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Autore: Unsub    16/01/2011    1 recensioni
Il team ha perso uno dei suoi membri, qualcuno è pronto ad aiutarli. Un killer che torna dal loro passato. Due personalità messe a confronto. Scritta a quattro mani Unsub/Ronnie89
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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- Questa storia fa parte della serie 'Sarah Collins '
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12 Capitolo XII. The plane

-    Quanto pesi? – Sarah la guardava spassionatamente.
-    Cos’è? Invece di pensare ad un piano per uscire di qui, ci diamo alle chiacchiere fra donne? – il caratteraccio di Leane era esasperato dall’imminente crisi di astinenza.
-    Congratulazioni, agente Leane, vedo che il suo senso dell’umorismo non risente della situazione – Sarah continuava a fissarla – Si rende conto che lui può vederci ma noi non possiamo vedere lui?
-    E allora? – Cameron incrociò le braccia.
-    Io sono per il gioco ad armi pari – un sorriso ironico piegò le labbra di Collins – Venga con me e si tolga le scarpe.
Senza aspettare la risposta, la donna si avvicinò all’angolo della stanza dov’era posizionata la telecamera. Con un brivido Ronnie capì dove stesse andando a parare l’altra.
-    Ma così tagliamo fuori anche gli altri – la guardava sbigottita.
-    Si staranno muovendo per trovarci, non si preoccupi – Sarah guardò ancora nella telecamera – Non possiamo permetterci di partire svantaggiate.
Cameron annuì e si tolse le scarpe prima di raggiungere l’altra. Sarah la issò fino alla piccola telecamera e Ron staccò i fili che la tenevano accesa.

-    Cosa diavolo stanno facendo? – Derek aveva visto Cameron togliersi le scarpe e Sarah avvicinarsi all’obiettivo.
Spencer cercò di mantenere la mente lucida. Sapeva perché era necessario farlo, ma si sentiva morire dentro alla prospettiva di non potersi assicurare che la moglie stesse bene.
Improvvisamente il monitor si riempì di neve, come i televisori senza antenna. Hotch si alzò dal suo posto con gli occhi sbarrati.
-    Sono impazzite?
-    No, cercano di riequilibrare la situazione – disse Reid dando le spalle a tutti – In questo modo l’S.I. non può tenerle d’occhio e loro hanno una possibilità di prenderlo di sorpresa.
-    Ma così ci hanno chiuso fuori! – Morgan diede un altro pungo alla porta.
-    Sarah sa quello che fa – Spencer cercò di attaccarsi a quel pensiero.

Cameron si era seduta per terra e si stava rimettendo i suoi adorati anfibi. Sarah le dava le spalle e continuava a guardare la porta, la postura tradiva una certa tensione.
-    E ora? – Leane si rimise in piedi.
-    Sarà lui a dover venire da noi – Collins non staccava gli occhi dalla porta – Sa qual è la prassi in queste situazioni, vero?
Leane scosse la testa. Non aveva mai dovuto affrontare una cosa simile e non riusciva a ricordare niente del genere durante il suo addestramento.
-    Derek – bisbigliò Sarah guardandola solo un momento.
Ronnie finalmente capì. Le manovre di accerchiamento che aveva studiato con Morgan, ecco a cosa si riferiva l’altra. Annuì rincuorata, sì decisamente quella poteva essere la loro unica possibilità.

