, lo sai?"- ribatto, squadrandola con sufficienza.
Ritorno frettolosamente al mio posto e sento Mary Anne bisbigliare:"Charles.. Perdonami."- con la voce spezzata da un singhiozzo.
Sbircio dallo spiraglio.
Mary Anne ha le mani appoggiate al petto di Charles e la testa nascosta sul suo collo. Lui tiene le braccia lungo il corpo e ha lo sguardo vuoto, fisso su un punto della parete, come se non sapesse bene cosa fare.
Prende delicatamente le mani di Mary Anne e si scosta di un passo, scuotendo la testa.
Mary Anne si irrigidisce come una statua di marmo.
Sono quasi sicura che stia per scrollare le spalle ed esibirsi nel suo eterno sorriso rassegnato, quando mi stupisce.
Alza la testa bruscamente e lo fulmina con lo sguardo.
"La mia non era una domanda. Fallo e basta."- replica secca -"E ora smettila di fare l'idiota e torna qui, così posso dimostrarti che faccio sul serio."- Fa una pausa e tira un respiro profondo:"Ti amo, coglione.".
Charles sussulta, scioccato.
Ad onor del vero, sono scioccata anch'io. Voglio dire, questa è decisamente la dichiarazione d'amore più anticonvenzionale che abbia mai sentito(e anche la cosa più vicina ad una dichiarazione che ci si possa aspettare da Mary Anne, in effetti).
".. Allora?"- sbotta Mary Anne, nervosa.
Charles, senza dire una parola, si avvicina a lei, le prende la testa tra le mani e la bacia come se fosse una preziosa scultura di cristallo.
"Oh, che romantici!"- bisbiglia Lily alle mie spalle, con tono sognante.
Mi giro e le lancio un'occhiataccia:"E poi sarei io la ficcanaso, eh? Dove sono finiti tutti i tuoi discorsi su quanto sia sbagliato origliare?".
Lily mi tira una gomitata micidiale nelle costole, per evitare di rispondere ed esce dal bagno con passo deciso.
"Stavolta ti uccido!"- sbraito senza fiato, seguendola dopo qualche secondo.
Charles e Mary Anne sono chiusi nella loro piccola bolla rosa di beatitudine e ci ignorano bellamente.
Lily mi lancia uno sguardo allarmato.
"Dì le tue preghiere."- sibilo, stringendo gli occhi.

La porta dietro a Lily si spalanca improvvisamente per lasciar vedere un Elise sconvolta, con gli occhi rossi e gonfi. Ci guarda, ma è come se non ci vedesse realmente.
".. Mamma? Stai.. Stai bene?"- chiede Lily con voce sottile.
Improvvisamente gli occhi stanchi e assenti di Elise tornano vigili. E arrabbiati.
"Lily! Cosa diavolo ti è saltato in testa? Cosa credevi di fare, si può sapere?! Mi hai fatto quasi prendere un infarto, accidenti a te!".
Lily china lo sguardo con disappunto.
Elise prende un respiro profondo. Sembra che voglia ricominciare ad urlare, ma poi scuote la testa rassegnata.
"Oh, niente da fare. Sono troppo stanca adesso per sgridarti come meriti. La rimandiamo a dopo, ti va?"- replica, passandosi una mano sugli occhi -"Vieni qui, piccola delinquente.".
Lily abbraccia sua madre cautamente e sussurra in tono appena percettibile:".. Scusa, mamma.".
"Scuse accettate. Ma fallo un'altra volta e giuro che non sarò responsabile delle mie azioni."- risponde Elise dandole un'ultima stretta affettuosa -"Ciao Chastity. Lily, ci vediamo a casa, sono d'accordo con Anne che ceni da loro. Stasera non sono proprio in vena di cucinare.".
"E' per colpa mia, non è così?"- si intomette una voce roca e risentita.
Io e Lily ci giriamo, confuse.
Tom è appoggiato allo stipite della porta. Ha alcuni lividi e un cerotto sottile sul soppraciglio, ma a parte questa sembra in ottima forma.
"Non ricominciare, Tom. Non voglio parlarne, specialmente davanti a loro."- sibila Elise, brusca indicandoci con un cenno della testa.
Tom si gira verso di noi, palesemente sorpreso di trovarci lì.
".. Lily? Cosa ci fai qui?"- chiede, timoroso.
Lily sembra aver perso completamente la facoltà di parlare.
Apre la bocca, la richiude. Ci riprova e poi abbassa di nuovo lo sguardo, giocherellando con il braccialetto. Di Mary Anne e Charles nessuna traccia. Cerco di distogliere la mente dalla domanda "cosa staranno facendo in questo momento", perchè, davvero, conoscendoli non è un qualcosa che vorrei sapere. Sul serio.
Tiro una violenta gomitata alla costola di Lily per farla riprendere. Ok, forse è una gomitata un po' vendicativa, lo ammetto.
Ma funziona.
Lily apre la bocca per l'ennesima volta e pigola, con un filo di voce:"Io.. Era solo.. Volevo vedere come stavi ecco.". Alza la testa e lo guarda dritto negli occhi:"Stai.. Bene, sì?".
Tom la osserva sbalordito, come se non potesse credere che stia davvero parlando con lui.
Si schiarisce la gola:"Io.. Ehm, certo, sto bene. Grazie.".
Rimaniamo per qualche istante immersi in un silenzio denso e imbarazzante.
"Bene, se avete finito io andrei."- replica Elise, gelida -"Ciao anche a te, Tom. Rimettiti al più presto."- conclude con uno sguardo che gli augura piuttosto di passare al più presto una brutta broncopolmonite.
"Elise, aspetta. Dobbiamo parlare."- insiste Tom, stringendo forte la maniglia della porta.
"IO non devo fare proprio niente."- ribatte Elise, in tono sostenuto -"Per quanto mi riguarda la nostra chiacchierata finisce qui.".

