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Autore: MedusaNoir    15/01/2011    5 recensioni
- Qual è stato il tuo Natale più bello, Severus? - .
Piton alzò lo sguardo dal giornale, posandolo su Silente, apparentemente intento a leggere un libro, giocherellando con gli occhiali a mezzaluna.
- Il mio… Natale… più bello? - , sibilò tra i denti in risposta.

Seconda classificata al A Christmas Carol Contest di AliH e lilyblack.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Evans, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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-Nick autore: MedusaNoir (sul forum e su EFP)

-Titolo: The world is so wrong

-Personaggi: Severus Piton, Lily Evans

-Pairing(se presente): Nessuno

-Genere: Malinconico

-Rating: Verde

-Avvertimenti: One-shot

-Parole/Immagini facoltative scelte: Immagine 4, Petali

-Introduzione: Chiuso nello studio del Preside a Hogwarts, Piton si sente chiedere da Silente quale sia stato il suo Natale più bello...

-NdA (Note dell’Autore): Nessuna


The world is so wrong

And so this is Xmas
For weak and for strong
For rich and the poor ones
The world is so wrong.

(Happy Xmas, John Lennon)

- Qual è stato il tuo Natale più bello, Severus? - .

Piton alzò lo sguardo dal giornale, posandolo su Silente, apparentemente intento a leggere un libro, giocherellando con gli occhiali a mezzaluna.

- Il mio… Natale… più bello? - , sibilò tra i denti in risposta.

- Sì, quello che ti piacerebbe rivivere se ne avessi la possibilità –

- Perché dovrei rivivere un giorno di Natale, Preside? –

- Era solo una domanda. Non sei obbligato a rispondere - . Silente si aggiustò gli occhiali sul naso adunco e si immerse di nuovo nella lettura, scordandosi del suo interlocutore.

Piton si alzò lentamente, pervaso da qualche strano pensiero, e si avvicinò alla finestra dell’ufficio del Preside, osservando fuori gli studenti rincorrersi tra la neve, mentre Hagrid trasportava un grosso abete per la Sala Grande.

Con le mani strette dietro la schiena, bisbigliò qualcosa a se stesso, senza preoccuparsi della presenza di un’altra persona nella stanza. – Il mio Natale più bello... - .

Molti anni prima, nella stessa scuola, ma da una finestra diversa, un giovanissimo Severus Piton lanciava sguardi torvi ai compagni che giocavano a lanciarsi palle di neve; i suoi occhi guizzavano da una parte all’altra della scena, dal Lago Nero ricoperto da una spessa lastra di ghiaccio alla capanna del guardiacaccia ricoperta di bianco, ma si concentravano perlopiù su un gruppo di studenti Grifondoro che, all’ombra di una vecchia quercia, si divertivano a fare scherzi con la neve al più piccolo di loro. Il volto del Serpeverde tradiva un sentimento di puro disgusto per quei ragazzi, specie per quello con i capelli neri arruffati e gli occhiali.

- Sev! Aspetti da molto? - .

Il viso di Piton cambiò rapidamente espressione quando si voltò e vide scendere dalle scale della torre una ragazzina di quattordici anni che lo guardava sorridente. L’amico arrossì leggermente alla vista di Lily Evans avvolta in un pesante cappotto rosso come i suoi capelli e abbassò lo sguardo per evitare di essere scoperto.

- No… sono appena arrivato - , mentì: non voleva ammettere di essere lì da molto tempo, fremente per il desiderio di vederla.

Lily lo salutò con un bacio sulla guancia e questa volta fu più difficile per Piton nascondere il rossore, ma la ragazza sembrò non accorgersene. – Andiamo? - , si limitò a dirgli.

- Lily, io… - , cominciò il Serpeverde dopo essersi fatto coraggio. – Io… non penso che… -

- Non vuoi venire? - .

Piton alzò gli occhi: l’espressione di Lily era preoccupata, quasi preparata ad una delusione.

- Non è che non voglia stare con te, non pensarlo neanche! - , si riprese immediatamente il ragazzo per paura di ferirla. – Solo… non mi va di stare con i miei. A casa mia. A Spinner’s End –

- Ma vicino ci sono io, Sev. Potremmo stare insieme tutte le volte che vuoi – .