Sembravano passate ore, invece che pochi minuti. Si sentiva solo i respiri delle due donne dentro la stanza. Improvvisamente Sarah si tese e fece un gesto all’altra.
Rumore di passi pesanti lungo il corridoio dietro la porta. C’era qualcuno fuori dalla stanza, sicuramente il pazzo che le aveva imprigionate. Una voce maschile parlò, prima ancora che la serratura scattasse.
-    Pessima mossa, mie care. Potevate stare tranquille ancora un po’, ma visto che insistete tanto credo che per voi sia arrivato il momento del giudizio.
Un uomo con un cappuccio e una lunga tunica entrò nella stanza e rimase fermo sulla soglia. Le braccia lungo i fianchi, in atteggiamento di attesa. Sobbalzò quando si rese conto che contro le sue aspettative le due non si trovavano vicine, ma erano posizionate sui due angoli estremi della camera.
Guardò ora l’una, ora l’altra, incerto su cosa fare. Poi pensò di aver individuato l’anello debole ed estrasse il pugnale. Ancora un attimo di indecisione e poi si avventò su Cameron.
La ragazza prontamente schivò il colpo, mentre da dietro Sarah assestava un calcio sulla schiena dell’aggressore. Per il dolore l’uomo lasciò cadere la sua arma, che Leane afferrò prontamente. Come l’uomo tornò a voltarsi, Collins partì con un altro calcio. Stavolta il movimento era dal basso verso l’alto ed impattò in maniera sicura sulle parti intime dello sconosciuto.
Afferrò la mano di Cameron e si precipitò fuori dalla loro prigione. Chiuse la porta e cercò di tenere la maniglia verso l’alto, in modo che il loro sequestratore non potesse uscire.
-    Trova qualcosa per bloccarla! – Sarah tirava come una disperata.
Leane si guardò intorno e notò una spranga di ferro che sembrava della lunghezza giusta. Con perizia la posizionò tra il pavimento e la maniglia, in modo che quest’ultima non potesse scendere per liberare il loro aggressore.
-    E ora? – chiese Ronnie con il fiato corto.
-    Corri più veloce che puoi! – le intimò Sarah cominciando una folle corsa.
La seguì più veloce che poteva, non avevano la minima idea di quale fosse la direzione, l’obiettivo per il momento era correre immaginando una via d’uscita da lì.
Non sapeva da quanto tempo stava correndo, vedeva solo corridoi davanti a lei oltre la figura di Sarah, improvvisamente cominciò a vedere tanti puntini bianchi tra lei e le pareti, appena trovò un angolo nel muro vi appoggiò le mani sbattendo contro di esso senza riuscire a rallentare in tempo. Sarah si girò non sentendola più alle sue spalle.
Ronnie vedeva tutto nero e le girava la testa, si appoggiò con la schiena al muro per un momento per non rischiare di perdere l’equilibrio e cadere.
-    Leane! Le sembra il momento per un sonnellino?
-    Un attimo! Un attimo accidenti!
-    Era così fiacca anche durante l’addestramento?
“Stai zitta!”. Cominciava a sudare e si fece una mezza coda con un legaccio che portava al polso. Il fischio alle orecchie sparì e la vista tornò normale almeno per il momento.
-    Non sono fiacca!- era pronta a continuare quella folle corsa verso chissà dove.

Sarah cercava di farsi forza, era evidente che Leane era sull’orlo del baratro. Si chiese quanto ancora avrebbe resistito prima che la crisi entrasse nel pieno e le togliesse ogni possibilità di lottare. Fece un respiro profondo e prese la sua decisione.
L’uomo era destro. Statisticamente ad un bivio avrebbe preso la direzione della sua mano dominante. Afferrò Cameron per un gomito e la portò in fondo al corridoio a T. Due strade si dipanavano davanti a loro, due vie di fuga. Esitò un solo istante, poi sentì il rumore della leva di metallo che avevano usato per bloccare la porta.
Loro erano in trappola e quell’uomo si sarebbe liberato presto. Afferrò Cameron per le spalle e la guardò intensamente.
-    Ascoltami bene, sturati quelle maledette orecchie e segui alla lettera le mie istruzioni…
Gli occhi di Ronnie si granarono mano a mano che l’altra le dava le stringate direttive da seguire.
-    NO! – non poteva credere a quello che Collins le stava chiedendo.
La mano di Sarah partì prima che l’altra se ne rendesse conto. Leane si portò la mano sulla guancia che bruciava per l’impatto, mentre la sua ex insegnante la scuoteva esasperata.
-    Farai quello che ti ho ordinato e senza discutere!
-    E’ un suicidio.
-    Fallo e basta!

Continua…

   
 
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