Comincio a sentirmi decisamente di troppo.
"Lily"- sussurro debolmente, mentre Tom ed Elise iniziano ad alzare la voce -"Lily, io.. Sarà meglio che vada. Non so se è il caso che.. Che stiamo qui ad ascoltare.".
Lily annuisce, rigida.
Mi afferra il braccio e si dirige verso il bagno.
"Che diavolo vuoi fare?"- le chiedo, sconcertata.
Lily mi lancia un'occhiata obliqua.
"Origliare, ovviamente. E dire che tu dovresti saperne qualcosa."- replica, disinvolta.
Decido di ignorare la frecciatina e insisto:"Quando ho detto che non sapevo se era il caso che stessimo lì ad ascoltare non intendevo che era il posto ad essere sbagliato. Credo che non dovremmo ascoltare per niente."- rettifico, lanciandole un'occhiata severa.
"Perchè non dovremmo?"- chiede Lily, appoggiandosi al lavandino smaltato.
"Perchè no. Io non voglio saperne niente Lily. Mi sono già impicciata abbastanza.".
"Beh, io voglio sapere invece!"- ribatte lei, con espressione furiosa -"E credo di averne tutto il diritto!".
Prendo un respiro profondo.
"Lily"- comincio, con il tono più diplomatico di cui sono capace -"Prima si trattava di Mary Anne, è una cosa diversa. Loro sono i tuoi genitori. E' vero che hai il diritto di sapere, ma non così! Se vuoi sapere qualcosa, devi muovere il culo, uscire di qui e chiederglielo. Adesso."- concludo, in tono irremovibile.
Lei sembra riflettere sulle parole per qualche secondo. Poi, senza dire un'altra parola si dirige con sicurezza imperiosa in corridoio, dove ormai i suoi genitori stanno litigando furiosamente.
"Dobbiamo parlare. In privato e subito."- irrompe Lily, guardando sua madre dritta negli occhi.
"Cos'è successo?"- chiede Elise allarmata, guardandosi attorno con aria colpevole come se si fosse appena resa conto di dove si trova.
Lily non risponde e apre la porta della camera di Tom con aria perentoria.
"Dobbiamo parlare."- ripete, con un'aria molto seria.
Sua madre entra, riluttante.
"Anche tu."- continua Lily, voltandosi verso Tom.
"Che cosa?! Non se ne parla, Lily! Non ho intenzione..".
Le ultime parole vengono soffocate dal rumore della porta che viene sbattuta da Lily.
Silenzio.
Mi appoggio esausta alla parete.
I drammi familiari consumano. Seriamente.
Nemmeno in una puntata di Settimo Cielo capita così spesso in una sola giornata di sentire le parole "Dobbiamo parlare". E dire che in quel telefilm le discussioni si sprecano, perchè praticamente non fanno altro che parlare. Dovrei scrivere a Brenda Hampton al riguardo.
".. Signorina?"- mi apostrofa una voce maschile tremula, risvegliandomi dalle mie riflessioni poco ortodosse.
"Sì?".
"Sa dirmi dov'è il bagno? E' mezz'ora che lo cerco.. Scusi il disturbo.".
"Nessun disturbo!"- replico con un sorriso gentile, provando una sgradevole sensazione di dejavu -"Allora, per il bagno degli uomini deve andare in fondo al corridoio, giri a destra e lo trova subito!".
"Grazie mille."- risponde l'uomo cortesemente.
Gli rivolgo un sorriso angelico e lo guardo negli occhi.
Oh-oh.
E' il vecchietto di prima. Quello della benda sull'occhio.
Il problema è che ora non ha più la benda.
E ci vede benissimo.
Ok, calma Chastity. Calma.
Non può mica riconoscermi, no? Insomma, era praticamente cieco!

".. Ancora tu!"- ruggisce nell'istante in cui incrocia il mio sguardo.
"Senta, posso spiegare"- replico, disperata -"Il fatto è che il mio ragaz..".
"Razza di delinquente! Per colpa del tuo scherzetto ho aspettato ore!".
"Lo so! Ma era una questione di vitale importanza! Davvero, non avrei voluto..".
Mi interrompo.
Non solo ora ci vede benissimo, ma ha anche un bastone. E lo sta rimirando con un' espressione indecifrabile.
Incrocia il mio sguardo e mi rivolge un sorriso crudele.
"Sai che cos'ho in mano?".
Oh, Cristo. E io credevo che fosse innocuo. Non sapevo che gli anziani fossero così aggressivi.
Ok, Chastity, niente panico. Assecondalo.
"Ehm.."- comincio, schiarendomi la gola nervosamente -"Un.. Un bastone?".
"Esatto."- conferma lui, con uno sguardo serio alla Steven Seagall -"E non ho paura di usarlo.".

O mio Dio.
E' pazzo. E' PAZZO.

Scappo per il corridoio cercando di seminarlo, mentre le sue urla("Piccola delinquente! Ai miei tempi ti avrebbero già scaldato la schiena col bastone già da un pezzo!") mi raggiungono inquietanti. Finalmente trovo un'anonima scala di servizio e mi infilo in un corridoio piuttosto affollato per mischiarmi alla folla. Mi siedo su una sedia in plastica blu con il fiatone.


Guarda che fregature si prendono a volte a voler essere gentili.





Eccolo qui!:) Per le recensioni ho già risposto a tutti direttamente sulla recensione(ho scoperto solo qualche tempo fa l'opzione "Rispondi alla recensione" u.u Qualche volta mi stupisco da sola della mia ignoranza ._.) quindi il mio compito è finito qui :) Spero vi sia piaciuto, al prossimo!

  
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