Piton sbuffò. – Ma tu vorrai passare il Natale in famiglia, al caldo, in mezzo all’affetto dei tuoi… -

- A dire la verità, non sprizzo gioia al pensiero di tornare a casa. Tunia mi detesta –

- E non mi vorrà intorno, quella Babbana… -

- Sev! Ricordati che è mia sorella! Non sopporto che tu ti metta a insultare… -

- Va bene, scusa, scusa! - .

Arrivarono al portone d’ingresso senza più dire una parola, con la testa abbassata e lo sguardo di entrambi imbronciato. Finalmente, quando ormai Piton doveva prendere una decisione definitiva, Lily decise di parlare.

- A Natale i miei vogliono andare a Londra. Se vuoi, puoi venire con noi; Tunia rimarrà con loro, mentre noi saremo liberi di girare per la città e fare quello che ci pare senza correre il rischio che litighiate. Ti va bene? – .

Lo sguardo di Piton si accese, ma prima che potesse rispondere Lily riprese la parola.

- A una condizione: non tirar fuori le tue considerazioni sui Babbani davanti alla mia famiglia, altrimenti ci vorrà molto più tempo rispetto all’ultima volta perché io decida di perdonarti; potrei anche non volerlo fare. Chiaro? - .

Nonostante le parole di Lily e il tono severo della sua voce, Piton le rispose con un sorriso.

- Buon Natale, Severus –

- Buon Natale, mamma - .

Il giovane Piton lasciò che sua madre gli sfiorasse con affetto i lunghi e unti capelli neri, restituendole l’augurio in cui entrambi credevano assai poco. Per la verità, probabilmente Eileen Piton sperava che suo figlio potesse passare finalmente il primo bel Natale della sua vita; pregava ogni anni perché accadesse, ma finora le sue si erano rivelate solo delle illusioni.

In quel momento qualcuno varcò la porta di casa, con in mano poca legna che avrebbe dovuto servire per riscaldare la casa per tutto il giorno. L’uomo guardò la moglie vestita sudiciamente, senza rivolgerle neanche una saluto, poi si rivolse al figlio.

- Ah, sei tornato - .

Piton non rispose, ma aspettò che suo padre, dopo essersi lasciato cadere su una sedia, riprendesse a parlare.

- Ti sei fatto grande - .

Di nuovo silenzio, mentre Tobias Piton tentava inutilmente di pulire con una manica un bicchiere sporco.

- Potevi pure restartene - .

Rumore di uno schianto di vetri a terra.

- EILEEN! - , gridò alla moglie. – Portami un bicchiere pulito! - .

La moglie si strinse per un momento la testa tra le braccia in un movimento meccanico, ormai abituale, e tremando prese uno dei bicchieri sporchi e puntò la bacchetta per pulirlo.

- Non così, STUPIDA PAZZA! Lavalo con quelle tue sudice mani, prima che io a farti vedere a modo mio come si lavano gli oggetti! - .

Dicendo questo Tobias si alzò, diretto verso la moglie spaventata, mentre il figlio, afferrando il giaccone sproporzionato che aveva lasciato su una sedia, corse fuori dalla casa a occhi chiusi.

Si fermò con il fiatone davanti la casa di Lily, poggiando le mani sulle ginocchia per riposarsi. L’amica, che stava uscendo in quel momento, lo guardò andandogli incontro felice.

- Sev! Sei venuto! –

- Sì… - , mormorò lui con un filo di voce.

- Che è successo? Perché hai corso? Ti avrei aspettato, lo sai... –

- I miei - , rispose Piton rialzandosi, lo sguardo furioso. – Mio padre è appena tornato –

- Ah… - , si limitò a commentare Lily. Poi sul suo volto tornò il sorriso. – Beh, ma ora sei qui, e io sono tanto contenta! - .

Anche le labbra del ragazzo si incresparono leggermente verso l’alto.

- Lilian! - , chiamò una voce femminile dalla casa. – Noi stiamo per partire! –

- Arrivo, mamma! - , urlò la ragazzina in risposta. – Guarda chi c’è: te l’avevo detto che sarebbe venuto! - .

Una donna dai lunghi e mossi capelli color rame si affacciò dalla porta di casa. – Oh, è Severus! - , disse con un sorriso, simile, ma meno luminoso, a quello che solo la figlia sapeva fare per sconvolgere inconsapevolmente ogni parte di Piton. Si avvicinò a lui seguita dal marito.

- Buon Natale, ragazzo mio! - , gli augurò il signor Evans tendendo una mano verso di lui. Piton la guardò preoccupato per qualche istante, poi notò lo sguardo omicida di Lily e si risolse a stringerla; la signora Evans imitò il gesto del marito.

Petunia li osservava dall’auto, disgustata.

- Tunia, vieni a salutare Severus! - , chiamò suo padre.

- Si sta facendo tardi, muoviamoci - , si limitò a rispondere la figlia voltandosi dall’altra parte. Il signor Evans le lanciò uno sguardo contrariato, ma poi si rivolse di nuovo ai ragazzi che aveva davanti e li incitò a salire in macchina.

- Lily, cosa ti hanno regalato i tuoi compagni di Hogwarts? - , chiese sua madre durante il viaggio. – Ho visto molti gufi arrivare alla tua finestra, stamattina - .

Alla parola “gufi”, Petunia fece una smorfia.

- Mi hanno riempita di regali! - , esclamò Lily entusiasta. – Madleine mi ha mandato un pacco speciale di Cioccorane, Alice un libro di pozioni, sapendo quando mi piaccia quella materia, e… -

- Quel Potter non ti ha spedito niente? - , la interruppe Petunia maligna: sapeva che quello era un tasto che non si doveva toccare davanti a Piton. Il ragazzo si oscurò in volto.

- Beh, sì - , rispose Lily, sorpresa dall’interessamento della sorella maggiore; non sospettava minimamente dei sentimenti del migliore amico nei suoi confronti. – Mi ha spedito uno strano fiore preso dalla serra di Erbologia, dice che farebbe “questo e altro per la dolce Lily”

- Potter è il ragazzo di cui parli speso, quello che non ti lascia mai in pace? –

- Non ne parlo spesso! –

- Abbastanza per far pensare che tu ne sia cotta, vero, caro? - .

Mentre Lily si alzava dal suo posto per sporgersi verso i genitori seduti davanti e per spiegare che non provava niente nei confronti del Grifondoro, Petunia lanciò un sorriso maligno verso Piton; il ragazzo ricambiò con uno sguardo furioso, ma poi abbassò la testa e prese a guardarsi con concentrazione i pugni stretti.

- Bene, ragazzi: ora che siamo arrivati possiamo fare come previsto. Tunia, amore, tu vieni con me e la mamma, mentre Lily e Severus fanno una passeggiata per i negozi; sempre se non preferisci andare con loro –

- Neanche morta - , biascicò Petunia, fortunatamente non udita da Lily.

- Fate attenzione, mi raccomando –

- Sì, mamma –

- Ci vediamo qui alle sette e mezza, non ritardate –

- Va bene, papà –

- A dopo! –

- Ciao, mamma! Ciao, papà! Ciao, Tunia! –

- Arrivederci, signori Evans - .

Lily e Piton si allontanarono correndo dai loro accompagnatori.

- C’è un posto che vuoi vedere in particolare, Sev? - , chiese la ragazzina dopo qualche passo.

- No… non conosco Londra, eccetto la stazione –

- Non ci sei mai stato? - . Lily era sorpresa. – Non sei mai venuto in città? Ma allora devo portarti a vedere i posti più belli, il fiume, il... –

- Lily, no - , la interruppe Piton. – Fammi vedere come passi il Natale quando torni a casa; per me è la prima volta che non lo festeggio ad Hogwarts. Voglio vedere un po’ di abitudini… -

- Babbane? - , concluse la Grifondoro con un sorriso furbo.

- Non proprio - , bofonchiò l’amico disgustato.

- E invece te lo farò vedere! Vediamo se apprezzerai il Natale Babbano! - .

Prendendo entusiasmata la mano del ragazzo, lo trascinò correndo in mezzo alla folla in festa che affollava la strada principale della città, facendosi spazio tra la gente con le braccia piene di regali e le bancarelle che vendevano dolci e addobbi natalizi. Piton non osservava lo spettacolo fino ad allora sconosciuto che si ritrovava intorno: teneva lo sguardo rapito sul guanto rosa della ragazzina che stringeva la sua mano sporca; il volto aveva assunto una strana espressione, come se per lui in quel momento non potesse esserci niente di più importante al mondo. La ragazza continuava a correre, inconscia del modo in cui ogni sua azione sconvolgeva la mente e il cuore dell’amico. Gli indicava i negozi addobbati, gli uomini vestiti da Babbo Natale che lanciavano doni ai bambini dalle loro carrozze, le mamme che si lasciavano convincere dalle preghiere dei loro figli a comprare doni e caramelle ammonendoli però con un dolce: - Solo perché oggi è Natale - ; gli indicava tutto quello che vedevano, ma Piton non si accorgeva di niente. Era come se davanti a sé vedesse un mondo più nuovo perfino di quello magico per lui, fatto di oro, rosso, bianco e verde, un mondo a cui non riusciva facilmente ad abituarsi. Lily se ne accorse fin dall’inizio e ogni sguardo rapito del ragazzo un nuovo sorriso furbo nasceva sul suo volto candido.

- Sev, fermiamoci un attimo, ho bisogno di riposare - , disse all’amico quando furono giunti in prossimità di una piazza. In un palazzo a lato che ospitava dei grandi magazzini si era riunita la folla festante per ripararsi dal gelo che cominciava a calare sulla città; in ogni vetrina si potevano scorgere numerosi doni natalizi per tutte le età e sui balconi del primo piano erano stati posti diversi piccoli alberi addobbati con migliaia di luci. Davanti al palazzo, in mezzo alla piazza, trionfava un enorme abete, circondato da un piccolo recinto di ferro. I due ragazzini lo osservarono a bocca aperta.

- Non hai mai visto un albero di Natale così grande, vero, Sev? - , chiese Lily divertita.

- A Hogwarts ce ne sono moltissimi, li trasportano nella Sala Grande e li addobbano. Se solo tu fossi rimasta almeno una volta per vederli… -

- Ci rimarrò il prossimo anno - , decise la ragazzina dopo qualche momento di riflessione.

- Sul serio? - , esclamò Piton, sorpreso.

- Certo: in fondo stavolta ti ho costretto a passare le vacanze a casa, le prossime mi farai vedere com’è bella Hogwarts in festa! - . Sorrise entusiasta e di nuovo non si accorse di come l’espressione dell’amico fosse cambiata tanto rapidamente. Si alzò per avvicinarsi ai grandi magazzini, ma un pacchetto che le era caduto in quel momento dalla tasca del cappotto la costrinse a fermarsi. Piton lo raccolse, esaminandolo sospettoso.

- Cos’è? - , chiese prendendolo in mano.

- Niente - , rispose frettolosamente Lily, tentando di riappropriarsene, ma l’amico lo aprì.

Era una scatola contenente un magnifico fiore rosso, della stessa intensità dei capelli di Lily. Piton non aveva mai visto qualcosa del genere: i petali, leggeri e delicati, sembravano brillare di una luce propria.

Arrossendo Lily riprese il pacchetto, stringendolo al petto.

- Il regalo di Potter? - , chiese con più odio e disgusto possibili.

- Sì - , ammise la Grifondoro.

- Perché te lo sei portato dietro? –

- Non so… volevo fartelo vedere… -

- Pensi che me ne sarei interessato? - , sibilò Piton.

- No! Ho capito subito che era stata una pazzia, che non avresti voluto vederlo… ma ormai l’avevo preso… - .

Il ragazzo non rispose. Si limitò a guardare il pacchetto stretto tra le mani dell’amica, senza tradire alcuna espressione.

- Ho qualcosa per te… - , interruppe il silenzio Lily, tendendo una mano verso di lui. – L’ho comprato prima mentre guardavi le vetrine, con la scusa di dover andare in bagno… Pensavo che potesse esserti utile –

- Cosa? - , chiese Piton afferrando un oggetto rettangolare, rivestito di carta dorata.

- Cioccolato –

- Lo vedo. Ma perché dovrebbe essermi utile? –

- Non sorridi quasi mai, ho pensato… ho pensato che potesse tirarti su; è uno dei più buoni, sai... Volevo darti in un altro modo il mio regalo di Natale, ma… -

- Il mio regalo? –

- Sì, il tuo - , confermò Lily sorridendo. – Non ho mai avuto occasione di comprarti qualcosa durante gli altri anni, così… -

- Non dovevi –

- Dovevo –

- No –

- Dovevo, sei il mio migliore amico - .

Per un attimo Piton sollevò lo sguardo, fissandolo sui suoi occhi, felice, poi lo riabbassò deluso.

- Io non ti ho preso niente - , ammise dopo un po’.

- Non è vero, Sev. Ti conosco troppo bene! Dai, cosa mi hai regalato? - . Lily gli girò intorno, come per cercare qualcosa, poi si fermò davanti a lui tendendo entrambe le mani.

- Lascia perdere, non ti piacerà... –

- Perché non dovrebbe piacermi? Oh, l’ho trovato! - . Approfittando di un momento di distrazione dell’amico, sfilò dalla sua tasca un pacchetto.

- Ferma! - .

Troppo tardi: Lily lo aveva aperto. Restò senza parole guardandone il contenuto.

- Sev… ma è bellissimo!

- Non prendermi in giro, Lily. Non sarai mai come quello di Potter… Maledetto, ha avuto la mia stessa idea... – . Posò furtivamente lo sguardo sull’amica, che aveva tolto dalla scatola un piccolo giglio bianco e lo osservava rapita. – Davvero ti piace? –

- Dove l’hai preso? –

- Nel mio giardino… -

- Non pensavo che con questo freddo… -

- Nemmeno io, infatti. Però era lì - .

Lily accarezzò delicatamente i petali, poi si avvicinò a Piton. – Grazie - , sussurrò, poggiando le sue labbra sulla guancia del ragazzo, che arrossì violentemente. – Potter non regge minimamente il confronto con te –

- Potter… non regge… cosa? - , chiese confuso.

- Il regalo, Sev! –

- Ah, giusto… il regalo di Potter… e il mio... - . Stava ancora borbottando qualcosa di indecifrabile quando si sentì bagnare la punta del naso. Alzò la testa e vide migliaia di fiocchi di neve scendere delicatamente sulla città.

- Nevica! - , urlò Lily prendendo le mani di Piton. Mentre correva trascinandoselo dietro felice, il pacchetto che le aveva mandato James le cadde di nuovo dalla tasca.

- Lily… - , mormorò il Serpeverde, indicandoglielo.

- Ah, grazie! - . La ragazza si inginocchiò a terra e raccolse l’incantevole fiore che era scivolato dalla scatola. – Tutto sommato, potrebbe anche rimanere qui. Al diavolo Potter! - . Così dicendo sollevo il fiore in alto, ne strappò tutti i petali e li lasciò trascinare via, uno ad uno, dal vento: la neve a terra si macchiò di piccole macchie rosse.

- Perché? - , le chiese Piton, tra il sorpreso e il realizzato.

- Non mi rispecchiava molto - , rispose lei con un’alzata di spalle. – Il tuo è più simile a me - .

Improvvisamente il volto di Piton si illuminò di uno strano, raggiante sorriso; si avvicinò a Lily, che ancora fissava i petali rossi scomparire tra la neve, e le lasciò un dolce bacio su una guancia, senza arrossire. La ragazza si voltò a guardarlo, mentre lui la stringeva affettuosamente a sé strappando dalla sua bocca un’ultima promessa.

- Passeremo insieme il prossimo Natale, Lily? –

- Passeremo insieme tutti i Natali, Sev - .

Un adulto Severus Piton distolse lo sguardo dalla finestra dell’ufficio del Preside, attento a non farsi scoprire mentre si asciugava le lacrime che gli bagnavano le guance.

Silente si avvicinò a lui lentamente, poggiandogli una mano sulla spalla e lasciando uscire alcune parole: – Il mondo è così sbagliato, Severus... - .

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Seconda classificata: MedusaNoir

Grammatica: 9.8
Stile e lessico: 8,9
IC: 10
Caratterizzazione del/i personaggi/o: 9.9
Originalità: 18.5
Giudizio personale: 4.5
Punti bonus: 3.5
Totale: 65.1

Giudizio di AliH:
Medusa! Inizio dicendo che fare la scoperta di un'autrice così talentuosa è davvero il massimo, almeno per me in qualità di lettrice.
Sono rimasta subito molto colpita dal tuo stile, ma soprattutto dal modo in cui riesci a caratterizzare bene i personaggi.
L'unico problema del tuo stile è che spesso ripeti le parole, e le ripetizioni stancano la vista, davvero. Ci sono alcune sviste disseminate nel testo e alcuni periodi costruiti piuttosto male, ma sono pochi in realtà, perciò non è niente di cui preoccuparsi.
Il personaggio che hai reso più realistico è Tobias Piton, nonostante non sia affatto tra l'elenco dei protagonisti principali. Ma il tuo Tobias Piton è particolarmente vero, reale: è come se esistesse sul serio. Io l'ho trovato straordinario. Ma, ovviamente, questa è una mia opinione personale. Magari qualcuno non lo troverà altrettanto straordinario – però ne dubito, perché lo è.
Il modo in cui tratta Eileen, il tono di voce che utilizza con Severus e, ovviamente, ciò che esce da quella sua boccaccia, sono tutti elementi che lo hanno reso fin troppo realistico. È lui, anche nei gesto che compie nella storia. Nelle frasi, nelle parole, nei gesti: sì, praticamente è lui in tutto ciò che fa e che dice. Credo sia giusto congraturlarmi con te per questo, poiché non tutti sanno far nascere e vivere personaggi del genere. Eppure tu, Medusa, ci sei riuscita alla grande! Sono rimasta stupefatta.
Ad ogni modo, credo di dover continuare ad esporti il perché dei voti che ti sono stati assegnati, invece di ciarlare inutilmente.
Per quanto riguarda la 'questione dei personaggi', devo ammettere che ho trovato particolarmente Canon proprio Petunia Evans. È lei, davvero spiccicata a come viene descritta nei libri. Disgustata perfino al solo sentir nominare la parola 'gufo'. Insomma, mille complimenti! Hai caratterizzato benissimo Tunia! Non me lo sarei mai aspettato. Nessuno, fino ad ora, aveva mai tirato fuori una Petunia Evans così realistica. Ho letto di lei in molte Fan Fiction, ma la tua visione di Petunia è quella che si avvicina di più alla visione di J.K. Rowling. Sì, mi hai positivamente e piacevolmente colpita. È difficile spiegarti quanto io abbia davvero apprezzato la tua storia. È difficile spiegarti che sei riuscita a commuovermi e far uscire alcune lacrime. Io non piango spesso, né tanto meno facilmente. Eppure, quando Lily e Severus si sono scambiati la loro promessa d'amicizia, be', ho sentito freddo e caldo nel cuore – allo stesso tempo.
Come se il caldo e il freddo si fondessero all'instante dentro di me, come se il giorno e la notte diventassero una cosa sola, strana e inusuale.
Non soltanto i personaggi rispecchiano quelli dei libri, ma la storia in sé è terribilmente bella, con un finale che lascia l'amaro in bocca.
La scena che ho adorato di più è quando Severus sente il naso bagnato – perché sta iniziando a nevicare. È stupenda, veramente!

I miei complimenti più sentiti.
Grazie per aver partecipato al nostro Contest!

Giudizio di Lilyblack:
Innanzitutto, brava ^^ La storia è venuta fuori deliziosa, delicata e perfettamente natalizia in uno dei sensi più belli del termine.
Quindi il punteggio alto che avrai a questo punto già letto, ma non altissimo o 'totale', ti è presto spiegato: grammaticalmente, stilisticamente e lessicalmente ci sono delle imprecisioni che, solitarie, non avrebbero decurtato di granché il punteggio, ma reiterate, come nel caso delle ripetizioni e della mancanza delle virgole in più punti, penalizzano la storia. Per il resto, sei riucita a mettere su 'carta' degli IC assolutamente calzanti e perfetti, di personaggi spesso stereotipati e abusati e ci sono solo un paio di punti in cui non sono totalmente convinta, ma sono veramente solo dei 'piccoli nei'. Per quanto riguarda l'originalità, non è solo perché ho nella mia carriera di lettrice letto altre storie, sui natali passati di Lily e Severus, ma perché il fatto stesso che tutto parta da una richiesta di Silente, nel suo ufficio, mi ricorda molto il famigerato e bellissimo capitolo sui ricordi di Piton dei 'Doni della morte'; questo non toglie niente alla bellezza della tua storia che, ripeto, ho apprezzato molto, ma quando scrivo i commenti mi ritrovo spesso ad essere 'schematica' e piuttosto sintetica.

Ancora brava, per la cura che hai messo nei personaggi, nel ricordo.
Grazie, per il tuo tempo.

   
 
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